Di
nuovo insieme
Non poteva crederci di
averla
di nuovo tra le braccia, di poter sentire finalmente la consistenza
della sua
pelle sotto le dita e il peso dei suoi capelli sulle spalle.
La sua bocca anelava quella
di lei, bramosa di poter finalmente baciare quelle labbra morbide,
confondendo
il loro respiro in un unico, intenso vortice di passione.
Draco teneva stretta Hermione
con la disperazione e il desiderio di un amante troppo a lungo tenuto
lontano
dalla sua compagna.
Nel suo intimo, sconsiderato
istante di follia blaterava frasi senza senso, inducendo sua moglie a
guardarlo, persuadendola a tenersi stretta a lui, ammonendola di non
osare
lasciarlo.
L’oblio prezioso dei sensi
che era quel mare in tempesta rendeva tutto più vivido
seppur più ovattato.
Draco aveva la netta sensazione che il suo cervello a volte si
staccasse,
rendendo vane le sue capacità di ragionare, mentre
rimanevano vivide le sue
percezioni sensoriali.
Per questo non si sorprese
delle reazioni che il suo corpo aveva nei confronti della sua donna.
Reazioni
che lo facevano sentire più vivo che mai e che lo spingevano
a cercare un
contatto più profondo, più intimo.
- Hermione -
Il suo tono sembrava una
preghiera, una supplica rivolta al cielo, rivolta a lei
affinché non lo
lasciasse mai più.
- Ti prego, stringimi. Non
lasciarmi!-
Lei non parlava, si limitava
ad accarezzarlo e a protendere la sua bocca verso quella di lui.
- Draco!-
Il fatto che il suono di
quella voce fosse venuto da molto lontano e che l’Hermione
fra le sue braccia
non avesse mosso le labbra non lo insospettì minimamente.
- Sono qui, tesoro. Sono qui –
Rispose lui, accarezzandole il viso prima di baciarla con passione.
- DRACO!-
Una parte del suo cervello
memorizzò che lo stavano chiamando. La voce era stridula e
sembrava disperata,
ma la dolce sensazione che stava vivendo lo persuase ad ignorarla.
- Draco, ti prego, guardami!-
Involontariamente voltò la
testa verso quel suono, attirato non tanto dal tono angosciato e
supplichevole,
quanto dalla somiglianza strabiliante che quella voce aveva con quella
di
Hermione.
Ma non era possibile.
Hermione era lì. Hermione era tra le sue braccia.
Puntò gli occhi su una
striscia di scogli lontana un centinaio di metri da lui. Su di essi si
stagliavano tre persone (tre anime, in verità) che cercavano
in tutti i modi di
attirare la sua attenzione chiamando il suo nome.
Che volessero indurlo con
l’inganno ad avvicinarsi per poterlo scacciare da quel girone?
No, non doveva farsi
imbrogliare, non doveva cedere all’inganno. Ora che aveva
trovato Hermione non
aveva nessuna intenzione di lasciarla andare.
- Draco, guardami, ti prego!
Sono io Hermione. Sono io, non lei!-
Quella voce si insinuava
nella sua mente come un fastidioso ronzio e vi faceva nascere domande e
dubbi.
Ma no, non doveva arrendersi
ad essa. Era solo un maledetto trucco di quelle anime malvagie e senza
scrupoli, che lo avrebbero buttato nel Regno di Lucifero non appena
avessero
messo le mani su di lui.
Tutto quello che voleva,
tutto quello che desiderava e per cui aveva compiuto tanto era fra le
sue
braccia, il fatto che potessero fargli credere che non fosse lei era
davvero
ridicolo.
- Ci siamo sposati il
ventidue Giugno, subito dopo i M.A.G.O. . Non volevamo aspettare e
siamo andati
contro tutti quelli che dicevano che il nostro matrimonio non avrebbe
funzionato. Ma siamo stati insieme per tre anni e sono stati i tre anni
più
belli della mia vita -
Come facevano a sapere tutte
quelle cose? Che potessero leggergli nella mente?
- Mi ricordo ancora il nostro
primo bacio. E’ stato subito dopo la guerra. Io ero venuta a
cercarti, tra le
macerie di Hogwarts, sperando che stessi bene e che non ti fosse
capitato
niente. Sapevo che non avresti voluto che succedesse tutto quello,
l’avevo
visto nei tuoi occhi disgustati e terrorizzati. Poi, però,
avevo saputo che te
ne eri andato insieme ai tuoi genitori e per un momento ho pensato che
non ti
avrei più rivisto e che in realtà non ti
importasse niente della guerra che
stavamo combattendo, né di me. Ma poi ti ho visto girovagare
tra le macerie e i
calcinacci della Sala Grande, cercando chissà cosa,
chissà chi; e io sono
rimasta a guardarti per molto tempo, intimamente felice che tu stessi
bene e
che fossi ritornato. Quando i nostri occhi si sono incrociati ho capito
subito
che avevi appena trovato quello che stavi cercando, l’ho
capito
dall’espressione di sollievo che si era fatta strada sul tuo
volto e del tuo
passo mosso inconsapevolmente verso di me, prima di renderti conto di
trovarti
in un posto pieno di gente che non avrebbe capito il gesto che stavi
per fare.
Così decisi di facilitarti un po’ il compito
dirigendomi su per quella che un
tempo era una maestosa scalinata di marmo. Lo feci anche per accertarmi
che le
mie sensazioni fossero esatte e non solo una visione distorta della mia
perfida
mente. Ma tu mi hai seguita e, quando io mi sono nascosta in un
corridoio con
le pareti ormai crollate, tu non hai esitato nemmeno un attimo prima di
abbracciarmi, come se fosse normale, come se non avessimo passato gli
ultimi
sette anni ad insultarci a vicenda. -
Draco rimase attonito da
quelle parole e, per un attimo, il dubbio si insinuò in lui
come fumo tra le
crepe di un muro.
Per la prima volta da quando si
era tuffato, guardò attentamente la donna che stringeva tra
le sue braccia e
per poco non ebbe uno shock.
Quella non era Hermione. Non
era lei che si protendeva con le sue labbra carnose e che si
avvinghiava con le
unghie alla sua spalla.
Non era lei la donna che
aveva baciato negli ultimi minuti.
Non era lei quella a cui
aveva sussurrato dolci parole d’amore.
Improvvisamente voltò la
testa verso la scogliera e, come se la vista gli si fosse schiarita di
colpo,
riconobbe immediatamente la figura di sua moglie stagliarsi contro il
cielo
denso di nubi.
- Hermione!-
Il suo urlo fu come un raggio
di sole che schiarì all’improvviso il viso di lei.
Draco la vide inginocchiarsi
sulle rocce appuntite e tendere a lui la mano affinché la
raggiungesse,
affinché la afferrasse e la stringesse per non lasciarla mai
più.
Il contatto dei loro palmi
scatenò in loro un vortice di emozioni talmente intense da
destabilizzarli.
Erano lì, finalmente. Di nuovo uniti, di nuovo insieme e
tutto quello che
entrambi avevano sopportato fino a quel momento non valeva niente,
niente se li
aveva portati a riunirsi ancora. E l’avrebbero fatto altre
mille e mille volte
se questo voleva dire poter stare insieme per sempre.
Le loro bocche si unirono in
un bacio dolce e passionale ancor prima che Draco fu issato
completamente sulle
rocce. Non potevano più aspettare e ora, in quel momento, la
cosa più
importante era accertarsi, rendersi conto di non star accarezzando un
sogno, di
non star baciando una visione, ma di stringere, annusare, assaporare
davvero la
pelle dell’altro, il corpo dell’altro.
- Amore mio, amore mio –
Draco non smetteva di ripeterlo tra un bacio e l’altro,
soffiandole sul viso,
sulle labbra, tra i capelli tutto quello che si era tenuto dentro per
tanto
tempo.
- Perdonami. Perdonami!
Credevo fossi tu! Non avrei mai, mai…-
- Schtt… Non dire niente, non
importa –
Si erano cercati per tanto
tempo, avevano attraversato l’Inferno pur di ritrovarsi, come
si dice nelle
poesie o nei modi di dire un po’ sdolcinati, ma loro lo
avevano fatto davvero,
il loro amore era andato davvero oltre tutto.
- Non per fare la guastafeste
– La voce di Greta emerse fastidiosa e inopportuna in quel
momento di estasi
idilliaca.
- Non ora, Greta – La
interruppe Draco, tornando ad occuparsi delle grazie di sua moglie.
- Vorrei tanto rimandare ad
un altro momento ma… -
- Cosa?- La fulminò lui.
- Credo che le anime
dell’Oceano non siano tanto contente che ne abbiamo sottratto
due proprio sotto
il loro naso –
Draco ed Hermione girarono la
testa di scatto verso il mare in tempesta. Un’orda di corpi
si stava riversando
verso di loro come una diga che aveva appena rotto i suoi argini.
Non si erano resi conto che
quell’Oceano ospitasse tante anime o, forse, tutti gli
spiriti dell’Inferno si
erano riuniti per punirli del loro oltraggioso gesto.
Paralizzati dall’orrore, i
quattro ragazzi rimasero a fissare attoniti quello spettacolo
terrificante per
un tempo indecifrabile. Fu Jace a riscuoterli tutti, incitandoli a
correre per
scampare alla furia dell’Inferno.
Le rocce della scogliera
erano bagnate e scivolose e ferivano i loro piedi nudi come schegge di
vetro.
Molte volte inciamparono e caddero sulla rude pietra, rischiando di
precipitare
tra le onde.
La loro corsa sembrava senza
speranza: non potevano tornare indietro perché avrebbero
trovato solo il
Deserto con le sue anime ingorde ad accoglierli, mentre il punto in cui
si
stavano dirigendo non presentava altro che il Monte Talio da cui era
scesa
Hermione e su cui, di certo, non erano i benvenuti.
- Dove stiamo andando?-
Chiese Draco con il fiato corto mentre stringeva convulsamente la mano
di sua moglie,
forse temendo che avrebbe potuto perderla di nuovo se solo si fosse
separato da
lei.
- Dobbiamo raggiungere la
base del Monte Talio – Rispose Jace sicuro.
- Cosa? Sei impazzito? Ci
porterai nella tana del lupo –
- Fidatevi di me. C’è
un’apertura tra le rocce, dobbiamo solo attraversarla prima
che le anime ci
raggiungano, poi saremo liberi –
- Come fai a sapere tutte
queste cose ? – La voce di Hermione era appena percepibile
tra gli ansiti della
corsa e i rumori del mare in tempesta.
- Ho visto parecchie volte
anime scampare alla furia di altre nascondendosi tra quelle rocce. Non
so cosa
ci sia al di là, ma mi sono reso conto che, una volta
sparite, le anime
dell’Oceano interrompevano il loro inseguimento. A quanto
pare loro non possono
varcare quella soglia –
- Bene, allora affrettiamoci
a raggiungerle, perché non so voi ma io non ho affrontato
tutto questo per
finire i miei giorni (metaforicamente parlando) in un oceano lussurioso
dove
non riesco a distinguere neppure quale sia mia moglie –
- Nessuno lo vuole, Draco –
Rispose Greta piccata.
- Risparmiate il fiato e
correte, le anime ci stanno raggiungendo!-
Draco voltò la testa indietro
a guardare. In effetti molte anime avevano raggiunto le rocce della
scogliera e
si stavano issando su di esse per continuare il loro inseguimento.
Strinse
allora molto più forte la mano di Hermione e la
trascinò via, più veloce di
quanto credesse potessero correre le sue gambe.
Mancavano ancora pochi metri.
Poteva vedere anche da quella distanza la rientranza tra i muri di
pietra che
formavano la base del Monte Talio.
Mancavano pochi metri per la
salvezza, pochi metri perché tutti i suoi gesti non fossero
stati vani.
Poi all’improvviso qualcosa
accadde, anche se in un primo momento non capì bene cosa.
Sentì solo la mano di
Hermione scivolare via dalla sua con uno strappo. Draco si
girò a guardare e la
vide distesa sulle rocce, mentre un’anima più
forte e più determinata di lei
l’aveva afferrata per la caviglia e la trascinava
inesorabilmente verso le
onde.
- No!-
Draco si lanciò verso di lei
nello stesso momento in cui altre mani lo agguantarono per le spalle.
Il
contraccolpo lo fece sbalzare all’indietro, cadendo sulle
rocce e ferendosi
gravemente ad un fianco.
- Draco! – Hermione cercava
di divincolarsi, ma la stretta sulla caviglia era ferrea e si
ferì
profondamente i palmi nel tentativo di aggrapparsi alle rocce. Guardava
con
disperazione suo marito che nel frattempo era trattenuto da altre tre
anime e
non riusciva in alcun modo a liberarsi di loro.
I piedi di Hermione toccavano
già l’acqua quando una figura velocissima
balzò su di lei. Non capì cosa fosse
fino a quando non venne issata di nuovo all’asciutto, con il
piede finalmente
libero.
- Greta, Draco…-
- Se ne sta occupando Jace –
Le disse Greta aiutandola a rimettersi in piedi.
Hermione voltò lo sguardo nel
punto in cui prima stava suo marito, dove ora c’era un
abilissimo Jace che
allontanava a suon di colpi di karaté tutte le anime che
riusciva a
raggiungere.
- Correte! Io li tengo
lontani – Gridò lui mentre assestava un calcio ben
piazzato allo stomaco di
un’anima che tentava di avvicinarsi a Greta.
Draco, finalmente libero,
afferrò di nuovo la mano di Hermione e corse in direzione
dell’apertura tra le
rocce in cui si stavano dirigendo poco prima.
Greta girava continuamente la
testa indietro per accertarsi che Jace non fosse in pericolo, ma quando
lo vide
correre di nuovo verso di loro si tranquillizzò e
pensò solo a raggiungere
velocemente la destinazione.
Il luogo verso cui si stavano
dirigendo non era altro che un piccolo spazio tra due muri di roccia
sovrapposti. Draco, Hermione, Greta e Jace dovettero passarci uno per
volta
strisciando cautamente tra le pareti di pietra scura talmente strette e
anguste
da far mancar loro il respiro.
- Sei sicuro che questo posto
non ci porti in un altro girone ancora peggiore di quello che ci siamo
lasciati
alle spalle?- Chiese Draco mentre guardava dubbioso la stretta
rientranza
attraverso il quale stavano passando.
- No, non sono sicuro. Ma
l’alternativa era finire i nostri giorni tra quelle anime
invasate, rischiando
di diventare presto come loro –
- Spero solo che abbia una
via d’uscita e che il fatto che le anime
dell’Oceano smettano di inseguirci non
sia perché siamo in trappola – Disse Greta con una
punta di preoccupazione
nella voce.
- Non credo, non ho mai visto
nessuno uscire di qui – Rispose Jace.
- Questo non è incoraggiante
– Ribattè Draco.
- Smettetela di battibeccare
e guardate! – Fece Hermione indicando un punto in lontananza.
Tre teste si girarono
all’unisono nella direzione in cui penetrava una striscia di
luce sottile come
un filo.
Con gli occhi puntati verso
quella nuova piccola scintilla di speranza, tutti e quattro si
diressero senza
indugi nella direzione indicata dalla scia di luce.
Le pareti graffiavano loro il
petto e le spalle tanto erano strette, ma a nessuno di loro importava.
L’uscita si rivelò più
lontana del previsto, ma una volta raggiunta i quattro ragazzi non
riuscirono a
non rimanere a bocca aperta.
Si trovavano sulle sponde di
un placido e tranquillo fiume di un tenue colore rosa. File e file di
salici
piangenti dello stesso colore costeggiavano entrambe le sponde
sfiorando con i
loro rami e con le loro foglie l’acqua che gli scorreva
sotto. In lontananza
una porta di legno bianca si stagliava contro il cielo dorato e,
attraverso di
essa, come se ne fosse la foce, il fiume passava e proseguiva verso una
meta
ignota.
- Ma… è meraviglioso! –
Hermione si portò una mano alla bocca mentre i suoi occhi
affamati scrutavano
ogni angolo di quel posto magnifico.
- Questo è il paradiso! –
Disse Greta con la stessa espressione meravigliata.
- Non credo – Disse Jace con
un mezzo sorriso sulle labbra – Ma ci siamo molto vicini
–
Non voglio annoiarvi con i
motivi per cui sono stata tanto lontana, confido nella vostra
gentilezza e
spero che non mi abbiate mandato definitivamente a quel paese.
Detto questo, spero comunque
che il capitolo vi sia piaciuto. Ormai siamo arrivati alla fine della
storia,
il prossimo capitolo sarà l’ultimo.
Un po’ mi dispiace ma,
sinceramente, non vedo l’ora di dare il via al sequel di
questa storia. Perché
si, ci sarà un sequel.
Come sempre vi ricordo di
visitare anche la mia pagina facebook Sundayrose
Efp.
Un abbraccio a tutti quelli
che leggeranno e commenteranno.
Baci.
Sundayrose