Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Marty_Kaulitz    26/03/2008    2 recensioni
Guardò quegli occhi nocciola, così profondi, così espressivi, così belli.. gli occhi della persona che amava.. ma che quel giorno sarebbe partita e che avrebbe rivisto chissà quando..
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 24 –ANCORA UN GIORNO DI TE


-OGGI??? –esclamarono all’unisono Tom e Gustav mentre le due ragazze si guardavano, disperate.

-Oggi –confermò Bill

-Quando? –chiese Georg, con una mano sulla fronte

-Fra tre ore all’aeroporto

Eleonora sentì Tom stringerla di più mentre Gustav prendeva Roxi per mano; Georg incrociò lo sguardo dei quattro e li guardò cercando di esprimere loro il suo dispiacere.

-Ma perché?? –chiese il rastaro

-Perché il concerto in Francia è stato anticipato di un giorno a causa del maltempo che è previsto per la data iniziale..

Il piastrato sbuffò, Gustav si massaggiava la testa e Tom abbracciò Eleonora

-Mi dispiace, ragazzi.. –disse il moro

-Non è colpa tua, Bill –gli rispose Eleonora che intanto lottava contro le lacrime.

-Comunque se voi avete in programma di uscire, fatelo adesso, non c’è molto tempo..

-Che facciamo? –chiese Gustav a Roxi

-Andiamo fuori da questo buco di casa! -rispose la ragazza strofinandosi il bordo degli occhi

-Ok.. allora.. noi usciamo.. ciao ragazzi..

-Ce la fate a.. essere qui fra due ore al massimo? –chiese Bill sentendosi una... non si può dire.

-Non preoccuparti –rispose Gustav chiudendo la porta.

-La pensi come Roxi? –chiese Tom a Eleonora che ne frattempo si era staccata

La ragazza annuì con la testa

-Come la amate questa casa.. -il ragazzo cercò di sdrammatizzare- ok, andiamo.. a dopo..

-Ciao ragazzi –Eleonora salutò gli altri, che ricambiarono

-Tom.. ci conviene non stare in luoghi con troppe persone.. ti conoscono tutti! –gli disse Eleonora una volta fuori.

-Hai ragione.. ma dove andiamo?? Non ho la moto qui..

-Già ma.. ce l’ho io..

-COOOOOOOOOOOSA?????? Tu che non la sapevi nemmeno guidare?????

-Mi sono data da fare! -rispose fiera -Vieni.. –e prendendolo per un braccio, lo trascinò dove aveva parcheggiato la sua moto.

Gli porse un casco e lui, ancora stupito, prese posto nel sedile posteriore mentre la ragazza si metteva alla guida.

Per tutto il viaggio, Tom si godette il leggero schiaffeggiare dei capelli di lei sul viso.

Quando arrivarono, scoprì che la rossa lo aveva portato in una spiaggia deserta. Quel giorno non faceva freddo e comunque i due erano vestiti pesanti, quindi stavano bene.

-Non so se a te, ma a me è sempre piaciuto il mare nelle stagioni più fredde..

-Anche a me.. ancora più bello è guardarlo con te..

La ragazza lo baciò, poi entrambi si distesero sulla sabbia, abbracciati, dopo essersi però tolti le scarpe.

Eleonora ce la mise tutta, ma non ce la fece: due grosse lacrime le uscirono dagli occhi; pregò con tutto il cuore che Tom non se ne fosse accorto, ma il ragazzo, che non stava proprio guardando il mare, aveva visto tutto..

-Hey..

-Scusa, Tom..

-Non ti devi scusare..

-Io non ce la faccio a stare senza te! –gli disse sempre piangendo

Tom la strinse ancora di più a sé –Eleonora.. quando tornerò staremo tutto il tempo insieme

-E quando sarà?

-Non lo so.. spero presto..

La ragazza pianse ancora di più, mentre Tom la accarezzava dolcemente. Aspettò che si fosse calmata, poi le alzò il mento con un dito e le sorrise. Lei, seppur con gli occhi lucidi e gonfi, ricambiò il sorriso.

Poi a un tratto, il rastaro tornò serio.

-Eleonora..

-dimmi

-Io non so.. forse è troppo presto, anzi no.. però.. cioè ci conosciamo da tanto però insomma.. non ci siamo visti tanto, l’estate poi, ..no cioè.. uffa mi sto incasinando da solo.. –e iniziò a torturarsi l’orecchio.

Eleonora sorrise all’imbarazzo del rastaro.

Tom la guardò e ricambiò il sorriso –ti amo

Eleonora trattenne il respiro. Tom le aveva appena dichiarato il suo amore, e in italiano addirittura!!

Oddeeeeeeeeeeeooo!!!!! Yuppyyyyyy!!!!! Yaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!! strillo la vocina dentro di lei

Quello fu di sicuro il momento più bello della sua vita..

Già ma ora doveva fare qualcosa, altrimenti Tom avrebbe potuto pensare di non essere ricambiato. Aprì due volte la bocca per richiuderla subito dopo. Non sapeva che dire... Perché non riusciva a dirglielo? Lei lo amava... ma doveva trovare il tempo per prepararsi psicologicamente a dirlo. Erano parole pesanti. E poi sentirle pronunciate da Tom per lei, le aveva letteralmente mandato in pappa il cervello.

Tom sorrise di nuovo, abbassando però lo sguardo.

Brava idiota! Ora pensa che tu non lo ami! Il solito battibecco fra lei e la vocina ebbe inizio

Io lo amo!

Diglielo!

E se poi mi trema la voce? Se mi fermo al ‘ti’ perché non riesco ad andare avanti?

Se non ci provi non lo saprai mai! Avanti diglielo!

Ma..

E in tedesco visto che lui te lo ha detto in italiano

Ich liebe dich..

Esatto. VAI!

Oddiiiiiiiiiiiiiiio!

Muoviti!!!

Nuuuu!

Coraggio!

Basta! Ora glielo dico!

Vai così!

-Tom.. –ma non ce la fece ad andare avanti, le parole le morivano in gola.

-Non preoccuparti.. –le disse lui capendo che non riusciva ad andare avanti.

La ragazza lo abbracciò di più per fargli capire quello che non riusciva a dirgli a parole. Tom riprese ad accarezzarle i capelli mentre lei giocherellava con i suoi rasta.

Poi si alzarono, per scrollarsi di dosso la sabbia. Allora Eleonora fece lo sgambetto al ragazzo, che quasi cadde. Voleva fargli capire che non doveva sentirsi in imbarazzo per quello che le aveva detto.

-Hey!!

-Ahahah! Prendimi! –e iniziò a correre lungo la riva i piedi nudi leggermente bagnati dall’acqua del mare, con Tom che le andava dietro; con lui non c’era storia, dopo poco le fu subito alle calcagna, abbracciandola da dietro.

Lei mise la testa all’indietro e lo tirò piano per un rasta così da fargli abbassare il viso per baciarlo.

Quando lui iniziò a farle il solletico, la ragazza si piegò letteralmente in due dalle risate, e cadde, trascinandoselo dietro.

I due si rotolarono nella sabbia facendosi il solletico come bambini di due anni per un quarto d’ora buono.

Poi, sfiniti, si distesero l’uno al fianco dell’altra a pancia in su, tenendosi per mano e guardandosi.

Eleonora guardò quegli occhi nocciola, così profondi, così espressivi, così belli.. gli occhi della persona che amava.

Alla quale però non riusciva a dire ciò che provava, e che quel giorno sarebbe partita e che avrebbe rivisto chissà quando.

Si perse in quei meravigliosi occhi.. e capì.

Si sdraiò sul ragazzo reggendosi sui gomiti e lo baciò.

-Tom.. anch’io ti amo..

Tom socchiuse leggermente le labbra, gli occhi più dolci che mai, mentre guardava il viso della ragazza che ora era un po’ più rosso del solito.

Le sorrise mostrando leggermente i denti. La ragazza ricambiò il sorriso sempre guardandolo in quei suoi occhi magnetici.

Tom le accarezzò una guancia giocando con una delle sue ciocche di capelli, poi si mise a sua volta sui gomiti per arrivare al suo viso e darle un lungo bacio.

Avrebbero continuato a baciarsi ancora per molto se non fosse stato per il cellulare di Tom che iniziò a suonare.

-Non rispondi? -chiese la ragazza dato che era già un po' che l'apparecchio squillava

-Mmh.. ho di meglio da fare..

-E dai! -fece la ragazza che aveva già intuito chi fosse..

-Uff.. o porc.. è Bill! -disse guardando il display del cellulare per poi rispondere -..Pronto? Dimmi, fratellino... ma non urlare! Sì, sì ho capito... sì, sì.. però smettila di urlare! .. lo so, mi sono distratto! Sì, ora torniamo.. sì.. ok a dopo..

Eleonora, guardò l’ora: erano fuori da due ore e mezza e Bill aveva detto di rientrare dopo due per non far tardi all’aeroporto!

-Eleonora.. dobbiamo andare.. –Tom sembrava piuttosto abbattuto.

-Ok -rispose lei cercando di mascherare la tristezza con un sorriso. Tom si alzò e le porse la mano per poi tirarla a sé e darle un lungo bacio.

I due si diressero alla moto e Tom prese posto dietro dicendo –però fammi un favore.. non andare così a passo di lumaca come prima!

-Io vado a passo di lumaca??

-Sìsìsìsìsì

-Bene, bene, ora vedrai..

-Eleonora, guarda che scherzavo..

-No, no ora ti faccio vedere di cosa siamo capaci..

-Siamo?

-Io e la mia moto

-Ah, certo..

La ragazza gli lanciò uno sguardo perfido senza riuscire a nascondere un sorrisetto, poi diede gas e partì.

Era tardi, quel giorno non c’era molto traffico e due più due fa quattro: Eleonora andò velocissima per tutto il tragitto, con Tom che alle curve le stringeva di più la vita, alla quale era aggrappato.

Arrivati a destinazione, il rastaro era piuttosto scosso.

-Lo dicono tutti... mai far guidare una donna!

-Fifone!

-Fifone a me??

-Esattamente

Tom stava per risponderle a tono, ma erano appena arrivati al portone, davanti al quale Bill aspettava battendo un piede a terra.

-Dov' eri? -gli chiese subito il gemello

-Ti giuro che in cinque secondi sono pronto

-Cinque minuti? E' troppo tardi! Siete in ritardissimo!

-Mi dispiace Bill, è anche colpa mia.. –disse Eleonora

-No, tu non c’entri, sono io che avrei dovuto guardare di più l’orologio.. -fece il rastaro

-Appunto! E ora fila a fare la valigia –ordinò Bill

-Ok, ok..

E si diresse con Eleonora, in camera.

-Vuoi che ti dia una mano? –gli domandò lei

-No, stai tranquilla.. –rispose Tom infilando disordinatamente nella sua valigia i vestiti ancora a terra dalla scorsa notte.

Eleonora era seduta sul letto, che si guardava i piedi.

Quello era stato il giorno più bello della sua vita, Tom le aveva detto che l’amava e lei aveva fatto altrettanto per lui.

Ma lui sarebbe dovuto ripartire, e da giorno più bello, quello si sarebbe trasformato nel giorno più brutto, della sua vita.

Lottava contro le lacrime, non voleva farsi vedere sempre così debole, anche se in fondo.. lo era.

Tom aveva finito di sistemare tutto e portò il borsone nell’ingresso assieme a quelli degli altri, poi tornò da Eleonora.

Si sedette sul letto accanto a lei e l’abbracciò, facendole appoggiare la testa sulla sua spalla.

Eleonora assaporò quel buon profumo che il ragazzo aveva sempre addosso. Non se lo era mai scordato e aveva atteso a lungo il momento per risentirlo. Ma ora, lo stava per perdere di nuovo.

Appoggiò le braccia su quelle del ragazzo che le cingevano le spalle. Non voleva lasciarlo andar via. Neanche lui sarebbe voluto andarsene, ma era inevitabile e lo sapevano tutti e due.

Si sentì suonare alla porta, qualcuno annunciò che la limousine era arrivata.

Tom sciolse l’abbraccio e si mordicchio il labbro inferire mentre Eleonora teneva lo sguardo basso.

-Dobbiamo andare.. –disse Tom cupo

-Sì..

Il ragazzo le diede un bacio sulla fronte, poi i due si alzarono; Bill e Georg erano già nell’ingresso. Tom mise un braccio attorno alle spalle della rossa e lei gli prese la mano.

Gustav e Roxi uscirono dalla camera, erano rientrati prima dell’altra coppia. La ragazza aveva gli occhi leggermente gonfi e arrossati.


**

FLASH-BACK: qualche ora prima, Gustav e Roxi..


-Allora dove si va?

-Ti porto in posticino dove non ci va mai nessuno..

-Mmm.. solo io e te –Gustav si strofinò le mani

-Solo io e te –confermò Roxi

I due si diressero, mano nella mano, verso un parco. Rimasero in silenzio per tutto il tragitto: il pensiero che di lì a qualche ora si sarebbero dovuti separare pesava come un macigno.

Arrivati a destinazione, Roxi si sedette su una panchina e fece cenno al biondo di venire accanto a lei.

Lui non se lo fece ripetere due volte e le prese nuovamente la mano.

-Qui ci venivamo io e Eleonora, quando volevamo starcene un po’ in pace..

-E’ un bel posto.. mi piace, c’è tranquillità

-E soprattutto non ci sono fan impazzite che ti rincorrono!

-Già.. comunque tu sei molto più bella di tutte loro messe insieme

-E lo credo.. pensa che mix: un occhio marrone di una, uno celeste di un'altra, capelli neri e verdi,..

-Ma non intendevo in quel senso!

-Lo so, ti prendevo in giro..

-Ti piace proprio prendermi in giro, eh?

-Sì!!!!

Gustav rise, seguito dalla ragazza.

Stavano così bene insieme, perché dovevano separarsi?

Passeggiarono nel parco parlando tranquillamente, ma c’era qualcosa che li turbava, e tutti e due sapevano cos'era.

Dopo l’ennesimo imbarazzante silenzio, Gustav propose: -Perché non torniamo a casa tua? E’ quasi ora ormai..

-Già.. sì, andiamo

Fecero dietro-front e tornarono verso casa, mano nella mano.

-Salve.. –li salutò Georg

-Ciao, Georg –lo salutò Roxi

-Bill? –domandò Gustav

-E’ di là che prepara la valigia.. anzi le valige.. peggio delle donne!

-Ti sento! –gli urlò in risposta Bill dal salotto.

Scoppiarono tutti a ridere, poi Roxi e Gustav annunciarono che stavano andando nella camera della ragazza.

-Mi raccomando, Gus, i bagagli! –lo avvertì Bill

-Billucciolo caro, come ti chiama Tom, non credi che forse il nostro Gus avrà qualcos’altro di meglio da fare che preparare le valige?! –fece Georg

-Hey!!! –esclamò Roxi imbarazzata mentre Gustav rideva.

Entrati in camera, però, non fecero quello che immaginava Georg: stettero semplicemente abbracciati sul letto, cercando di far rallentare il tempo. Dopo un po’ Roxi iniziò a piangere nascondendosi fra il collo e la spalla del ragazzo, il quale la accarezzava dolcemente sussurrandole parole di conforo.

Non seppero con esattezza quanto stettero così. Sentirono Bill urlare qualcosa al telefono e poi Tom ed Eleonora che rientravano. Ma non importava: ora c’erano solo loro.

Quando però sentirono Bill urlare un’altra volta, ora per dire che la limousine era arrivata, non poterono continuare a far finta di nulla e, di malavoglia si alzarono.

Gustav asciugò dolcemente le lacrime sul volto di Roxi ed ella, suo malgrado, gli sorrise.

Il ragazzo fece in fretta la valigia, poi uscirono dalla stanza, trovando già tutti nell’ingresso.

Con lo sguardo basso e l’umore ancora più in basso, i sei salirono sulla limousine che li portò all’aeroporto.

Nessuno proferì parola per tutto il tragitto. Tom stringeva la mano di Eleonora che aveva i denti serrati per lo sforzo di trattenere le lacrime; Roxi e Gustav erano abbracciati e lui le accarezzava i capelli; Bill e Georg si guardavano le ginocchia, giocherellando con le dita. Nessuno dei quattro voleva andarsene, né tanto meno le ragazze volevano lasciarli andare.

Tuttavia, all’aeroporto, fu chiaro a tutti quanti che non si sarebbe potuto fare altrimenti.


____________

Poveretti.. vabbè che volete farci lo sapete quanto sono crudele!!!
Il titolo di questo capitolo, ' ancora un giorno di te ' è anche il ttolo di una canzone di Nek.. questo per dirvi da dove l'ho preso e per suggerirvi di ascoltare questa (ma anche altre) sua canzone^^

Ok, ora i ringraziamenti:

jolly24 :Grazie! Leggerò la tua ff, solo non so quando! Troppi impegni.. ma la leggerò PROMESSO!!^^
eddy :scusa se ho aggiornato dopo così tanto tempo ma c'erano le vacanze di Pasqua in mezzo e.. mi sono presa una vacanza anch'io dal pubblicare!!
tesorinely :eh sì si erano ritrovati ma ora.. chissà! Muhahahah!!! Me crudele..

Grazie anche a chi legge senza commentare!!!
Ci vediamo al prossimo capitolo!!! Bacioni!!!!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Marty_Kaulitz