Mazel tov!
Capitolo
05 – Alina
Le cose con Noah
sembravano andare bene ed io ero sempre più intenzionato a dire a mio padre che
avrei presto lasciato la sua casa. Il mio progetto era di abbandonare gli studi
e andare a lavorare in libreria con Noah e vivere con lui e sua nonna. Noah
sembrava contrario, diceva sempre « Non dovresti abbandonare gli studi! Hai la
possibilità di frequentare l'università e faresti bene a proseguirli » ma io
ero di tutt'altro parere. C'era tutto un mondo che non t’insegnavano in quelle
scuole bigotte e su questo nessuno poteva contraddirmi.
Le giornate
volavano leggere una volta che ebbi ripreso la scuola, anche se spesso non
trovavo Noah in libreria e lo aspettavo a casa (quando potevo). Venivano sempre
più controlli. Un giorno trovai la libreria chiusa e andai a trovare sua nonna.
Quando salii, la trovai piangendo. La casa era stranamente in disordine.
« Signora Maya! Cos'è successo? Sta bene? Dov'è Noah? »
« L'hanno preso di nuovo » la sua voce era strozzata dal pianto « sono venuti
anche qui. Stamattina hanno bruciato i nostri libri. Quel cumulo di cenere
laggiù era il nostro Talmud. Volevano portare via anche me, Noah ha reagito e
alla fine l'hanno portato via. Torna a casa, ragazzo. Torna a casa. »
« Resterò a farle compagnia, signora, fino a quando Noah non tornerà. »
Noah ritornò dopo
tre giorni, io avevo finito le panzane da raccontare a mio padre, così fui
costretto a tornare a casa. Mi accompagnò proprio Noah, anche se aveva la testa
fasciata e borbottava frasi contro le guardie ogni volta che ne vedeva una ed
io gli davo manforte. Mi lasciò fuori al cancello, per paura di essere visti
non potei dargli un bacio per salutarlo, gli feci un cenno con la mano e salii
a casa. Mio padre aveva visto dalla finestra.
« Di chi è quella
macchina, Zarin? »
« Di un amico »
« Lo stesso dalla quale ti intrattieni le notti? »
« E' un amico papà. Ha una sorella molto carina. »
« Non è carino che sia sempre tu ad andare a casa loro. Come si chiama questa
ragazza? »
« Angelica »
« Mi piacerebbe conoscerla, anche a tua madre farebbe piacere. E vorrei
incontrare anche i suoi genitori. »
« Ah, ehm... Sì, ok. »
Mi ero cacciato in
un bel guaio e non sapevo come uscirne. Quella notte mi affacciai dalla mia
finestra e vedevo una luna che brillava troppo e troppe stelle in cielo. Perché
la luna brillava, anche se quello che c'era sotto non lo meritava?
Pensai a diverse possibilità: potevo dire a mio padre di essere omosessuale e
finire in galera; dirgli che avevo litigato con quella ragazza e dimenticarmi
di uscire senza qualcuno al mio seguito oppure presentargli una ragazza. Il
problema era che non conoscevo nessuna che avrebbe avuto il coraggio di mentire
spudoratamente al generale Wolfrang. Ero proprio in un bel casino. Quello che non
potevo sapere era che mio padre aveva già annotato il numero di targa
dell'automobile di Noah.
Il giorno dopo
andai da lui, scrissi una lettera e la infilai in un libro che gli ritornai.
C'erano due tizi in divisa che mi seguivano e pensai che mio padre si fosse già
messo all’opera, quindi evitai di fermarmi troppo in libreria. Sentivo già la
sua mancanza.
Il giorno dopo ancora, uscendo da scuola, trovai ad aspettarmi una splendida
ragazza. Si chiamava Alina. Aveva dei lunghissimi capelli biondi raccolti in
una treccia che le scendeva sul petto. I suoi capelli sembravano così morbidi,
mentre i suoi occhi azzurri risplendevano in quella giornata grigia. Indossava
un abito di cotone lungo fino a pochi centimetri sotto il ginocchio, le spalle
erano coperte da un golfino scuro e portava un cestino di paglia che teneva con
entrambe le mani. Mi vide e si avvicinò a me, prendendomi sotto braccio. Fece
ben attenzione a farsi vedere da quei due tizi in uniforme.
« Dimmi che tu sei Zarin e che io non ho fatto una brutta figura.
»
« Sono io, sì... Tu chi sei? »
« Mi chiamo Alina. Noah mi ha detto che eri nei guai... » aveva lo stesso
sorriso contagioso di Noah, così copiai quell'espressione.
« Io non sono nei guai! Cioè-- sono incasinato! Un po'! »
« Sei proprio nei guai. » borbottò lei, fissandomi con aria severa. Aveva circa
la mia età, ma c'era tanta vita dietro i suoi occhi azzurri. Alina. Conobbi
così quella che sarebbe diventata la mia migliore amica.
« Fino al collo. »
« Noah mi ha raccontato tutta la storia. Vieni, andiamo a casa sua. »
Alina era fuggita da Israele insieme alla sua famiglia, avevano tutti paura
della guerra. Sua madre era ebrea come lei, mentre suo padre era un protestante
tedesco. Lavorava ai servizi postali, mentre sua figlia studiava in casa con
sua madre che era una maestra d'asilo.
Arrivammo da Noah in circa un quarto d'ora. Sua nonna aveva cucinato i canapè
fritti e del riso bianco. Alina salutò la signora Maya in un abbraccio e lo
feci anch’io.
« Noah sta arrivando. Chiude sempre la libreria verso quest'ora qui, iniziate a
sedervi. »
Noah aveva spesso tenuto compagnia ad Alina durante i suoi studi, per lui era
come una sorellina minore, come una fetta di quella famiglia che non aveva mai
avuto. Alina era diversa dalle altre ragazze: sembrava non avere inibizioni o
pregiudizi mentre ballava con Noah canzoni inventate da lui, o quando diceva le
parolacce in tutte le lingue che conosceva (ben tre: tedesco, ebraico e
inglese). Alina era simpatica e solare. Noah poteva contare su di lei, infatti,
decidemmo quando presentarci a casa mia per far conoscere "la mia
fidanzata" a mio padre. Lo comunicai al generale Wolfrang e ci accordammo
per domenica a pranzo. Gli dissi che lei sarebbe venuta con suo fratello perché
i suoi avevano un impegno di lavoro e lui non fece una piega.
Una delle cose che
ricordo di Noah è che lui ci sapeva fare. In tutto. Quando cuciva i vestiti
rovinati dall'usura, quando cantava, quando ballava, quando cucinava ricette
mai provate prima, quando i bambini piangevano nella sua libreria, quando
doveva consigliare i libri da prendere, quando si prendeva cura delle piante,
quando faceva l'amore, quando era tenero, quando era con le persone: Noah,
semplicemente, ci sapeva fare. Sapeva farsi amare da tutti. Sono sicuro che sarebbe
riuscito a farsi amare anche dal suo patrigno se ne avesse avuto la
possibilità. Ho egoisticamente pensato che fosse una fortuna per me che lui
fosse rimasto orfano, altrimenti non l'avrei mai incontrato. Ero un moccioso.
Così Noah e Alina vennero a pranzo a casa mia. Alina indossava uno splendido
vestito blu cobalto, un rossetto rosa chiaro e aveva sciolto i capelli. Era
semplicemente bellissima. Noah si era pettinato i capelli ribelli
(probabilmente glieli aveva sistemati la signora Maya) e indossava un completo
elegante. Era magnifico. Noah era l'emblema della perfezione. M’innamorai
ancora una volta di lui, fissando il suo sguardo dietro quegli occhiali che
indossava.
Ricordo che non vidi mai prima di quella giornata mio padre ridere tanto
durante una conversazione. Noah tirava fuori il meglio dalle persone: non so
come faceva, ma sapeva esattamente cosa dire e quali tasti non toccare.
Parlarono delle solite cose da "uomini": lo sport, le automobili, le
armi, le donne. Appuntai di chiedere a Noah come mai fosse tanto spigliato sul
discorso "donne". Anche a mio fratello Viktor piacque Noah: si
intrattennero un po' a giocare con delle macchinine di latta, mentre mia mamma
e Alina (conosciuta come “Angelica” dai miei genitori) parlottavano di ricette
e cucito.
Quando lasciarono casa, tutto tornò vuoto e silenzioso. Mi mancava già quel
pazzo di Noah.
« Simpatico quel ragazzo. Immagino che gli fanno il filo molte ragazze... »
« Ah... Sì... Molte. »
« E' proprio un bravo ragazzo. Anche Angelica sembra essere una brava ragazza. Si
vede che la loro è una famiglia tedesca per bene, altro che questi stranieri
che si intrufolano nella nostra società. »
Avrei voluto tirargli un pugno, ma mi trattenni. Annuii e tornai in camera mia.
Gli avrei volentieri tirato un calcio nel suo voluminoso sedere tedesco per
fargli ingoiare quei suoi pomposi pregiudizi tedeschi.
L’angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Eccomi qui con il quarto
capitolo di “Mazel tov”. Volevo ringraziare AsanoLight,
Jasminevampire, Frauro, Amarie, LolaBlack e darkmagic31 per aver aggiunto la
storia alle seguite e Ladydaredevil e Danyel per le recensioni :3 grazie per
dirmi cosa ne pensate della storiella che vi sto narrando e invito voi altri a
fare lo stesso ;3
Alla prossima! :3
Dal prossimo capitolo:
« Ti
amo, Noah. Promettimi che andrà tutto bene. »
« Anche io ti amo, scricciolino. Tra qualche
giorno saremo in America, in una bella casa, con un bel giardino e tantissime
margherite profumate. »
« Me lo prometti? »
« Te lo prometto. »