5
La
terza voce
Linus
delle ombre
“
Sei
diventato silenzioso”, notò Helen, mentre
l’ascensore li riportava al piano
superiore.
“
Eh…
scusa. Stavo pensando. Ma da quant’è che siete
qui? Voi cinque, voglio dire.”
“
Io
sono stata la prima. È stato quasi cinque anni fa. Ian e
Iago sono arrivati
subito dopo. Sono cugini, penso di non avertelo detto.”
“
No.
Sono molto… affiatati.”
“
Il
paese in cui vivevano è stato raso al suolo. Secondo la tv
è stato l’incendio
del bosco accanto, ma noi sappiamo che non è
così. Da quando sono qui hanno
imparato a contare su loro stessi.” Spiegò Helen.
Non c’era emozione nella sua
voce, come se si stesse costringendo ad essere professionale.
“
Cosa è successo al villaggio?”
“
Penso che te lo dirà l’agente Norman. È
da lui che devi andare dopo. E
comunque, c’entra con il motivo per cui siamo qui.”
Posso
fidarmi di lei?
È
troppo carina per mentire!
Rispose subito
pund.
Smettila
non mi serve un pagliaccio
adesso!
Sì,
sì. E comunque non ti sta dando
informazioni vitali. E ti sta guardando, quindi non rimanere in
silenzio.
Ma
non mi sta guardando! È voltata in
avanti!
Ti
vede eccome, stupido jushi!
“
Sembrano forti” buttò lì, tanto per
dire qualcosa.
“
Lo
sono… e parecchio. Dovresti vederli in azione.”
“
Scusami Helen… ma come posso esservi d’aiuto? Ho
scoperto solo qualche mese fa
di avere questi… poteri. Non so nemmeno usarli!”
Helen
sorrise. “ non preoccuparti di questo. È davvero
l’ultimo dei problemi.”
Ci
stanno seguendo.
Era di nuovo la
voce del terzo, così profonda e roca.
Ne
sei sicuro?
Chiese Scott.
Gar
non sbaglia mai, jushi.
Si intromise il
secondo. Ora era l’unico di cui non conosceva il nome.
Sono
in due. Ora sono in tre. Tieniti
pronto. Disse
gar.
Pronto
per cosa?
Per
fare il tuo dovere! La
voce di gar
gli metteva i brividi, non poteva evitarlo. Quando parlava, anche pund
e
l’altro tacevano.
Finora
non avevano incrociato nessuno nei corridoi, il che ovviamente non
significava
che non c’era nessun altro lì. Gar aveva detto che
li stavano seguendo… e gar
non sbagliava mai. Era una stronzata, lo sapeva. Ma decise di fidarsi.
Helen
girò l’angolo e Scott la seguì.
“
Penso che ci stiano seguendo… Helen?” Scott si
fermò. Davanti a lui non c’era
nessuno.
Che
significa? È un’illusione?
No,
tora sa vedere oltre le illusioni. E
questa non lo è.
E
allora dov’è Helen?
Chiese di nuovo
Scott.
Si
guardò intorno. Non c’erano porte, non
c’erano nascondigli. Solo infinite
pareti bianche e il pavimento di cemento. Nessun rumore. Helen era
semplicemente sparita.
Dietro
di te!
Gridò pund.
Scott
si voltò di scatto, pronto a colpire. Ma il corridoio era
deserto. Lui non
aveva sentito niente. Che stava succedendo?
Sono
veloci.
Era la voce di
tora.
Quanti
sono?
Chiese Scott.
Quattro.
Perché
non li vedo?
Perché
non ci sono, idiota!
Starnazzò pund.
Sì,
davvero non c’era nessuno lì. Forse erano dentro
quelle stanze… ma non gli
sembrava credibile. Attese, con ogni cellula del corpo pronta ad agire.
Ci
stanno girando intorno.
Stavolta
a parlare fu gar. E Scott ne fu contento. Era terribile, vero, ma
sembrava
sapere quello che faceva.
Riesci
a sentirli?
Sì.
Sono in quattro e sono veloci. Non
possiamo rimanere qui.
Alla
fine Scott si arrese: che devo fare?
Per
un attimo credette che gar non gli avrebbe risposto. Ma alla fine fu
lui a parlare:
C’è
una sola cosa da fare. Dobbiamo
uscire allo scoperto.
Quello
che disse dopo era talmente pazzesco che Scott non provò
nemmeno a
contraddirlo. Era follia. E in quel momento, era l’unica cosa
alternativa che
aveva. Doveva fidarsi di gar.
Ora!
Scott
corse in avanti. Doveva trovarsi al centro dei due corridoi che si
intersecavano. Secondo gar, in quel momento sarebbe stato attaccato da
tutti e
quattro i lati contemporaneamente.
Scott
si fermò al centro. Si guardò intorno. I nervi
tesi, il cuore che batteva
forte. Ma non vedeva niente.
Al
mio segnale incrocia le mani davanti
agli occhi, come se volessi parare un pugno,
aveva detto gar.
Scott
attese il segnale. All’improvviso sentì uno
spostamento d’aria. Si voltò,
terrorizzato.
Vai!
Urlò gar.
Quando
incroci le mani, lasciaci andare.
Scott non
sapeva cosa diavolo significava… ma in qualche modo lo fece.
Li lasciò andare.
Sentì qualcosa staccarsi da lui… come se gli
avessero stracciato la maglia di
dosso. O la pelle stessa. Non fu doloroso. Fu semplicemente irreale. E
all’improvviso, le voci che sentiva nella testa, ora erano
nella stanza accanto
a lui.
Un
istante dopo, un pugno colpì davvero le sue mani. Scott
strinse, per fermare il
nemico.
Pund,
tora e gar erano accanto a lui, di schiena. Avevano formato un
quadrato, ognuno
di loro aveva di fronte un avversario. Scott non poteva voltarsi. Tutto
sembrava essersi fermato.
Chiuse
gli occhi e improvvisamente vide il mondo da tre punti di vista
differenti.
Vedeva gli altri tre corridoi, a destra, a sinistra e dietro. Ma la
figure che
vedeva davanti erano tutte identiche.
Riaprì
gli occhi. Il ragazzo che aveva di fronte, ritirò il pugno.
“
Però, sei forte!”
“
Chi
sei?” chiese Scott.
Gli
altri ragazzi erano spariti e anche le voci erano tornate dentro di
lui.
C’erano solo lui e questo strano ragazzo.
“
Io
sono Linus delle ombre, è un onore conoscerti”
fece persino un mezzo inchino.
Aveva degli orecchini neri a forma di croce ad entrambe le orecchie e
un
piercing sul labbro inferiore. Il taglio dei capelli era decisamente
originale,
ma adesso a Scott non importava niente.
“
Sai
chi sono?”
“
Io
penso di sì. Ma tu sai chi sei, Scott degli
Spiriti?”
Scott
fece un mezzo passo indietro. Era completamente disorientato. Disse la
prima
cosa che gli venne in mente.
“
Dov’è Helen?”
“
Oh,
si è presa una pausa. Voleva che io scoprissi i tuoi poteri.
Sei un fenomeno!”
gli afferrò la mano e gliela strinse.
“
Sapevo che cinque non era il numero giusto, l’ho sempre
detto. Comunque senti:
sei uscito allo scoperto di proposito vero? Volevi che ti
attaccassi.”
Scott
fu indeciso se mentire o dire la verità. Ma quel ragazzino
gli era simpatico.
Non stava fermo un attimo, sembrava un bambino. E le voci tacevano.
“
Per
la verità, non sapevo niente. Ancora non ho capito cosa
è successo.”
Linus
sgranò gli occhi. “ Graaaaande!!”
Le
voci nella sua testa tacevano. Linus si avvicinò al suo
volto, quasi a
sfiorarlo con il naso. Lo guardò dritto negli occhi, ma
Scott non si fece
indietro. Poi Linus sbottò: “ tzè, non
funziona!”
“
Cosa?”
“
Non
riesco a leggerti nella mente. Sei davvero uno di noi, allora! I miei
poteri
non funzionano sugli altri cinque. E nemmeno quelli di Helen.”
“
E
quali sarebbero i tuoi… poteri?” chiese Scott.
“
io
sono Linus, il signore delle ombre, per servirti” fece un
inchino in modo molto
appariscente e Scott rimase incantato dalla sua ombra. Si muoveva
autonomamente, si allungò, si divise in due e si
staccò dal pavimento. In un
attimo presero forma altri due Linus e anche loro si inginocchiarono.
Erano identici
a lui, solo gli occhi erano diversi: i cloni non avevano la pupilla.
Scott
sorrise. “ Piacere di conoscerti, Linus.”
“
Adesso penso che dovrei accompagnarti dal maestro, altrimenti Helen mi
scuoia
vivo. Me e tutti i miei cloni.”
Si
incamminarono per i corridoi e Linus si dimostrò
l’esatto opposto di Helen. Non
faceva che girargli intorno e fare domande.
“
Non
ti sei ancora allenato qui, vero?”
“
No,
nessun allentamento.”
“
Allora ti sfido. I miei cloni contro i tuoi fantasmi!”
“
Linus… io non so di cosa stai parlando…”
“
aaahh! Lo sapevo, non vuoi svelare i tuoi trucchi. E non posso nemmeno
leggerti
la mente. Che culo. Vabbè, tanto di batto lo
stesso.”
Continuarono
a camminare per un po’. Scott non riusciva a credere che quel
posto fosse così
grande. Aveva camminato per chilometri ormai! Ma aveva altro a cui
pensare
adesso.
Aveva
lasciato la stampella da qualche parte indietro. Non ne aveva bisogno.
“
È
stata Helen a chiederti di attaccarmi?” chiese Scott.
“
Sicuro. Voleva sapere che poteri avevi. Sai, girano strane voci su di
te.”
Disse Linus, sorridendo.
“
Su
di me? Ma se sono appena arrivato!” disse Scott. Ma se era
così, perché quel
posto gli sembrava così familiare?
Pund?
Chiamò.
Sono
Tora. Ci sono solo io adesso. Era
la prima
voce.
Dove
sono gli altri?
Non
fare domande stupide.
Sono
già stato qui?
Sì.
In un certo senso… sei sempre stato
qui.
Che
vuoi dire?
O
che non te ne sei mai andato davvero.
Fai un po’ tu.
Perché
pund voleva scappare?
Pund
è un vigliacco. Tu non sei costretto
ad assomigliargli.
“
Hey, tutto apposto?” gridò Linus, sventolandogli
una mano davanti alla faccia.
“
Che
c’è?” disse Scott.
“
Ti
sei straniato. I tuoi occhi sembravano più grandi. Cazzo mi
hai messo i
brividi! Me l’aveva detto Helen che potevi fare questo
effetto, ma non ci avevo
creduto.”
“
Scusa. Stavo cercando di capire una cosa.”
“
Cosa?” chiese subito Linus.
“
Ho
l’impressione di essere già stato qui. Non so
perché.” Ammise Scott alla fine.
Per qualche motivo, Linus gli era simpatico.
“
Certo che sei stato qui! Sei venuto insieme a tutti noi. Solo che poi
sei
sparito, non chiedermi perché.” Linus
guardò l’orologio. “Ora però
è meglio che
ti porti dal professore. Già se la prendono sempre con me
perché faccio tardi.”
“
Chi
è il professore?”
“
Basta con le domande. Ti va una corsa? Ti avverto che sono molto
veloce.” Poi
senza aspettare risposte da Scott, gridò:
“Via!”
Era
incredibile. Sfrecciò via ad una velocità
disumana. Ma quello che lo sorprese
ancora di più, era che riusciva a tenere il suo passo! Gli
sembrava di correre
normalmente, ma vedeva i corridoi sfrecciare su entrambi i lati. Era
pazzesco.
“
Ora
si fa più difficile. Seguimi!” gridò
Linus.
Spalancò
le braccia. Distese le dita. Dal pavimento si alzarono due perfetti
cloni di
Linus. In un attimo si scambiarono di posto e Scott non
riuscì a seguire il
vero Linus. Improvvisamente i cloni imboccarono due corridoi diversi.
Scott
stava per fermarsi. Non sapeva quale doveva seguire, quando una voce
gli tuonò
dentro la testa.
Destra!
Era Tora. Quello che sapeva
vedere attraverso le illusioni. Doveva tenerlo a mente. Per il momento
si
lanciò a destra.
Linus
ripeté il trucco altre due volte. Tora gli gridò
la direzione da seguire. Si
fermarono alla fine davanti ad una porta.
“
Grande! Sei il primo che riesce a starmi dietro! Come diavolo hai
fatto?”
Scott
stava per rispondere, quando Linus lo fermò. “ Lo
so, lo so, non me lo dirai.
Sembri uno di quegli stramaledetti prestigiatori che non ti spiegano
mai il
trucco! Comunque non capisco perché Karen abbia detto che
sei una schiappa. Per
adesso sei andato alla grande.”
“
La
ragazza con le pistole?”
Linus
strabuzzò gli occhi. “ Karen ha il fisico di una
dea… e tu ti ricordi le
pistole!!”
“
Mi
ha sparato.” Si giustificò Scott.
“
Dio, poi dicono che io sono quello strano.” Aprì
la porta e Scott vide un’altra
ascensore.
“
Il
prof ti aspetta al piano superiore.”
“
Tu
non vieni?” chiese Scott.
“
No,
per carità. Già ho avuto la mia razione per
questa settimana. Buona fortuna. È
al piano di sopra.”
Linus
corse via. Scott entrò nell’ascensore.