#3. Non c’è due senza
tre. [Hiroto/Haruya]
Sentiva
appena il respiro dell’altro sul collo, soffiava, e dei
piccoli brividi lo
seguivano.
Si
ritrovò piacevolmente ingarbugliato all’altro,
così tanto che non riusciva a
stiracchiarsi. Sgranchì le dita intorpidite e si strinse
attorno all’altro,
svegliandolo con dei colpetti al mento.
Chi
l’avrebbe mai detto che fra battaglie e battaglie per chi
fosse il migliore
si sarebbero ritrovati a dormire avvinghiati nello stesso letto, sullo
stesso piano?
Hiroto
sorrise al mugolio che fece tremare le labbra di Burn sul suo
collo.
Si
ricordava i pianti della sera prima, e il litigio finito in un
inusuale e
goffo abbraccio, tentativo di confortarsi l’un
l’altro come non facevano quasi
mai.
Forse
quella della sera prima era stata la tempesta, le onde nere e
minacciose,
e quella mattina fresca il mare tranquillo, il filo teso
dell’orizzonte.
Chiuse
gli occhi, alzando il busto.
Se
si concentrava abbastanza, poteva sentire la voce incrinata di
Nagumo dirgli
‘ti voglio
bene’.
Il
ricordo gli pizzicò un angolo della bocca, che si
incurvava tremolante verso
l’alto.
Si
sentivano soli. Entrambi. Era quel sentore di vuoto pesante,
di buco nero, che forse li aveva spinti a riempire gli
spazi del letto la sera prima.
Era
il cinismo di Fuusuke che tornava, ogni tanto, anche dopo tutti
quegli
anni, l’arroganza di Shuuya, le menzogne di Maki, la paura di
Miura e la
diffidenza di Ryuuji.
Haruya
fece scivolare le coperte, interrompendo il filo di pensieri di
Hiroto,
che gli sorrise.
Forse
qualcosa era cambiato davvero, in una mattina come tutte le
altre; Kiyama
sentiva tirare aria di novità.
Il
sensto senso, pensò guardandosi la punta dei piedi e
sorridendo, quello a
cui l’altro dava retta troppo
spesso.
“La
calma dopo la tempesta, eh?”
Sussurrò
Nagumo assonnato, rimandando senza accorgersene un
pensiero di Hiroto
di qualche secondo prima, ghignando un po’ come faceva
spesso. Ma quel sorriso
un po’ storto aveva una punta di agrodolce, una traccia della
tristezza della
notte.
Forse
qualcosa era cambiato.
“Sai
che se non ci muoviamo Hitomiko ci ammazza. I bambini
sanno che non li
sorvegliamo e fanno disastri.”
L’altro
ringhiò, ricascando all’indietro
fra i cuscini mentre borbottava
contrariato.
Forse
qualcosa era cambiato davvero.
Hiroto
si irrigidì un po’ al timido, stanco
abbraccio che Haruya gli offrì di
sorpresa – Kiyama non aveva sentito le coperte frusciare
– affondando il viso
nella sua schiena. Espirò, allegro, spalancando la finestra
che dava sul Sun
Garden. Non aveva proprio voglia di fare le cose in fretta, in
quell’abbraccio,
quella mattina, per andare a far giocare i bambini.
Ma
si incuriosì quando distinse un caschetto di capelli
aranciati che fra i
marmocchi dell’orfanotrofio non aveva mai visto.
“Haruya…
chi è quello?”
“Sei
così svampito che ti scordi i nomi dei
bambini? O sono io che ti faccio
questo effetto?”
Hiroto
fece una smorfia, indicando il piccoletto. Al che Nagumo rispose
stringendosi nelle spalle, ma gli fece segno di fare silenzio per
sentire il
nome del nuovo arrivato.
Amemiya
Taiyou.
Forse
qualcosa era cambiato davvero.
“Haruya.
– Lo chiamò, come se fosse un
ordine. – Ti ricordi quando giocavamo
alla famiglia?”
Indicò
secco Taiyou, che correva in giro come un tornado,
libero dalle grinfie
della Hitomiko.
A
Nagumo venne in mente una frase sola. ‘Non
c’è due senza tre.’
E
in tre, il numero perfetto, forse sarebbero stati tutti un
po’ meno soli.
* * *
☀
~Anche
stamattina mi sono svegliata con un po' di amaro in bocca, quindi mi
sono messa sotto per aggiornare questa.
E, parliamo di questa donna.
Ci siamo viste tre volte di persona, già tre, e ci
conosciamo tipo dalla fine dell'anno scorso - e ci siamo avvicinate
grazie alla GuraBan.
Che dire- è incredibile.
C'è sempre sempre sempre
quando ho bisogno di qualcosa e le rompo costantemente le
cosiddette con problemi di ispirazione, di ship e altro. Troppo altro.
Penso di non averle mai dedicato nulla tranne un disegno, e mi fa
sentire davvero in colpa sta cosa D:
Ricordo ancora quando soffocava le risate nel cuscino, un mese fa,
mentre le parlavo di quanto da piccola ritenessi maestosi i Rattata e
di quanto ci fossi rimasta vedendo la sua evoluzione che sembrava "una
supposta marrone con le zampe e la faccia da sgorbio".
E poi venusaur, i coco pops -ho ancora quella confezione nello zaino-,
i tavolini dell'ikea, le chat notturne con disegni molto equivocabili e
i maiali con le tette, i tuberi, le crackship nate a muzzo ma che
amiamo così tanto, le role, le mie battutine che non si
possono sentire e le sue risate nel parlare di r18.
Non si può
parlare di r18 con lei, lo sapevate? Ride. :'D
Ah e i suoi interventi a caso quali Kimono, mamma e bunjee jumping.
E. Il suo. Stile. Di. Scrittura.
E' assolutamente un mito e volevo tramutare una delle nostre otp
condivise (la santa dopo che le ho scassato tutto ciò che
aveva shippa pure goga amore mio) in una famiglia.
Alla conpere,
a cui chiedo una cosa sola. Come fai a sopportarmi ancora? :')
Bene-
cioè male- cioè eccola.
Questa è quella con cui ho litigato di più haha
bastardi. çuç
Non so esattamente cosa non andasse ma al diavolo oh. (?)
Fatto sta che Ho avuto un'illuminazione quando mi sono rivista Go ed
è comparso Taiyou. E gli ho guardato un attimo gli occhi.
Allora. Hanno la forma e il colore di quelli di hiroto, ma l'interno
come quelli di Nagumo e hanno pure le ciglia verso il basso del
tuliponcio.
Idem per l'acconciatura. Per fortuna il tulipano si è
confuso fra i ciuffi :'') Ma comunque ha la frangia di Hiroto e lo
stile spiky (?) di Nagumo li ha resi un po' più selvaggi.
-cosastoaddi'-
Unica cosa che non c'azzecca è il colore ma per l'otp tutto
:')
Comunque, spero che vi sia piaciuta. *inchino*
Grazie mille a chi legge e recensisce ♥
Un abbraccio spaccaossa,
cha.