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Autore: Water_wolf    26/09/2013    3 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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" 'Cause I'm only a crack
in this castle of glass.
Castle of Glass, Linkin Park"

 

Quando Chiara fronteggiò la porta, in legno di ciliegio laccato rosso cremisi, avvertì per la prima volta il peso concreto di quello che stava per fare, che sentiva di dover fare.
Si domandò se sarebbe riuscita a sconfiggere Zeigen.
Lei, una semplice quindicenne milanese, che arrivava in ritardo al Liceo Scientifico e scappava da casa per rifugiarsi tra le braccia di uno scrittore. Com’era finita lì, in una città tra le nuvole, insù, popolata da angeli in guerra tra loro? Come aveva fatto a trasformarsi in un’eroina da cui tutti si aspettavano una vittoria?
Ripercorse con la mente i giorni passati.
La prima volta che aveva visto Jonas, Emilia che inceneriva il suo lavandino, lei che faceva scoppiare le tubature nel bagno della scuola, la fuga rocambolesca da suo padre, il salvataggio in corde e il primo bacio, in un negozio di abiti da sposa, con Jonas…
L’arrivo sconvolgente di Shai, le novità sull’allora misterioso Andrea, l’incontro poco convenzionale raccontato da Emilia, la partenza da Milano e l’incontro con Elisabeth Winter…
Ricordò tutto, sensazioni, odori, profumi, paure, come se fosse un film, uno scorrere delle diapositive velocissimo; se si concentrava, poteva sentire il rumore del proiettore che proponeva quell’avventura immagine dopo immagine.
Ora era la Custode dell’Acqua, la ragazza che aveva salvato due volte il suo angelo e che era passata dalla timidezza al coraggio di una tigre. Si voltò e osservò le espressioni dei propri compagni.
Jonas trapassava con lo sguardo la porta, puntando alla meta, trovando in sé stesso la forza per andare avanti.
A Emilia tremava leggermente il labbro, forse pensando alla sua famiglia, ai suoi due fratelli, a una madre e un padre presenti e amati.
Shai muoveva piano la bocca, cantando in silenzio una canzone.
Andrea era fermo, coi piedi a terra, traendo da essa tutto ciò di cui aveva bisogno: forza, coraggio, speranza.
Dimitri si portò la mano alla spalla destra, senza un fruscio, e si toccò il punto in cui era tatuato il simbolo di appartenenza al clan dei Dragoni.
Con sorpresa, Chiara scoprì di essere più calma di quello che credeva. Forse perché non aveva molto da perdere, se non la migliore amica e il fidanzato, che erano lì con lei e che non avrebbe esitato un secondo a proteggere.
Sarebbe riuscita nella sua missione, lo sentiva nelle ossa, avrebbe sconfitto Zeigen e sarebbe tornata a casa a raccontare la storia a Giovanni, o magari a vedere come aveva reagito sua madre al messaggio che le aveva lasciato prima di partire.
Fu proprio lei a rompere gli indugi.
Mise una mano alla maniglia, usò un filo d’acqua a metà tra il liquido e il solido per far scattare la serratura, e la girò
.
§
 
L’ambiente sembrava una radura al termine di una battaglia campale: rossa; completamente e interamente rosso rubino. Chiara la trovò inquietante. I loro passi rimbombarono nella sala, mentre si dirigevano verso una poltrona al centro di essa. Si intravedeva la figura di un uomo –sicuramente Zeigen.
<< Shai, quanto tempo l’hai mandato indietro? >> domandò Jonas.
<< Non molto, ma >> si interruppe, lanciò uno sguardo in alto, pensosa << gli mancherebbero ancora quarantatré minuti, sedici secondi, due- >>
<< Abbiamo capito. >> tagliò corto Emilia. << Cosa facciamo? Aspettiamo che si svegli oppure lo buttiamo noi giù dal letto? >>
<< Direi che non possiamo prendercela comoda e girarci i pollici finché non passano quaranta minuti. >> disse Andrea.
<< Quarantadue e sedici. >> precisò Shai.
Il biondo alzò le mani in segno di resa. << Quarantadue e sedici. >>
Chiara trattenne un sorriso malizioso. << Forza, andiamogli davanti, voglio vedere che coccolone gli prende quando si accorgerà di essere stato fregato! >>
Zeigen se ne stava immobile, sprofondato in una poltrona decisamente troppo grande per la sua figura. Teneva gli occhi aperti, fissi al di là dei Custodi.
<< Ma che cosa sta guardando? >> chiese Emilia, lisciandogli scherzosamente la livrea.
Jonas si voltò, seguendo lo sguardo di Zeigen. Rimase pietrificato. Non aveva fatto molto caso alla finestra, dato che l’edifico ne contava molte. Ma da lì aveva un panoramica perfetta della scena che animava il Muro: una riga bianca e una nera si scontravano in aria e in terra, mescolandosi e cercando di prevalere una sull’altra. Era evidente, però, che quella scura avrebbe presto preso il sopravvento su quella chiara.
Seguì da lontano la caduta di un Bianco, che si schiantò sul cemento grigio del Muro, confondendosi tra molte altre piume.
Si girò verso la poltrona, e ordinò, freddo e sbrigativo << Riporta il corso del suo tempo normale, Shai. >>
La mora lo guardò, confusa, ma obbedì. << State pronti. >> raccomandò, mentre con un gesto veloce delle mani metteva il loro nemico nelle condizioni di fronteggiarli.

 
§

Zeigen aveva la netta sensazione che qualcosa non andasse. Si muoveva diversamente, e non riusciva a pensare lucidamente. Il quadro gli si chiarì quando, all’improvviso, una sveglia gli riempì le orecchie, come un timer che segnala la fine della cottura di un piatto.
Scosse la testa, si passò una mano sul viso e quasi sobbalzò per lo spavento. Si trovava di fronte ai sei Custodi, che lo fissavano truci.
Calmò i battiti del cuore e si sistemò meglio sulla poltrona. Incrociò le mani, rivolgendo loro un sorriso affabile.
<< Noto con piacere che i miei ospiti hanno avuto modo di conoscere i segreti di questo palazzo e di rivoltarli contro il suo padrone. >> si rivolse esclusivamente alla Custode del Tempo. << Ammirevole, Shai Nightmares. >>
La mora serrò le labbra, decisa a non mostrarsi stupita che il suo nemico sapesse il suo nome e cognome.
<< Siete così deliziosi, così ingenui, oserei candidi. Avreste potuto uccidermi quando non ero in grado di controbattere, ma non l’avete fatto, procurandovi tante grane e un’altra sconfitta. >>
<< Forse  non siamo degli assassini spietati. >> replicò Chiara.
Zeigen le sorrise. << Immagino non ti sia piaciuta la stanza che avevo riservato al tuo fidanzato, vero? Dopotutto, era molto particolare. >>
L’angelo nero vide la ragazza farsi livida di rabbia, aprire la bocca per ribattere, ma lui non poté parlare ancora perché si ritrovò una lama puntata alla gola.
<< Il tempo per le trattative è finito, hai avuto l’opportunità di vivere ancora qualche minuto della tua misera vita da mostro. Siamo qui per combattere, non per parlamentare. Se vuoi una morte veloce e indolore basta che annuisci, e io ti taglierò la testa, ponendo fine a questa guerra. >> disse gelido Jonas.
I Custodi, affianco a lui, rabbrividirono al sentire l’ultima frase. Chiara si chiese se l’angelo fosse davvero in grado di decapitare Zeigen. Quest’ultimo rise, sprezzante.
<< Credete davvero che se uccidete me avrete vinto? Pensate che sia così stupido da non avere preso delle precauzioni? >> sottolineò particolarmente quelle domande, insinuando un dubbio nelle certezze dei sei ragazzi.
Jonas prese il coraggio a due mani e sputò << Nel caso ci sia un piano B, ci occuperemo anche di quello. Ora >> spostò più a destra il filo della spada << muori. >>
E gli squarciò la gola.

 
§
 
Chiara non si era mai immaginata nulla del genere. Ripensando a tutti i cartoni animati giapponesi che aveva guardato da bambina, seduta a gambe incrociate davanti il televisore, con una fetta pane e nutella in bilico su un pezzo di scottex, nessun eroe o gruppo di ragazze con i superpoteri aveva sconfitto il proprio nemico tagliandogli la gola.
C’erano sempre stati scontri all’ultimo sangue, forze e poteri sconosciuti che venivano in aiuto del Bene per abbattere definitivamente il Male in ascesa.
Loro, i sei Custodi degli Elementi, non avevano ne fatto saltare in aria palazzi, ne avevano combattuto uno scontro apocalittico. Jonas aveva ucciso Zeigen con un semplice colpo di spada.
Ed era tutto finito.
Non riusciva a comprendere il moto di emozioni che le si agitava in corpo. Era sollevata, certo, perché nessuno dei suoi amici aveva rischiato la vita, ed era anche enormemente felice per Upward e i Bianchi, che presto avrebbero ricevuto la notizia della morte del leader dei Neri.
Ma c’era anche una sfumatura diversa, ambigua, come di delusione.
Si era aspettata di dimostrare a tutti il proprio valore, mostrare al mondo la potenza della magia che le scorreva nelle vene, invece… invece era bastata un fendente a equivalere la sua forza.
Una domanda la tormentava, non perché non riusciva a trovare risposta, ma perché la spiegazione era così dura da non poter essere accettata. A che cosa erano serviti i suoi sforzi se chiunque brandisse una spada o possedesse una pistola era in grado di sbarazzarsi del finora invincibile Zeigen?
Niente, pensò Chiara, non sono serviti a niente.
Guardava con accusa il corpo esanime dell’angelo nero, il sangue scuro che macchiava gli abiti come catrame. La faceva sentire inutile, un oggetto supplementare. Ma non era questo che aveva desiderato? Che nessuno si facesse male e che tutto finisse in fretta?
Jonas pulì la lama di Chion sulla poltrona, schifato. << Andiamo via. E che qualcuno comunichi al maggiore Connor che la missione è compiuta. >> disse, atono.
Dimitri e Emilia si allontanarono, il ragazzo cingendo la vita della bionda. A ruota seguirono Shai e Andrea, poi Jonas prese Chiara per mano, sfiorandola delicatamente, e la portò via.
Avrà capito ciò che penso? si domandò, sperando di sì, in modo che potesse trovare una spiegazione accettabile ai suoi dubbi.
Camminò guardandosi le punte dei piedi, senza più curarsi di nulla che non fossero i suoi pensieri. Fu quello il suo errore.
Sentì, all’improvviso, una tenaglia fredda e incorporea stringerle la gola e strapparla via dalla mano dell’angelo. La presa si rinforzò, rimanendo comunque a metà strada tra il mondo dei vivi e dei morti.
<< Aiuto…! >> gridò, prima che la morsa diventasse troppo potente per permetterle di respirare.
I Custodi si girarono all’istante.
Chiara vide Emilia farsi cinerea.
<< Tu… tu dovevi essere morto! >>
Nella Sala Rubino proruppe una risata aspra.
<< Sorprendente, vero? Ci sono tanti di quegli escamotages nel mondo toccato dalla magia che nemmeno immaginate. >>
Chiara deglutì a vuoto.
Jonas sguainò Chion, minaccioso. << Lasciala andare, Zeigen! >>

 
§

Dietro di sé, Chiara aveva l’ombra di una vita, un fantasma sfuggito alla morte. Una figura scura, alta e in continua espansione; Zeigen aveva sempre avuto un’apertura notevole, ma in quello stato le ali erano semplicemente enormi: sembrava che grumi neri le ingrandissero all’infinito, come ragni che tessono una tela fino al soffitto. Gli occhi erano fessure rosso cupo con sprizzi violetti, come lampi nella pianura di fuoco dell’inferno.
Era l’anima erosa dal male di Zeigen.
<< Oh, avanti, per quale motivo al mondo dovrei lasciar andare la dolce creatura che tengo tra le braccia? >>
Mentre parlava, sotto gli occhi delle fessure verticali si aprivano e chiudevano.
<< Morirai se non lo farai! >> gridò Jonas, e si lanciò all’attacco.
<< Ma, caro, io sono già morto. >>
Una delle sue ali si spiegò come una vela, inghiottendo l’angelo, che invano tentava di fendere quelle piume incorporee. Ci fu un attimo di panico puro, in cui nessuno dei Custodi riusciva a pensare lucidamente.
Poi, Dimitri si riscosse e tentò di manipolare le ali di Zeigen, per far uscire Jonas, ma constatò quasi subito che era impossibile. Allora, Shai provò a bloccarlo, in modo da poter pensare a come liberare Jonas e Chiara, però, nemmeno il suo potere sortì alcun effetto.
<< Altri tentativi inutili? >> fece Zeigen.
<< C-come mai non sei nell’aldilà? Jonas ti ha tagliato la gola! >> chiese nuovamente Emilia.
<< Finalmente una domanda intelligente! Sarebbe stato fin troppo facile liberarsi di me così, ne sarebbero stati capaci tutti. Così, ho giurato che il mio spirito non avrebbe trovato pace finché non avessi portato a termine la mia missione o fossi morto combattendo per essa. I giuramenti vengono sempre rispettati, sia dagli Inferi sia dal Paradiso, che a comandare siano i demoni o gli arcangeli. Sono ancora ad Upward per questo, perché ho un dovere da portare a termine prima di trovare la cosiddetta pace oltre la morte. Adesso, il solo modo per sbarazzarsi di me è quello di unire nord e sud sotto i Neri. >>
<< O ucciderti combattendo! >> replicò Chiara, sibilando.
Sferrò una gomitata, seguita da un calcio, ma l’unico effetto che ottenne fu quello di trapassare il fantasma. Fu avvolta dalla spiacevole sensazione di essere appena stata rinchiusa in un freezer.
Costretta ad essere lo scudo di Zeigen, gridò ai compagni << Attaccate! Non abbiate paura per me! >>
Incontrò lo sguardo di Emilia, che vacillava.
<< Scusa. >> mormorò Andrea, e una scossa percorse l’edifico.
Una crosta si alzò dal pavimento e saettò verso Chiara. Zeigen rise. Un tentacolo scuro spaccò in due il blocco di terra e vanificò l’attacco.
<< Non funziona. >> li canzonò l’angelo nero.
Già, non si può colpire un fantasma, per quanto non sia invisibile e bianco come un lenzuolo, pensò la Custode dell’Acqua. I vivi non possono fare nulla contro un essere non soggetto al tempo.
L’idea la colpì come un fulmine a ciel sereno.
Non essere soggetti al tempo, essere al di fuori e più potenti di ogni magia... Ayh, la sirena che le aveva parlato degli Animali Leggendari, aveva detto che nei loro corpi umani la magia era limitata, e che invece fluiva pienamente nella sua forma originale, rappresentata dagli animali.
E se Aria, Acqua, Fuoco e Terra sono sopravvissuti dalla creazione della vita fino a noi, migliaia  di anni dopo, vuol dire che esse non sono soggette alle leggi degli esseri mortali; se è così,  si potrebbe assumere la forma animale, quando si è quasi magia pura, e allora, forse… bisogna provare.
Decisa ad aggrapparsi a quel bagliore di speranza, chiamò a raccolta le forze e si trasformò nella Tigre Azzurra.
Sfuggì da Zeigen, graffiandogli il punto in cui si sarebbe dovuta trovate la guancia. Con sua immensa sorpresa e gioia, vide un rivolo rosso cupo, fosco colora dalla ferita.
Andrea comprese al volo i piani di Chiara e mutò nel Giaguaro della Foresta.
A Emilia brillarono gli occhi, mentre seguiva l’esempio del compagno, diventando il Drago Rubino. Era talmente grossa che la stanza non riusciva a contenerla, tant’è che scardinò la porta con il lungo corpo squamato per avere un po’ di campo libero nei movimenti.
Chiara fece guizzare la sua coda felina, ruggendo all’indirizzo di Jonas << Trasformati, J! E’ l’unico modo che abbiamo per vincere! >>
Le ali di Zeigen si contrassero, l’angelo nero lottò per mantenere il controllo, ma un’intensa luce bianca si sprigionò dalle tenebre delle sue piume.
Ne emerse la figura slanciata del ragazzo in forma di Pegaso, che scrollò la criniera e sbuffò. Sulla fronte brillava un corno latteo, avvitato su se stesso: la rappresentazione di Chion.
Chiara sarebbe voluta correre da lui, ma una tigre che si lancia su un unicorno alato non è esattamente un grande ringraziamento, senza contare che avevano cose più importanti a cui pensare.
La ragazza si voltò verso Zeigen, che boccheggiava nella sua forma prima impalpabile, lanciando occhiate cariche di rancore verso di loro. L’ala da cui era sbucato Jonas era ridotta a una chiazza bordeaux, quasi indistinguibile sulle piastrelle sanguinee.
Shai e Dimitri, così piccoli in confronto ai loro compagni, si sentirono spogli di ogni difesa. Senza che nemmeno se ne accorgessero, le loro dita corsero a intrecciarsi in una stretta rassicurante.
<< Bene, >> ansimò Zeigen << vedo che  non deludete mai le aspettative. >>
<< No, infatti. Soprattutto se sono quelle di centinaia di persone. >> ribatté Jonas.
Puntò il corno contro l’angelo nero e caricò. Andrea e Chiara fecero lo stesso, mentre Emilia lanciò una fiammata.
Il vello azzurro della Custode dell’Acqua fu smosso da una ventata d’aria calda, ma lei quasi non lo sentì. Il cuore le batteva nelle orecchie con forza. L’adrenalina era pompata nelle vene al posto del sangue.
Zeigen schivò le corna cervine di Andre’, fu colpito di striscio da Jonas mentre evitava la fiammata, e Chiara trovò campo libero per sferrare una zampata.
I suoi artigli furono avvolti da un bagliore azzurro, che si trasformò in ghiaccio, e il petto del fantasma fu trapassato da quelle lame primordiali.
Cadde riverso sul pavimento, e i suoi tentacoli neri cercarono di avvolgerle le zampe. Uno la sfiorò, ma bastò a farla uggiolare di dolore.
Lo stesso non accadde per Andrea, troppo lento a scansarsi, che fu intrappolato per minuti interi in una rete che sembrava di fuoco, ma che era scura come il catrame e appiccicosa più di qualsiasi colla.
A liberarlo, furono inaspettatamente Shai e Dimitri, che unendo i loro poteri, riuscirono ad agire sui tentacoli quel poco che bastava per una via di fuga. Il corpo del giaguaro era solcato da scottature dai bordi neri, ma si riusciva a intravedere, in alcuni punti, la carne viva.
Il fantasma si rialzò, come se niente fosse accaduto, riprendendo la battaglia.
I Custodi, così, furono assorbiti in un vortice infinito di mosse mortali e protezioni di fortuna. Chiara non avrebbe mai saputo dire quanti attacchi portarono a compimento, quanti colpi subì Zeigen o quanti ne dovettero incassare loro, ma fu certa che un qualsiasi numero non avrebbe potuto quantificare l’energia, la foga, la speranza e l’adrenalina che imprimevano in ogni assalto.
Con un movimento a sorpresa, Zeigen spaccò il vetro della finestra e volò fuori. Da lì, al sicuro, benché avesse un’ala instabile, intrappolò la Custode dell’Acqua in una delle sue reti.
Jonas si fiondò su di lei, cercando di tranciare la sostanza appiccicosa con il corno, e non si accorse dell’attacco rivolto a lui. Fu a sua volta inchiodato a terra, scalciando e nitrendo imprecazioni, prima che il dolore fosse troppo forte per impedirgli di pensare ad altro che non fossero le sue carni che andavano a fuoco.
Chiara, vicinissima a lui, tentava invano di alleviare il calore con l’acqua, che, però non faceva in tempo a diventare ghiaccio che evaporava immediatamente al contatto con la rete.
Zeigen rise di quella scena, compiaciuto di se stesso.
Emilia mandava lampi dagli occhi. Diede un colpo di coda che tranciò il muro orizzontalmente, avanzò nella stanza ed emise una sorta di ruggito-ululato raccapricciante. Poi, si slanciò verso Zeigen.
Il suo corpo rubino, come una lunghissima freccia rossa, frantumò i resti della finestra con un fragore immane, scagliando pezzi di vetro affilati come rasoi dappertutto. Colpì in pieno petto il fantasma, e scomparì oltre la visuale come una saetta. Le reti che tenevano ancorati a terra Chiara e Jonas scomparirono, permettendo loro di rimettersi in piedi.
Traballante, la ragazza pensò a Emilia. Corse a sporgersi oltre la finestra rotta, ma uno scossone che fece tremare l’intero edificio la fece sbandare di lato.
Subito dopo, si dovettero tappare le orecchie. Con un rombo, il Drago Rubino piombò in verticale dal tetto, circondata da un campo di fiamme scarlatte. Trapassò il pavimento, schiacciando verso il basso il corpo nero di Zeigen.
Dimitri e Shai non si concedettero un minuto in più per pensare a quello che stava accadendo: l’edificio stava crollando e se volevano rimanere vivi, dovevano tenerlo in piedi finché non fossero fuori. Riuscirono a stabilizzare la struttura portante del palazzo, ma era troppo tardi per fermare la caduta del pavimento.
Jonas si ritrasformò in umano di colpo, prese per mano i fratelli e ordinò a Chiara e Andre’ di aggrapparsi a lui. I due mutarono forma e si strinsero alla vita dell’angelo, il quale aveva già spalancato le ali. Riuscì a creare una bolla d’aria che saliva, anziché precipitare.
Dalle fondamenta provenne una serie di scoppi, come se delle bombe fossero state scagliate e, una dopo l’altra, colpissero il suolo. Si udì distintamente il ruggito di Emilia, e una serie di fiammate alte parecchi metri illuminarono l’ambiente.
Bastò un’occhiata di Chiara all’indirizzo di Jonas per far scendere la bolla dove si trovava la ragazza.
Shai e Dimitri tenevano insieme l’edificio, i volti pallidi e le mani sudate.
Jonas fece poggiare delicatamente la bolla a terra e la dissolse. Il luogo era semi-buio e i volti dei ragazzi sembravano ancora più pallidi e spossati.
<< Oh sì, cazzo, sì! >>
Chiara si voltò verso il luogo dove proveniva la voce dell’amica.
<< Emy…? >>
Sentì dei passi venirle in contro, e subito dopo si ritrovò la bionda che l’abbracciava stretta. La Custode dell’Acqua non si lamentò per il dolore che le provocò quella dimostrazione d’affetto contro le scottature, ma anzi, ricambiò con trasporto.
<< Ce l’hai fatta, vero? >> domandò.
Emilia si staccò, riportandosi un ciuffo biondo dietro l’orecchio.
<< Sì, Upward è libera da Zeigen. >>
Un sorriso a trentadue denti si schiuse sulla bocca dei Custodi. Jonas lanciò un grido di gioia, prese Chiara per la vita e la fece girare e girare e girare. Emilia diede il cinque a Andrea, poi baciò delicatamente la guancia del fidanzato.
La voce, ridotta a un sussurro irritato, di Dimitri ruppe quell’aria di festa. << Ci racconterai i dettagli un’altra volta, che ne dici? Mi sono rotto di sostenere il peso del castello di vetro di Zeigen. >>
Quell’osservazione li riportò di colpo alla realtà.
<< Dobbiamo uscire da qui. >> sentenziò Jonas.
<< Ci penso io. >> disse Andrea, mentre con facilità apriva un varco attraverso il muro.
Lentamente, a causa dei passi cauti e incerti di Dimitri e Shai, uscirono dall’edificio. Concordarono che fosse meglio non trovarsi a terra quando sarebbe crollato tutto, così Jonas trasportò gli amici in alto, tra le nuvole, lontano dai combattimenti esterni.
Shai e Dimitri lasciarono cadere il palazzo. Da quella posizione, osservarono la scena senza che potessero sentirne il suono. Videro l’edificio inclinarsi pericolosamente a sinistra, vacillare a destra, per poi calare a picco, abbattendo schiere di case sottostanti.
Rimasero a fissare tutto quella distruzione in silenzio, a pensare a quante persone –in parte innocenti- ci fossero dentro, finché un bip ripetuto non attirò la loro attenzione.
Dimitri si accorse che proveniva dagli auricolari che avevano appuntati sui giubbotti anti-proiettili.
Si portò il suo all’orecchio e chiese, leggermente inebetito << Pronto? >>
<< Pronto? Soldato, non risponderesti così neanche a una chiamata di tua madre! >>
Il ladro arrossì violentemente. << Maggiore Connor! Perché ci chiama? >>
<< Ragazzo, abbiamo visto la sede di comando di Zeigen cadere come un birillo! Questo vuol dire che avete eliminato quel vecchio pazzo dalla faccia di questa città! >>
<< Ehm… sì. >>
Dimitri dovette allontanare l’auricolare dall’orecchio tanto l’urlo di gioia all’indiana fu forte. Quando credette che l’entusiasmo e l’esuberanza del maggiore Connor non l’avrebbero stordito, osò rimettere a posto l’apparecchio e domandare << Cosa dobbiamo fare, ora? >>
La voce del militare tratteneva a stento la sua felicità. << Tornate dalla nostra parte del Muro, dovete aiutarci a liberarci dei Neri più recidivi e, perché no, abbattere anche questa barriera di cemento. Avete esperienza in materia, non credo ci saranno problemi. Appena arrivati comunicatemi la vostra posizione. Passo e chiudo. >>
Il ladro contemplò gli sguardi curiosi dei compagni, prima di spiegare ciò che gli aveva detto il maggiore. Jonas ordinò ai venti di portarli lì dove serviva, facendoli scendere di quota, avvertendo che dovevano mantenere sempre una parte di mente concentrata sulle correnti d’aria che li trasportavano.
Chiara si accorse di avere il fiato corto, data la bassa presenza di ossigeno all’altezza a cui si trovavano.
Viaggiavano a una velocità moderata e in tranquillità, ogni tanto rotta da un colpo di mitragliatrice.
La Custode dell’Acqua si perse nelle sue riflessioni. Emilia aveva ucciso da sola Zeigen? Come ci si doveva sentire di fronte alla consapevolezza di aver ammazzato un uomo, seppur malvagio come l’angelo nero?
Scoprì che non aveva mai pensato davvero a tutti coloro cui aveva tolto la vita durante il primo attacco alla torre, concentrata solo sul vendere cara la pelle e la sopravvivenza sua e degli amici. Aveva distrutto delle famiglie, quel giorno? Si era davvero capaci, alla sua età, di uccidere qualcuno senza provare un senso di stordimento e tristezza?
Studiò l’espressione della bionda, domandandosi se solo ora si fosse fermata a pensare che aveva privato della vita qualcuno.
Fu quando si girò verso Jonas, per trovare conforto alla vista, che avvertì un dolore acuto alla nuca.
La vista le si annebbiò, mentre l’incoscienza prendeva il sopravvento sugli ultimi allarmi che mandava il suo cervello.
Sentì le palpebre chiudersi e il corpo abbandonarsi in avanti, mentre precipitava.
 
***
Angolo dell'Autrice
Ok, non uccidetemi, per favore! I dinosauri hanno fatto in tempo a ripopolare la Terra durante tutto il tempo che ci ho messo ad aggiornare. Non credo che la scusa è-iniziata-la-scuola-e-ho-già-tanti-compiti si accettabile, visto che sì, di compiti ne ho, ma non è che mi sia già fiondata a capofitto nello studio. Non che l'abbia mai fatto, credo xD
Spero non vi sia venuta voglia gi abbandonare Upward, i sei Custodi e questa povera autrice ritardataria, anche se vi capirei s el'aveste fatto... Please, don't leave me!
^^"""
Ma veniamo al capitolo, che di certo ha bisogno di qualche spiegazione. Punto primo: pensavate che Jonas avesse ucciso davvero Zeigen, eh? In realtà, sono stata tanto tentata da farlo morire sul colpo, visto che non avevo un'idea chiarissima dello scontro e mi sono affidata all'istinto. Lasciarlo fare discorsi, sotto la minaccia di sei Custodi, mi sembrava stupido e controsenso, visto che loro devono solo eliminarlo.
E' un fantasma quello che combatte, che ha giurato di rimanere ad Upward finché non avesse sconfitto i Bianchi o morto combattendo per il suo ideale. L'ho pensata come l'ultimo desiderio prima di morire, o delle profezie in punto di morte degli eroi omerici: si rispettano e si avverano sempre.
Percui, quando Emilia l'ha ucciso (vi sfido a sopravvivere all'attacco di un drago u.u) è morto realmente perché ha combattuto e poi è stato eliminato.
Non credo di essere stata abbastanza chiara, quindi se non avete capito ditemelo!
A proposito di Emilia, o in generale anche di Jonas e tutti gli altri, non prendeteli per dei ragazzini che uccidono e sono felici, con una faccia badass. No, perché hanno 15 anni, e le loro certezze sono poche e un omicidio non è esattamente ciò che ci si aspetta dal corso di una vita 'normale'. Se adesso non ci pensano, è dovuto al modo in cui voglio scrivere questi capitoli, e le riflessioni su tutta questa guerra ci saranno di certo, solo non adesso, non subito.
Ho cercato di recuperare, all'inizio, un po' della storia e delle esperienze personali dei personaggi, un po' per me, un po' per voi e un po' perché mi serviva un richiamo degli eventi passati^^
Visti i regolarissimi aggiornamenti, spero sia servito a ricordare un po' di parti.
Bene, mi sono divertita un sacco a scrivere le ultime frasi (oh, io amo i maggiore Connor da impazzire *-*) e di far precipitare la mia protagonista. Che cosa le sarà successo? Io e Zeigen lo sappiamo bene, dopotutto, aveva un Piano B, perché non dovrebbe averne uno C?
*risata malvagia*
Lo scoprirete il prossimo capitolo, che mi costringerò a scrivere più in fretta di questo, perché sono davvero una merdina in fatto di regolarità.
Grazie a tutti quelli che recensiranno nonostante io non meriti molto le vostre parole dopo questo 'periodo di assenza ingiustificata', e un bacione alla mia host Marta, che mi ha scassato le balls pressandomi per aggiornare :* Non credo avrei pubblicato oggi se lei non lo avesse fatto.
Ehm... questo "agnolino dell'autrice" è enorme O.o
Alla prossima, baci! :***

Water_wolf



 
  
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