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Autore: nikolas    25/09/2013    2 recensioni
Sono passati alcuni mesi dai fatti accaduti nella prima parte di 'AMICI PER LA PELLE'; uno dei protagonisti (Tom) esce di scena, tuttavia altri personaggi sono pronti a prenderne il posto. Una nuova grande amicizia e nuove avventure animeranno ancora una volta Millow, un paesino inglese nei pressi di Londra. Il ritmo dell'amicizia farà danzare ancora una volta i cuori dei nostri protagonisti.
[La vicende della storia seguono quanto raccontato in 'AMICI PER LA PELLE']
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SONO SOLO PAROLE - AMICI PER LA PELLE 2
“Siamo troppo distanti, distanti tra noi, ma le sento un po’ mie le paure che hai, vorrei stringerti forte e dirti che non è niente, posso solo ripeterti ancora: sono solo parole…”

                                                                                                                              - Sono solo parole, Noemi


Era ormai un’ora che Simon camminava incessantemente sotto la pioggia, senza un’apparente direzione. Non aveva portato con sé nessun ombrello e i suoi vestiti erano completamente fradici. Tutto gli sembrava diverso, tetro, innaturale: i profili delle case erano confusi, gli alberi sembravano degli scheletri, le poche persone che incontrava gli parevano prive di emozioni. Ogni cosa aveva assunto una forma diversa da quando, alcuni minuti prima, aveva scoperto che la sua fidanzata e la sua migliore amica potevano essere state uccise da un pazzo, un verme, un essere che non meritava nulla se non la morte. Ancora qualche passo e poi crollò a terra, disperato. Capì che l’unica cosa sensata che al momento poteva fare era chiamare Diuk, farsi venire a prendere e affrontare la realtà; riuscì a telefonare all’amico, ma dopo qualche secondo sentì poco a poco le forze svanire e cadde in un sonno profondo.
Quando si risvegliò, Simon scoprì di essere a casa sua, nel suo letto, al caldo e al riparo da ogni brutto pensiero. Appena si voltò vide Diuk e, accanto a lui, Lela, entrambi con gli occhi lucidi. Gli si mozzò il fiato: non poteva essere accaduto veramente, la sua fidanzata non poteva essere morta. Riuscì a pronunciare solo il nome della sua amata prima di ricadere nel sonno incosciente. Nel momento in cui si svegliò per la seconda volta notò che qualcosa nella stanza era cambiato: c’era un’atmosfera più familiare, più serena, qualcosa che non poteva certo far pensare alla morte che in quel momento era il suo chiodo fisso. Si guardò attorno e finalmente vide ciò che in quegli istanti gli parve la vera essenza della gioia di vivere, e lentamente tutto ricominciò a prendere colore. Era Sasha, era viva, ed era affianco a lui. Il ragazzo si mise a sedere sul letto e cominciò a baciare Sasha.
-Amore, fermati, mi fai male… Ho il braccio ingessato… Come ti senti? Ti sei preso una bella febbre, sono quattro giorni che non fai altro che svegliarti e ricominciare a dormire…
-Come mi sento io?! Tu, tu piuttosto? Ti credevo morta e…- Simon venne interrotto da un altro bacio da parte della ragazza. Dopo qualche minuto entrarono nella stanza anche Lela e Diuk che cominciarono a spiegare al giovane l’accaduto. Il fiorista, subito dopo essersene andato dal negozio, si era precipitato sul luogo dell’incidente, dove aveva visto Sasha distesa su una barella e Lela sotto le cure dei volontari del 911, che stavano cercando di rimetterla in sesto. Aveva chiesto informazioni ad un poliziotto, in quanto a nessuno era permesso avvicinarsi troppo all’area su cui si stavano facendo i primi rilevamenti, e questi gli aveva comunicato che una ragazza se l’era cavata con qualche taglio, mentre l’altra stava per essere portata in ospedale dal momento che si era fratturata un braccio e una gamba. Lela, appena aveva visto Diuk, gli era corsa incontro e lo aveva abbracciato; avevano accompagnato entrambi Sasha all’ospedale dove la ragazza aveva dovuto rimanere in osservazione per la notte. Il giorno dopo erano tornati tutti a casa e si erano diretti al commissariato dove avevano dovuto rispondere ad alcune domande del commissario e dove avevano finalmente denunciato Brian, che da quel momento aveva cominciato ad essere ricercato a piede libero. La brutta storia si era conclusa così, nessuno si era fatto veramente del male ed ora, i quattro ragazzi erano di nuovo insieme, più forti di prima e pronti a combattere la battaglia contro Brian Sanders.
 
Da questi spiacevoli eventi passarono alcune settimane e, contemporaneamente all’avvento del Natale, Lela e Sasha diedero gli ultimi esami prima della pausa invernale, che superarono a pieni voti. I quattro giovani lavoravano ormai a tempo pieno nel negozio di Diuk, che con il periodo natalizio teneva tutti occupati e, di Brian, come ormai si erano abituati, non vi erano notizie.
Un giorno nevoso e piuttosto freddo di fine dicembre, Lela e Sasha si trovarono sole nel negozio dal momento che Simon era occupato a svolgere le consegne e Diuk, come era solito fare ormai da qualche tempo, restava chiuso nel suo ufficio senza un apparente motivo. La giovane confidò a Sasha di sentirsi messa in disparte dal fidanzato, il quale non le parlava molto e anche a casa risultava sfuggente. La ragazza dai capelli rossi le consigliò:
-Devi parlargli, anche io ho notato una certa freddezza tra voi. Approfitta di questo momento di calma e vai nel suo ufficio… Magari ti spiegherà anche cosa diavolo fa durante le ore che passa in quel dannato locale.
-E se poi cominciamo a litigare? Io ho paura di perderlo, Sasha… Non avrei mai pensato di arrivare a dire una cosa del genere- Disse afflitta Lela.
-Se continuerete così lo perderesti comunque, vai lì dentro, è l’unica soluzione!
La giovane prese coraggio e, senza bussare, entrò nell’ufficio di Diuk. Il ragazzo non si accorse nemmeno dell’ingresso della fidanzata tanto era impegnato a trafficare con un cellulare.
-Diuk, che stai facendo con il telefono di Simon in mano?- Chiese Lela attonita.
-Oh, ciao amore… Non ti ho sentita entrare. Nulla, non sto facendo nulla… Simon ha scordato qui il telefono perciò ero giusto in procinto di andare a riconsegnarglielo.- Rispose il ragazzo, piuttosto sorpreso.
-Non mentire! Allora dimmi che fai sempre chiuso qui dentro, mentre noi siamo fuori a sgobbare per te.
-Lela, non ti immischiare…- Le intimò il ragazzo.
-Non ti immischiare? Ma stai forse dando i  numeri?!– Urlò la giovane. -Sono giorni che quasi non ci parliamo e io non mi dovrei immischiare?! Ne abbiamo passate di tutti i colori in questo periodo e tu non ti sei mai preoccupato di chiedere come mi sentissi, se avessi bisogno di qualcosa… Forse è meglio che me ne vada a casa… Arrangiati con il tuo negozio.- Sbottò la giovane.
-Sì, forse è meglio per tutti e due.- Concluse freddamente Diuk, senza preoccuparsi minimamente di bloccare la fidanzata.
Sasha vide uscire dalla stanza l’amica in lacrime e non riuscì nemmeno a fermarla per chiederle spiegazioni sull’accaduto tanto corse velocemente per allontanarsi dal locale. Pensò di andare da Diuk a informarsi, tuttavia, non appena si avvicinò al suo ufficio, questi chiuse bruscamente la porta. Piuttosto stizzita, la ragazza continuò a rimettere in ordine il negozio, promettendosi che non si sarebbe più immischiata nelle faccende dei due amici. immischiare
 
Nei giorni che seguirono, la situazione che si era venuta a creare tra Diuk e Lela parve sbloccarsi dato che, a parte alcuni primi momenti di burrasca, i due si erano riappacificati piuttosto velocemente, tuttavia il ragazzo, dopo la discussione che si era tenuta qualche giorno prima, sembrava essere più restio a dialogare con la fidanzata. Lela cercò di buttarsi alle spalle quella piccola crisi che aveva segnato il loro rapporto e con la ripresa dell’università decise di concentrare gran parte dei suoi sforzi nello studio.Sasha e Simon, dal canto loro, dopo aver notato che i due amici erano tornati in ottimi rapporti, avevano preferito non entrare più nel merito della vicenda, limitandosi a vivere il loro amore in completa tranquillità.
 
A partire da metà gennaio le ragazze dovettero cominciare a rimanere quasi tutti i pomeriggi all’università per assistere ad alcune lezioni extra e per questo motivo presero l’abitudine di fermarsi a pranzare in un bar nelle vicinanze, per non far scomodare inutilmente Simon dal momento che Lela non possedeva più una macchina. Fu proprio in una di queste occasioni che la ragazza chiese un consiglio all’amica:
-Secondo te questa situazione di stallo tra me e Diuk finirà?
-Lela, io pensavo che dopo i chiarimenti che ci sono stati voi due avreste ripreso la vostra relazione come se non fosse successo nulla.- Le confidò Sasha.
-Lo pensavo anche io. La cosa che più mi fa rabbia è che non riesco a spiegarmi il suo cambiamento improvviso e di conseguenza non so che fare, consigli?- chiese quasi implorante la giovane.
-Non ne ho idea, e lo sai: ho deciso che d’ora in avanti non mi intrometterò più nel vostro rapporto. Se avrai bisogno di me, non esitare a chiedermi aiuto, tuttavia io non voglio più agire in prima linea per voi due. E, sinceramente, non saprei nemmeno cosa fare… Ormai Diuk non parla più nemmeno con me!
-Gia, questa volta devo cavarmela da sola. Da qualche giorno sembra che abbiamo ricominciato a dialogare, solo che finisce lì: non ci sono più molti gesti d’affetto, non sento più il suo calore… Secondo te Diuk prova ancora qualcosa per me?
-Penso che riguardo a questo non ci sia alcun dubbio…
-Lo spero proprio, io lo amo più della mia stessa vita. Ho deciso: questa sera quando torneremo a casa gli farò una sorpresa, lo porterò io a cena fuori e cercheremo di buttarci alle spalle questa brutta situazione.
-Brava! Questo è lo spirito giusto, ora è tardi, devo andare a lezione, ci vediamo dopo!- Si congedò la ragazza dai capelli rossi.
Lela, dato che mancava ancora qualche minuto all’inizio della lezione, decise di approfittarne per prenotare la cena in un ristorante romantico di Millow: ora che si era confidata con Sasha aveva il cuore più leggero, non sapeva spiegarsi il perché, ma ogni qualvolta parlava con la sua migliore amica, questa, senza quasi aprir bocca, era in grado di risolverle i problemi. E così quel pomeriggio all’università passò molto rapidamente e in un batter d’occhio le due ragazze erano sulla macchina di Simon, pronte per tornare a casa. I tre cominciarono a parlare di come si era svolta la giornata e Lela, comunicando a Simon di voler portare il fidanzato fuori a cena, scoprì che Diuk era rimasto in ufficio e di conseguenza sarebbe dovuta andare a prenderlo prima di recarsi al ristorante. L’amico si offrì di accompagnarla, ma la giovane rifiutò il favore perché non voleva che il ragazzo stesse troppo lontano da Sasha, perciò, alla fine, Simon lasciò la sua macchina a Lela, in modo tale che la ragazza potesse andare al locale, e la coppia si congedò dall’amica.
La giovane, piuttosto in tensione sia per l’appuntamento imminente sia per il fatto di essere alla guida di una macchina non sua, decise di parcheggiare l’auto in uno spiazzo vicino nei dintorni in modo tale da evitare l’angusta stradina che conduceva al negozio che, sicuramente, avrebbe provocato qualche graffio alla macchina di Simon. Quando si avvicinò al locale, Lela sentì una voce piuttosto arrabbiata che sembrava parlare da sola e appena si accorse che la voce in questione era quella di Diuk decise di entrare. La giovane stava per aprire la porta del negozio quando udì all’interno il fidanzato esclamare, evidentemente al telefono:
-Senti, a questo punto io sono stufo. Vedi di fare quel che ti ho detto piuttosto in fretta e poi di sparire, non voglio sentire scuse. Ora vado a casa, che non ti venga in mente di dire qualcosa ai ragazzi, specialmente a Lela, se non vuoi pentirtene per il resto dei tuoi giorni!- Diuk si allontanò dalla vista della fidanzata, di conseguenza Lela non potè più sentire quanto il ragazzo stava dicendo al telefono, tuttavia, piuttosto scossa da quanto aveva sentito, si addentrò nel locale e si nascose dietro un grande vaso di fiori, intenzionata a capire con chi e di cosa stava parlando il suo fidanzato. Dopo qualche minuto di attesa, Diuk tornò fuori dall’ufficio e, ancora al telefono, disse:
-Va bene, va bene… facciamo come dici tu: tra mezz’ora sotto casa tua. Ma ti avverto: io ti do i documenti, tu mi dai i soldi e poi sparisci per sempre dalla mia vita, chiaro?- Il ragazzo titubante chiuse la comunicazione e si diresse verso il bagno. In quel momento Lela uscì dal nascondiglio e corse nell’ufficio del fidanzato: doveva scoprire cosa stava tramando Diuk.
Appena entrò nella stanza vide moltissimi fogli sparsi sulla scrivania, tra quali riconobbe uno dei post-it a forma di cuore che gli aveva regalato lo scorso San Valentino sul quale era annotato un numero sottolineato due volte. La ragazza girò il foglietto e ciò che lesse le mozzò il fiato: il numero telefonico era quello di Brian Sanders. Sempre più angosciata dalle nuove scoperte, Lela cercò tra le scartoffie e incontrò delle fotocopie di documenti riguardo la morte di Jane Phlips, la madre di Sasha. Decise di leggerli: alcune testimonianze erano copie di lettere indirizzate a Sasha che la informavano dell’apertura di un fascicolo d’indagine riguardo la morte della madre, probabilmente mai pervenutele, mentre altre erano fogli pieni zeppi di informazioni riguardo Brian. Sul fondo, poi, intravide un certificato di morte, presumibilmente falso, proprio di quest’ultimo. Cosa ci facevano tutte quelle carte sulla scrivania di Diuk? E come aveva fatto il ragazzo a procurarsele?
I pensieri di Lela vennero interrotti dal rumore dell’apertura della porta del bagno: il suo ragazzo stava entrando in ufficio: doveva decidere, affrontarlo direttamente o nascondersi? Scelse la seconda opzione e si sdraiò dietro un divano di pelle, abbandonato a sé stesso ormai da mesi. Il suo fidanzato rientrò nella stanza, raccolse tutti i fogli sulla scrivania e li chiuse in malo modo in un armadio, dopodiché prese le chiavi della macchina e si allontanò. Qualche secondo dopo, la giovane sentì scattare la serratura della porta del negozio e in quel momento ringraziò il cielo di aver portato con sé una copia delle chiavi del locale.
Lela si sentiva frastornata e ferita: non poteva credere che il suo fidanzato fosse in contatto con Brian, o addirittura suo complice in qualcosa che non voleva neppure immaginare. Malgrado tutto, però, la giovane sapeva cosa fare: doveva seguire Diuk e scoprire per quale motivo il ragazzo si era messo in contatto con Brian. L’uomo che poco tempo prima aveva tentato di uccidere lei e Sasha. L’uomo che molto probabilmente aveva assassinato la madre della sua migliore amica.
FINE TERZA PARTE


NOTE: Eccoci finalmente al terzo capitolo... Dalle recensioni al 2° capitolo ho denotato un interesse ancora invariato per la storia e questo mi fa immenso piacere e vi ringrazio. Spero di essere migliorato ancora in questa terza parte, ma a voi l'arduo compito di giudicare! La canzone-tema di questo 3° capitolo è SONO SOLO PAROLE di Noemi, canzone che si classificò terza a Sanremo 2012 e che riscosse un grande successo tra il pubblico. Un brano ad alto contenuto emozionale che racconta dell'allontanamento lento ed inesorabile tra due amanti. Che altro dire?? RECENSITEEEEEE (se potete)!
 
  
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