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Autore: ElfoMikey    26/03/2008    3 recensioni
Gerard cercava di credere a quelle splendide bugie che Frank gli regalava. Cercava di credere a quel rapporto, aggrappandosi ad esso con tutte le forze per cercare di non cadere in basso, verso un baratro vuoto e pauroso dove le splendide bugie di Frank Iero non avevano alcun effetto su Gerard Way.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“lets say goodbye, the hundredth time and then tomorrow we’ll do it again…?”


Suonò il campanello con le dita tremanti.
Gerard non sapeva il perché si trova lì, davanti a quella casa.
Aveva chiesto a Karol, poche settimane fa, di uscire insieme e lei aveva accettato.
Ma per cosa lo faceva?
Dimenticare?
Vendicare?
O forse perché lo voleva veramente?
La porta si aprì e Ray Toro fece la sua comparsa, con quei capelli vaporosi e ricci.
“Gerard che ci fai qui?! A tuo fratello gli si è di nuovo rotto l’amplificatore?” Chiese sorpreso di vederlo li, davanti a casa sua.
“ehm, no… cioè… io sono venuto per… ehm..” farfugliò, tormentandosi le dita. A salvare la situazione fu la sorella di Ray che spuntò da dietro la sua spalla, con il suo solito sorriso solare.
“eccomi Gee, possiamo andare!” esclamò avvicinandosi al ragazzo, prendendolo a braccetto. Ray aprì la bocca un paio di volte, totalmente sconvolto.
“ci vediamo domani a scuola Ray!” riuscì ad esclamare Gerard, mentre Karol lo trascinava verso la macchina.
Durante il tragitto la ragazza non fece altro che parlare. A Gerard piaceva il suo chiacchiericcio allegro.
Karol era molto bella quella sera, era vestita elegantemente con i lunghi capelli ricci legato in una coda di cavallo.
Si fermarono davanti ad un locale, però nessuno dei due scese. Karol si sporse verso Gerard per posagli un piccolo bacio sulle belle labbra screpolate. Il ragazzo non si mosse, le sorrise solamente. Quel bellissimo sorriso dolce e imbarazzato, quello che riservava a Frank nei loro momenti di vita insieme. Le lasciò una carezza sul collo, calda e dolce.
“mi sembra di tornare indietro… oh, Gee mi sei mancato così tanto…” sussurrò Karol, prima di abbracciarlo.
“anche tu…” le soffiò all’orecchio, poi le scoprì la parte destra del collo, con movimenti lenti, vi passò le dita delicatamente, sentiva le vene del suo collo pulsare lentamente. Le guardò e senza pensarci più di tanto, la baciò lì, dove quelle vene sembravano chiamarlo.
Karol sospirò. Gerard per tutta risposta, le passò la punta della lingua su quel piccolo pezzo di pelle. Si riprese quando sentì la sua amica stringergli forte i capelli fra le dita.
Gerard appoggiò la fronte sulla sua spalla.
Odiava i suoi istinti. Perché sapeva chi era veramente.
Si, Gerard aveva capito tutto.
Aveva sentito sua nonna parlarne al telefono. Parlava concisa, con quella che sembrava una persona fidata.
“Gerard sta male. Bisogna procuragli del sangue senza che lui uccida altra gente innocente...”aveva detto.
Solo queste parole gli avevano fatto capire la verità, quella verità che nonna Helena sembrava nascondere così gelosamente.
Aveva capito il motivo della finestra aperta, del disordine in quella camera dove si rinchiudeva ogni santo giorno, aveva capito il motivo della sua strana stanchezza, dei suoi canini più lunghi del normale e soprattutto aveva capito chi aveva sabotato quel disegno.
Era stato lui.
Quel disegno era stato strappato da un Gerard disperato.
Tornò a guardare Karol, le sorrise lasciandole un bacio a lato della bocca.
“andiamo?” chiese nel tono più dolce che sapesse fare. Karol annuì e uscì dalla vettura. Gerard la seguì cercando di lasciarsi alle spalle il pensiero che toccava quella parte di lui che apparteneva a Frank.
La cosa peggiore di tutto questo era che, più cercava di non pensarci, più Frank era attorno a lui. Lo trovò seduto al bancone, con qualche amico e con Amanda, che gli stava attaccata con una piovra.. lo ignorò, facendo finta di non averlo visto prese Karol per mano ed entrambi si sedettero ad un tavolo.
Ascoltò i discorsi vivaci di Karol, sorseggiando la sua immancabile birra. Rise alle sue battute. Circa un’ora dopo, lasciò Karol da sola per dirigersi in bagno, li con sua sorpresa trovò Frank che insieme a qualche altro ragazzo, si fumava tranquillo una sigaretta.
Frank gli sorrise. Si osservarono mentre l’ultimo ragazzo uscì dal bagno.
Il più giovane buttò la sigaretta e dopo averlo afferrato per il colletto della camicia fece scontrare le loro labbra. Un bacio passionale che faceva dimenticare ogni proposito di scordarsi l’uno dell’altro.
“sono fottutamente geloso…” gli sussurrò Frank, lasciandolo con un sorriso soddisfatto sulle labbra e mentre il ragazzo gli baciava il collo, Gerard sospirò queste parole:

"we could be perfect one last night… And die like star crossed lovers when we fight And we can settle this affair If you would shed your yellow take my hand…”

Affannando si lasciò andare alle labbra esperte di Frank, dimenticandosi per un fottuto momento, tutto quanto.

Uscirono dal bagno alternati, facendo finta di niente. Karol non si accorse del colorito acceso di Gerard e ripresero il loro discorso lasciato a metà.
Quando il ragazzo la riaccompagnò a casa, davanti all’uscio si scambiarono un bacio.
Per Karol era emozione, un’emozione che si prova solo con il grande amore.
Per Gerard invece era uno dei tanti tentativi di dimenticare Frank, ma anche quando la sua lingua cercò quella della ragazza, Gerard vide il viso di Frank che lo accompagnava come un’ossessione.

Tornato a casa si stese sul letto, aspettando l’ora in cui sarebbe diventato un vampiro. Aspettando quella parte di se che lo faceva vivere di vendetta.
Non c’era modo di scappare…
Se non essere felice, ma per davvero.


Frank si rigirò nelle coperte, agitato.
Tormentato dallo stesso sogno di tutte le sante notti…

Gerard incombeva su di lui, trattenendolo per una spalla. Frank sudava freddo e sentiva la paura trasmodarsi in lunghi e continui brividi sulla schiena. Guardò gli occhi rossi del vampiro e trattenne il respiro quando egli parlò.. “mi nutrirò di te, pallido e felice essere umano. Sarai tutto, ma allo stesso tempo niente, davanti a me, perfida creatura con il potere di toglierti la vita, di succhiarti il sangue fino a farti accasciare in questo vicolo buio e sporco. Ti lascerò qui, morto, freddo, senza più parole.” Il giovane chiuse gli occhi mentre Gerard lo mordeva.

Frank urlò spaventato e sudato.
Si scompigliò i capelli bagnati dal sudore, mentre una lacrima viaggiava solitaria sulla sua guancia.
Si portò una mano al cuore, stringendolo in una morsa, impaurito e stanco del suo perenne incubo.
Avrebbe preferito che fosse realtà.
Voleva finirla.
Si sdraiò sul letto, scosso dai singhiozzi.
Non voleva riaddormentarsi.
Si alzò dal giaciglio e cominciò a infilarsi le scarpe da ginnastica, senza preoccuparsi di togliersi il pigiama e che fossero le cinque di mattina.
Aveva bisogno di lui.
Non riusciva più a resistere.
Non si preoccupò neanche di ascoltare sua madre, che preoccupata gli chiedeva dove andava.
Uscì di casa.
Arrivò a casa di Gerard, suonò il campanello ripetutamente producendo un rumore fastidioso e continuò finchè l’uscio di casa Way non si aprì.
“Frank cosa ci fai qui?” la signora Rush guardava il ragazzo davanti a se, sorpresa, coprendosi la camicia da notte come poteva con una vestaglia.
“devo vedere Gerard. Ora.”
“caro, Gee dorme adesso.” In realtà non era così. Helena non sapeva se il ragazzo era tornato dalla sua spietata caccia.
“la prego… è importante…” Frank non aveva ancora finito di piangere, le sue iridi erano grandissime e belle.
“aspetta qui.” Disse Helena, si era accorta del reale bisogno di Frank. La donna salì le scale, ma a metà di esse incontrò il nipote.
“che succede?” chiese strofinandosi gli occhi con la mano, assonnato.
Per un attimo Helena ebbe paura che suo nipote fosse ancora posseduto, ma sospirò di sollievo, quando vide gli occhi verdi di Gerard. Quei occhi uguali ai suoi.
“frank cosa ci fai qui?” chiese Gerard sorpreso di vedere l’amico. Osservò il più giovane, avvicinandosi a lui stranito e spaventato, vedendo le lacrime scendere dalle sue guance rosee.
“vi lascio soli…” disse Helena, sparendo su per le scale.
Gerard gli passò le dita sotto gli occhi, cercando di cancellare il dolore che scorreva a fiumi su quella pelle così bella e morbida.
Era la prima volta che lo vedeva piangere. Era come una lacerante morsa nel petto, proprio nel punto più debole, il cuore.
“oh, gee…” sussurrò. Lo abbracciò stretto, stringendo le mani sulla sua schiena.
“honey che ti succede?” chiese dolcemente in un sussurro appena udibile.
“sono stanco Gee. Stanco di vivere, di mentire agli altri e a me stesso. Sono stanco di farti del male.”
Fece un piccola pausa,sospirando.
“la verità l’ho sempre saputa Gee…” si staccò da lui per osservarlo. Gli accarezzò il viso con entrambe le mani.
Gerard lo guardò attentamente.
“sono passati mesi, ma quello che ho provato per te non è cambiato. È così da quando ti ho incontrato ed è così ora.” Lo baciò dolcemente per qualche secondo.
“ Io ti amo Gerard.” Glielo disse in uno dei suoi sussurri imbarazzati e stupendi.
Gerard lo guardò, cercando di trovare le parole giuste, ma in questo caso non esistono parole giuste o sbagliate.
Sorrise.
Non era uno dei suoi sorrisi felici.
Frank se ne accorse. Qualcosa non andava in quello che aveva detto.
“Frank io…” sospirò cercando di guardarlo negli occhi.
“mi dispiace io…” sussurrò ancora.
“cosa…?” chiese Frank, sperando con tutto se stesso di non aver capito le sue parole confuse.
“non ti amo Frank.” Serio. Troppo serio per sperare in uno scherzo.
Frank rise, disperato, si toccò il cuore convinto che questo non battesse più. Si morse il labbro abbandonandosi al dolore e alle lacrime.
Si voltò verso la porta e uscì da essa sbattendola forte.
Gerard si portò i capelli all’indietro con entrambe le mani, in un chiaro gesto disperato.
“Perché hai mentito Gerard?” Helena stava sulle scale, appoggiata alla balaustra.
“scusami se ho ascoltato, ma non ho fatto a meno di sentirvi.” Si scusò. Gerard scosse la testa.
“perché tesoro?” lo raggiunse toccandogli il braccio.
“non lo so nonna.” Chiuse gli occhi e rivisse la scena di pochi minuti fa.
“lo amo così tanto…” Helena lo accolse fra le sue braccia.
“sarebbe stato tutto perfetto... ma tutto così sbagliato…” sussurrò, lasciando cadere le lacrime dai suoi occhi.
“avrebbe rischiato la vita se sarebbe rimasto.” Helena lo guardò.
“non fare domande nonna. Lo so e basta.” La donna annuì. Più tardi avrebbero parlato con calma del difficile problema di Gerard.
“sei una persona fantastica, lo sai questo?” la sua adorata nonna, gli prese il viso fra le morbide mani rugose. Gerard scosse il capo.
“no. Quale persona fantastica fa soffrire la persona che ama?!” esclamò il ragazzo. Helena sorrise.
“tesoro, tu gli stai evitando una vita di inferno lo sai questo si? Una vita che non si sa nemmeno quanto sarebbe durata se tu cominciassi a perdere il controllo.” Gerard si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
“hai ragione. Ora soffrirà, ma quando si sarà dimenticato di me, più niente gli farà male.” Disse, mentre Helena gli asciugava le lacrime.
“è così ingiusto…” il silenzio lasciò che Gerard si sfogasse e piangesse tutte le sue lacrime.


Frank respirò a pieni polmoni l’aria di Newark. Con le mani nelle tasche della sua felpa si diresse nel parco della scuola.
Salutò i suoi amici con un sorriso per poi abbassare lo sguardo e perdersi in se stesso.
Non ascoltava altro che la sua anima che piangeva e piangeva, senza mai fermarsi, senza mai smettere di lamentarsi e soffrire.
“Frankie che hai?” chiese Amanda, accarezzandogli il braccio. Frank scosse il capo, accennando un sorriso.
Niente andava per il verso giusto.
Ogni cosa nella vita di Frank aveva preso una piega sbagliata e ingiusta.
Una di queste era che suo padre era andato via di casa.
Era scappato, lasciando sua madre a piangere, abbandonata sul divano.
Suo padre l’aveva lasciato senza parole. Guardandolo negli occhi, mentre con la sua valigia usciva di casa.
Per sempre.
Uscì per schiarirsi le idee e puntualmente si ritrovò come sempre davanti a quella casa, dopo una estenuante corsa per le strade di Newark.
Si ricordava di Gerard seduto alla sua scrivania, chino su alcuni fogli.
Si ricordava delle belle note che uscivano dal suo stereo.
“Today” degli Smashing Pumpkins
Quella stupenda canzone ascoltata mille volte insieme.
Anche se Gerard d non era lì, Frank si accontentò di osservarlo da lontano, riuscendo a tranquillizzarsi.
Frank tornò alla realtà guardando il cielo grigio.
Finché il suo sguardo non si posò su di lui, commettendo il più grande errore.
Sapeva che c’era lei.
Sapeva che oramai quelle labbra non lo avrebbero più sfiorato.
E moriva di invidia vedendo le labbra di Gerard posarsi su un’altra persona.
Quelle labbra che lo avevano tormentato giorno e notte.
Le voleva solo per lui.
Era egoista.
Lo sapeva.
Tuttavia non riusciva a reprimere quei sentimenti così forti verso di lui.
E non riusciva ad essere contento per Gerard e per quella ragazza che aveva la capacità di renderlo felice.
Erano passati due mesi da quella fatidica confessione.
Due mesi senza parlarsi.
Due mesi senza guardarsi.
Due mesi senza avere la possibilità di vivere nemmeno per un breve istante.
Senza dire una parola si diresse all’interno della scuola ritrovandosi, senza un preciso motivo, sulla alta terrazza della scuola.
Si affacciò aggrappandosi alla balaustra di marmo.
Il vento era piacevole su di lui.
Come se fosse dettato da una strana forza si mise in piedi sulla ringhiera.
Guardò in basso.
Sorrise.
Quanto poteva avere senso la vita, senza di lui?
Voleva porre fine alla sua esistenza e gettarsi nel vuoto.
Aprì le braccia.
Alcune urla gli fecero capire che tutti stavano guardando in su, verso di lui, un pazzo che vuole farla finita.
Gerard era lì e lo guardava spaventato.
Tempo di un attimo e lo vede sfrecciare dentro la scuola.
Frank pensava che non sarebbe servito a nulla.
“frank!” la sua voce. Frank si inebriò del suo suono.
“ti prego…” piangeva, lo sentiva singhiozzare.
“nulla ha senso…” sussurrò.
“Si invece, scendi da lì…”
“tu non mi ami…” pazzo innamorato. Gerard non disse nulla, si limitò a stringergli la mano, finchè
Frank non scese da lì, cadendo all’indietro. Finì addosso a Gerard che lo consolava, assorbendo ogni goccia di dolore.
“ci stiamo dicendo addio per la centesima volta Gee?” sussurrò, aggrappandosi alla felpa del ragazzo.
“promettimi che domani lo faremo ancora…” concluse. Gerard si morse il labbro, perso in un dolere profondo.
“mi dispiace Frankie…” quanto contavano quelle parole? Niente, perchè niente aveva significato.
E Gerard lo sapeva bene.



Ritardooooooooo sorry!!!
Dopo vari tira e molla i due ciccioli hanno fatto molla….
Spero vi piaccia!!! Davvero davvero!!
Vi dico che non sarà lunga come fic… mi è venuto in mente un finale perfetto e mi sembra adatto così… comunque non dico nullaaa!!
Grazie infinite a chi legge!!

Grandissi ringraziamenti a:

my chemical vavvy: waaaaaaaa!!! Ciao!!! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!!! Fammi sapere okay? Grandi kisses!!!

mcr_girl: sugar!!!!!!!!!!!!!!!! Mia compagna di avventure!!!!!! So che avevi letto un pezzetto del capitolo… e spero tantissimo Honey che ti piaccia tutto intero!!!!!!!!! Non mi odiare però….. BACIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII GRANDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! I LOVE YOU!!!!

MiKeYwAy4EvEr: non mi ammazzi vero…? Mi dispiace per il tuo cuoricino, anche il mio piangeva quando scrivevo queste cose!!! Me perfida lo so… perdonoooooooooooooooooooooo spero ti piaccia!!!!BIG kisses <3



Bye genteeeeeeee!!!!<3
  
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