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Autore: _Firestorm_    26/09/2013    1 recensioni
Una lettera che fa riaffiorare vecchi ricordi dimenticati costringerà una donna a fare i conti con il proprio passato. Solitudine e rabbia, orgoglio e amore: il tentativo di Erza Knightwalker di capire perchè è diventata la donna spietata che tutti conoscono.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Knightwalker, Mistgun, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scalata (parte 1)
 


 
Gerard si svegliò in seguito ad uno scossone particolarmente violento.
“ Il turno di guardia… deve essere l’ora. Ma.. aspetta è mattina, mi sono addormentato come uno scemo” pensò.
<< Si sbrighi abbiamo già perso troppo tempo per oggi. Partiamo immediatamente. >> disse Erza per poi voltarsi, riprendere a fare i bagagli e cancellare le tracce del loro accampamento.
<< Buon giorno anche a te… >> mormorò il ragazzo.
 
Dopo qualche minuto erano già in marcia sotto il sole. Sarebbe stata una giornata caldissima a giudicare dalle temperature, già alte di prima mattina, e ovviamente non c’era una nuvola né un albero sotto cui ripararsi dal sole.
In tarda mattinata, come predetto il giorno prima da Erza, arrivarono al villaggio: il guado era a poco più di un miglio di distanza ma per arrivarci senza essere visti era necessario passare tra i canneti bruciati dal sole lungo il greto del fiume.
“La distanza è minore di quanto mi aspettassi. I viaggiatori qui sono molti ma non voglio rischiare, aspetteremo la notte per passare il guado e domani andremo a marce forzate. Già che ci sono potrei fare un salto al villaggio, così non avrò LUI tra i piedi e potrò studiare al meglio il percorso in tutta tranquillità” pensò Erza dopodiché si guardò intorno e, individuato un luogo abbastanza nascosto disse:
<< Io vado in città, lei mi aspetti lì tra quegli alberi. >>
<< Finalmente ti degni di rivolgermi la parola! Sai non è affatto piacevole essere ignorati dal momento che stavo cercando di…>>
<< Ho detto mi aspetti tra quegli alberi tornerò stasera prima del tramonto, passeremo il guado stanotte >>
<< Che cosa ci vai a fare per un giorno intero in un villaggio di… quante saranno… 50 persone? >>
<< Cerco informazioni >>
<< A proposito di cosa se mi è permesso chiedere? >>
<< I passi in montagna potrebbero essere chiusi se ha nevicato di recente e in tal caso sarebbe inutile attraversare il guado, dovremo prendere un percorso totalmente diverso. Dal momento che non ho voglia di perdere tempo per poi dover tornare indietro mi informo prima, si chiama “prevenzione” >>  ribatté scocciata lei.
<< Credo che dovremmo parlare. Di ieri. >>
<< Non ho nulla da dire >> e con questo si incamminò verso il villaggio.
 
<< Maledizione, perché deve sempre fare così? Che cosa le costerebbe comportarsi come una persona normale? Mica ho ucciso nessuno infondo…>> disse Gerard tirando un pugno ad un albero per la rabbia.
Parlava da solo si. No non stava impazzendo ma era l’unico modo che aveva per sfogarsi dal momento che l’atteggiamento di Erza lo mandava letteralmente al manicomio. “Non mi sembra di chiedere chissà che alla fine, vorrei solo un chiarimento su quanto successo ieri sera. Perché ha reagito in quel modo?”
In risposta ai suoi tentativi di iniziare una discussione Erza si era chiusa a riccio e l’aveva palesemente ignorato ogni volta che aveva provato ad aprire bocca. Era tremendamente frustrante come situazione e poi, ciliegina sulla torta, l’aveva mollato in mezzo ad un dannatissimo boschetto come un moccioso per andare al villaggio e stargli alla larga.
Stando lì nascosto tutto il giorno e senza nulla da fare era impensabile per Gerard, si sarebbe annoiato a morte, quindi decise di andare a fare un giretto nei dintorni tanto lei non se ne sarebbe potuta accorgere: a malapena si era girata per vedere se stesse tenendo il passo quella mattina.
Dopo aver vagato senza meta per una decina di minuti il ragazzo sentì delle voci poco lontane da lui così si acquattò dietro un cespuglio cercando di non farsi sentire:
<< Avete saputo qualcosa da palazzo? >>
<< No. Le trattative sembrano essere ancora in corso, aspettiamo gli ordini da Khalarg e attacchiamo direttamente la capitale.>>
<< Teniamoci pronti potrebbe accadere da un momento all’altro >>
Tre uomini, a giudicare dal numero di voci, stavano discutendo di un attacco ordinato da Verton. Gerard cercò di capire se dicessero qualcos’altro ma si rese conto che gli uomini si stavano separavano, così indietreggiò e tornò velocemente verso il punto di ritrovo.
“Erza deve sapere che cosa sta succedendo, subito! Dobbiamo avvertire Lily” pensò.
 
Arrivato al fiume, Gerard si rese conto che sarebbe stato riconosciuto non appena qualcuno l’avesse guardato in faccia: prima di tutto per il tatuaggio poi perché alla fine era pur sempre il re e un sacco di persone l’avevano visto. Decise di rimediare imbrattandosi un po’ la faccia di terra e coprendo l’occhio destro e i capelli con una fasciatura di fortuna dopodiché attraversò il fiume e entrò nel villaggio. Chiese a varie persone se avessero visto una donna che era arrivata da sola qualche tempo prima ma nessuno gli rispose finché una vecchietta gli indicò i campi. Mentre si affrettava a raggiungere Erza si accorse che tutti lo guardavano incuriositi.
“Devo proprio avere un aspetto stravagante” pensò.
Ad un certo punto la vide, appoggiata ad una staccionata, girata verso le montagne. Una volta che si fu assicurato di essere solo con lei Gerard la chiamò:
<< Erza >>
Nel sentire la sua voce la donna sobbalzò, riscuotendosi dai suoi pensieri.
<< Che diavolo ci fai qui conciato in quel modo? Ti avevo detto di restare nascosto ma non sia mai che tu mi dia retta… >>
<< Ero rimasto lì ma mi annoiavo e sono andato a fare un giro nel bosco. Ho sentito delle voci, uomini che aspettano ordini da Khalarg per attaccare la capitale. È questione di tempo prima che si accorgano che siamo fuori città, dobbiamo avvertire Lily. Se attaccano la città sarà una strage.>>
<< COSA? Non va bene, per nulla!… Dobbiamo sbrigarci, ormai ci hanno visti quindi partiamo subito non ha senso aspettare stasera. Non seguiremo i sentieri quindi dimentica la mappa finché non saremo nei pressi di Berg. Tu vai costeggia questo bosco finché non arrivi al fiume poi segui il sentiero, è poco più che una pista ma non lasciarlo. Arriverai in una radura e troverai un sentiero che sale sulla destra seguilo fino in cima io ti raggiungo lì. Adesso vai, subito! Io avviso Lily.>>
<< Ma… >>
<< Niente ma, vai! >>
Gerard fece qualche passo poi si voltò e le disse:
<< Sarà meglio che tu mi raggiunga o verrò a riprenderti anche all’inferno. Guai a te se vai a cercare quegli uomini Erza, guai a te! Non posso fare questo viaggio da solo: non so cacciare, non so dove andare… ho bisogno di te. Tutti abbiamo bisogno di te. Sei l’unica persona che può portarmi ad Asmodea, abbiamo bisogno di loro Erza e nessun’altro può aiutarmi adesso. >>
<< Non lo farò, ma datti una mossa! >> disse lei, dopodiché corse verso il villaggio. Aveva dei contatti che le consentivano di mandare messaggi praticamente ovunque in totale segreto e intendeva usarli per avvertire Lily.
 
Quel viaggio in solitaria era un incubo. Gerard era quasi sicuro di essersi perso: pur avendo seguito le indicazioni di Erza alla lettera, la radura non appariva malgrado stesse percorrendo quel sentierino da parecchio tempo.
Dopo parecchio tempo intravide uno spazio illuminato tra gli alberi:
<< Finalmente! Adesso si tratta solo di trovare un altro sentiero e di… scalare una montagna. >>
Nel seguire il sentiero con gli occhi Gerard si accorse che quella che Erza aveva dipinto come una passeggiatina in realtà era un suicidio per uno come lui. Non era abituato a simili scarpinate e temeva di non riuscire ad arrivare in cima.
“Con calma, ce la devo fare, partire veloce e fermarsi a metà non è una buona idea.”
Molte, troppe, ore di cammino separavano il ragazzo dalla meta ma nonostante i crampi alle gambe continuò ad andare avanti. Ad un certo punto si accorse di essere arrivato a metà del percorso ma era quasi il tramonto oramai e di Erza nemmeno l’ombra; non sapendo cosa fare decise di accamparsi su un albero per maggior sicurezza, di accendere il fuoco non se ne parlava era praticamente allo scoperto e poteva essere visto, quindi tentò di scalare l’albero.
 
Molte, dolorose, culate dopo….
<< Oddio e pensare che domani devo addirittura scendere… ma chi me l’ha fatto fare… >> disse poi si sistemò su una forcella tra i rami in modo tale da non cadere.
Quando iniziò a sentire i lupi ululare e qualcosa che si muoveva li vicino però tirò un sospiro di sollievo.
“Ritrovarsi qui nel bosco comunque è impensabile, dovrò proseguire da solo anche domani, ci ritroveremo in cima al passo non c’è altra soluzione. Chissà come sta Erza. Cioè se le sa cavare a differenza mia in queste situazioni ma mi chiedo se stia bene. Spero non abbia cercato quegli uomini…” pensò, dopodiché crollò addormentato.
 
Dopo essere rientrata al villaggio Erza entrò nella locanda e chiese di un certo Chris. L’oste la portò da lui e la donna consegnò il messaggio da spedire. Uscì dalla locanda forzandosi nel mantenere un passo normale ma appena fu fuori nei campi iniziò a correre. Non si fidava a mandare in giro Gerard da solo, non sapeva come cavarsela era cresciuto in un palazzo servito da tutti quindi le regole base della sopravvivenza in luoghi selvaggi non le conosceva manco per sentito dire.
“ Il bello è che nonostante quello che è successo ieri sera continuo a preoccuparmi per lui.
Non potrebbe mai funzionare, nemmeno se provassi qualcosa. Tanto per cominciare non sono una principessina smielata e dolce come lo zucchero, la mia famiglia non è nobile e sono un soldato. Figuriamoci se funzionerebbe. Perché proprio io? Con tutte quelle che gli ronzano intorno e non aspettano altro che essere notate… perché doveva baciare proprio ME?” persa in questi pensieri Erza continuò a correre finché il sole non tramontò poi fu costretta a fermarsi, salì su un albero e cercò di riposarsi qualche ora: sarebbe ripartita il mattino seguente sul presto in modo tale da fare un bel po’ di strada al fresco.
“Chissà dove si sarà cacciato… se si fosse perso sarebbe un casino, dovrei andare ad Asmodea da sola e le possibilità che la regina ci aiuti diminuirebbero… i sovrani preferiscono sempre trattare con qualcuno che abbia il loro stesso rango altrimenti raramente si degnano di ascoltare.
Spero che mi aspetti al valico e che non faccia sciocchezze.”
 
Erza si addormentò non notando la figura appollaiata su un ramo appena una ventina di metri più a destra.
 
 
 
 
Stanza imbottita dell’autrice:
Aiuto…. Questo capitolo è stato un parto, l’avrò riscritto 5 o 6 volte e ancora non sono del tutto convinta ma sono già in ritardo cronico ________T^T______ sumimasen *offre pomodori*
L’ispirazione per questa parte non c’era proprio ma superati i prossimi due o tre capitoli sarà più facile.
Eh beh… Gerard mi sa tanto di imbranato in questa situazioni e scommetto che adesso mi odia perché non solo si è preso picche ma ha battuto anche tante culate ed è stato abbandonato :’(
Vabbè, spero vi piaccia, bacioni!
_Fire_
  
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