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Autore: Ninriel    28/09/2013    2 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Quando la fiamma si spegnerà, solo uno potrà risvegliarla. Egli amerà e verrà spezzato, e allora la fiamma potrà risorgere. -

La voce della Dea parlò attraverso Allison, e anche lì, in quella profonda caverna, fu percepibile la tensione generata dal quella presenza estranea. Le molteplici fiaccole appese alle pareti mandarono scintille, sprizzando lingue di fuoco che si innalzarono verso il soffitto arcuato, come alimentante da quella immensa energia. La caverna risplendette di bagliori rossastri.

Le creature terrestri erano in subbuglio, ed un brusio appena udibile giungeva dal suolo.

L'elemento più potente, più instabile ed imprevedibile aveva nuovamente sconvolto un mondo nel quale non faceva visita da migliaia di anni. Quella coscienza così antica, si era presentata senza precedenti, portando con sé più interrogativi che risposte, più inquietudine che quiete.

Anche le poche parole che aveva pronunciato attraverso il corpo del suo intermediario, cosa mai successa prima, erano penetrate in fondo agli animi dei due attoniti spettatori.

La profezia lanciata dalla dea, ancora aleggiava nell'aria, incompresa. Le iridi vermiglie ancora risplendevano nella grande ed oscura caverna, illuminando un viso pallido e assente. Le fiaccole ondeggiavano ancora, ma più lentamente, seguendo il silenzioso ritrarsi di quella che era una presenza potente ed incompresa.

Mentre la forza che aveva permeato quel luogo scemava, sia Trevor che George, sentirono una parte del proprio cuore che veniva tirata quasi inconsciamente verso gli ultimi stralci della presenza dell'elemento, come a non volerlo lasciare andare.

Fu solo allora che George si risvegliò dallo stato di trance in cui era caduto, pensando che si sarebbe dovuto inginocchiare alla dea, invece di restare imbambolato, ma ormai era troppo tardi.


 

Allison sbatté le palpebre mentre il fuoco delle sue iridi si spegneva, soffocato da un ondata azzurra che prevaleva su quella tonalità estranea, e mise a fuoco le due figure poco distanti da lei. Non sapeva come, ma sapeva che qualcosa di inspiegabile era successo, qualcosa che anche nel mondo delle ninfe, per quel che ne sapeva, non era mai accaduto.

La Dea era scesa sulla terra. La dea aveva parlato. Nonostante fosse stata tecnicamente incosciente per tutto il tempo, Allison sapeva ciò che era avvenuto, e nella sua mente ancora dominavano infuocate le parole della profezia.

Ci volle poco per la ragazza, per rendersi conto di aver ospitato una creatura estranea a quel mondo e a quelle regole, e altrettanto poco per accasciarsi improvvisamente sul pavimento di pietra, mentre le forze esangui che credeva di avere la abbandonavano facendola cadere in una dolce incoscienza.


 

* * *


 

-Ora cosa facciamo?- Trevor si passò una mano sul viso, osservando il volto pallido di Allison .

La ragazza era svenuta improvvisamente, lasciando lui e George attoniti, ancora increduli. L'avevano portata di peso su per le scale, preoccupati per la sua incolumità, e l'avevano adagiata sul letto del ragazzo. Dopo aver stabilito che Allison stesse bene, e avesse avuto un mancamento causato dall'improvviso e considerevole dispendio di energia, George aveva potuto rispondere alle domande continue e tartassanti di una sconvolta Paige.

La donna aveva avvertito le vibrazioni intorno all'abitazione, coronate da cinguettii allarmati e guaiti da parte dei cani delle altre casa. Molta gente era uscita attirata dagli schiamazzi, ma nessuno aveva trovato spiegazione per il comportamento degli animali. Paige sapeva, sentiva, che qualcosa era cambiato. Le ninfe potevano avvertirlo poiché erano più legate alla natura e alle sue manifestazioni, di un normale umano.

George le fatto un fedele resoconto dei fatti, e dal suo tono traspariva ancora incredulità.

Ora l'uomo fissò il figlio con occhi stanchi. -Aspettiamo- rispose paziente.

Se c'era qualcuno che poteva dare delle risposte, era senza dubbio la custode.

Era già strano che la custode fosse nata in quel mondo, interrompendo il ciclo continuo che da generazioni andava avanti immutato, e ora anche la Dea interveniva.

La prima trasformazione era importante per chiunque, tanto più per una custode, e George intuì che l'intervento della dea non era una caso, come anche l'anziano Quy'Ohz aveva detto a lui e Paige prima che partissero per l'altra dimensione. L'uomo aveva il volto solcato di rughe, con un espressione corrucciata. Le custodi erano l'incarnazione stessa del popolo, protettrici supreme, e solo grazie ad una premonizione l'uomo aveva scoperto una variazione del disegno che il destino aveva tessuto tanto attentamente per la loro specie. Un piccolo, indifeso puntino, che avrebbe cambiato le intere sorti del popolo.

Una custode nata in un altra dimensione, vissuta con un altro popolo, iniziata ad altre tradizioni. Una custode estranea al proprio ruolo. La custode che dopo millenni, avrebbe riportato l'equilibrio.


 

* * *

Due Giorni Dopo

-Cerca di sciogliere i muscoli. Se resti rigida come puoi pretendere di far fluire l'energia fino ai palmi, se neanche riesci a richiamarla?- La riprese George esasperato, notando che la ragazza non riusciva a richiamare il proprio elemento ma si impuntava a voler fare per il proprio conto.

Allison sbuffò -Non è così facile, cosa credi?! Non hai provato di persona cosa significa essere una custode, perciò non puoi dirmi come devo fare!-

Era veramente stufa. Dopo la manifestazione della Dea, sia George che Paige avevano insistito sul fatto di dover andare ad Ascabryh con un minimo di preparazione, e avevano imposto un ritmo forzato ed estenuante. Allison raccontava ai propri genitori di essere in giro con le amiche, ma quegli allenamenti cominciavano a stancarla.

Se tanto importante era il suo ruolo tra le ninfe, se tanto veniva venerata, come mai si ritrovava a dover ubbidire agli ordini di un sempre più impaziente George?

E poi c'era Trevor, che con la sua solita faccia tosta le rinfacciava continuamente di essere un fallimento. Per carità, poteva anche baciare bene, ma quando ci si metteva riusciva a scassare le scatole meglio di chiunque altro. Proprio come in quel momento.

-Ma dai Allison, neache una fiammella piccola piccola?- la sbeffeggiò.

La ragazza strinse gli occhi, rimanendo in silenzio ed ignorandolo. -Ma che razza di custode sei? Se continui così...- continuò a deriderla.

Lei strinse la bocca in una linea dura, mentre gli ultimi sgoccioli di pazienza fuggivano veloci come anguille, ed all'irritazione del momento si sommarono i problemi con i genitori.

Improvvisamente gli sforzi degli ultimi giorni sembrarono non essere stati vani, e un forte calore si andò a concentrare nei palmi della ragazza. Chiunque si sarebbe bruciato, ma lei no. I suoi occhi risplendettero vermigli mentre le lingue di fuoco scaturivano dalla pelle arrossata, e si dirigevano fulminee verso il ragazzo e dalle labbra di Allison fuoriusciva un sibilo irato. - -Oh, ti faccio vedere io che razza di custode sono, brutto figlio di... -

-Allison!- George la richiamò facendo afflosciare improvvisamente i tentacoli infuocati a poche spanne dal viso di Trevo, che si persero in nugoli di vapore sul pavimento, non lasciando altro che lievi striature scure.

La ragazza si girò lentamente verso l'uomo, mordendosi la lingua per contenere i toni. Era finalmente riuscita a far rivelare l'elemento, e lui la bloccava proprio sul più bello?

-Sì?- chiese ostentando una pacatezza che neanche lei sapeva da dove avesse preso.

George inarcò un sopracciglio, osservandole i pugni serrati -Devi imparare a controllarti. Tutto il popolo si appoggerà a te, quando ti rivelerai, e dovrai imparare ad essere un punto fermo a cui potersi sempre rivolgere, non un'uragano in preda alle emozioni.- la redarguì aspramente.

La ragazza gonfiò il petto offesa. È arrivato il tempo di far valere la mia autorità!

-Hai detto bene George, imparerò. Ma per ora, è già tanto che io sia riuscita ad evocarlo, il fuoco, non credi? E tanto per la cronaca, durante le tue lezioni ho imparato che la custode è venerata e servita al pari di una regina... e mi chiedo come mai tu non faccia lo stesso. O dato che sei il padre del guardiano puoi permetterti queste libertà?- fu lei ad inarcare il sopracciglio, fissando George con le braccia conserte, per nascondere il fatto che nonostante la sicurezza, i suoi palmi erano ancora infuocati.

-Si ma, ...-

-Nessun ma. So che il tuo compito è insegnarmi, e lascerò che tu lo faccia. Ma non ti permetterò di continuare a spegnere la mia euforia ogni volta che riesco a fare qualcosa. Rivolgi le tue sagge parole anche a tuo figlio, perché non mi pare di aver sentito alcun rimprovero diretto a lui... e se non sbaglio dovrebbe essere appunto lui a proteggermi. -

Nella caverna era sceso il silenzio, e neanche lo sfrigolio delle torce osava farsi sentire. George parve rimpicciolirsi sotto lo sguardo autoritario -Autoritario?- di Allison.

-Bene. Possiamo continuare. -Concluse impassibile. George annuì, serio a sua volta.

-Come desidera custode.- Tutta la confidenza che si era preso mentre la sgridava sembrava evaporata. Allison si dispiacque, ma in fondo era stata lei stessa a volere essere trattata in modo consono al proprio ruolo.

Il suo sguardo cadde su Trevor, che la fissava scettico, per nulla convinto che dopo quella sfuriata sarebbe cambiato qualcosa.

La ragazza lo fissò a sua volta. -Beh? Hai intenzione di restare lì impalato a fissarmi?-

-Sì, se non decidi cosa dobbiamo fare ora. Sei tu che comandi no?-

Allison lo fulminò con lo sguardo. Se crede di potermi prendere in giro così...

No. Calmati Allison. Calmati. Non è così che si fa. Ecco, un respiro profondo...

Il calore che era riapparso concentrandosi in una pesante massa nel petto si dissolse lentamente. -Non ho detto questo, e l'insegnate rimane pur sempre tuo padre quindi...-

Replicò calma, girandosi verso George. Lui scrollò le spalle. -Credo che potreste esercitarvi con le ali, dato che gli ultimi giorni li abbiamo dedicati ai poteri. E poi, essere trasformati aumenta la capacità di richiamare l'elemento. Sempre se per lei va bene, custode. -

La ragazza annuì, cercando di reprimere l'irritazione. Nel tono dell'uomo, come in quello di Trevor, vi era una nota di scherno malamente mascherata.


 

* * *


 

-Oh, grazie al cielo abbiamo finito!- Allison si massaggiò la schiena. Dopo essere finalmente riuscita a rimettere al proprio posto George, avevano passato un ora ad allenarsi, facendo uscire e rientrare le ali continuamente. Non era più doloroso come all'inizio, ma ugualmente spossante e faticoso.

-Ora avrei sul serio bisogno di una doccia- affermò toccandosi la schiena, e scoprendosi sudata.

Trevor la fissò malizioso. -Se vuoi possiamo farla insieme. -

-Ha-ha. Non preoccuparti, sarà solo una cosa veloce. Giusto per evitare che i miei facciano domande quando torno-

Lui si scompigliò i capelli senza smettere di guardarla. -Puoi sempre dirgli che hai fatto attività fisica con me. Nel letto. -

Allison sollevò un sopracciglio. -Sì, e magari anche informarli che le tue prestazioni non sono state sufficienti per soddisfarmi. Allora, la doccia posso farmela o no?-

-Sì, và pure nel mio bagno. Gli asciugamani sono nel mobile accanto al lavandino. E se hai bisogno di compagnia fammi sapere. - le fece un occhiolino, che venne puntualmente respinto con una gomitata.

La ragazza si allontanò impettita. Non era tanto per le provocazioni del ragazzo, ma per il calore che si era concentrato nel basso ventre come rispondendo alle sue parole. Ora cominciava a capire quello che diceva sua madre sul non avere il controllo sul proprio corpo, perché pur essendo arrabbiata con il ragazzo per la mancanza di fiducia che aveva dimostrato per lei, lo strano intorpidimento tra le cosce e lo scorrere affrettato del sangue la tradiva.

Senza pensare salì in camera del ragazzo, entrò in bagno, scivolò fuori dai vestiti sporchi, e si infilò nel box doccia ed accogliendo con sollevo il calore dell'acqua lungo il corpo.

C'era una spugna, nel porta-saponi, ma la sola idea che Trevor l'avesse passata sul suo corpo nudo la faceva desistere dall'usarla. Il calore che sentiva in quel momento, non era per nulla paragonabile al calore che precedeva l'uso dei poteri. Questo era un calore più dolce e tentatore, ed Allison sapeva cosa ci sarebbe voluto per placarlo.

Dopo essersi lavata accuratamente, la ragazza uscì dalla doccia rilassata. Aprì l'anta del mobile come Trevor le aveva detto, ma la posto dell'asciugamano trovò in bella vista una scatola di preservativi.

Oh... ma come... lo ha fatto apposta! I suoi pensieri erano confusi ma non così tanto da impedirle di dare una sbirciatina alla taglia.

XL... non male il ragazzo eh? La solita vocina inopportuna la fece arrossire, anche se in effetti aveva ragione. Trevor era messo proprio bene. Oh, ma cosa vado a pensare?

Allison chiuse di scatto l'armadietto, voltandosi e prendendo l'asciugamano appeso dietro la porta, immaginando, e con ragione, che fosse l'unico del bagno.

La ragazza aprì la porta scorrevole ancora sovrappensiero trovando Trevor sdraiato sul letto ad osservarla.

-Hey! - fu l'unica esclamazione che riuscì a fare, avvolgendosi ancora più strettamente nella stoffa corta, probabilmente da lui usata per coprirsi solo la vita.

Il ragazzo schioccò le labbra lascivo e additò l'asciugamano. -Ti sta bene.-

-Se ce ne fosse stato un altro lo avrei preso... ma a quanto pare le tue indicazioni erano sbagliate.- sibilò imbarazzata.

Il ragazzo fece un sorrisetto, osservandole le lunghe gambe scoperte. -Mmh... fammi indovinare...hai trovato la scatola di preservativi vero?- si portò le mani sotto la testa guardandola soddisfatto.

Lei si lisciò i capelli arrossendo – Sì... ed ho come l'impressione che non sia stato un caso. XL eh?-

-Vuoi provarlo?- Il ragazzo scese dal letto con un balzo, avvicinandosi a lei senza vergogna. -Su, non fare complimenti- Insisté malizioso.

-Ti ricordo che sono ancora arrabbiata con te per la tua mancanza di fiducia. -

Trevor fece una smorfia di disappunto – e non ho intenzione di mettere da parte la questione solo per una scopata. -concluse con un mezzo sorriso. Alla faccia di chi diceva che le ragazze sono fini.

-Sei eccitante quando fai così-

Il ragazzo le si avvicinò improvvisamente, premendosi contro di lei. L'erezione era ben evidente sotto i pantaloni, ed Allison ruotò lo sguardo imbarazzata.

-Lo so che anche tu provi lo stesso... il tuo corpo ti tradisce Allison. - le sussurrò lieve all'orecchio passando una mano sulla pelle scoperta del collo, e sui seni rigidi coperti dalla stoffa, tentandola. Quel cambio di argomento la confuse, ma pur essendo ancora arrabbiata con lui non poté che accontentarlo, gemendo al suo tocco.

Accidenti a me... come fa... Pensò mentre lui continuava il suo assalto silenzioso. -Lo so che hai paura... e se non vuoi aspetterò... ma io... io ti voglio subito. Lo senti?-

Oh, eccome se lo sentiva. Il suo corpo virile era premuto contro il proprio, e la dura protuberanza andava crescendo velocemente. Trevor le prese una mano e se la portò sull'inguine. Gemette quando il palmo leggero lo sfiorò, quando le dita sottili lo solleticarono da sopra gli strati di stoffa.

Allison fremette a sua volta, indecisa. L'eccitazione era alle stelle ed i pensieri erano sempre più confusi. Non le era mai successo di sentirsi così tesa, come la corda di un arco. Il suo corpo bramava la presenza di quello di lui, ma la sua mente contrastava gli istinti primordiali.

E se fosse stato un errore? Se presa dal desiderio avesse fatto qualcosa di sbagliato?

Trevor le passò le labbra morbide sulla guancia, dolcemente, tracciando un percorso fino alle labbra. -Ricordati Allison... io non ti forzerò. La scelta è solo e soltanto tua. -



Nota dell'autrice
Bentornate a tutte !! Come state? 
Non so che dire su questo capitolo... diciamo che le cose sono andate come sono andate. Che ne pensate? E soprattutto, cosa credete che farà Allison?
Bene, detto questo, ringrazio di cuore una nuova recensitrice, Spella (spero di avere azzeccato il nome), e per la vostra gioia torno dopo tanto tempo con una delle mie pazze scenette... e mi raccomando, recensite ^.^


^Scenetta ^
mi batto una mano sulla fronte, cominciando a ripetere per l'ennesima volta biologia -Le biomolecole si distinguono in classi, a seconda dei gruppi funzionali...- 
Allison mi guarda alzando sopracciglio. -Che roba è?- 
-Roba da studiare. - Continuo a ripetere -La classe degli Alcaidi che ha il gruppo Carbossilico... ciòè.. carbonidrico... e la classe delle Ammine...- Allison mi interrompe di nuovo. 
-Senti... ti volevo chiedere... riuscirò ad andare a letto con Trevor?- Ha un tono implorante
Io ridacchio -Mmh...- 
-Ti prego ti prego ti prego ti preeego!- Mi implora, tanto per cambiare. 
-Se non lo sai tu...- Lei mi guarda storto. -Ma sei tu la mente! Io sono solo un mezzo delle tue elucubrazioni senza senso!- 
Io faccio un sorrisetto... piuttosto inquietante a giudicare a dalla sua faccia. La ragazza mette il broncio, sapendo che da me non otterrà nulla. E con ragione. Ho la bocca cucita, io. 
Come dico sempre... con il tempo, si vedrà.

 


 


 

  
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