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Autore: Jessy9129    28/09/2013    2 recensioni
Credo che a tutti noi capiti di pensare, quando finisce una saga, di dire addio ad un caro amico.Quanto tempo passiamo a fantasticare su come la storia potrebbe continuare ad evolversi? beh io ho cercato di continuare la storia di Luce e Daniel, proprio dove Lauren Kate ha deciso di concluderla... spero vi piaccia.... buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Grigori, Luce Price
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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QUATTRO


L'USCITA


Il mattino seguente il primo pensiero di Luce fu di cercare Daniel. Prima di uscire fissò il suo riflesso nello specchio del piccolo bagno nella stanza. I suoi grandi occhi nocciola erano cerchiati da occhiaie che unite col suo colorito bianco, davano un risultato spettrale. Sbuffò quando neanche col correttore riuscì a coprirle. Non aveva chiuso occhio. Aveva continuato a pensare a cosa era successo la sera precedente e soprattutto a cosa non era successo. Era tutto così stressante. Prese le sue cose e salutando Nora che ancora dormiva uscì dalla stanza. Di proposito passò per la Cambusa e trovò la porta della stanza 111 piena di fuliggine. Il muro che la circondava era completamente nero. Quella mattina il cielo era coperto da grossi nuvoloni e quelle macchie scure sembravano ombre che stavano lì in agguato ad osservarla. Fin da piccola aveva sempre avuto paura di tutto ciò che aveva a che fare con le ombre. Si rendeva conto che era una cosa ridicola, ma non poteva farci niente. Si strinse le mani attorno al busto quando un brivido le percorse la schiena.
- Ehi! –
Luce sobbalzò.
- Lucien mi hai spaventata. – Si mise una mano sul petto come per contenere il proprio cuore che batteva all’impazzata.
- Scusami. Non era mia intenzione. – sembrava mortificato. Luce gli sorrise. Lucien indicò la porta.
- Pazzesco. Non … - stava per dire qualcosa ma scosse la testa. -  Sai come sta Daniel? – chiese infine.
Luce sperava che stesse bene. Ma in realtà non ne aveva la più pallida idea.
- Credo che stia bene. In verità stavo andando da lui in questo momento. –
Lucien aveva entrambe le mani delle tasche posteriore dei Jeans e portò lo sguardo al di fuori della vetrata che affacciava sul cortile.
- Capisco. – disse infine. – Non voglio intrattenerti il più del necessario. –
Luce fissò l’amico. Con quei suoi occhioni azzurri era così tenero. Le dispiacque un po’ per lui. Era evidente il suo interesse per Luce. Probabilmente qualsiasi altra ragazza non se lo sarebbe fatto scappare. Ma per Luce ormai vi era solo Daniel. Probabilmente se non avesse conosciuto Daniel gli avrebbe rivolto le attenzioni che meritava. Tuttavia lo salutò con una mano prima di girarsi e uscire nel cortile. Per l’intera mattinata non riuscì a trovarlo. Probabilmente era uscito dal college. Non era inusuale che il sabato i ragazzi se la svignassero. Fu all’ora di pranzo che lo vide. Daniel era seduto con un gruppetto di ragazzi che parlavano animatamente, ma lui invece era silenzioso e giocherellava con il cibo nel suo piatto. Quando la vide entrare nella mensa alzò la testa il loro sguardi si incontrarono. Luce entrò in iperventilazione. Gli sorrise. Non sapeva se andare da lui. Daniel dapprima sembrò ricambiare il caloroso sorriso. Poi qualcosa cambiò, il suo sguardo si fece più freddo e distante, e abbassò lo sguardo sui resti del suo pranzo. Luce non sapeva spiegare quell’improvviso cambio di umore. Un attimo prima sembrava felice di vederla e un attimo dopo puff… sembrava che lei non esistesse. Luce rimase molto delusa. Si andò a sedere al tavolo dei suoi amici. Non si voltò più nella direzione di Daniel, ma di tanto in tanto notava le occhiate preoccupate che Nora le rivolgeva. Finse di non notarla. Continuava a pensare a cosa poteva aver sbagliato. Senza saperne il motivo aveva rovinato tutto. Si era illusa che una volta tanto nella sua vita tutto poteva andare per il verso giusto.
Il giorno seguente fu più o meno la stessa cosa.  Lui aveva cercato di evitarla per l’intera mattinata. Tuttavia si incrociarono nel cortile
- ciao. – le aveva rivolto prima di scappare letteralmente da lei. Nora lo aveva guardato in cagnesco però non aveva aperto bocca lungo tutto il tragitto fino alla loro camera. Ne fu contenta. Non aveva voglia di parlarne, si sentiva umiliata. Più ci pensava e più non capiva cosa aveva sbagliato.
- Cosa ne pensi se ordiniamo una pizza al salame? – le chiese Nora cercando di risollevarle il morale. Sapeva che quella al salame era la preferita di Luce.
- Ti ringrazio Nora. Ma non ho voglia di mangiare niente. – le rispose. Si sedette sul suo letto e prese il plaid fuxia portandoselo sulle spalle. Sentiva un freddo che partiva da dentro. L’amica sospirò e si andò a sedere accanto a lei.
- Devi pur mangiare qualcosa… - le disse. – E’ da ieri sera che non tocchi cibo. –
Luce fissò l’amica. Era evidente la sua preoccupazione. Le sorrise debolmente per rassicurarla.
- Credo che accetterò la tua offerta. Però vorrei aggiungerci dei funghi. –
L’amica batté le mani. E si alzò per prendere il suo cellulare.  - Ogni tuo desiderio è un ordine – le disse sorridendo.
La mattina seguente si rese conto di sentirsi riposata. Doveva ammettere che mangiare la pizza con l’amica che le raccontava degli ultimi pettegolezzi, era stata davvero una buona terapia contro la tristezza. Si ripromise di non pensare più a Daniel. E fu facile mantenere la sua promessa poiché per tutta la mattinata di Daniel non vi fu alcuna traccia.
- Dunque Luce stasera vieni con noi a vedere un film nella sala grande? – le chiese Hailey.
- Che film proiettano? – Luce era interessata.
Hailey fece spallucce.
– boh. Però sono sicura che ci divertiremo. Ci sono anche i ragazzi. - Nora le diete una gomitata.
– ahi! –
Ah Nora… Nora… era tenero da parte sua cercare di non farmi ricordare di Daniel. Ma non potevo permettere che per colpa sua la vita di Luce fosse condizionata.
- Ci sto – disse infine sorridendo alle amiche.
Luce guardò l’accumulo di vestiti sporchi sul suo letto. Così decise di fare un salto giù in lavanderia. Quando svoltò l’angolo intravide dei corti capelli biondi. Subito si ritirò dietro il muro. Se era Daniel se ne sarebbe tornata in stanza. Il suo umore nell’ultima giornata era migliorato e non poteva permettersi di rovinare tutto. Sbirciò di nuovo nella lavanderia e quando capì che il ragazzo con le cuffie blu seduto sul gradone era Lucien, diete un sospiro di sollievo.
- Ciao Lucien. – gli disse sventolandogli una mano davanti al viso. Lui si tolse divertito le grandi cuffie. Dall’interno proveniva una musica metal.
- Ehilà Luce. E’ sempre un piacere vederti. – le disse sempre sorridendo. Luce ovviamente arrossì.
- Sei così tenera quando arrossisci. – Le disse e questo non fece altro che farla arrossire ancora di più. Non aveva dubbi che anche le orecchie fossero diventate dei peperoncini. Lui agitò le mani.
- Ehi scusa. Non volevo metterti di nuovo in imbarazzo. – si affrettò a dire. – Mannaia a me e la mia lingua biforcuta. – si potò una mano dietro la nuca mortificato.
- Non sei tu il problema – si affrettò a dire Luce per toglierlo dall’imbarazzo.
- Mannaia a me e le mie guance rosse impertinenti. -
Lui scoppio a ridere all’unisono con Luce.
- Sei forte Luce. - Stava ancora ridendo.
- Anche tu non sei niente male. – gli disse in un falso modo canzonatorio. Ma lo pensava davvero.
- Allora come ti trovi in questa… -  Lucien allargò le mani verso l’intera stanza, come cercare le parole giuste. - … gabbia di matti? – concluse infine. Luce sbuffò divertita.
- Penso che stia diventando matta pure io. -
- Oh ti capisco… - rispose lui. – sai io in passato ero molto più normale… e noioso. – lui stava ancora sorridendo. Luce doveva ammettere che era un ragazzo attraente con quei suoi grandi occhi azzurri, i suoi capelli biondo ramati di qualche tonalità più scura di quelli di Daniel. Anche le labbra non erano piene come quelle di Daniel, ma erano perfette sul suo viso. Per non parlare del fisico… certo non aveva le spalle larghe da nuotatore di Daniel, ma… “Luce basta! devi smetterla di fare il paragone con Daniel. Ancora meglio devi smettere di pensare a Daniel. Punto.” Le puntualizzò la sua vocina interiore. Luce si ripromise che la prossima volta che avrebbe pensato a lui in presenza di Lucien, si sarebbe morsa volontariamente la lingua.
- Stasera io e i miei amici ci riuniamo nella sala cinema, ti andrebbe di venire con noi? gli chiese alla fine. – Sempre se non hai altri impegni chiaramente. – Si affrettò a dire per non sembrare sfacciata. Ovviamente si aspettava un no.
- Per me va bene – invece le rispose. Sembrava stupito da quella domanda. - A che ora? – proseguì. Non le chiese che film c’era. Probabilmente lo sapeva già. Era quasi tentata di chiederglielo per curiosità ma si trattene.
- Ci incontriamo alle 20.00 nel cortile. – era stranamente felice che lui avesse accettato.
Lui fece spallucce.
– Per me va benissimo. - Poi il bip che stava ad indicare che l’asciugatrice aveva finito il suo lavoro li fece girare entrambi. Lui raccolse le sue cose e le mise nella cesta.
-Allora a più tardi. – la congedò sorridendole.
- A più tardi. – Luce lo seguì con lo sguardo. Era stranamente felice. Al diavolo Daniel. Non aveva bisogno di lui per essere felice.
Puntuali come un orologio svizzero alle 20.00 Luce e Nora uscirono dalla porta che dava sul cortile. Lucien era già fermo sulla panchina ad aspettare. Quando le vide arrivare si alzo.
- Ciao -  le saluto entrambe prima di strizzare l’occhio a Luce, e lei ovviamente, quasi come fosse un marchio di fabbrica, arrossì.
Luce indicò Nora alla sua destra.
- Ti ricordi di Nora? - Disse per rompere il giaccio. – La mia coinquilina. –
Nora gli fece segno con la mano.
- Certo. Ciao Nora. – disse lui cortesemente. Nora le diete una gomitata dietro la schiena. E Luce poté giurare di aver visto un bagliore rosa sulle guance dell’amica. In quel preciso istante videro spuntare da dietro i cespugli Jordan ed Hailey che li salutavano animatamente.  Luce fece le presentazioni, e notò che un po’ la infastidivano le occhiate di approvazione delle amiche.
- James con David e Kevin ci aspettano già li. – comunicò Jordan a Nora.
 
 
Nella grande sala adibita a cinema stavano proiettando “City Of Angel”, uno dei film che Luce amava di più. Lo aveva visto miliardi di volte, e tutte quelle volte Luce aveva pianto.
- Sai è uno dei miei film preferiti. – sentì dire da Lucien. Luce ne rimase sbalordita.
- Anche il mio. – disse Luce spalancando gli occhi.
- Che coincidenza. -  Disse Lui. – Io trovo che i film egli anni 80 e 90 siano i migliori. -
- Mi hai tolto le parole da bocca. -  Disse Luce sempre più stupefatta.
Lui le sorrise compiaciuto. Dopodiché entrambi si dedicarono al film. Luce guadò Nora che si teneva le mani con James le ragazze sedute davanti tra Kevin e David. E lei… era seduta accanto ad un ragazzo stupefacente con la quale aveva molte cose in comune. Si sistemo meglio sulla poltroncina. Finalmente sembrava essere felice. Tutto sommato non aveva proprio bisogno di Daniel. “Ahi! “ Luce sentì il sapore metallico del sangue  sulla sua lingua. E con un dolore pungente si ridedicò al cinema.
  
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