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Autore: Alfietta    25/09/2013    0 recensioni
Gli Originali sono tornati A New Orleans. Si sono lasciati alle spalle tutto il resto e Per ora vanno avanti, ma si sa il passato ritorna e la cosa brutta è il suo mischiarsi al presente.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katherine, Pierce, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! :) grazie per le tante visualizzazioni, mi fa davvero piacere. Mi chiedo se vi piace quel che scrivo :) fatemelo sapere :) un grazie a chi la mette tra le seguite e le preferite :) 
comunicazione di servizio: ho cambiato il nome di Elia in Elijah la versione inglese mi piace molto di piu' :) 
ricordo che le parti scritte in corsivo fanno parte del passato, sono dei Flashback :) 


“Sorella?” la voce di mio fratello interrompe i miei ricordi.
“Ciao” rispondo sedendomi sul letto della mia camera


“Sta notte sei scomparsa subito dopo averti presentata, posso chiederti perché?”

“Sai che queste cerimonie non mi piacciono” lui si avvicina mettendomi le mani sulle spalle e iniziando a farmi un massaggio.

“So anche che io non ti piaccio eppure sei qui” afferma scrupoloso

“Mi piacciono le battaglie”

“Non so se ci sarà una battaglia, tranne il primo colpo di testa Nicklaus non ha mai accennato a una ribellione”

Mi giro verso di lui cercando di capire se stia scherzando

“Non prendiamoci in giro! Sai benissimo che riscatterà il suo trono!” mi dico alzandomi.

“E allora tu da che parte starai?” mi chiede poggiandosi sulla porta

“Io sarò il pubblico” rispondo soddisfatta sedendomi e specchiandomi

“Non ti schiereresti con il tuo fratellone?” chiede sapendo già la mia risposta.

“Con il nostro rapporto? Sarei anch’io una tua nemica. Potrei ucciderti senza che nessuno se ne accorga e dare la colpa a qualcun’altro”
rispondo con occhi da cerbiatta.

“Non avresti mai il coraggio di uccidere sangue del tuo sangue!” Afferma lui convinto quanto scioccato. Andandosene. Quante cose che non
sai di me caro fratello.
 
È mattina presto: c’è poco traffico e anche poca gente. I negozi stanno aprendo; gli sconti natalizi sono iniziati. Alcune persone stanno sistemando delle luci natalizie sui balconi e sulle finestre, c’è chi ha già borse con pacchetti regalo in mano e chi corre verso le porte dei negozi. I bambini vanno a scuola sbadigliando e rincorrendosi l’un l’altro ridendo come matti. Il vento freddo mi colpisce in pieno viso scompigliandomi i capelli, anni prima succedeva la stessa cosa...

Piove e il vento piega il mio ombrello. Cerco di aggiustarlo ma non ci riesco. Un signorotto dai capelli biondi mi osserva da lontano e sorride. Poi si avvicina e prende il mio ombrello aggiustandolo. Me lo pone con gentilezza piegando il capo mostrando tutto il suo compiacimento.
“Mia Lady, buongiorno” sussurra coprendosi anche lui sotto l’ombrello dandomi un braccio

“Spero lo sia per lei! La mia giornata è iniziata male molto male” rispondo seccata,

“Che cosa è successo per rovinarvi la giornata?” mi chiede iniziando a incamminarsi verso il mercato

“Troppe cose per raccontargliele in una sola frase, Lord posso chiederle un benignità?”

“Certo, a patto che mi raccontiate tutto quel che è vi è successo questa mattina”

“La mia pessima giornata valgono i vostri aiuti nell’andare al mercato?” chiedo sorridendo stupita.

“Certo!” risponde lui entrando nella villa dove vi sono le bancarelle

“Allora raccontatemi la vostra giornata”

“Doccia fredda, vestiti stropicciati, colazione pessima, fratello orribile e in più la libreria ha smarrito tutti i miei libri preferiti!” rispondo
seccata

“Che giornataccia! Quale di queste cose è la peggiore?”

“I libri” rispondo abbassando lo sguardo imbarazzata.

“Siete una lettrice accanita?”

“Lord, Accanita è alquanto esagerato, mi piace molto leggere, questo lo posso ammettere. Cercavo oggi “i promessi sposi”, ma non hanno saputo darmelo, qualcuno lo ha già preso” confesso afflitta

“Credo che ve lo daranno presto” mi dice guardandosi scrupoloso intorno.

“Come mai fate voi la spesa, mia Lady?”

“La nostra servitù ha chiesto una settimana di permesso e io glielo accordata. Non sapevo cosa mi aspettava, a quella epoca. Quindi
adesso ho deciso di imparare a fare tutto da me. È davvero più difficile di quanto mi aspettassi”

“Ve la caverete ne sono sicuro” mi sostiene lui.

“Lo spero”

Passiamo di fronte una signora che annuncia profezie.
Quando vede Nicklaus ella inizia a dimenarsi e a urlare
“Tu la tua SPECIE! IL MALE! IL MALE! LA TUA ANIMA è OSCURA LA TUA ANIMA è IMPURA!”

Egli mi allontana e ribadisce che gente del genere dovrebbe essere rinchiusa, per le follie che dice. I suoi occhi non lasciano traspirare nessuna emozione. Mentre quelli della donna urlavano paura. Mi accompagna a casa. Sono scossa, eppure riesco a controllarmi di fronte a lui. Mi lascia sulla porta con la promessa di venirmi a trovare nel pomeriggio, riportando a casa Marcel, che uscito da sta mattina non è ancora tornato.

Quando sto per iniziare a prepararmi un pasto decente per le mie abilità, suonano alla porta. Vado ad aprire e mi ritrovo davanti la
donna urlante di sta mattina. Rimaniamo ad osservaci cercando di capirci.

“Cara Mary, posso entrare?” mi chiede cortese.
La paura di quegli attimi, è svanita. La faccio entrare senza dire niente. Ci accomodiamo nel salotto, la guardo cercando di cogliere ogni attimo, ogni suo piccolo gesto, per paura.

“Davvero una bella casa devo ammetterlo, i vostri genitori l’hanno costruita con le loro mani giusto?” mi chiede, rispondo con un cenno di testa positivo. Non le tolgo gli occhi di dosso, mi tremano le mani, e sudano. Questo non è un bel segno.

“Non uscirà un mostro dalla mio corpo se è questo che temete, tranquillizzatevi” afferma.

“P-p-posso fare qualcosa per voi, per c-caso?” chiedo titubante

“Io posso fare qualcosa per voi, vi devo avvertire. Lui non è colui che crediate che sia. Lui è un mostro, un assassino senza ritegno.
Uccide per piacere.”

“Ma che diamine state dicendo?” mi alzo cercando di mantenere il controllo, ma qualcosa mi fa scattare dentro un ricordo che non avevo, che non ricordavo. Io sanguinante e Nicklaus vicino a me con il mio sangue addosso. Apro gli occhi e lei è al mio fianco.

“Non prendi verbena vero?”

“Verbena? Non quel tè non mi piace, cosa c’entra questo con quel che ho visto? Non ricordo di aver vissuto quel momento” rispondo cercando risposte

“Perché vi è stato tolto, da colui che ve lo ha fatto vivere! Vi ho fatto un incantesimo. Facendovi ricordare tutto ciò che vi è stato tolto, mi sembra strano che sia solo un ricordo. Mi aspettavo molto di più” ribatte poco soddisfatta.

Mi allontano da lei, ora sono molto più che spaventata, da lei, da lui , ma in che città mi trovo ad abitare?

“Cosa siete?” le chiedo guardandola in modo cagnesco.

“Cosa sono io? Vi dovete preoccupare di cosa è lui. Un essere morto. Che vive solo nutrendosi di sangue umano, perseguitato da una maledizione quasi impossibile da sciogliere. Un vampiro. Per giunta uno dei primi, sembra” mi spiega.

“Non hai risposto alla mia domanda” le faccio presente

“Sono una strega. Una creatura magica, con il potere di farti vedere tutto ciò che non ricordi. Questo è solo uno dei molti miei poteri,
sono una delle poche e delle più brave”

“Poco modesta noto” ribatto alla sua sfacciataggine.

“Non essere impertinente con me. Ti sto mettendo in guardia. La tua vita, quella di questa città, sono tutti in pericolo. La fine arriverà”

“E tu dove sarai?”

“Io sarò già via o morta. In entrambi i casi mi salvo” rimango sconvolta da questa sua ultima frase, non sapendo che dire mi ammutolisco. Lei mi osserva mi accarezza e mi lascia dei libri sulla scrivania, dicendomi “questi ti aiuteranno, conservali bene”



E così ho fatto fino ad oggi, nessuno li ha mai visti o toccati. Sono stati la mia guida in tutti questi anni. Ogni pagina mi aiuta a capire, a vivere. Lei sapeva che sarei diventata un vampiro. Sapeva che lui mi avrebbe trasformata anche se ciò è successo nel peggiore dei modi. Ma non sono ancora pronta a quel ricordo. Che fine fece quella strega non lo so. Tutto ciò che so di lei, sono solo le sue righe scritte in quei libri e il profumo di fragole che portava con se.

Cammino per le strade di alcuni mercatini immersa in pensieri che non ho fin quando un bambino dalla statura piccola e con gli occhi semi chiusi mi chiede l’elemosina. Lo ignoro. Anche se una volta non avrei mai ignorato qualcuno di indifeso e solo. Qualcuno alle mie spalle gli dà degli spiccioli e poi mi segue chiedendo

“Dov’è finita la tua umanità?”  una domanda semplice a chi rispondere, a cui mentire. Ma non ad  Elijah. Credevo che nessuno se ne sarebbe mai accorto, infondo sono brava a mascherare i miei sentimenti.
  
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