Videogiochi > The Elder Scroll Series
Segui la storia  |       
Autore: Dave1994    28/09/2013    1 recensioni
Skyrim, poco prima della resurrezione dei draghi e del ritorno di Alduin.
Una terra immersa nel mistero e nella magia...talvolta così antichi da trascendere persino il tempo stesso.
Due universi che si incontrano,per ridipingere un passato sconosciuto e incredibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tevinias sollevò gli occhi al cielo, le lune oramai visibili in quell'oceano di stelle. Avrebbe tanto voluto salpare in quella direzione e perdersi nell'universo sconfinato, approdando di tanto in tanto al primo porto possibile...

- Sta ancora dormendo. -

Lo stregone annuì impercettibilmente, senza voltarsi verso quella donna così affascinante e meravigliosamente tormentata. Poteva quasi percepirne i turbamenti, i dubbi e le insicurezze, pungenti come l'odore agrodolce della vigna oramai matura.

Ashlotte si sedette accanto a lui, ma non troppo vicino. Sebbene quasi ogni barriera e timore fossero ormai scomparsi tra i due, il fuggevole ricordo di ciò che era accaduto sulla nave riaffiorava a sprazzi nella mente dell'assassina.

Ma ce la stava mettendo tutta, questo era sicuro. Tevinias era certo del fatto che qualcosa si stava pian piano spezzando nell'animo di lei, false sicurezze rafforzatesi negli anni e ora destinate a cadere rinsecchite come le foglie d'autunno, sospese dalla brezza del vento.

- Tevinias... -

- No. -

La donna lo guardò con aria interrogativa, rannicchiandosi nel confortante calore del proprio corpo. Faceva freddo, quella notte, e sebbene a Skyrim fosse una cosa normale quella era la gelata più intensa che Ashlotte avesse mai avvertito nelle ossa.

oppure era il ricordo di quella creatura, di quell'Ombra a farla rabbrividire così?

Ashlotte tremò sottilmente, per poi riprendere il controllo di se stessa.

- Non ho idea di che cosa sia accaduto a Sebastian. -

- Come puoi non saperlo? Dopotutto, tu sei... -

- Non importa ciò che sono - la interruppe nuovamente lo stregone, sospirando e vedendo il suo fiato cristallizzarsi ad un palmo dal suo naso – Sebastian ha fatto qualcosa...che non è neanche in mio potere compiere. Senza la luce dell'alba, senza la forza del Sole, non sarei mai riuscito a scacciare...quell'essere. E' da secoli che mi dà la caccia e mai sono riuscito a sconfiggerlo, né a ricacciarlo indietro. -

- Ma sulla spiaggia...tu non puoi morire. Perché allora scappi? -

- Ci sono cose ben peggiori della morte, assassina. - rispose Tevinias, guardandola negli occhi. Ad Ashlotte quello sguardo incuteva timore, sembrava che potesse scorgerle fin nei più reconditi anfratti della sua anima e questo la metteva parecchio a disagio.

Perfino quando lei stessa aveva soggezione di scrutare a fondo dentro di sé, l'idea che qualcun altro potesse leggerla meglio di un libro aperto la spaventava.

Era così difficile per tutti comprendersi, o era un destino riservato solo a lei?

- Non capisco. - ebbe il coraggio di ribattere la donna, dopo un lungo istante di silenzio. Aveva mietuto dozzine di vite nella sua vocazione di assassina e mai aveva conosciuto qualcosa di più spaventoso e terribile della paura di morire, il languido guizzo di un pesce agonizzante, il cavallo stramazzato sul suolo duro e aspro e ad un passo dall'oblio.

- E' nella natura di tutti gli esseri viventi avere paura – sussurrò lo stregone, allargando le braccia come a voler abbracciare quella distesa sconfinata davanti a lui fatta solamente di neve, ghiacci e roccia – il terrore dell'oblio ci pervade, ci rende ciechi, spingendoci a fare cose che mai penseremmo di fare normalmente. Eppure, vi sono destini ancora più crudeli: dopotutto la morte fa parte del ciclo naturale, nessuno può sfuggirle. E' giusto morire, per lasciare il posto a coloro che verranno. -

- Ma gli dei... -

- Anche loro moriranno. Un giorno. L'immortalità non esiste, Ashlotte, è solamente il protrarre molto a lungo un'esistenza vuota e vana. -

- Non hai risposto alla mia domanda. -

Tevinias lasciò scorrere qualche secondo, facendosi coraggio. Evidentemente quell'idea lo spaventava a morte e la donna non ebbe dubbi sul perché quell'uomo avesse passato gli ultimi duecentocinquanta anni a scappare.

- Credo che quell'ombra desideri il mio corpo, voglia vestirsi di me. Letteralmente. -

- Intendi...una possessione? -

- Sì, più o meno è lo stesso concetto che avete qui su Tamriel. Nel mio mondo - e qui lo stregone fece una pausa, lasciando trasparire un denso velo di nostalgia e tristezza – gli spiriti cercano i maghi per prenderne i corpi e vagare sulla terra, seminando caos e devastazione. Immagina cosa potrebbe fare quell'essere con la mia carne indosso, i miei sconfinati poteri... -

- E quindi è per questo che ti dà la caccia. -

- Già. -

Ashlotte rimase in silenzio, per poi trovare finalmente il coraggio di dirlo. Quello che pensava fin da quando aveva conosciuto lo stregone.

- Mettendo in pericolo chiunque è al tuo fianco. -

Tevinias non rispose, ma la donna aveva fatto breccia: era questa la sua più intima debolezza, il suo rimorso più grande. Lo stregone fissò con fare distaccato una volpe destreggiarsi tra i ghiacci poco lontano, il pelo candido e le orecchie appuntite adatte ad incorniciare un muso furbo e sfuggente. Avrebbe tanto voluto lasciarsi tutta quella maledetta sua storia alle spalle e scorrazzare indisturbato, come un animale selvaggio...

- Tevinias... -

- E va bene! - sbottò l'uomo, facendo spaventare a morte Ashlotte – se è quello che vuoi sentire, l'avrai. Chiunque viaggia con me è destinato a morire, o peggio. L'Ombra, il riflesso della corruzione che vidi in quella Città, mi dà la caccia e non esita a mietere chiunque sguaini la spada per me o si metta sulla sua strada. Ti stai pentendo di avermi seguito solo adesso? Tu non sai... -

- No. -

- No cosa? -

- Non mi sto pentendo di aver seguito te e Sebastian. -

Tevinias osservò la donna strabuzzando gli occhi, come se avesse davanti a lui un curioso esemplare di skeever balbuziente.

- Vorrai scherzare? Vuoi dirmi che l'assassina che ha cercato di uccidere me e Sebastian sulla nave... -

- Ero io, tuttavia non ero io allo stesso tempo. -

- Certo che dovresti farti proprio vedere, sai? -

Il silenzio cadde tra i due, interrotto solo dal ruggire del vento gelato tra le fronde dei pochi alberi solitari in quell'accampamento sperduto nel nulla. Sentirono anche lo sfrigolare della legna che ardeva senza sosta in quel salvifico e confortante fuoco alle loro spalle, ma non aveva importanza in quel momento. Lo presero come un dato di fatto senza soppesarne particolarmente la natura, come chi rapito dallo scrosciare dell'acqua di un fiume si fa trasportare nell'immaginazione dai flutti dimenticando tutto il mondo attorno a lui.

- Non ti piace la tua vita? - domandò Tevinias dopo un po',

- Non è che non mi piace, è che... -

- Ti domandi cosa ti rimane dopo anni passati a togliere vite alle persone. -

- Come fai a... -

- Hai ucciso talmente tante persone che il ricordo di ogni vita che si spezza ti è rimasto attaccato addosso, impedendoti di andare avanti. -

- Ma che... -

- Oh, non fare caso a me – proruppe Tevinias in una risata profonda – avevo un amico, molto tempo fa. Si sentiva proprio come ti senti tu, addirittura lo chiamò “il morbo del tagliagole” e da un giorno all'altro mollò tutto e tutti acquistando una nave. Salpò verso il Mare dei Fantasmi, diretto a Nord, e nessuno lo vide mai più su Tamriel. -

- Davvero? - domandò Ashlotte, ferita nell'animo da quelle parole così veritiere e taglienti – e non ti ha mai più cercato? Forse non era un vero amico. -

- Forse era stanco del mondo e del fardello che portava, almeno quanto lo sono io. - rispose Tevinias, e Ashlotte non trovò le parole adatte per controbattere quell'oscura profezia.

 

___________________________________________________

 

Finalmente li aveva trovati.

Attraverso gli occhi di Jasper Gregorius scrutò l'accampamento dall'alto, volteggiando nell'aria fino a disegnare una progressione di archi discendenti grazie al piumaggio aerodinamico delle sue ali da corvo. Poi, ritraendo la propria coscienza da quella del famiglio, tornò nel suo corpo umano e valutò quanto ancora fosse distante dai fuggiaschi.

Una domanda però l'assillava: perché l'assassina era con loro? L'aveva fatta forse prigioniera?

- Non ha importanza, non ha importanza. L'unica cosa che conta è che li porti come miei prigionieri a Solitude, così da scagionarmi da tutte le accuse di tradimento e incastrare quel farabutto di Grigori. Capito, Angust? Questa volta non possiamo permetterci di fallire. - disse, accarezzando il morbido pelo del lupo che giaceva immobile come una statua al suo fianco: il suo secondo famiglio inclinò la testa e ululò rivolto versò la luna, un suono che il suo padrone adorava e temeva allo stesso tempo. Era il richiamo delle creature notturne, dei cacciatori che attendono la loro preda al varco.

L'uomo cominciò ad incamminarsi, mentre la sua manifestazione spirituale dalla forma di corvo si posava sulla sua spalla. A dividerlo dai tre viaggiatori c'erano sì e no trecento metri e stavolta li avrebbe catturati sul serio.

Fece per fare un altro passo, quando l'oscura consapevolezza dell'inutilità delle sue azioni gli affondò nel petto pesante come un maglio. Per cosa stava facendo tutto questo, per compiacere i suoi superiori ed avere una promozione sul campo? Oltre che per riscattarsi dalle infamanti accuse di un arrampicatore sociale come Grigori?

- Ma cosa mi resta se non quello che ho già? Questa è la mia vita, quella che ho scelto di portare avanti, non posso fare nulla per cambiare le cose. Il fato ormai è dettato... - sussurrò rivolto a nessuno in particolare, mentre i suoi passi sprofondavano nella profonda coltre di neve caduta la notte prima.

Con sempre meno motivazione e poco convinto delle ragioni per le sue azioni Gregorius avanzò ancora e ancora fino a lambire il dislivello della collina sulla cui sommità si erano accampati i suoi prigionieri, i viaggiatori del destino.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Elder Scroll Series / Vai alla pagina dell'autore: Dave1994