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Autore: crazyclever_aveatquevale    28/09/2013    5 recensioni
Dalla storia:
La prima volta che Arthur e Merlin andarono in campeggio avevano otto anni. Un pomeriggio di maggio fecero sedere i genitori di entrambi sul grande divano di casa Pendragon e presentarono la loro richiesta di dormire da soli in un bosco, dentro le tende e riscaldati dal fuoco – Come i veri cavalieri! aveva detto Arthur – dato che ormai, alla veneranda età di otto anni, erano grandi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Et voilà!

Il quinto capitolo! Mi viene da ridere se penso che l’dea iniziale vedeva solo la scena di dieci anni prima e questa, e basta! Ma sono sempre stata prolissa, è una cosa ereditaria (mio padre se inizia è capace di andare avanti per ore), quindi mi spiace ma la scena “hot” è stata rimandata… Vi giuro che ci sarà!

Come sempre, dedico il capitolo a lucylu, Rosso_Pendragon e Aithusa_Emrys che hanno recensito e ai 6 che la preferiscono, i 17 che la seguono e 1 che la ricorda! *distribuisce pace e amore al mondo intero*

DISCLAIMER: L’Asino Reale, l’Idiota e tutta la combriccola non sono miei; non scrivo a scopo di lucro ma solo per puro piacere personale.

 
Di campeggio, stelle e primi baci
 
Capitolo 5

Il bacio, per bello che fosse, non durò a lungo. Furono costretti a staccarsi, ansimanti e incredibilmente eccitati, quando sentirono degli strilli provenienti da fuori la tenda, accompagnati da diversi “Non ci posso credere”.

La scena che si presentò davanti ai loro occhi quando uscirono li fece ridere: Gwaine e Percy erano molto coinvolti in un corpo a corpo, circondati dai fischi degli amici e dagli squittii delle amiche. Furono immediatamente resi partecipi della situazione e, per non offendere nessuno (Morgana, particolarmente, odiava non essere la prima a sapere le cose), si mostrarono entusiasti della scoperta e genuinamente felici per gli amici. Per toglierli dall’imbarazzo, o meglio per togliere Percy dall’imbarazzo, perché Gwaine era più che felice di essere al centro dell’attenzione, Merlin propose a tutti di tornare alle proprie precedenti attività, ché lo spettacolo era finito. Tutti seguirono il suo ordine consiglio, ricominciando a darsi da fare per la preparazione della cena, senza risparmiare complimenti, pacche sulle spalle e battutine ironiche all’indirizzo dei due malcapitati.

Merlin e Arthur non riuscirono più a scambiarsi nemmeno mezza parola su ciò che era successo fra di loro poco prima, perché il moro era stato relegato al lavaggio della frutta (dopo che si seppe della sua slogatura, nessuno lo volle vicino a materiale tagliente o infiammabile) e il secondo si era occupato di trasportare nella propria tenda la roba dell’amico, dopo averla ritrovata e riordinata accuratamente, visto che era sparsa un po’ dappertutto. Non riusciva proprio a capacitarsi di quanto l’altro potesse essere disordinato: sembrava che nella sua valigia fosse esplosa una bomba che aveva diffuso tutti i vestiti all’interno della tenda.

Una volta terminato l’ingrato compito, gli altri si erano già accomodati attorno al falò. Con suo enorme disappunto, Merlin era circondato dalle due donne del gruppo, che si preoccupavano di farlo mangiare e di non sforzare il braccio ferito, sorde alle sue lamentele e ai suoi “non sono un bambino!”. Sentì lo sguardo di Merlin addosso mentre si sedeva tra Lance e Percy: negli occhi blu dell’amico vedeva riflessa la delusione della separazione e il desiderio,  rimasto irrealizzato dopo il bacio, di parlare, a lungo.

Risate e aneddoti vari costellarono tutta la cena, ma ben presto si tornò a quello che era diventato lo scopo principale della serata: sapere il più possibile del nuovo, gustoso gossip della comitiva. Le domande furono tra le più disparate: da quanto tempo stavano insieme, quando si erano innamorati, quando si erano dichiarati, come faceva l’uno (Percy) a sopportare l’altro (Gwaine), perché l’avessero tenuto nascosto… Infine Morgana, dopo averci girato attorno più e più volte, si fece esplicita, chiedendo, con voce melliflua: «E il sesso?»

Immediatamente Gwaine aprì la bocca e gonfiò il petto, di certo per vantarsi, ma Percy fu più rapido e gliela tappò con una mano, per poi ribattere che “erano cose personali, cavolo!”.

«Si, vabbè. Per te è la prima volta con un uomo, vero?» Morgana non demordeva.

«Oh, ehm, sì. Fino a qualche tempo fa non avevo mai nemmeno pensato alla cosa, adesso invece…» Percy guardò Gwaine con fare ammiccante. L’altro sorrise predatorio e lo baciò con tutta la forza di cui era capace. Sembrava una lotta per la supremazia.

«Chissà com’è… - blaterava intanto Morgana, meditabonda. – Baciare un uomo, intendo».

«Scusa? – si indignò Leon – e io che sarei, di grazia?»

«Ma che c’entra? Io intendevo tra due uomini… Non stavo certo parlando di me! E comunque, rilassati, non sei mica il primo uomo che io abbia mai baciato». Si girò verso Merlin, sorridendo sotto i baffi, «E Merlin lo sa bene, vero?» e gli ammiccò.

Ci fu un attimo di silenzio, di quelli irreali che sembra che sia tutto congelato, tanto che non si sentiva più il frusciare delle foglie degli alberi. Poi, d’un tratto, iniziarono a parlare tutti contemporaneamente, la maggior parte di loro rivolti a lodare o sgridare Merlin, mentre quest’ultimo inveiva contro Morgana. La ragazza stava sorridendo, soddisfatta come un gatto che ha appena catturato la sua preda, quando si sentì sollevare e stringere: si voltò a guardare Leon, con le braccia attorno alla sua vita, che a sua volta fissava in cagnesco Merlin, sibilando minaccioso «Morgana è mia, Merlin!»

Al che il moro, già rosso come un peperone, scoppiò a ridere: «Non preoccuparti, Leon, non te la rubo! Diciamo che non è proprio il mio tipo… E comunque, per la cronaca, non sono stato io a baciare lei, quanto piuttosto lei ad assalire me!»

Ora Leon guardava Morgana con fare inquisitorio. «Che c’è? – disse lei, sempre sorridendo – era il mio dodicesimo compleanno e non avevo mai baciato nessuno e lui era il migliore amico di mio fratello, ed era così carino!».

A quelle parole Merlin arrossì ancora di più, azzardandosi a lanciare un timido sguardo ad Arthur. Il biondo lo osservava con aria truce, lo sguardo che giurava vendetta. In realtà dentro di sé Arthur bolliva: ricordava a mala pena quel compleanno, ma sapeva con certezza che non aveva lasciato Merlin un secondo, perché stavano sempre insieme, tranne quando quello stupido di Mordred non lo aveva sfidato ad una partita uno contro uno a calcio… Ora che ci pensava, dopo la partita aveva cercato Merlin per un po’ e poi l’aveva trovato seduto da solo sul patio a fissare il vuoto… Col sole che gli illuminava la pelle chiara… E poi lui l’aveva visto e gli aveva rivolto quel sorriso che il moro riservava solo a lui, quello complice che gli aveva riservato la sera in cui… e Arthur non ci aveva capito più nulla… Invece quel bastardo aveva appena baciato sua sorella! Ah, ma gliel’avrebbe fatta pagare cara!

Doveva aver perso qualche passaggio, perché d’improvviso sentì Gwen dire, con la sua peggiore espressione morganiana: «Hai ragione, Morgana, Merlin ha proprio un talento naturale»

Fu solo quando vide Lance boccheggiare e sputare l’acqua che stava bevendo che si rese conto dell’esatto significato delle parole di Gwen. Ci volle tutta la sua forza di volontà per impedirsi di prendere Merlin per le spalle e baciarlo davanti a tutti, per rivendicare la sua proprietà.

Non è possibile, non è possibile, anche Gwen! si disse, digrignando i denti e stringendo i pugni. Per calmarsi, ascoltò le scuse di Merlin, che si lamentava di complotti alle sue spalle e casualità perché il bacio con Gwen era frutto di una partita al gioco della bottiglia. Ecco perché Merlin si rifiutava sempre di giocare, nonostante lui lo avesse sempre invitato, sperando inconsciamente che, per caso, uscissero proprio loro due…

«Sì, ma questo non nega che tu sia un ottimo baciatore Merlin!» la voce di Gwen lo raggiunse mentre era immerso nelle sue fantasticherie. Dio, se baciava bene Merlin… Era ancora eccitato se ripensava al bacio di appena due ore prima… Non voleva guardarlo, davvero, ma non riuscì a impedirsi di sbirciare il suo viso.

Merlin oramai era perennemente rosso. Era così bello quando arrossiva. Gli zigomi rossi come mele mature, i capelli d’ebano, la carnagione chiara come la neve… Quelle labbra vermiglie che sembravano urlare “baciami!”… Sembrava l’incarnazione al maschile di Biancaneve, altrettanto puro, altrettanto sensibile.

«No, ma che dici, non è vero, e comunque non è stato un bacio così stratosferico, Gwen!» stava dicendo la principessa, e Arthur avrebbe voluto mettersi a gridare per la frustrazione di non potergli dimostrare nel dettaglio quanto avesse torto.

«Merlin, era il mio primo bacio e tu l’hai reso perfetto!» Gwen non perdeva mai occasione di lodarlo, ben conoscendo i suoi problemi di autostima. «Dipende tutto da te, no? Hai gli standard troppo alti! C’è un bacio che ti sei davvero goduto fino in fondo?»

«Certo che c’è Gwen! – si intromise Morgana – Il suo primo bacio, ti ricordi che ce ne ha parlato? Quello tenero e dolce e taaanto taaanto – mimò le virgolette con le dita delle mani - “coinvolgente”, che solo a nominarlo gli brillano gli occhi! Come fai a non ricordarlo? Quello sotto le stelle!»

Merlin tentò disperatamente di farla smettere di parlare, premendole la mano sulla bocca – grazie a Dio il polso andava molto meglio -  ma ormai il danno era fatto.

Quando si girò verso Arthur, vide che il biondo aveva alzato le piume e stava facendo la ruota, raggiante. Entrambi trasalirono quando sentirono Gwen che diceva: «Ah, sì… Ora ricordo! E chi era lei…? Già quella ragazzina minuta, con i capelli scuri… Com’era il nome… Freya!», e Merlin alzò le spalle, come a dire dovevo pur inventare qualcosa, non potevo mica dire che eri tu!

Arthur non ebbe il tempo di muovere nemmeno un muscolo in risposta che l’attenzione di Merlin gli fu tolta. Gwaine, infatti, scelse proprio quel momento per attaccare Merlin di spalle e sfregargli le nocche sul cuoio capelluto, urlandogli nelle orecchie: «E bravo il nostro latin lover!»

Mentre tutti scoppiavano a ridere, Arthur mise significativamente una mano sulla spalla di Percy, come per confortarlo per le stranezze del suo compagno. Percy si girò verso di lui con un sorriso. «Sembra strano, lo so, ma io lo amo proprio per com’è, non lo vorrei diverso»

«Lo so, Percy, ti capisco. Non sai quanto ti capisco»

«Arthur io… Forse Gwaine non avrebbe dovuto, ma me l’ha detto. Del fatto che ami Merlin»

«Non fa nulla, Percy, davvero. Oddio, fino a due ore fa avrei ucciso entrambi per quella frase, ma adesso mi sembra la più bella del mondo». Non avrebbe dovuto esporsi così, lo sapeva, ma doveva dirlo a qualcuno, era troppo felice.

«Cosa intendi con… No, non ci credo! Quando?»

«Mentre voi facevate coming out con gli amici. Io stavo per dirgli che… E lui mi ha baciato».

Percy lo abbracciò forte. «Sono davvero contento per voi!» gli sussurrò all’orecchio.

Dall’altra parte del fuoco, Merlin e Gwaine guardavano i rispettivi compagni abbracciarsi. Quando Gwaine si girò verso di lui per chiedergli se avesse avuto idea del motivo per cui quei due, tipi normalmente se non freddi almeno controllati, si stessero abbracciando come ragazzine, Merlin gli rispose con un sorriso serafico: «Probabilmente Arthur gli ha detto che stiamo insieme». Gwaine all’inizio annuì, come convinto, e si voltò ad osservare il fuoco, ma poi ripensò per bene alle parole dell’amico e tornò a guardarlo in faccia, trovandolo con gli occhi che gli brillavano e  le labbra che tendevano all’insù nonostante facesse di tutto per restare serio.

Merlin gli fece cenno di non dire nulla, poi si alzò per distribuire i marshmallows. Gwaine mantenne il suo proverbiale autocontrollo. Iniziò ad ululare. Non a gridare, strillare, esultare, proprio ad ululare. Quando gli chiesero il motivo per cui si stesse comportando da lupo, rispose solo che era un ringraziamento alla Dea Natura e alla Luna, semplicemente espresso in un’altra lingua. Merlin emise un gemito esasperato.

Rimasero tutti insieme ancora un altro paio d’ore, a mangiare, ascoltare le storie horror di Merlin e poi a cantare accompagnati dalla chitarra di Lance. Gwaine trovò il modo di farsi raccontare da Merlin ogni più piccolo dettaglio e l’amico fu più che felice di accontentarlo.

Quando iniziarono i primi sbadigli, si risolsero ad andare a dormire. Merlin voleva rimanere ad aiutare le ragazze a mettere un po’ in ordine, ma Arthur fu irremovibile: «Hai un braccio fuori uso, Biancaneve, saresti d’intralcio più del solito. Buonanotte, ragazze!»

«Vai, Merlin, non ti preoccupare, ci pensiamo noi qui. Buonanotte!» rispose Gwen.

Arthur gli avvolse un braccio intorno alle spalle, gioendo del ritrovato contatto con la pelle calda di Merlin, mentre il moro gli mise una mano nella tasca posteriore dei jeans. D’un tratto, Merlin si girò verso di lui e gli chiese: «Perché Biancaneve, ora?»

«Perché sei il più bello del reame. Mi pare ovvio, no?»

Merlin sorrise, avvicinò la bocca al suo orecchio e gli sussurrò «Asino» con tutta la lussuria di cui fu capace, per poi divincolarsi con un sorriso provocatore e precederlo nella tenda.
 

 

Crazy’s corner

Non credo ci sia bisogno di spiegare l’animale che si sottintende quando si parla di “alzare le piume” e “fare la ruota”. Arthur in modalità pavone è una cosa che ho sempre immaginato.

Nella fic Morgana ha un paio d’anni in meno di Arthur e Merlin, quindi Merlin ne aveva quattordici quando si sono baciati… Dovete capirlo, poverino, a quell’età gli ormoni fanno fare cose strane!

Credo sia tutto, per eventuali altri chiarimenti e critiche potete contattarmi!

Un bacione (in questo periodo sono molto coccolona) :* <3

  
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