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Autore: adetiolina    29/09/2013    3 recensioni
Ziva nasconde un segreto da molto tempo, un segreto che è pronta a rivelare soltanto alla persona più importante della sua vita, che la dovrà aiutare a recuperare un rapporto che si è deteriorato con il tempo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Eli David, Un po' tutti, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano due mesi che Annaelle se ne era andata, e due mesi che non la vedevo ne sentivo. Avevo imparato a fare a meno di lei.
Anthony stava per sposarsi con Lidianne, e non sapeva di suo figlio che cresceva dentro me.
Avevo deciso di tenerlo, ma non lo avevo detto a nessuno, per fortuna, pur essendo quasi al quinto mese, non si vedeva nulla e non stavo poi così male.
Purtroppo però sarebbe dovuto nascere in estate e sarebbe stato complicato nascondere la pancia sotto delle magliettine leggere.
 
Oggi ho preso la mattinata libera per andare a fare l’ecografia, probabilmente oggi scoprirò il sesso del nascituro.
 
-buongiorno Ziva- mi salutò la dottoressa appena entrai nella stanza
 
-buongiorno come sta?- risposi con un sorriso
 
-Io bene, lei piuttosto, ha avuto dei disturbi?- chiese mentre mi sdraiavo sul lettino
 
-Non direi, le solite cose, con qualche fitta ma niente di preoccupante- risposi ricordando la settimana precedente quando al lavoro avevo sentito una serie di forti fitte ma durate pochi minuti.
 
-allora…- disse posandomi la sonda sul grembo- vogliamo sapere il sesso di questo piccolino?-
 
-certo, almeno potrò scegliere il nome- risposi io incantata dal battito regolare del suo cuore
 
-Futura mamma, cosa vorrebbe che fosse?- mi chiese
 
-Mmmm… dopo due femmine vorrei il maschietto ma non è proprio una preferenza, mi va bene in entrambi i casi- risposi io, avevo sempre desiderato un maschietto sin dalla gravidanza di Sonia
 
-Allora sarà contenta di sapere che tra quattro mesi terrà tra le braccia il suo giovanotto- non potevo crederci… ero così felice, finalmente il mio bambino, peccato che non potessi condividere quella gioia con qualcuno – però c’è una cosa, le fitte che ha sentito non erano normali, c’è una leggera sofferenza fetale, so che il suo lavoro non glielo consente più di tanto ma deve riuscire a stare seduta il più possibile e soprattutto niente corse e sforzi.-
 
-ma sta bene?- chiesi io allarmata
 
-Sisi non si preoccupi, soltanto, se posso darle un consiglio, dovrebbe chiedere di fare almeno fino al giorno del parto, lavoro d’ufficio- rispose lei porgendomi della carta per pulirmi il grembo dal gel.
 
-Ci proverò, ma non posso assicurarle nulla- risposi io preoccupata, avrei dovuto parlare a Gibbs della gravidanza ed ero sicura che non ne sarebbe stato molto felice
 
-va bene, se dovesse risentirle mi chiami immediatamente e venga subito qui- mi disse lei- le fisso un altro appuntamento tra due settimane sempre di lunedì alla stessa ora va bene?-
 
-sisi, è perfetto. Grazie mille. Arrivederci dottoressa.- dissi io aprendo la porta
 
-Arrivederci Ziva e mi raccomando-
 
Nonostante avessi il mattino libero e dovessi andare in ufficio alle 13 e 30 ci andai direttamente alle 11 e 15, prima parlavo con Gibbs meglio era.
 
-Buongiorno a tutti- dissi uscendo dall’ascensore e dirigendomi verso la mia scrivania per posare lo zaino.
 
-Ciao Ziva- risposero Tony e McGee
 
Gibbs si alzò e mi fece segno di seguirlo –Andiamo da Abby- mi disse dirigendosi verso l’ascensore, aveva capito che avevo bisogno di lui.
 
Appena le porte dell’ascensore si chiusero lui lo bloccò e mi si avvicinò accarezzandomi il viso
 
-Che succede Ziva? Cosa mi nascondi?- mi chiese lui preoccupato, in quei mesi mi ero sempre più avvicinata a lui, da quando mio padre era morto lui ne aveva preso il posto, nella mia vita.
 
Dovevo dirglielo ora o mai più –rimarresti deluso- gli risposi, si sarebbe arrabbiato per non averglielo detto subito, per essere stata così ingenua, così stupida e per avere infranto quella stupida regola numero 12!
 
-Non potresti mai deludermi, qualsiasi cosa sia so che ha una spiegazione e ti starò vicino lo sai, dimmi di che cosa si tratta, così potrò aiutarti- non lo avevo mai visto così, mi aveva sollevato il mento e mi aveva asciugato le lacrime che avevano iniziato a scaldare il mio volto.
 
-Sono incinta- inaspettatamente sul suo viso spuntò un sorriso e la sua mano scese ad accarezzare il mio grembo impercettibilmente rigonfio.
 
-E’ una cosa bella, perché mi dovresti deludere? Di quanto sei?- mi chiese lui sorridendo, quasi al settimo cielo
 
-Non so come fare da sola, sono stata stupida e ingenua! Sono di quasi cinque mesi…non lo sa nessuno apparte te- risposi io abbassando lo sguardo
 
-Perché hai aspettato così tanto a dirmelo? Il padre?- rispose lui di colpo serio
 
-non lo sa- risposi io senza giri di parole
 
-Lo conosco? Chi è?- ora sì che era deluso
 
Io annuì e risposi quasi bisbigliando –Tony- lui mi guardò sorpreso.
 
-non sono arrabbiato perché tu sei incinta o perché hai infranto la regola numero dodici, ma perché non ti sei fidata di me, perché ti stai comportando come una bambina non dicendo nulla a DiNozzo!
Come avresti fatto a crescere da sola un bambino? – notò che stavo piangendo così mi strinse forte a lui e mi disse – non ti preoccupare ora ci sono io con te. Supereremo tutto questo insieme ok? Ora però calmati che se Abby ti vede così ci fa il terzo grado.-
Mi asciugai le lacrime e lui, dopo avermi baciato in fronte fece ripartire l’ascensore.
 
Quella sera non volevo restare a casa da sola così, dopo essermi fatta la doccia e aver preso un cambio mi recai a casa di Gibbs portando con me anche due pizze.
 
-Non voglio restare a casa da sola- gli dissi non appena aprì la porta.
 
-certo, entra- rispose lui lasciandomi passare.
 
Ci sedemmo in cucina, era una casa vuota quella di Gibbs, si vedeva che non ci abitava nessuna donna. Mangiammo con calma e in silenzio fino a quando lui non prese la parola
 
-Perché non glielo dici? Tony è un bambino ma sono sicuro che si prenderebbe le sue responsabilità- mi disse tagliando la pizza
 
-Quello lo so ma sta per sposarsi e non voglio che riesca a portarmi via mio figlio, Lidianne mi odia e farebbe qualunque cosa pur di ferirmi- risposi io dopo aver finito di masticare
 
-Non credo che Tony glielo permetterebbe- rispose lui
 
-Da quando sta con lei è diventato il suo burattino, si butterebbe giù da un ponte se lei glielo chiedesse! Pende dalle sue labbra!-
 
-non posso che essere d’accordo con te su questo- rispose lui
 
Dopo aver finito di mangiare scendemmo nello scantinato dove Gibbs lavorava alla sua barca e lo guardai in silenzio.
 
-Ho paura- esordì io, lui si limitò ad alzare lo sguardo e a smettere di lavorare aspettando che continuassi –non sono capace di fare la madre, non sono nemmeno capace di occuparmi di lui mentre è dentro di me- lui mi guardò stranito – Oggi avevo una visita e la dottoressa mi ha detto che sta soffrendo, non molto ma che a causa mia, del mio lavoro lui sta male-
 
-Ehi…- disse lui avvicinandosi –bastava dirlo, da adesso in poi farai lavoro d’ufficio almeno fino a quando non nascerà ok?- io annuì singhiozzando, e se fosse finita come con Annaelle? Se avessi finito per odiarlo? – sai già se è maschio o femmina?- mi chiese lui
 
-un maschietto- risposi io sorridendo e accarezzandomi il grembo.
 
In quel momento qualcuno suonò il campanello e Gibbs salì le scale per andare ad aprire la porta
 
-DiNozzo, che ci fai qui?- sentì chiedere Gibbs
 
-Capo ti posso parlare? Si tratta di Ziva…-
  
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