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Autore: LORIGETA    27/03/2008    15 recensioni
Era disperata, da giorni Goten non si faceva sentire e l’ultima volta dopo aver fatto l’amore avevano litigato. Confessandogli i propri timori il ragazzo era impallidito. “Sei in ritardo?” le aveva chiesto quasi soffocando e subito dopo con una scusa si era dileguato. Da allora niente, nemmeno una telefonata.
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Valese
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Una moglie per Goten.

 

 

 

 “Accidenti speriamo che non sia Vegeta alla porta, fortuna avevo azzerato l’aura e non dovrei correre rischi.” Goten non osava immaginare la reazione del principe se lo avesse scoperto completamente nudo in camera della figlia, solo per un attimo la mente fu sconvolta dalla visone dell’ orrenda fine che gli avrebbe designato.
Il mezzosangue cercò di rimanere immobile malgrado fosse claustrofobica quella nicchia buia e stretta, gli mancava l’aria chiuso dentro all’ armadio e i vestiti appesi alle grucce gli solleticavano il naso facendogli temere un’ improvvisa voglia di starnutire.     
“Sbrigati Bra …liberati dello scocciatore.” Pregò a mani giunte madido di sudore.
La ragazza indossò una vestaglietta color fucsia e in un baleno riuscì a sistemare le lenzuola del letto che avevano spiegazzato con i loro movimenti passionali.     
Con il cuore che le pulsava in gola aprì la porta e rimase sbalordita nel vedere il volto della madre che le sorrideva nell’oscurità.
“Ehm, Mamma?” presa in contropiede si impegnò a fingere un certo buonumore cercando di controllare la stizza che le ribolliva nel sangue.
“Disturbo tesoro?” chiese la donna con tono palesemente divertito, sicuramente doveva dirle qualcosa di importante e non stava più nella pelle.   
“No, vieni pure, stavo leggendo un libro.” la figlia le fece segno di accomodarsi e si scostò leggermente: provava un’ incontenibile desiderio di inveirle contro, se intendeva farle perdere tempo a raccontarle qualcuna delle sue geniali invenzioni aveva sbagliato serata, l’avrebbe liquidata in fretta e furia.
“Oh cara, sapessi mi viene troppo da ridere.” riprese a parlare la donna scotendo la testa,
“Ti consiglio di sederti, ho una notizia bomba.” continuò mentre lei la guardava perplessa senza capire.
“Una notizia? Non dirmi che papà ti sposerà finalmente? “ domandò Bra con sarcasmo mangiucchiandosi un’unghia, almeno si fosse decisa a raccontarle la news e poi avesse girato i tacchi, voleva tornare fra le braccia di Goten.  
“Ho appena parlato con Chichi, è furiosa! Sapessi cos’ha combinato il nostro playboy!”
La ragazza sbatté le ciglia frastornata, parlava di lui ovviamente.
“Goten? Cos’ha fatto?”  si appoggiò con la schiena al muro e sbiancò improvvisamente, si stava mettendo male, ma soprattutto le cedevano le gambe.
“Ti riferisci a lui vero?” quella domanda apparve inutile! E di chi altro poteva essere? Era del giovane viveur che di solito si spettegolava all’ora di pranzo o durante una pausa sorseggiando una tazza di te tra un pasticcino e l’altro.
L’argomento: vita senza troppe regole era tra i più gettonati come pure quello del suo hobby preferito o meglio correre dietro alle gonnelle.
“Stavolta l’ha fatta grossa o Kami che casino!”  sembrava che Bulma non riuscisse a smettere di ridere mentre la figlia quasi venne colta da un malore, si tormentò una ciocca di capelli e barcollò prima di riuscire a parlare.  
“Dimmi cos’ha fatto quel lavativo!” sbottò accecata dall’ira.
Se si trattava di qualche guaio con una donna giurò a se stessa di tagliargli le palle! Lo avrebbe evirato con le sue stesse mani.  
“Tesoro ti senti bene? Se viola in faccia!”  le parve strano che fosse così sconvolta, perché se la prendeva tanto per il Son? La vedeva agitata, ansiosa, arrabbiata.
“Raccontami tutto!” urlò la principessa colpendo il comò con una mano e facendo traballare i numerosi oggetti che v’ erano posti sopra.
“Porca la miseria sono rovinato!” Goten deglutì giacché grazie al fine udito aveva ascoltato ogni singola parola del loro discorso e adesso stava battendo i denti.
Come si sarebbe giustificato? Come poteva spiegarle che non amava Valese e non desiderava quel bambino senza passare per un essere spregevole!?
“Boh, eppure sono stato attento, ma come ha fatto a restare incinta? Non le sono mai venuto dentro.” Trasalì all’urlo che sopraggiunse dall’esterno, Bulma di certo l’aveva informata della tragedia, ora doveva prepararsi al peggio.
“NO che sfiga! Perché mia madre non tiene mai la bocca chiusa? Cosa le dico adesso?Dove la trovo una scusa che non sia patetica? E se fa qualche cazzata tipo aprire l’ anta dell’armadio e mettersi a urlare ? E se arriva Vegeta? Oh Dende dammi una mano sono nella merda fino al collo.”  poteva udire la sua voce spezzata dallo sgomento, dal dispiacere, dal dolore, stava per dare il via ad una scenata tremenda ne era certo.
“Mi dispiace piccola, io ti amo davvero e non volevo farti del male. Al diavolo ma perché è successa una cosa del genere? Io non voglio sposare Valese!” nell’oscurità di quello stretto nascondiglio Goten frenò a stento una lacrima, non poteva fuggire in eterno, prima o dopo avrebbe dovuto affrontare le proprie responsabilità.
“Che bastardo!Che schifoso! Che verme!”  folle di rabbia Bra aveva visto crollare tutti  i suoi sogni, la consapevolezza di essere stata ingannata le lacerava il cuore, quel maledetto doveva pagarla, aveva messo incinta quella smorfiosa e poi era venuto a cercare lei per fare l’amore.
Vendetta, vendetta, vendetta.  
La scienziata la fissò impensierita e si domandò cosa stesse succedendo.
Per quale motivo era così incollerita? Non si aspettava una simile reazione, possibile che fosse gelosa?
“Bra, dimmi la verità, cosa c’è tra te e Goten?”  la giovane rispose con impeto, le labbra strette e il volto ormai bagnato dalle lacrime.  
“E’ un bugiardo, un ipocrita, un maiale…lo odio!”  la donna sentì il cuore balzarle in gola, dunque c’era da preoccuparsi seriamente: era palese che la ragazza si fosse  innamorata di lui.
La principessa meditò per qualche istante, poi sulla sua bocca si delineò un ghigno inquietante.
“Dov’è papà?” chiese sottovoce.
“Mmmh…credo sia ancora ad allenarsi, oggi era piuttosto nervoso.” spiegò la madre cercando di non farsi prendere dal panico intuendo cosa volesse fare.  
Cosa stava tramando nella testolina azzurra? La vide uscire di corsa, rossa dalla rabbia e si fermò a sbirciare sulla soglia.
Come aveva supposto si stava dirigendo verso la camera gravitazionale!
“Ehi, cos’è tutto questo silenzio? Dove sono finite Bra e Bulma?” il Son non fu in grado di fornirsi una risposta, spinse leggermente la porta e osservò la stanza dalla fessura, la signora Brief aveva un ‘espressione preoccupata e con sommo terrore la udì pronunciare il nome del compagno.
Passò solo un attimo prima che il mezzosangue balzasse fuori dall’armadio e le strappasse un urlo.
“Go-Goten! Tu, tu ..dannatissimo depravato!” rapida come un fulmine, Bulma agguantò un vaso e gli centrò in pieno la testa facendolo vacillare.
A malapena lui respirava per l’imbarazzo, tentava di coprirsi la parte intima con una mano e con l’altra di afferrare i pantaloni per rivestirsi, ricordava di averli imboscati sotto il cuscino della poltrona. 
“Non è come pensi, giuro non abbiamo fatto nulla è solo un malinteso…”  magari gli avesse creduto, lo stava mettendo in difficoltà da tanto urlava, lo immaginava addosso alla figlia a fare i suoi porci comodi con il rischio di metterla incinta.
“Mi spiace di non aver più tempo per discolparmi, ma è meglio che vada, mi sembra di sentire dei passi.”  Veloce come la luce infilò i blue jeans, calzò le scarpe e si lanciò verso la finestra, ma si voltò prima di librarsi nelle tenebre e parlò a gran voce.
“Dille che l’amo da morire, che mi dispiace, sono sempre stato sincero con lei.”
“Sei un pervertito!” ringhiò Bulma , ma lui era già sparito nelle profondità del cielo.

 

 

**********

 

Volavano velocissimi nella quiete della notte uno affianco all’altra, percepiva  nettamente quanto fosse adirato, avevano perlustrato varie volte la pianura fino ai grandi laghi e ora sembrava intenzionato a dirigersi verso la distesa oceanica seppure fosse molto tardi e le forze cominciassero ad abbandonarli.  
“Trunks, ascolta!”  gli aveva urlato facendolo trasalire, ma in fondo non c’era bisogno di ridursi in quello stato, Pan allungò una mano e strinse la sua camicia gonfia d’aria.
“Cosa c’è? Hai visto qualcosa?” domandò lui diminuendo la velocità e scrutando verso il basso la vasta distesa popolata solo da ombre.
“Sì! Ho visto te e sei esausto e anch’io lo sono. Fermiamoci un po’ a riposare.”  Si portò in avanti e gli sbarrò la strada allargando le braccia, Trunks riuscì a bloccarsi ad un centimetro da lei, ansante.  
“Pan, non sono stanco, voglio trovarlo quel vigliacco, la deve pagare.”  la ragazza fece una smorfia e mise le mani avanti, gli sfiorò il torace sudato, un brivido le risalì la schiena, ma anche una frustrazione insopportabile.
“Ti piace vero?” gli lanciò un occhiata maliziosa ma poi si morse la lingua, come aveva potuto fargli una simile domanda? C’era solo una spiegazione plausibile: necessitava di lui come l’aria e se le avesse risposto di sì? Sarebbe soffocata?
“Chi mi piace? Tuo zio?” bene, adesso la buttava sullo scherzo, ma forse era meglio così, con un gesto affettuoso le scompigliò i capelli.
“Non è divertente caro mio presidente, io intendevo l’oca. L’oca ti piace?” ed  eccola Pan Son trasformata in un concentrato di pura acidità, stentava a riconoscersi, lo stava mettendo in imbarazzo, la fissava sbalordito.
“Pan!” le sue parole allusive lo avevano innervosito.
“Ti riferisci a Valese? Sarebbe lei l’oca?”  chiese seccato e lei disperata e incurante della possibile conseguenza  gli sbottò contro esibendo il bel caratterino.
“Oh andiamo Trunks sembra che caschi dalle nuvole! Dimmi se esiste una più scema di lei in tutto il pianeta, ti sfido a trovarla!”  il mezzosangue aggrottò le sopraciglia. Sul volto apparve un’espressione contrariata.
“Per amor del cielo non dire sciocchezze, quella ragazza è adorabile, un po’ timida forse, ma non certo tonta.”  Pan scosse la testa facendo segno di no, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma non intendeva risultare ridicola, piuttosto si sarebbe impegnata a smascherare ogni difetto della futura zietta.    
Alzò lo sguardo per scusarsi, era infelice ma poco importava, perlomeno poteva cercare di non passare per un’ isterica.  
“Vuoi davvero passare tutta la notte a cercare zio Goten?”  lo guardò intensamente, il colore così azzurro dei suoi occhi la fece impallidire, accadeva da anni ormai, aveva passato interi pomeriggi a fantasticare di essere fra le sue braccia.
Nessuno sapeva quanto fosse coinvolta, il desiderio che teneva confinato nel cuore, una voglia dolceamara compagna di lunghe notti insonni.
Non poteva fare a meno di amarlo, si strinse nella tuta, stava tremando.
“Pan, ti senti male? Sei così pallida, forse hai ragione scendiamo e riprendiamo fiato.” la giovane attese che le facesse strada, discesero lentamente verso la pianura, il subconscio le riportava in superficie immagini del passato, ricordi piacevoli, altri meno, ma sempre intensi, il cuore le batteva forte.     

 

Continua …

 

 

Wew ciao ^^ dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare questa fic XD spero che a qualcuno interessi ancora …

Comunque vorrei precisare che  ho intenzione di concludere tutte le mie storie …non so come ne quando, ma ci riuscirò …^_-

Passiamo ai ringraziamenti :

 

derty lamp, Goten87, xhennet, giada_chan, liri, Laia 92, nicichan, molly, Bra, miss miyu 91, Matteo.

Purtroppo mi rendo conto che la sezione Dragon Ball sta perdendo sempre più lettori, tanti sono attratti da Naruto …altri si sono semplicemente stancati ..beh mi dispiace ^^ voi resistete! Rimanete qui!

 

Dopo questa  vi saluto …

 

Un bacio grande,

LORIGETA ^^

 

 

 

 

 

 

 

  
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