Una moglie per Goten.
“Accidenti
speriamo che non sia Vegeta alla
porta, fortuna avevo azzerato l’aura e non dovrei correre
rischi.” Goten
non osava immaginare la reazione del
principe se lo avesse scoperto completamente nudo in camera della
figlia, solo
per un attimo la mente fu sconvolta dalla visone dell’
orrenda fine che gli
avrebbe designato.
Il
mezzosangue cercò di rimanere immobile malgrado fosse
claustrofobica quella
nicchia buia e stretta, gli mancava l’aria chiuso dentro
all’ armadio e i
vestiti appesi alle grucce gli solleticavano il naso facendogli temere
un’
improvvisa voglia di starnutire.
“Sbrigati Bra
…liberati dello scocciatore.” Pregò a
mani giunte madido di
sudore.
La ragazza
indossò una vestaglietta color fucsia e in un baleno
riuscì a sistemare le
lenzuola del letto che avevano spiegazzato con i loro movimenti
passionali.
Con il cuore
che le pulsava in gola aprì la porta e rimase sbalordita nel
vedere il volto
della madre che le sorrideva nell’oscurità.
“Ehm, Mamma?”
presa in contropiede si impegnò a fingere un certo buonumore
cercando di
controllare la stizza che le ribolliva nel sangue.
“Disturbo
tesoro?” chiese la donna con tono palesemente divertito,
sicuramente doveva
dirle qualcosa di importante e non stava più nella pelle.
“No, vieni
pure, stavo leggendo un libro.” la figlia le fece segno di
accomodarsi e si
scostò leggermente: provava un’ incontenibile
desiderio di inveirle contro, se
intendeva farle perdere tempo a raccontarle qualcuna delle sue geniali
invenzioni aveva sbagliato serata, l’avrebbe liquidata in
fretta e furia.
“Oh cara,
sapessi mi viene troppo da ridere.” riprese a parlare la
donna scotendo la
testa,
“Ti consiglio
di sederti, ho una notizia bomba.” continuò mentre
lei la guardava perplessa
senza capire.
“Una notizia?
Non dirmi che papà ti sposerà finalmente?
“ domandò Bra con sarcasmo
mangiucchiandosi un’unghia, almeno si fosse decisa a
raccontarle la news e poi
avesse girato i tacchi, voleva tornare fra le braccia di Goten.
“Ho appena
parlato con Chichi, è furiosa! Sapessi cos’ha
combinato il nostro playboy!”
La ragazza sbatté le
ciglia frastornata, parlava di lui ovviamente.
“Goten?
Cos’ha fatto?” si
appoggiò con la
schiena al muro e sbiancò improvvisamente, si stava mettendo
male, ma
soprattutto le cedevano le gambe.
“Ti riferisci
a lui vero?” quella domanda apparve inutile! E di chi altro
poteva essere? Era
del giovane viveur che di solito si spettegolava all’ora di
pranzo o durante
una pausa sorseggiando una tazza di te tra un pasticcino e
l’altro.
L’argomento:
vita senza troppe regole era tra i più gettonati come pure
quello del suo hobby
preferito o meglio correre dietro alle gonnelle.
“Stavolta
l’ha fatta grossa o Kami che casino!”
sembrava che Bulma non riuscisse a smettere di ridere
mentre la figlia quasi venne
colta da un malore, si tormentò una ciocca di capelli e
barcollò prima di
riuscire a parlare.
“Dimmi cos’ha
fatto quel lavativo!” sbottò accecata
dall’ira.
Se si
trattava di qualche guaio con una donna giurò a se stessa di
tagliargli le
palle! Lo avrebbe evirato con
le sue stesse
mani.
“Tesoro ti
senti bene? Se viola in faccia!”
le
parve strano che fosse così sconvolta, perché se
la prendeva tanto per il Son?
La vedeva agitata, ansiosa, arrabbiata.
“Raccontami
tutto!” urlò la principessa colpendo il
comò con una mano e facendo traballare
i numerosi oggetti che v’ erano posti sopra.
“Porca la
miseria sono rovinato!” Goten deglutì
giacché grazie al fine udito aveva
ascoltato ogni singola parola del loro discorso e adesso stava battendo
i
denti.
Come si
sarebbe giustificato? Come poteva spiegarle che non amava Valese e non
desiderava quel bambino senza passare per un essere spregevole!?
“Boh, eppure
sono stato attento, ma come ha fatto a restare incinta? Non le sono mai
venuto
dentro.” Trasalì all’urlo che
sopraggiunse dall’esterno, Bulma di certo l’aveva
informata della tragedia, ora doveva prepararsi al peggio.
“NO che sfiga!
Perché mia madre non tiene mai la bocca chiusa? Cosa le dico
adesso?Dove la
trovo una scusa che non sia patetica? E se fa qualche cazzata tipo
aprire l’
anta dell’armadio e mettersi a urlare ? E se arriva Vegeta?
Oh Dende dammi una
mano sono nella merda fino al collo.” poteva
udire la sua voce spezzata dallo sgomento, dal dispiacere, dal dolore,
stava
per dare il via ad una scenata tremenda ne era certo.
“Mi dispiace
piccola, io ti amo davvero e non volevo farti del male. Al diavolo ma
perché è
successa una cosa del genere? Io non voglio sposare Valese!”
nell’oscurità di
quello stretto nascondiglio Goten frenò a stento una
lacrima, non poteva
fuggire in eterno, prima o dopo avrebbe dovuto affrontare le proprie
responsabilità.
“Che bastardo!Che
schifoso! Che verme!” folle
di rabbia
Bra aveva visto crollare tutti i
suoi
sogni, la consapevolezza di essere stata ingannata le lacerava il
cuore, quel
maledetto doveva pagarla, aveva messo incinta quella smorfiosa e poi era venuto a
cercare
lei per fare l’amore.
Vendetta,
vendetta, vendetta.
La scienziata la
fissò impensierita e si domandò cosa stesse
succedendo.
Per quale motivo era
così incollerita? Non si aspettava una simile reazione,
possibile che fosse
gelosa?
“Bra, dimmi
la verità, cosa c’è tra te e
Goten?” la
giovane rispose con impeto, le labbra strette e il volto ormai bagnato
dalle
lacrime.
“E’ un
bugiardo, un ipocrita, un maiale…lo odio!”
la donna sentì il cuore balzarle in gola,
dunque c’era da
preoccuparsi seriamente: era palese che la ragazza si fosse innamorata di lui.
La
principessa meditò per qualche istante, poi sulla sua bocca
si delineò un
ghigno inquietante.
“Dov’è papà?”
chiese sottovoce.
“Mmmh…credo
sia ancora ad allenarsi, oggi era piuttosto nervoso.”
spiegò la madre cercando
di non farsi prendere dal panico
intuendo cosa volesse fare.
Cosa stava
tramando nella testolina azzurra? La vide uscire di corsa, rossa dalla
rabbia e
si fermò a sbirciare sulla soglia.
Come aveva
supposto si stava dirigendo verso la camera gravitazionale!
“Ehi, cos’è
tutto questo silenzio? Dove sono finite Bra e Bulma?” il Son
non fu in grado di
fornirsi una risposta, spinse leggermente la porta e osservò
la stanza dalla
fessura, la signora Brief aveva un ‘espressione preoccupata e
con sommo terrore
la udì pronunciare il nome del compagno.
Passò solo un
attimo prima che il mezzosangue balzasse fuori dall’armadio e
le strappasse un
urlo.
“Go-Goten!
Tu, tu ..dannatissimo depravato!” rapida come un fulmine,
Bulma agguantò un
vaso e gli centrò in pieno la testa facendolo vacillare.
A malapena
lui respirava per l’imbarazzo, tentava di coprirsi la parte
intima con una mano
e con l’altra di afferrare i pantaloni per rivestirsi,
ricordava di averli
imboscati sotto il cuscino della poltrona.
“Non è come
pensi, giuro non abbiamo fatto nulla è solo un
malinteso…” magari
gli avesse creduto, lo stava mettendo
in difficoltà da tanto urlava, lo immaginava addosso alla
figlia a fare i suoi
porci comodi con il rischio di metterla incinta.
“Mi spiace di
non aver più tempo per discolparmi, ma è meglio
che vada, mi sembra di sentire
dei passi.” Veloce
come la luce infilò i
blue jeans, calzò le scarpe e si lanciò verso la
finestra, ma si voltò prima di
librarsi nelle tenebre e parlò a gran voce.
“Dille che
l’amo da morire, che mi dispiace, sono sempre stato sincero
con lei.”
“Sei un
pervertito!” ringhiò Bulma , ma lui era
già sparito nelle profondità del cielo.
**********
Volavano
velocissimi nella quiete della notte uno affianco all’altra,
percepiva nettamente
quanto fosse adirato, avevano
perlustrato varie volte la pianura fino ai grandi laghi e ora sembrava
intenzionato
a dirigersi verso la distesa oceanica seppure fosse molto tardi e le
forze
cominciassero ad abbandonarli.
“Trunks,
ascolta!” gli
aveva urlato facendolo
trasalire, ma in fondo non c’era bisogno di ridursi in quello
stato, Pan allungò
una mano e strinse la sua camicia gonfia d’aria.
“Cosa c’è?
Hai visto qualcosa?” domandò lui diminuendo la
velocità e scrutando verso il basso
la vasta distesa popolata solo da ombre.
“Sì! Ho visto
te e sei esausto e anch’io lo sono. Fermiamoci un
po’ a riposare.”
Si portò in avanti e gli sbarrò la
strada
allargando le braccia, Trunks riuscì a bloccarsi ad un
centimetro da lei,
ansante.
“Pan, non
sono stanco, voglio trovarlo quel vigliacco, la deve pagare.” la ragazza fece una
smorfia e mise le mani
avanti, gli sfiorò il torace sudato, un brivido le
risalì la schiena, ma anche
una frustrazione insopportabile.
“Ti piace
vero?” gli lanciò un occhiata maliziosa ma poi si
morse la lingua, come aveva
potuto fargli una simile domanda? C’era solo una spiegazione
plausibile: necessitava
di lui come l’aria e se le avesse risposto di sì?
Sarebbe soffocata?
“Chi mi
piace? Tuo zio?” bene, adesso la buttava sullo scherzo, ma
forse era meglio
così, con un gesto affettuoso le scompigliò i
capelli.
“Non è
divertente caro mio presidente, io intendevo l’oca.
L’oca ti piace?” ed eccola
Pan Son trasformata in un concentrato
di pura acidità, stentava a riconoscersi, lo stava mettendo
in imbarazzo, la
fissava sbalordito.
“Pan!” le sue
parole allusive lo avevano innervosito.
“Ti riferisci
a Valese? Sarebbe lei l’oca?”
chiese seccato e lei disperata e
incurante della possibile conseguenza
gli sbottò contro esibendo il bel caratterino.
“Oh andiamo Trunks
sembra che caschi dalle nuvole! Dimmi se esiste una più
scema di lei in tutto
il pianeta, ti sfido a trovarla!”
il
mezzosangue aggrottò le sopraciglia. Sul volto apparve
un’espressione
contrariata.
“Per amor del
cielo non dire sciocchezze, quella ragazza è adorabile, un
po’ timida forse, ma
non certo tonta.” Pan
scosse la testa
facendo segno di no, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma non
intendeva
risultare ridicola, piuttosto si sarebbe impegnata a smascherare ogni
difetto
della futura zietta.
Alzò lo
sguardo per scusarsi, era infelice ma poco importava, perlomeno poteva
cercare
di non passare per un’ isterica.
“Vuoi davvero
passare tutta la notte a cercare zio Goten?”
lo guardò intensamente, il colore
così azzurro dei suoi occhi la fece
impallidire, accadeva da anni ormai, aveva passato interi pomeriggi a
fantasticare di essere fra le sue braccia.
Nessuno
sapeva quanto fosse coinvolta, il desiderio che teneva confinato nel
cuore, una
voglia dolceamara compagna di lunghe notti insonni.
Non poteva
fare a meno di amarlo, si strinse nella tuta, stava tremando.
“Pan, ti
senti male? Sei così pallida, forse hai ragione scendiamo e
riprendiamo fiato.”
la giovane attese che le facesse strada, discesero lentamente verso la
pianura,
il subconscio le riportava in superficie immagini del passato, ricordi
piacevoli, altri meno, ma sempre intensi, il cuore le batteva forte.
Continua
…
Wew
ciao ^^
dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare questa fic XD spero che a
qualcuno
interessi ancora …
Comunque
vorrei precisare che ho
intenzione di concludere
tutte le mie storie …non so come ne quando, ma ci
riuscirò …^_-
Passiamo
ai
ringraziamenti :
derty
lamp, Goten87,
xhennet,
giada_chan,
liri,
Laia 92,
nicichan,
molly,
Bra, miss
miyu
91, Matteo.
Purtroppo
mi rendo conto che la sezione Dragon Ball sta perdendo sempre
più lettori, tanti sono attratti da Naruto …altri
si sono semplicemente
stancati ..beh mi dispiace ^^ voi resistete! Rimanete qui!
Dopo
questa vi saluto
…
Un
bacio
grande,
LORIGETA
^^