Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    26/09/2013    1 recensioni
Si gira su un fianco, voltandomi le spalle e permettendomi così di abbracciarla da dietro e posarle un leggero bacio sulla nuca, che la fa rabbrividire di piacere. Adoro sentirla fremere fra le mie braccia, e in più da un po’ di tempo mi sono accorto che alcune parti del suo corpo sono diventate particolarmente sensibili al tatto, così ne approfitto ogni volta che posso. Come adesso, per esempio, mentre prendo ad accarezzarle il collo con studiata lentezza, per poi percorrerlo in tutta la sua lunghezza con una scia di piccoli baci morbidi che la portano a fremere violentemente contro il mio petto, facendosi ancora più vicina...
Seguito di "Je t'aime", se qualcuno non l'ha ancora letta...corra a farlo!
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Cosa? Quindici persone qui in casa?! Ma sei matta?

Mi urla Christian dall’altro capo del tavolo mentre, con Logan sulle ginocchia cerca di concentrarsi sulla disposizione migliore da dare agli invitati durante il ricevimento nuziale. Roba che per lui è assolutamente out, visto che il suo concetto di “migliore” differisce totalmente da mio, col risultato che non facciamo che litigare da almeno due settimane praticamente per ogni cosa, persino per il colore dei tovaglioli scelto. Ad esempio, ha deciso che il rosa era stupido e puerile e ha pensato bene di sostituirlo con il lilla, tra l’altro senza nemmeno consultarmi, anche se sapeva quanto ci tenessi. E anche lì ci sono passata sopra. Ma stavolta non ho alcuna intenzione di dargliela vinta, per quanto mi riguarda può urlare fino a lacerarsi i polmoni. Che non sarebbe male, almeno sarebbe costretto a chiudere quel becco parlante per un po’.

- Smettila di alzare la voce, spaventi il bambino. E comunque sono ventitrè se ci aggiungi mia zia Ruth, Lois la cognata di Frank e i suoi cinque figli che dobbiamo tenere in conto solo per i posti a sedere, visto che praticamente non mangiano nulla…

- Cinque figli? Ma in Texas nessuno guarda la televisione?

Mi interrompe all’improvviso, facendomi sbuffare. Accidenti, incomincia veramente a seccarmi con tutte queste battutacce fuori luogo che, tra l’altro, mi sembra che nessuno gli abbia chiesto di fare.

- Ah ah, spiritoso!

Ribatto sarcastica mentre osservo Logan giocare con i fogli di carta sparsi disordinatamente sul tavolo.

- Ehy…no, no questi non si toccano. Su, molla i fogli piccola peste, mi servono…

Cerca di riprenderlo, poi solleva lo sguardo verso di me, riprendendo a scuotere la testa con decisione.

- Mi spieghi come diavolo facciamo a far entrare in questa casa ventitrè persone, compresi i cinque marmocchi?

- Bè…otto, con i figli di mia sorella.

Aggiungo, e lui mi lancia un’occhiataccia torva che mi fa rabbrividire. È quasi inquietante quando fa così.

- Otto? Otto bambini più i nostri in mezzo a un caos immane? Che cosa ti sembra questo, un Bed & Breakfast per caso? Perché già che ci sei non appendi fuori dalla porta un cartello completo di luci psichedeliche con su scritto “albergo a cinque stelle”, così se gli abitanti delle isole vicine vorranno unirsi alla tavolata sarà più facile per loro trovarci! Si può sapere cosa c’è che non va nella tua testa? Non ti permetterò mai di trasformare casa mia in una specie di ricovero per profughi!

Rimango a bocca aperta.

- Profughi? Hai appena chiamato i miei parenti profughi?

Esplodo, perdendo improvvisamente la calma e lanciandogli addosso una matita appuntita, dopo aver preso bene la mira ed essermi assicurata che Logan rimanesse fuori dalla traiettoria.

- Ahi!

Si lamenta, portandosi una mano all’altezza del petto e massaggiandosi il punto dolorante dove l’ho appena colpito.

- Così impari a spararle grosse! E poi non vedo il motivo di tutta questa agitazione, questa casa è abbastanza grande da poter ospitare un intero reggimento di soldati, te ne sei accorto?

Dico, riuscendo solo per un pelo a schivare la matita che lui mi ha appena rilanciato contro, mentre faccio una smorfia infastidita che sembra avere il potere di farlo infuriare ancora di più.

- Benissimo, vuoi invitare pure loro al matrimonio? Aspetta che vado a bussare alla caserma più vicina allora, così consegno gli inviti a tutti!

- Vuoi sapere cosa penso? Che sei geloso, perché io a differenza di te ho una famiglia numerosa!

- Geloso io? Di quei caotici stranieri che vorrei non mi comparissero mai davanti? Voi americani siete tutti uguali, sapete solo incasinare la testa alle persone! E comunque, sei totalmente fuori strada. Mi bastano i miei di parenti, e sai perché? Perché posso benissimo alloggiarli alla pensione qui accanto e…

- Dunque te ne lavi le mani? Complimenti Christian, davvero un ottimo modo di fare il padrone di casa! Che ospitalità, dovrebbero darti il premio Nobel per questo! Sai Logan, papà è un vero imbecille!

- E la mamma una povera pazza!

Ribatte senza perdere un colpo e, non so perché, ma improvvisamente non ho più voglia di litigare. Bè, a dirla tutta d’un tratto non riesco a trattenermi dal ridere. Quando rialzo gli occhi, poi, la sua espressione furente è un vero spettacolo. Adoro farlo arrabbiare, mi piace da morire, soprattutto perché assume quell’aria tenebrosa che lo rende così incredibilmente sexy che…ok, va bene, so che non è il momento per pensare a certe cose, ma non posso farci niente. Non è colpa mia se mi fa questo effetto.

- La mia era peggio, devi ammetterlo. Uno a zero per me.

Mi fissa sconcertato per un lungo momento, come se non capisse la mia lingua prima di ribattere: - Cos’è questa, una gara a chi segna più punti?

Continuo a ridere mentre mi rialzo in piedi, affrettandomi ad andargli vicino e facendo una carezza sulla testa di mio figlio, ancora intento a giocherellare con quei numerosi fogli bianchi accatastati proprio davanti a lui.

- Tra l’altro – aggiungo, cingendogli il collo con le braccia – io posso sempre rinsavire mentre per te non c’è speranza mio caro, resterai sempre un imbecille. Ma non preoccuparti, io ti amo lo stesso!

Poi gli chiudo la bocca con un bacio, impedendogli così di ribattere allo scherzoso insulto che gli ho appena rivolto, anche se lui sembra sempre prendere tutto un po’ troppo sul serio. E me ne accorgo ancora una volta quando mi allontana da se con decisione, sbuffando.

- Smettila – replica – certi giochetti con me non attaccano, quindi toglimi le mani di dosso. Mi infastidisci!

Scuoto la testa divertita, chinandomi di nuovo su di lui solo per sussurrargli con voce suadente: - Davvero? Eppure non sembravi così infastidito di avere le mie mani adosso, la scorsa notte.

A quel punto mi accorgo che le sue labbra si increspano in un debole sorriso che però cerca inutilmente di nascondere, voltando la testa dall’altra parte mentre ne approfitto per sfiorargli la nuca con un bacio lieve che lo fa rabbrividire.

- Vado a controllare Grace.

Dico prima di avviarmi su per le scale, ridendo sotto i baffi quando lo sento imprecare per l’ennesima volta.

- Maledizione Logan, quei fogli no! Guarda cos’hai combinato, ci avrò messo almeno un’ora per buttare giù quello schema e adesso tu lo hai strappato!

Sento il mio bambino ridere in lontananza e non posso fare a meno di essere divertita anch’io dal piccolo disastro che sembra appena aver combinato. Si, decisamente dispettoso come suo padre, ma non è male che ogni tanto anche lui ne paghi le conseguenze. E poi quello schema sulla disposizione dei tavoli faceva schifo, la sua idea di piazzare mia zia Ruth vicino all’orchestra solo perché parla troppo, nella speranza di rintronarla così del tutto, è assolutamente stupida e fuori luogo. Oh povera me, ho la sensazione che questo matrimonio mi farà impazzire…

 

 

 

 

 

 

 

Quel pomeriggio, dopo aver lavorato un po’ decido di far visita a Josè e Benedicte visto che, tra una cosa e l’altra, non ho ancora avuto il tempo di conoscere il bambino. Sono imperdonabile, lo so, ma tra Grace che non sta ancora bene e…tutto il resto, la mattina sono già esausto ancor prima di cominciare la giornata e Johanna non m facilita certo le cose. Non fa che contestare ogni mia singola parola, finendo così per stroncare sul nascere ogni mia idea riguardo al matrimonio e…morale della favola, non le va mai bene niente e ogni scusa è buona per andarmi contro. Questa donna mi farà diventare matto prima o poi, ne sono convinto.

- Sei sicuro che ti vuoi ancora sposare? Lo sai che una volta pronunciato il fatidico si non si torna più ndietro, vero?

Scherza Josè mentre con il suo bambino tra le braccia si siede vicino a me sotto gli occhi di Benedicte, che proprio di fronte a noi li osserva rapita, in una sorta di euforia distante e quasi timorosa di spezzare in qualche modo quel magico momento tra padre e figlio. Sono contento che le cose si siano finalmente sistemate tra di loro, e passata la tempesta l’arrivo del piccolo Adam ha finalmente portato un po’ di gioia e serenità in questa casa, legandoli per sempre come una vera famiglia. Già, a proposito di famiglia credo proprio che farei meglio a tornare dalla mia adesso, si è fatto un po’ tardi. Saluto i miei amici e mi incammino così verso casa, passando il resto della serata a convincere Grace a restarsene nel suo letto e non a bighellonare in giro per le stanze, rischiando così di contagiare suo fratello. Ma lei non fa che strillare che se resta segregata in camera sua ancora un po’ rischia di finire dritta in manicomio, e ogni volta che cerco di sdrammatizzare urla ancora più forte, svegliando praticamente tutto il vicinato e accusando me e sua madre di sequestro di minore.

- Avrete dei guai per questo, ve lo garantisco!

Ripete per la centesima volta, e di nuovo devo trattenermi dal ridere se non voglio farla agitare ancora di più. Accidenti, non so nemmeno dove le abbia sentite certe espressioni. “Carcerieri” ci chiama inoltre, e in fondo credo di poterla capire. È ancora una bambina, e non è abituata a restare chiusa in casa così a lungo, non posso pretendere che accetti passivamente questa antipatica situazione.

- Tua figlia ha fatto il diavolo a quattro stasera, ci sono volute ore prima che la piantasse di strepitare che prima o poi ci farà arrestare tutti quanti per sequestro di persona!

Dico, lanciando un’occhiata di traverso a Johanna mentre entro in camera da letto.

- Ah, quando fa i capricci diventa improvvisamente mia figlia? Ma guarda un po’, che fine ha fatto il tuo orgoglio paterno stavolta?

Esclama scherzosa, incrociando il mio sguardo e sorridendo divertita prima che Logan, accoccolato vicino a lei catturi la sua attenzione.

- Seppellito – rispondo tra uno sbadiglio e l’altro – andato, come le poche forze rimastemi. Sono stanco morto…ehy, piccolo usurpatore della mia metà del letto, che ci fai ancora sveglio a quest’ora?

Aggiungo poi rivolto al bambino, prendendolo in braccio e stendendomi vicino a Johanna prima di poggiarlo sul mio petto e sfiorare la sua piccola fronte con un bacio.

- Anche qui abbiamo un tenero diavoletto – risponde lei, girandosi su un fianco per avvicinarsi di più – che non ne vuole proprio sapere di dormire.

- Già, me ne sono accorto.

Osservo mentre lo guardo dimenarsi contro di me, esibendosi in una buffa serie di incomprensibili gorgheggi che mi fanno sorridere divertito.

- Sai – continua – oggi ha chiamato mio fratello.

- Davvero, e…quale dei cinquecento?

Chiedo, stavolta voltandomi verso di lei. Ride.

- Scemo, siamo solo in sei. Mio fratello Roy comunque, ricordi? Te ne ho parlato un sacco di volte. Ha detto che vuole venire a trovarci perché è ansioso di conoscere Logan, così ne approfitta anche per farsi una vacanza e starà da noi fino a dopo il matrimonio. Poi tornerà a casa insieme agli altri.

La fisso, allibito.

- Grazie per avermi consultato!

Sbotto senza riuscire a trattenermi, facendola ridere ancora di più.

- Dai, smettila di lamentarti sempre. Questa è anche casa mia, no? E quello è mio fratello, perciò credo di avere tutto il diritto di…

- Va bene, d’accordo. Mi arrendo. Fai come ti pare.

Mi affretto a interromperla, sollevando le mani in segno di resa e sperando così che  questa piccola discussione si concluda il prima possibile. Non ho proprio la forza per mettermi a litigare anche su questo. Che faccia pure ciò che vuole, può anche invitare qui tutta Houston se lo desidera, non mi interessa minimamente, purchè mi lasci finalmente dormire. Stasera sono davvero distrutto, non riesco nemmeno a tenere gli occhi aperti. Mi accorgo solo vagamente che Johanna si sta muovendo piano vicino a me prendendo Logan, ormai profondamente addormentato dalle mie braccia e posandomi un bacio leggero sulle labbra.

- Buonanotte amore.

Mi sussurra, ed è l’ultima cosa che sento prima di scivolare lentamente nel sonno…

   
 
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