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Autore: xbrokenarrow    26/09/2013    1 recensioni
Genere: romantico | scolastico.
Basato su una storia semi-vera.
La protagonista è una ragazza sedicenne di nome Paige, che...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Love...what is it good for?
Absolutely, nothing.
basato su una storia semi-vera
 
Chapter One
Quella mattina Paige si era alzata tutta sudata. Non era certo la prima volta che faceva un sogno del genere, ma la cosa strana era che non riusciva a ricordarlo. Sapeva che era sempre lo stesso, eppure non ne conosceva il contenuto. La cosa era talmente assurda da sembrare irreale. Si lavò velocemente, e afferrò al volo un toast alla marmellata poco prima di uscire di casa. Ebbene sì, le sarebbe toccato un altro giorno di scuola, stressante e pieno di falsità. La monotomia di quella vita la uccideva, e non capiva come molte persone riuscissero ad uscire di casa con un sorriso stampato in faccia, pretendendo di essere chissà chi con chiunque. Sarà che forse non era mai stata portata per recitare, ma non riusciva ad essere ipocrita a tal punto. Tanto meglio per lei, forse. Una valanga di pensieri le attraversò la mente in un attimo, e nello stesso lasso di tempo riuscì a scacciarli via con apparente noncuranza. Arrivò a scuola pochi minuti prima, il tempo per salutare i compagni e salire con loro le scale dell'istituto. Per quanto potesse sembrare grande, la scuola di Paige era soffocante. Inutile dire quanto Paige la odiasse. Le mura erano sempre sporchissime, i bagni erano malandati senza servizi igienici, le sedie sempre rotte -quando erano presenti-, l'ascensore non funzionava, non vi erano tende e il sole era talmente accecante da rendere una giornata mediamente calda, praticamente afosa. Le ore in classe trascorsero normalmente. Lei e la sua compagna di banco, Elizabeth, erano distratte due ore no e una sì, ogni giorno. Durante l'ultima ora, l'ora di educazione fisica, lei e i suoi compagni non fecero praticamente nulla, ma rimasero solamente lì seduti nel campo a parlare e sparlare come erano soliti fare. La cosa peggiore, la sensazione peggiore che Paige aveva era quella di sentirsi sola seppur in compagnia delle compagne di classe con le quali aveva un buon rapporto. D'altronde, come tutte le classi, nella sua vi erano un po' tutti i soggetti tipici che possono trovarsi in una classe, vale a dire i due ragazzi amanti del rock, il ragazzo amante del rap, i due ragazzi popolari, il ragazzo secchione, i due ragazzi videogames-maniacs, il più carino della classe, le due ochette, l'ipocrita che sta un po' con tutti, le due pettegole, la ragazza tutta piercing e sigarette, la ragazza sportiva, le tre ragazze mediamente normali e lei. Inutile negare che fin dal primo giorno di scuola del primo anno, Paige si era presa una cotta per Alex, il più carino fra tutti. Alex, il ragazzo che nel primo anno era sempre timido, sempre con la testa poggiata sul banco a dormire, che dal secondo in poi si era trasformato in un ragazzo convinto e consapevole di essere bello. Purtroppo e perfortuna, non si può mai detenere il controllo su una persona a tal punto da impedirle di cambiare. Anche se spesso ciò porta soltanto esiti negativi. Erano passati ormai tre mesi da quello che la ragazza dai capelli biondo cenere e gli occhi cangianti - tra il verde e il sabbia- aveva sentito dire al gruppo di ragazzi. Mentre le altre ragazze erano intente a chiaccherare, lei se ne stava in disparte con lo sguardo sognante. Sì, non se le era immaginato. Era proprio successo due giorni fa che, per sbaglio, la sua compagna di banco aveva unito le parole "Guarda", "chi", "ci", "è", "Alex", dando una gomitata. Ormai lo sapevano tutti. E' vero che a Paige inizialmente piacesse Alex, ma con il tempo la cosa si era affievolita. Era solo un bel ragazzo, tutto qui. Nulla che la facesse trascorrere le notti insonne, a piangere e disperarsi sul suo amato cuscino. Ma era qualcosa che altri non riuscivano a capire. In quella stessa ora di educazione fisica, accadde qualcosa che le fece stringere il petto. 
«Ti piace?» diceva una delle pettegole ad Alex. Sì, era ovvio che stessero parlando di lei. Insomma, l'avrebbero guardata altrimenti?!
«Ma per me può anche morire», concluse quello gesticolando. Delle risate risuonarono in tutto il cortile, risate che Paige non riuscì ad evitare di sentire. 
Se c'è una cosa che non vi ho detto, ma che adesso sembra talmente ovvia, è che Paige era molto timida. Solo con il tempo riusciva ad instaurare un rapporto degno di essere chiamato tale, ma non sempre le persone amavano aspettare. Le amicizie che aveva creato in quella scuola, in quella classe, erano finte. Tutto il suo intero mondo da adolescente era una finzione. Eppure, una cosa la sapeva. Era il secondo anno di liceo, quello, ma qualcosa sarebbe dovuta cambiare. Non lei, ma l'opinione che gli altri avevano su di lei. Non l'avrebbe fatto per gli altri, l'avrebbe fatto per se stessa.


Ed ecco il primo capitolo, dopo moltissimo tempo. Fortunatamente l'idea originale non l'ho dimenticata, ma questo non era comunque il capitolo che ho sempre avuto intenzione di scrivere. Forse potrebbe venir considerato un secondo prologo, in fatto di lunghezza, ma spero solo che possa ricevere delle recensioni e mi scuso in anteprima per la lunghezza del post che non ho nemmeno avuto il tempo di controllare! Spero vi piaccia comunque, perché ha riafforato molti ricordi in me.
  
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