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Autore: Dro    27/09/2013    3 recensioni
Donne e uomini che tra nascondere il volto o frustrare il corpo scelgono la seconda opzione.
Madri e padri che per proteggere i propri figli sono disposti ad abbandonarli.
Fratelli ed amanti che per stare insieme vengono divisi fisicamente e spiritualmente.
In un gioco delle parti che trova sempre il suo centro, tra coloro che sono stati costretti a scegliere la vita di traditori fedeli, Shun d’Andromeda deve decidere se accettare ciò che è realmente o continuare a nascondersi dietro le sue paure.
Saint ed amazzoni devono appianare le loro divergenza e formare un’alleanza per la battaglia decisiva.
Attenzione: i protagonisti dovevano essere Shun d’Andromeda, Ikki di Phoenix, Hyoga di Cingus, sorpresa e altro personaggio, ma sono imbranata e non sono riuscita a selezionarne più di uno… Quindi vi prego di non giudicare le mie capacità informatiche, ma di leggere la storia (è la prima che scrivo qui). Spero che vi piaccia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Note dell’autrice: ok lettori, siete pronti ad un  nuovo delirante capitolo? Spero di sì… ringrazio sepre Crystal eye Averyn lady Tsuky e Walli… Cry mi ha fatto notare che è un po’ strano passare da “la meretrice è nelle cucine” a quello che ho scritto in “pateticamente maturo” e ringrazio tutti coloro che lo hanno letto!!! Siete fantastici… ok vi ho disturbato fin troppo, buona lettura (spero).
 
Fiducia
 
Le ragazze si erano aiutate a vicenda per indossare quelle tovaglie che Jason aveva avuto il coraggio di chiamare chitoni. Hyoga vestito come loro le aspettava fuori. Shun lo salutò preoccupata. Avevano passato la mattina ad allenarsi  e a discutere su come pronunciare il primo discorso al senato. Esmeralda  voleva le cose in grande stile, Seika desiderava qualcosa di tradizionale, Hyoga aspirava a convincere tutti di meritarsi quel ruolo e Shun fondamentalmente non aveva alcuna intenzione di entrare. Intanto nessuno di loro aveva scritto nemmeno una riga di ciò che avrebbe detto.
Sfilarono l’uno dietro l’altra per le vie della città. I bambini li additavano. Le amazzoni più grandi prendevano le matricole vicino a loro e indicando la delfina dicevano “Quella è la campionessa record”.
Quanto odiava tutte quelle attenzioni. Era riuscita a non farsi mai vedere alle ore del giorno più affollate.
Ogni tanto Esmeralda le diceva di tenere la testa alta, ma lei non sentiva.
Quando entrarono nel senato a Seika,che di solito era la più composta, scappò un clamoroso “Wow”.
La sala era tutta rosso ed oro, i sedili erano posti a semicerchio e dovevano contenere più di trecento amazzoni anziane…
Shun si bloccò un istante. Le poltrone erano gremite di donne sopra la cinquantina vocianti, e lei, che non aveva un terzo dell’età di molte di quelle donne, avrebbe dovuto comandarle? Esmeralda le diede una leggera spinta e la ragazzina finalmente si mosse fino al posto che di solito spettava alla regina delle amazzoni. Attorno a lei si sedettero i gemelli russi e Seika si accomodò appena sopra. Jason arrivò con Sion, Afrodite ed Aiolaos che portavano corone d’alloro e con esse incoronarono i quattro della squadra α jr. Poi Jason mise a Shun un anello. Il simbolo del potere. Due delfini che si inseguivano sul filo di metallo che simboleggiava il mare.
I ragazzi finalmente si sedettero ed un lunghissimo applauso li accolse.
Poi uno alla volta tutti e tre si alzarono per parlare. La prima fu Seika, che sembrava volesse vendere un prodotto per la casa. Poi toccò ad Esmeralda, che si ingarbugliò più volte, ma alla fine non fece proprio un pessimo discorso. Il penultimo fu Hyoga. Il suo discorso fu deciso, appassionato, a volte persino toccante. Quando con enfasi esclamò: - Io sono uno di voi perché voglio esserlo, non perché lo ha deciso mia madre…- lei capì cosa doveva fare.
Gli applausi per lui non furono molti e Hyoga tornò a sedersi deluso. Shun gli disse prima d’alzarsi: – I grandi non sono mai compresi ai loro tempi…-
La ragazza si alzò affacciandosi sul pubblico. Gli applausi divennero subito fragorosi.
- Grazie… grazie!- disse fermando gli applausi. Con tono calmo disse: – Vorrei, se la gentile assemblea mi permette, chiarire subito un fatto.- fece una pausa per enfatizzare – Io non sono qui per prendere il posto dell’attuale regina. Io sono qui per adempiere ad un compito affidatomi da voi.-
Una fragorosissima ovazione proruppe.
- Non voglio, però, che l’ordine dimentichi per che cosa è nato. Noi non siamo giudici, noi diamo nuove opportunità a chi non ne ha, noi aiutiamo i discriminati a vivere nell’uguaglianza e nel rispetto reciproco!!!-
Nuovo applauso.
- Siamo eterogenei, non badiamo alle caratteristiche somatiche, alla religione o a qualunque altro elemento di discriminante… li ignoriamo tutti tranne uno…-prese fiato per poi esclamare -Perché continuiamo a discriminare gli argonauti? Perché oggi in mezzo a voi vedo così pochi uomini? Ci poniamo al livello di chi ci discrimina se noi stessi classifichiamo le persone in base al sesso…-
Nella sala calò il silenzio.
- Io voglio per le amazzoni un mondo in cui regnino l’uguaglianza e la giustizia! Anzi, io lo voglio per tutti gli esseri umani, perché, forse non serve ripeterlo,  siamo tutti uguali!!!-
Il pubblico reagì piano questa volta, ma l’applauso aumentò di volume fino a diventare scrosciante con urla formidabili che affermavano “Lunga vita alla delfina ed i suoi ministri!!!”
Lei fece riavvicinare Hyoga, gli prese la mano e la sollevò trionfante. Le grida non si fermavano, gli applausi continuavano, qualcuno lanciò anche dei fiori.
Sion diede una gomitata a Jason. - È una macchina politica…-
Alla fine non rispettarono i tempi per la lettura dell’ordine del giorno.
 
La ragazzina dai capelli verdi guardava il mezzo busto di una statua che raffigurava una vecchia. Il museo era tutto per loro. Nessuno le avrebbe disturbate, Seika lo sapeva.
- Quella è una sibilla…- informò la compagnia sollevandola dai pensieri in cui era assorta…
- Sì…- rispose l’altra -… lo hai visto il quadro sui paesaggi irlandesi?-
- No, dove lo hai visto?- domando l’altra incuriosita.
- Vieni, te lo mostro…-
La situazione era paradossale, sapeva che tra tutte le sue compagne l’unica che sarebbe venuta con lei a vedere un museo era Shun. Comunque, le sembrava strano essere lì con quella ragazza tanto sorridente.
La seguì passarono per varie stanze, la ragazzina non sembrava notare il fatto che erano sole o che molte di quelle opere si trovavano in musei diversi.
Il fregio del Partenone era al British Museum, invece la Nike era al Louvre, e per finire il ratto di Proserpina di Bernini era a Roma, lo sapeva, ed era sicura che lo sapesse anche la sua compagna che continuava a guardare dritto come se sapesse perfettamente dove stava andando.
Improvvisamente Shun si fermò ed indicò un quadro vicino alla sua destra. Mostrava una grande distesa verde con un immenso arcobaleno che finiva in una grande pentola d’oro con accanto un omino verde.
- Ma questa è…-
- È la rappresentazione  della leggenda irlandese del lepricauno… la conosci?- spiegò la ragazzina in tono molto da scolaretta.
- No, di che parla?-
- La leggenda dice che quando qualcuno raggiungerà la fine dell’arcobaleno troverà una pentola piena d’oro che è del lepricauno, ma la mia leggenda preferita sull’arcobaleno è un’altra…-
- Quella del passaggio per il regno degli Asi?-
- No, quello della messaggera di Zeus ed Era che correndo lascia dietro di sé la scia che annuncia la fine della discussione tra gli sposi celesti.-
Shun si girò verso Seika sfoggiando un sorriso a trentadue denti…
- Bello…- commentò l’altra tornando a guardare il quadro, - … che strano, sembra che la notte si avvicini, nel quadro intendo, e che vicino al lepricauno ci sia un’arpa. Tu che ne pens…-
A quel punto se ne accorse. La ragazzina aveva i capelli lunghi, più lunghi di prima di tagliarseli. Quella non era la realtà, sapeva, sentiva che quella era Shun, ma allo stesso tempo sapeva che non era la ragazzina che conosceva.
- Tu ti sacrificasti per prima, lo sai?- le chiese l’altra.
- Shun, tu…-
- Te ne sei accorta, non è vero? Ascolta, le prime a decidere di negare se stesse per ampliare i propri poteri per proteggere il nuovo equilibrio foste Iride, Mnemosine, Nyx e cioè tu… so che non te lo ricordi… il che è un po’ ironico, non trovi?-
Seika la guardava senza capire.
- Ora ascoltami bene, hai tutte la informazioni che ti servono per trovare il primo ciondolo, il ciondolo di giada viola… tu sei il messaggero artistico della notte. Non ti preoccupare, sei solo la prima ad attivarti della quinta generazione, non sei sola, aspettaci.-
- Aspetta!!!- urlò l’altra venendo catapultata in una misteriosa oscurità. Poi aprì gli occhi svegliandosi e risvegliando tutto il dormitorio.
- Ma che ti prende?!!- esclamò Esmeralda catapultandosi in camera sua e di Euridice.
- Sono il messaggero artistico…- rispose l’altra laconica, guardando stravolta la delfina delle amazzoni oltre la biondina.
 
I saint non sapevano come organizzarsi, di attaccare le amazzoni era escluso, non sapevano nemmeno dove fossero, e di nuovi nemici neanche l’ombra. Seiya era isterico, sembrava un animale in gabbia. Ikki si divertiva con Shiryu a guardarlo scorrazzare per la casa iperattivo, si metteva persino a pulire per passare la giornata, suscitando l’ilarità di tutti.
In quel momento persino Death Mask si stava divertendo a prenderlo in giro mentre il saint di Pegasus puliva uno scaffale della biblioteca. Era un modo per sfogare la tensione.
Improvvisamente Black fece irruzione nella stanza.
- Presto, venite!!! Le amazzoni chiedono una teleconferenza con noi!!!-
I due saint di bronzo a terra si guardarono perplessi, mentre Seiya perdeva l’equilibrio e cadeva rovinosamente a terra.
Death Mask fu il primo a correre verso la sala della comunicazioni, seguito dagli altri quattro.
Tutti i saint arrivarono lì in quel momento. Ikki guardò il maggiordomo di Saori con rabbia. Lo aveva evitato tutti i giorni, da quando aveva visto quel video. Si domandava cosa lo frenasse dallo schiacciargli la testa contro il muro. Forse era la voglia di vendicarsi.
Tatsumi fece partire la comunicazione. Le prime immagini erano quelle di visi di ragazzine mezze addormentate. Due erano le gemelle che avevano conosciuto pochi giorni prima, Alexia e Mascia. Poi riconobbero Seika e capirono che la persona bionda accanto alle due rosse doveva essere Hyoga.
Saga apparve da dietro il muro delle ragazze e spostò Alexia indietro.
- Salve, ragazzi, volevo ricambiare il favore che Saori mi fece quando arrivaste al grande tempio…-
Esmeralda tossicchiò un “Idiota”.
- …il primo ciondolo del risveglio si trova in Irlanda, e noi andiamo lì. Voi avete bisogno di noi quanto noi abbiamo bisogno di voi…-
Alexia esclamò: – Noi abbiamo il cacciatore ed il messaggero, voi il guerriero ed il fabbro!-
Hyoga la guardò come per dire “Non dire stupidaggini”, ma non commentò.
- Sappiamo che sapete cosa vuol dire, voi avevate il libro prima di noi… quindi vi chiedo una pausa per… - proseguì Seika.
Saori in quel momento intervenne. Ikki vide distintamente la mano di Hyoga serrarsi su un pezzo di carta e cominciare a congelarla.
- Voglio parlare con la regina!!!-
Alexia tornò davanti e fece spostare tutti. Spostò indietro una ciocca rossa.
- La regina delle amazzoni non c’è, io sono la delfina ed attualmente…- mostrò l’anello della reggenza - … ho il comando dell’ordine.-
Dohko rise sotto i baffi.
- Ridi, ridi…- commentò la ragazzina – Io intanto con un ventesimo degli anni tuoi ho già sconfitto due immortali più di te da sola.-
L’uomo rimase immobile.
- Allora… non sappiamo dov’è la pietra, ma possiamo trovarla. Parlando francamente, questa non è una vera e propria alleanza. Ad entrambi i gruppi occorre sapere se è necessaria la presenza di tutti i componenti della quinta generazione.-
Ci fu un attimo di silenzio. Quella ragazza aveva ragione, Saori lo sapeva, ma sapeva anche che se i suoi sospetti erano fondati lei non sarebbe più stata nessuno.
Fu Aldebaran a rompere gli indugi.
- Non abbiamo molte alternative…-
La ragazza fece un sorriso a mezza bocca.
- E se fosse una trappola?- chiese Shiryu.
Hyoga si sporse. – Fidati, se volevamo farvi fuori lo avremmo fatto prima.-
- Accettiamo…- terminò Dohko – ma non vi aspettate che vi salviamo se sarete in pericolo…-
La delfina delle amazzoni rise – Odio le “donzelle in pericolo”!-
La comunicazione si chiuse. Ikki rimase imbambolato di fronte allo schermo. C’era qualcosa di familiare in quella voce infantile della delfina, l’aveva sentito anche quando aveva cantato per sua sorella.
Seiya improvvisamente sbottò – Ma cos’è la quinta generazione?-
- Dobbiamo prepararci al peggio, io non mi fido…- disse Death Mask.
- Io so chi contattare…- affermò Shaira decisa.
 
Saga sospirò. – Ora prepariamo armi e bagagli…-
- A proposito!!!- esclamò Esmeralda – Quando toglierete a Shun il sigillo?-
- Non lo toglieremo…-
- Come?- chiese Hyoga che era già partito verso la porta.
- È perché non sono controllabile?- domandò la Shun.
Saga la prese per le spalle  e la guardò negli occhi – No, cioè anche… il vero problema è che il tuo corpo non regge bene la linfa divina, guarda il tuo braccio, non possiamo rischiare che l’erede del fulmine muoia.-
- Sarebbe uno spreco, giusto…- commentò la ragazza divincolandosi.
- Fermati!!!- le ordinò lui – Forse Jason ti vede come un’arma, ma io no, e mi fido di te…-
- Sì, certo!!!- rispose lei ironica.
- Tieni… e dimmi se non è vero!-
Saga teneva in mano il ciondolo di Hades e il pugnale della notte di sangue. Shun rimase immobile, mentre lui rimetteva il ciondolo in un sacchetto rosso e gli dava in mano i due oggetti.
- Come hai convinto…-
- Non ho convinto Jason, anzi, lui non lo sa, ma Sion la pensa come me.-
Shun prese ciò che suo padre le stava porgendo. Le mani le tremarono. Quello era un atto d’affetto vero, e non lo aveva compiuto né un suo compagno né suo fratello.
Una lacrima le rigò la guancia ed abbracciò Saga.

 
  
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