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Autore: Hermione_12    26/09/2013    0 recensioni
Nicholas è il tipico ragazzo strafottente, vanitoso e modaiolo, ma al campus a cui deve partecipare gli farà conoscere nuove persone, che diverranno importanti per lui, lo faranno sorridere e piangere, soffrire e gioire, ma soprattutto gli faranno scoprire un mondo a lui sconosciuto, pieno di sorprese, sia belle che molto spiacevoli.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una dolce e soave voce, con un lieve tono scocciato di sottofondo, rispose: "Sono Rebecca".
Prese per un braccio Francesco e lo portò via, superando Nicholas e svoltando rapidamente in un vicolo, come se conoscesse perfettamente la strada.
Nicholas era un po’stordito: un brevissimo istante di paura per la reazione di Francesco, la sorpresa nel sentire la voce di Rebecca e nel sentire il suo nome, e infine lo stupore e la delusione nel vederli correre via insieme, mano nella mano. Nicholas non sapeva cosa pensare. Da una parte non gli importava che se ne fossero andati, Rebecca in fondo era solo un passatempo, ma dall’altra era rimasto deluso nel vederli di nuovo insieme, e lui là, da solo a fissare il vuoto. Solitamente se ne sarebbe andato da qualche altra parte per trovare un altro “passatempo”, ma ora era l’ultima cosa che si sentiva di fare. Avrebbe potuto correre dietro ai due innamorati e tirare un pugno in faccia a Francesco, ma non ne aveva un vero motivo. Oppure semplicemente seguirli di nascosto per spiarli. Ma non avrebbe avuto senso. Cosa importava lui di uno sfigato e la sua fidanzatina? La cosa più intelligente sarebbe stata tornare in camera e aspettare la cena giocando a Temple Run, ma tornando alla realtà e smettendo un attimo di riflettere si accorse che le sue gambe già si stavano dirigendo verso il vicolo per seguire i due, e Nicholas decise che non avrebbe fatto nulla per impedirlo.

Camminava da alcuni minuti attraversando vicoli, scalette e passaggi tra le siepi, ma senza mai perdere di vista Francesco e Rebecca. Stava cercando di attraversare in silenzio un cespuglio quando si accorse che loro si erano fermati in un piccolo spiazzo lì dietro, e fare un altro passo avrebbe significato farsi scoprire. Perciò ritirò con cautela la gamba sinistra, che era già per metà infilata tra le foglie, e cercò un posto dove poterli vedere. Circa un metro più in là, in un punto della siepe le foglie erano meno folte e consentivano una discreta prospettiva sullo spiazzo. Scivolando sull’erba, Nicholas cercò di infilarsi sotto ai rami dell’albero che sovrastava quella parte del cespuglio, e con un po’di sforzo ci riuscì: lì aveva una perfetta copertura si dalla coppietta, si a da eventuali ragazzi di passaggio. In realtà aveva qualche dubbio sul fatto che qualcuno passasse di lì: avevano attraversato le vie più nascoste per arrivarci, e sarebbe stato impossibile ripercorrere quella strada senza averla mai vista. Nicholas non fece in tempo a pensarlo, che sentì de passi avvicinarsi velocemente. Si rintanò sempre più in mezzo alle foglie, ma cercò di spostarsi in modo da vedere chi lo interrompeva in un tale momento. Una ragazzina di circa 12 anni bassa, bionda e magra, borbottava qualcosa scocciata, guardandosi intorno alla ricerca di…di non si sa cosa. All’improvviso si girò di scatto verso la siepe, e Nicholas vedendola fece lo stesso: Francesco e Rebecca erano scomparsi, ma non silenziosamente quanto lui, il che aveva scatenato la curiosità della ragazzina. Guardando meglio, Nicholas vide i riccioli neri di Francesco spuntare da dietro un altro cespuglio intorno alla piazzola piuttosto vicino al suo nascondiglio. “Idiota” pensò. Evidentemente però la ragazzina non se ne era accorta, perché se ne stava già andando. Nicholas stava per immergersi di nuovo nei suoi pensieri, quando udì dei sussurri molto vicini. Il primo impulso fu quello di correre via, ma con tutte le foglie da cui era circondato, chiunque stava parlando si sarebbe accorto di lui e avrebbe fatto tranquillamente in tempo a riconoscerlo. Non poteva scappare, poteva solo aspettare che chi aveva avuto la bella idea di nascondersi proprio lì in quel momento se ne andasse. Una voce familiare arrivò alle orecchie di Nicholas.
“Parla piano” mormorò Francesco. Francesco. Se c’era lui, lì doveva esserci anche Rebecca. Un’agitazione improvvisa entrò in Nicholas, che per poco non si metteva a urlare; che cosa gli prendeva? Una voce ancora più vicina interruppe i suoi pensieri. Una voce femminile.
“Non ce la faccio più. Dobbiamo trovarlo. È troppo tempo che lo cerchiamo senza risultati. Non potrebbero cercarlo i Maestri? In fondo noi abbiamo solo 15 anni, non si rendono conto di cosa vuol dire per noi portare questo peso…”
“Parla piano ti ho detto!” La interruppe Francesco “Sai bene che questo compito spetta a noi! Dammi la mano, Rebecca. Andrà tutto bene. I maestri cono sicuri che si trova qui, vedrai, finirà tra poco”
“Già, peccato che anche le altre volte dicevano di essere sicuri! E invece? E invece ogni volta passavamo mesi da soli alla ricerca di qualcuno che neanche sappiamo come è fatto! Dimmi, anche ammesso che sia qui, come lo riconosciamo, eh? Come..”
“Parla piano, Rebecca! Non è il posto e il momento giusto per parlarne”
“Ma questi due vengono quaggiù a rintanarsi in un cespuglio tutti soli per parlare di scuola? Non ha senso!” Pensò Nicholas.
In quel momento Rebecca si lasciò cadere a sedere sull’erba, indietreggiano un po’; Nicholas si ritrovò con i suoi capelli rossi a pochi centimetri dalla sua faccia: profumavano di pesca.
Ma Francesco rovinò quel momento:
“Muoviamoci, è ora di cena, ci verranno a cercare altrimenti! Aspetta, Rebe, vado prima io, non voglio che ci vedano tornare da quaggiù insieme… Voglio dire, qui, da soli, io e te…”
“Ho capito, Franci, non importa andare nei dettagli! Vai ora”
Facendo un rumore enorme tra le foglie, Francesco si rialzò e, dopo essersi guardato intorno, cominciò a camminare con indifferenza.
Rebecca si lasciò sfuggire un singhiozzo soffocato, e Nicholas non sapeva cosa fare: cercando di confortarla avrebbe ammesso di averli spiati, ma non facendo niente si sarebbe sentito in colpa. Da quando Nicholas si sentiva in colpa? Non era certo da lui. Mentre rifletteva, però, Rebecca soffocò un urlo e si girò verso di lui impaurita: i muscoli avevano agito di nuovo mentre lui si perdeva nei suoi pensieri e ora la sua mano era poggiata sulla spalla di Rebecca.
“Cosa ci fai qui? Cosa hai sentito? Dimmelo!” Stava urlando.
“Io..Io… Non lo so..” fu la risposta impacciata di Nicholas.
“Ti prego, fammi un favore, fai finta di niente, non hai sentito niente, ok? E stammi lontano da ora in poi!” Singhiozzava Rebecca.
“Io..certo, non ti preoccupare...”
“non ci siamo mai visti, ok?” Rebecca si tolse la mano di Nicholas dalla spalla e sgusciò via, lasciandolo più stordito che mai.
  
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