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Autore: Willows    29/09/2013    1 recensioni
Odette muore misteriosamente durante una festa a casa di amici. Tutti pensano che si tratti di un suicidio, ma Erin, la migliore amica di Odette, sa che non è così.
Cosa succederà quando tutti i ragazzi presenti alla festa inizieranno a ricevere delle minacciose lettere firmate O?
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È curioso come basti un unico, singolo evento a sconvolgere la vita delle persone.
Il giorno prima la tua vita scorre liscia, sei felice, magari non troppo, ma nella media.
Hai degli amici, un ragazzo e pensi che magari la vita non sia così crudele come la dipingono gli altri, non è detto che debba sempre fregare tutti, magari tu sei l’eccezione.
Ma ti sbagli.
Il giorno dopo tutto di colpo cambia, vedi la tua vita andare alla deriva, e tu non puoi fare niente per fermarla.
Ti senti così impotente e chiudi gli occhi spaventato da quello che possano vedere.
Alla fine però li riapri e ti rendi conto che la situazione è peggio di quanto avresti mai potuto immaginare. Alla fine della tempesta, ti rendi conto che la cosa peggiore non è aver perso gli altri, ma aver perso te stessa.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III

È sabato mattina e, sebbene non ci sia scuola, Erin si sveglia incredibilmente presto per i suoi standard e alle otto e mezza è già vestita e determinata ad iniziare la propria missione.
Non è un esperta in queste cose, ma ha letto abbastanza libri gialli da sapere che bisogna sempre procedere con ordine.
Prima di tutto prende un foglio e stila una lista delle persone presenti alla festa e non può negare di sentire i brividi scendergli lungo la schiena quando in cima a questa scrive la parola sospettati.

Sospettati
Megan Withemore
Zayn Stevens
Scarlett McCall
Louis Tomlinson
Cassidy Jones
Harry Styles
Erin Horan
Qualcuno d’esterno?


La vibrazione del suo cellulare la riscuote da suoi pensieri e subito si affretta a tirarlo fuori.

Tutto bene? Ieri sembra un po’ scossa, non che non sia comprensibile visto quello che è successo, ma mi stavo chiedendo se va meglio?

Recita il messaggio un po’ confuso di Harry, Erin sospira prima di comporre il numero del ragazzo e avviare la chiamata.
«Hey» lo saluta non appena l’altro risponde.
«Come stai?» La sua voce roca indica che si è appena svegliato ed Erin sorride, pensando che la prima cosa che ha fatto, dopo essersi alzato, è stato mandarle un messaggio.
«Tutto a posto, credo. Cioè sono un po’ scossa visto quello che è successo, ma credo sia normale» evita di dirgli dell’attacco di panico, sa che Harry si preoccuperebbe e non vuole proprio che questo accada. E poi adesso sta bene, no?
«Sicura di star bene? Comunque mi ha chiamato Megan e mi ha detto che hanno già pulito tutti gli armadietti e che la scuola farà del suo meglio per trovare e punire il colpevole» la informa Harry, recitando la solita formula che viene pronunciata a scuola ogni qualvolta succede qualcosa di grave.
«Secondo te chi è stato? Insomma non riesco a capire perché mai uno…» continua a cianciare il ragazzo ma viene interrotto dalla voce di Erin.
«Harry io voglio scoprire chi è stato» dice la ragazza stringendo la cornetta fino a fare diventare le nocche bianche, fino a quando fa male.
«Si lo vogliamo tutti»
«No Harry, non capisci- insiste la ragazza, la presa sempre più ferrea, gli occhi chiusi e la voce poco più che un sussurro- io voglio scoprire chi è stato ad ucciderla»
Silenzio dall’altra parte, solo il respiro regolare del ragazzo.
«Erin non… Tu non ci credi davvero, non, sei seria?» domanda il riccio scioccato.
«Si Harry sono seria, io glielo devo» la voce trema un po’, ma Erin è determinata a non cedere, andrà avanti con o senza l’appoggio di Harry.
«Credi davvero che uno di noi sia un assassino?» è il sussurro disperato di Harry.
«Non lo so, l’unica cosa di cui sono certa è che Odette- e, Dio, ha fatto sempre così male pronunciare il suo nome?- non si è suicidata. E se questo vuol dire che uno di noi è un assassino, beh non posso fare altro che crederci» sospira la ragazza.
«Erin tu non puoi, non…»
«Scusa Hazza- lo interrompe nuovamente la ragazza- ma c’è mia mamma e devo andare. Ci sentiamo domani, mh?»
E dopo aver ricevuto un mugugno in risposta da parte del ragazzo, attacca la cornetta con un sospiro profondo. Lentamente di sfrega gli occhi con le mani, cercando di scacciare tutta la stanchezza che, di colpo, l’ha assalita.
«Tutto bene con Harry tesoro?» domanda sua madre dall’ingresso della stanza, da cui la scruta attenta.
La ragazza annuisce e lentamente la segue giù per le scale fino in cucina, dove la tavola è apparecchiata e suo fratello sta già mangiando a sua colazione.
«Non sai cosa ho scoperto sui nuovi vicini» dice la donna entusiasta, allungando lo yogurt alla fragola alla figlia.
Erin alza gli occhi al cielo, sono le nove di mattina cosa può aver scoperto?
«Nessuno sa bene da dove si siano trasferiti, ma da quanto ho capito sono molto giovani ed hanno sono un figlio»
«Liam» dice la mora, ripensando al ragazzo con gli occhi da cucciolo che l’ha aiutata il giorno precedente.
«Esatto cara, Liam. Suo padre, Jack mi pare si chiami, lavora in polizia, mentre la madre è una dottoressa. Sono due persone davvero a modo, ci hanno anche invitato a cena stasera» continua a blaterare la donna, ma l’attenzione di Erin è stata attirata da una sola parola.
Polizia.
Il padre di Liam lavora in polizia, questo potrebbe essere utile, perché se la ragazza non ha la più pallida idea da dove iniziare con le indagini magari lui potrebbe darle una mano.
«Uuh a cosa stai pensando Erin? Al nuovo vicino?» a prende in giro Niall, seduto proprio di fronte a lei.
«Zitto sgorbio» mormora la sorella in risposta prima di alzarsi dalla sedia e buttare nella spazzatura il vasetto di yogurt ormai vuoto.


Sono le sette e mezza di sera ed Erin si sta preparando per la cena a casa dei Payne, che ha scoperto essere il cognome di Liam.
Non sa bene come vestirsi, perché se da una parte ha paura di fare la figura della ragazza sciatta dall’altra teme che possa sembrare che lei ci stia provando troppo.
E non è proprio questo il caso.
Insomma non che Liam sia un brutto ragazzo (ha davvero degli occhi bellissimi ed è decisamente in forma) semplicemente non gli interessa da quel punto di vista, ha solo bisogno del suo aiuto per scoprire chi è stato ad uccidere Odette.
Alla fine opta per un paio di jeans e una maglietta un verde acqua, abbinata alle scarpe dello stesso colore, ma quando scende le scale nota che suo fratello indossa una tuta e davvero?!
Loro vanno a cena dai nuovi vicini e lui indossa una tuta?!
Ogni tanto Erin dubita siano davvero fratelli.
«Mamma hai davvero intenzione di lasciare uscire di casa Niall conciato così?» chiede un po’ scioccata.
Non è che lei sia una fissata con la moda, ma quella è la tuta che solitamente mette per stare in casa o le rare volte in cui va a correre al parco, è inconcepibile che la indossi per una cena a casa di altri.
«Perché, cos’ha che non va?» domanda il biondo confuso.
Oddio, Erin adesso ne è sicura, Niall deve essere stato adottato, per forza.
È impensabile che lei abbia i suoi stessi geni.
La madre sbuffa prima di costringere il ragazzo ad alzarsi dal divano e condurlo di sopra, e quando scendono, dieci minuti dopo, Niall indossa un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche e accidenti, ci voleva tanto?
Una volta che sono tutti pronti lasciano la casa e si dirigono verso quella dei Payne che dista solo un paio di metri.
È una donna ad aprire la porta, è giovane -non può avere più di quant’anni- e un sorriso gentile, ce ricorda tanto quello di Liam.
«Oh Francine, che piacere rivederti!» la saluta la signora Horan stampandole un bacio per ogni guancia.
«Anche per me Elizabeth! Perché non entrate?» dice, per poi spostarsi e lasciare libero l’ingresso.
Una volta che tutte le presentazione sono fatte, si siedono a tavola ed iniziano a mangiare.
Dire che Niall stravede per Liam sarebbe riduttivo, passano tutta la cena a parlare insieme di chissà quale squadra di calcio- di cui Erin ignora l’esistenza- e di musica, o scuola, così la ragazza si ritrova a mangiare in silenzio annuendo o sorridendo, a secondo delle situazioni, quando sua madre le rivolge qualche domanda.
Una volta finito di mangiare Liam invita Niall nella sua camera per provare un nuovo videogioco e Erin, sebbene un po’ scocciata, non può fare a meno che seguirli perché non trova per niente allettante l’idea di rimanere da sola con i suoi genitori e quelli di Liam, sebbene quest’ultimi sembrino molto simpatici.
La stanza di Liam è molto ordinata, come la stanza di qualsiasi normale diciottenne, ci sono poster appesi alle pareti e dischi un po’ ovunque, ma nel complesso sembra accogliente.
«Ti piacciono i Coldplay?» domanda la ragazza più per cortesia che altro, dopo aver adocchiato un paio di cd di quella band.
«Si, sono il mio gruppo preferito» le spiega il ragazzo sedendosi sul letto e facendo partire il gioco.

Sono circa le undici e mezza quando la signora Horan urla su per le scale che è ora di andare. Niall sebbene un po’ riluttante lascia la stanza del ragazzo, mentre Erin gli dice che arriverà a casa tra un po’ perché deve parlare con Liam in privato.
Alla ragazza non sfugge il modo in cui suo fratello sorride divertito per poi iniziare a canticchiare un stupidissima canzoncina d’amore, ma decide che è meglio se lo ignora, magari Liam non se ne è accorto.
Ma quando si gira e vede l’espressione divertita sul viso del ragazzo capisce che se ne è accorto eccome.
«Scusa per mio fratello- mormora la ragazza imbarazzata- alle volte è un cretino»
«No dai è simpatico- ride il ragazzo grattandosi il retro del collo- ma non vi assomigliate per niente, insomma nessuno dei tuoi genitori ha gli occhi azzurri sbaglio?»
«Già abbiamo tutti gli occhi scuri in famiglia, devi averli presi dai nonna- spiega la ragazza per poi aggiungere- quando era più piccolo lo prendevo sempre in giro dicendo che era stato adottato, dovevi vedere come ci rimaneva male, una volta si è anche messo a piangere»
Erin sorride al pensiero, ma si sente anche vagamente in colpa.
Anche il ragazzo ridacchia e dopo qualche minuto, quando le chiacchiere di circostanza si sono esaurite la guarda negli occhi e domanda:
«Di cosa volevi parlarmi?» è seduto con la schiena appoggiata al letto, Erin dall’altra parte della stanza si irrigidisce lievemente.
«Ah giusto, volevo parlarti i quello che è successo ieri a scuola» risponde rigirandosi le mani in grembo, ha deciso di prendere l’argomento molto alla larga.
«Non c’è bisogno che tu mi spieghi niente…» la giustifica il ragazzo
«Cos’hai sentito a scuola? Voglio dire, immagino che la gente parli e cosa dice?»
«No giuro che non ho sentito niente, non mi è mai interessato quello che dice la gente» le assicura il ragazzo guardandola con aria confusa.
«Va bene, allora te lo spiegherò io. Circa sette mesi fa c’è stata una festa a casa di amici e Odette, la mia migliore amica è morta. Ora, al momento tutti hanno creduto si trattasse di suicidio, aveva bevuto veleno per topi, ma tre giorni fa a tutte le persone presenti alla festa, me compresa, arriva una lettera in cui è scritto che Odette è stata uccisa e che se non avessimo trovato il colpevole avrebbero pagato tutti. Abbiamo creduto si trattasse di uno scherzo, ma poi c’è stata la registrazione e la voce non smetteva ma di parlare e poi il sogno, infine gli armadietti a scuola» e per a fine del discorso il cuore della ragazza batte all’impazzati ed è a un passo dall’iperventilazione.
«Erin, Erin, calmati. Non ha capito niente, ora respira e poi mi spieghi tutto di nuovo, va bene?» la rassicura Liam sedendosi vicino a lei, ma mantenendo una certa distanza.
La ragazza prende cinque respiri profondi prima di spiegare tutto nuovamente, con calma questa volta. Il ragazzo ascolta attentamente una volta finito rimane in silenzio per qualche secondo.
«Erin non fraintendermi, ma perché mi ha raccontato tutto questo? Cioè non siamo amici o altro, non che io non voglia essere tuo amico, ma…»
«Tranquillo Liam, capisco la tua domanda e sinceramente avrei preferito non coinvolgere nessuno in questo casino, ma credo di aver bisogno del tuo aiuto» afferma la ragazza, alzandosi in piedi.
«Il mio aiuto? E per cosa?» chiede il ragazzo confuso, imitando Erin e mettendosi in piedi.
«Io voglio scoprire chi è stato ad ucciderla Liam e da quanto ho sentito tuo padre è un poliziotto, quindi magari tu sai meglio di me come procedere. Non voglio costringerti, ma tu sei esterno a tutto questa vicenda quindi forse può essere più semplice? Non lo so» farfuglia la ragazza, perché se prima gli sembrava un ottima idea adesso non lo pensa più anzi vorrebbe solo scomparire.
Ma come gli è venuto in mente di chiedere ad un perfetto sconosciuto- o quasi- una cosa del…
«Ci sto» è la risposta sicura di Liam.
Erin è senza parole, non credeva che Liam avrebbe potuto accettare, tantomeno così facilmente.
«Sei sicuro? Guarda che le cose potrebbe diventare un po’… pericolose. Se non te la senti capisco, giuro» gli assicura la ragazza.
«Sono sicuro» conferma il ragazzo.
E se prima Erin si sentiva in alto mare adesso crede di essere almeno un passo più vicina alla risposta della fatidica domanda chi ha avvelenato Odette Stevens?



Ho hey.
Ciao a tutti! Chiariamo una cosa, questo capitolo non mi piace, per niente.
Volevo fare iniziare le indagini, ma parola tira parola e mi sembrava troppo pesante mettere tutto insieme. Scopriamo qualcosa di più sul rapporto Niall-Erin che sarà molto importante nella storia, quindi prestate attenzione miei care lettrici. Non ho altro da dire sulla storia credo.
Spero vi sia piaciuto e grazie mille per aver letto!
Lasciate una recensione, se vi va :)
A presto T&P

Ps: Domanda random:
Qualcuna di voi è riuscita a prendere i biglietti per i concerti di giungo dei ragazzi?


http://i44.tinypic.com/280v6nt.pngQuesta è come immagino Scarlett.

  
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