Ed ecco che giungono le spiegazioni u.u
Sigh, ci stiamo avvicinando alla fine
della storia D: Mamma mia, da quanto sono in ballo?
Prometto che, una volta finita questa,
mi metterò sotto con un’altra Repayment (l’ho già in mente u.u).
Intanto, buona lettura! :D
Il racconto
“Reinnerva.”
Eva
aprì gli occhi, lentamente, cercando di mettere a fuoco il mondo. Vide Harry
davanti a sé, con la bacchetta puntata sulla sua faccia, e ci mise un attimo
per riconoscere il luogo.
Erano
nell’ufficio dell’orfanotrofio.
L’uomo
nero era legato mani e piedi ad una sedia, con Severus, Albus e James che lo
tenevano d’occhio a meno di cinque centimetri di distanza; Harry era davanti a
lei e Leah, la ragazza che li aveva fatti entrare, era sdraiata su un piccolo
divanetto: sembrava svenuta.
“Dove…?”
“Ginny
è andata a chiamare gli Auror. L’abbiamo preso, ma bisogna indagare ancora:
potrebbero esserci dei complici. Inoltre dobbiamo farlo portare via.”
Eva
si sedette meglio e fissò Rodolphus negli occhi. Aveva lo sguardo duro, deciso.
“…
Perché?” chiese infine.
Rodolphus,
che finora era rimasto imbronciato, sospirò.
“Sì,
piacerebbe anche a noi sapere il perché.” intervenne Harry. Era furioso, i suoi
occhi mandavano lampi, ma stava cercando di controllarsi. Dopotutto, davanti a
sé aveva l’uomo che gli aveva rovinato la vita, portandogli via sua figlia.
“Cosa
vi fa pensare che parlerò?” ribatté lui, ghignando.
“Pensi
davvero che gli Auror non useranno il Veritaserum? E dire che una volta eri
intelligente…” rispose Severus, osservandolo con sguardo neutro. Non sapeva che
provare nei suoi confronti: si sentiva arrabbiato perché aveva strappato una
bambina ai suoi genitori e le aveva fatto del male, ma d’altra parte se non
l’avesse fatto, forse non avrebbe mai conosciuto Eva…
“Oh,
Severus! Mi sorprende che tu sia ancora vivo. Non saprei, pensavo che… Boh? Ti
avrebbero trovato suicida sulla tomba di Lily o cose simili.”
Lo
stava evidentemente provocando, ma lui non sarebbe certamente caduto nella sua
trappola.
Eva
si alzò in piedi, sorprendendo tutto e avvicinandosi a Rodolphus. Lo fissò con
risentimento e un lampo di dolore passò nei suoi occhi.
“Mi
devi delle risposte! Io ti credevo mio padre, io ti volevo bene! Perché…?”
Le
lacrime avevano iniziato a scendere, così Severus, che era vicino, le mise una
mano sulla spalla. Lei si girò e si accoccolò a lui, singhiozzando.
Rodolphus
perse d’un colpo tutta la sua arroganza e sospirò, di nuovo.
“Eva…
Non avrei mai voluto farti del male…”
“E
allora spiegaci perché l’hai fatto.” disse di nuovo Harry, insistendo.
Rodolphus
lo fissò per parecchi secondi, durante i quali Eva smise di singhiozzare, ma
rimase fra le braccia del professore. Severus si sentiva un po’ in imbarazzo,
ma nessuno disse niente: probabilmente gli altri consideravano normale che lei
si avvicinasse alla persona che conosceva più di tutti, in un momento così
difficile.
Infine,
l’uomo si decise a parlare.
“Potter,
c’è una cosa che non sai. Durante la battaglia finale… Insomma… Poco prima che
succedesse quello che è successo, io e Bellatrix abbiamo scoperto…” un altro
sospiro “Era incinta, Potter. Aspettava una bambina.” lo disse alzando lo
sguardo e fissando Harry dritto negli occhi “E voi me l’avete uccisa. Avete
ucciso la mia bambina.” il tono si era fatto tremante.
“Noi
non sapevamo…” disse Harry, confuso “Bellatrix ha preso parte alla battaglia,
ha ucciso parecchia gente, era una pazza! E noi non sapevamo che fosse
incinta!”
“Potter,
è inutile che mi ricordi che tipo fosse mia moglie. Lo so benissimo da me.”
ribatté lui, con il tono duro “Era devota al Signore Oscuro oltre ogni
immaginazione. Le avevo chiesto di non prendere parte alla battaglia, per amore
della figlia, ma non mi ha ascoltato. Nonostante tutto, so con certezza che
quella figlia era mia, perché il Signore Oscuro non l’ha mai desiderata da quel
punto di vista, né voleva eredi. Bellatrix si è buttata in mezzo alla mischia
per compiacerlo, ma chi ci ha rimesso, alla fine, è stata mia figlia. E l’ha
uccisa, le ha uccise, la madre di tua
moglie.”
Eva
aveva girato la testa, sempre rimanendo abbracciata a Severus, per sentire
meglio cosa Rodolphus stesse dicendo.
“Non
intendo scusarmi perché Bellatrix ha agito da irresponsabile. A prescindere da
chi ha sferrato il colpo che l’ha uccisa, Bellatrix aveva fatto cose terribili,
cose per cui si sarebbe meritata comunque una condanna a vita ad Azkaban.
Questo” ribatté, enfatizzando le ultime parole “Non giustifica affatto il rapimento di mia figlia.”
Rodolphus
sorrise, ma era un sorriso amaro.
“Volevo
solo la mia bambina. La tua famiglia me l’ha portata via, così io l’ho portata
via a voi. Se noti, l’orfanotrofio è stato fondato da me proprio appena si è
sparsa la voce che tua moglie aspettava una femmina.” Rodolphus girò la testa,
osservando Eva “All’inizio mi serviva una copertura, sai, perché pensavo di
ucciderti, proprio come loro avevano ucciso ciò che restava della mia vita.”
disse, e Eva sentì un brivido percorrerle la schiena “Ma, alla fine, non ce
l’ho fatta. Tu eri così piccola, e bella…” lo sguardo dell’uomo si perse,
lontano “Ed eri mia. Non mi somigliavi, e non somigliavi nemmeno a Bellatrix,
ma eri mia e io ti volevo.”
“Che
strano.” disse Harry, a denti stretti “Un assassino che ha fatto le peggio cose
e che non riesce ad uccidere una bambina.”
“Lei
era diversa, Potter.”
Con
un tuffo al cuore, Severus trovò una sorta di parallelismo fra la sua
situazione di anni e anni prima e quella di Rodolphus adesso. Per un istante,
si sentì molto simile a lui, ma, fortunatamente, l’istante passò e non lasciò
traccia.
No,
erano completamente diversi. Lui era passato dall’altra parte in toto, e già
aveva iniziato a pentirsi delle sue scelte, anche prima che Lily fosse in
pericolo. Aveva solo aspettato un pretesto, vero, ma era già intenzionato a
lasciare quella strada.
E
non avrebbe mai strappato un figlio a qualcuno. Non si sarebbe mai preso Harry
con la forza, né l’avrebbe considerato suo, anche se era il figlio della donna
che aveva sempre amato.
“Ma
se mi volevi per te… Perché hai iniziato a fare quelle cose?” chiese Eva. Non
si era resa ancora conto, probabilmente, dell’enormità del peso che le sarebbe
gravato addosso.
Tutto
quello in cui aveva vissuto da piccola non era altro che una messinscena, fatta
apposta per lei. Ecco perché l’uomo
nero le era così affezionato… Ecco perché lei lo considerava suo padre.
Non
ci fu bisogno di specificare cosa intendesse con quella domanda. Rodolphus
sospirò nuovamente.
“Eva,
tu avevi la magia dentro di te. Ma non avresti dovuto, perché il Ministero ha i
suoi mezzi per rintracciare chiunque abbia dei poteri magici… Se tu li avessi
sviluppati, ti sarebbe arrivata una lettera da Hogwarts e… Si sarebbe scoperto
tutto. Io ti volevo con me e basta, devi credermi. Non volevo essere costretto
a separarmi da te.” anche ora l’uomo si era rivolto direttamente ad Eva, e lei
poté leggergli il rimorso negli occhi. Ma non l’avrebbe perdonato, questo no.
“E
se la volevi così tanto, perché è stata adottata?” chiese quindi Harry,
cercando di fare chiarezza nei punti ancora oscuri.
“Non
è stata una mia scelta. Una delle donne che lavoravano qui si era accorta che
Eva era strana… Aveva iniziato a pensare male di me. Non ci diedi peso, e
partii per i miei affari come sempre. Ma lei… Aveva trovato una famiglia.” le
mani di Rodolpus erano legate, ma lui riuscì lo stesso a stringerle a pugno.
Era arrabbiato “Preparò il tutto in modo da mettere in regola i documenti, la
mandò dalla famiglia e poi bruciò tutto. Le carte, ogni minimo indizio… Tutto.
Quando tornai dal mio viaggio trovai una lettera di dimissioni sulla mia
scrivania: sapete, Caroline era una donna sola ma benestante, aveva ereditato
una grossa somma di denaro dalla famiglia… Lavorava più per altruismo che per
necessità. La cercai ovunque, per anni, ma inutilmente. Così come cercai Eva.”
“Potter.”
intervenne Severus “Mentre arrivano gli Auror… Non è meglio che Eva torni a
casa?”
Harry,
che era rimasto a fissare Rodolphus con un misto di odio e disgusto, si girò
verso il professore. Per la prima volta si rese conto del modo in cui Eva era
abbracciata a lui, e capì che per lei era stato troppo da affrontare.
“Sì…
Sì, ha ragione. La riaccompagna lei? Io devo aspettare gli altri… Poi andare al
ministero…”
Separarsi
dalla figlia appena ritrovata era difficile, ma sapeva che sarebbe stato
necessario. Se non altro, per assicurare alla giustizia quel verme schifoso di
Rodolphus. Sicuramente c’erano altri complici da stanare, perché non avrebbe
potuto agire da solo per il rapimento… Doveva verificare le cose.
Severus
annuì e portò Eva fuori dalla stanza. James e Albus li fissarono andar via, ma
non dissero niente: anche loro volevano accompagnare il padre al Ministero.
Una
volta che furono di nuovo nell’atrio, Eva lo fermò per un braccio.
“Portami
a casa tua.” gli disse.
Severus
sospirò, poi le strinse la mano. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a dirle di
no.