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Autore: LaylaLaRed    29/09/2013    2 recensioni
Il passato non potrà mai dimenticare.
Nemmeno tu.
Sono passati tre anni. Tre lunghi anni.
Sono tutti cambiati. Serena è madre, Blair sta per sposarsi, Nate è direttore del NY Times.
Ma c'è un'ombra del loro passato, che è pronta a tornare.
Qualcuno che non vedevano da tanto, troppo.
Qualcuno che li aveva abbandonati, una notte di tre anni prima.
Qualcuno, solo qualcuno.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Nate Archibald, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass, Nate Archibald/Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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La marcia nuziale era già partita, solenne ed impettita come non mai.
Joseph aveva fatto le cose in grande, aveva chiamato la New York Philarmonic Orchestra a suonare per gli sposi sia alla funzione che al ricevimento, e Blair aveva adorato quelle premure.
Don Samuel, il sacerdote che li avrebbe resi marito e moglie, era già appostato sull’altare, sorridente, occhialini posati sul naso alla francese, libro sacro fra le mani.
Accanto a lui, mani sudate che si torcevano fra loro, Joseph, in un elegante smoking bianco, batteva leggermente il piede sul liscio pavimento.
Appena la terza nota scattò, una figura slanciata fece la sua comparsa sulla navata principale.
Chioma bionda raccolta in un’elegante coda di cavallo, sorriso di plastica stampato sul volto, bouquet di rose in mano e tipico vestito da damigella viola, Serena van der Woodsen stava percorrendo lentamente la strada che la separava dall’angolo dell’altare, in cui lei, Penelope, Iz e Isabel si sarebbero appostate per l’arrivo della sposa.
Dietro di lei, le tre ragazze, scimmiottando la sinuosa camminata della bionda, vestiti coordinati fra loro ma differenti da quelli della damigella d’onore, stavano rendendo più spedita la camminata, rovinando l’armonia del momento.
Appena le quattro furono giunte a destinazione, la musica si fermò.
Era il momento dell’arrivo della sposa.
Dodici file di invitati, signore con eleganti cappellini all’inglese e vestiti a motivo fiorato, uomini con sigarette lunghe fra le labbra e visi contratti, si alzarono, sporgendo le teste verso l’entrate dell’abbazia.
Una chioma castana spuntò dalle porte.
Blair Waldorf, per la seconda volta nella sua vita terrena, era una sposa.
L’abito bianco, perfettamente stirato, combaciava a perfezione con il trucco leggero che era stato più volte risistemato durante la giornata, e con i capelli al vento, liberi e semplici com’era d’altronde sempra stata la selvaggia Blair.
La Queen B, che anche il giorno del suo matrimonio era stata capace di indossare un cerchietto con diadema, stava salendo gli scalini dell’altare.
Dopotutto non era durata molto.
Solo due passi, due sorrisi finti e sarebbe finita. Il velo le era sembrato una di quelle palle di metallo che venivano attaccate ai criminali in carcere nell’antichità, il vestito una camicia di forza e l’intera chiesa una caserma della polizia, ma dopotutto, lei doveva farlo.
Doveva farlo per Joseph, che amava.
Per sua madre, che desiderava solo vederla felice.
Per Dorota, che ci aveva messo l’anima, in quel matrimonio.
Per Chuck, a cui avrebbe dato modo di dimenticarla ancora una volta.
Per Stefania, che avrebbe lasciato libera di amare Chuck senza alcuna concorrenza.
La cercò con lo sguardo, la puttanella italiana.
Vestitino succinto, mano impalmata da un anello di fidanzamento piuttosto vistoso, viso spiaccicato accanto a quello Chuck, mise senza un filo di classe, era seduta in seconda fila dalla parte della sposa.
Per lei poteva anche sedersi in fondo.
Sulle sedie di plastica.
Nere.
Quelle delle anziane.
Quelle delle vecchie, acide, anziane.
Deglutì, tentando di spostare quei pensieri dalla sua mente.
Lei era Blair Waldorf, e stava per sposarsi!
Lanciò una breve occhiata a Joseph.
Lui la ammirava, gli occhi strabuzzati a quella vista celestiale, l’amore che gli fuoriusciva dal petto.
Lei abbozzò un sorriso, tornando a rivolgere il proprio sguardo all’altare, che aveva ormai raggiunto.
Fu questione di pochi secondi, ed il prete iniziò a ciarlare di sacramenti, di Dio che aveva voluto quell’unione…
Ma come poteva volerlo Dio, quel matrimonio, se la prima a non volerlo era proprio la sposa?
Blair deglutì ancora.
“Ed adesso, lo sposo leggerà le sue promesse per la sposa”, annunciò il sacerdote, rivolgendo un sorriso eloquente a Joseph, che, scortato dai suoi testimoni uomini, aveva afferrato un foglio sgualcito e si era apprestato a leggere.
“Cara Blair, il primo giorno in cui ti ho vista, a Nuova Dehli, mi sei sembrata una pazza schizofrenica con manie di potere”.
Una pausa.
Risate in tutta la sala.
Una lacrima di gioia (o tristezza?) sul volto di Blair.
“Ma quando ti ho conosciuta meglio ho capito che tipo di persona sei. Aiuti tutti, anche nei momenti in cui ti verrebbe voglia di urlare, partire, scappare, ci sei sempre per gli altri. Rispondi loro sempre con un abbraccio, un bacio, un gesto d’affetto. Ci sei per chi ti ama, così come ci sei per chi non lo fa. La vendetta? Sai cos’è, la sai sfruttare bene, ma sai anche amare, che è la cosa più importante di te. Una volta, durante uno dei nostri litigi, cocciuto come sono ti ho minacciata di andarmene. Ricordo ancora che tu mi dicesti –Sai, il mio mondo sarebbe migliore se tu te ne andassi. Ma non sarebbe il mio mondo senza di te in esso”, le parole strappalacrime di Joseph finirono, producendo un generale senso di amore e commozione nella folla.
Blair però aveva capito.
Aveva finto di piangere, commossa e felice, si era fatta consegnare il foglio con le sue, di promesse, ma aveva capito.
Joseph aveva scritto quelle promesse.
Sicuro.
Le aveva scritte Joseph.
Proprio lui.
Pensò di fare l’occhiolino a sé stessa, ma al posto di quel gesto così beffardo, sorrise al sacerdote, preparandosi a leggere.
“Sai Joseph, dopo aver sentito le tue parole mi sembrerà sicuramente difficile iniziare il mio discorso. Ho in mano la penna. La nostra penna. Quella che ti cadde a Nuova Dehli, che tu mi regalasti. Quella Bic nera, che avevi sin da quando eri andato in Italia. Non una penna da signore eleganti, una penna da bambini. Anche il mio discorso è da bambini. Ciao Joseph”, una pausa, in cui Blair imitò la voce di un neonato.
Le risate generali riempirono la sala.
“Non ho mai capito di amarti sino a due minuti fa. Scherzo. Ovvio che ti ho amato sin da subito. Ho amato i tuoi baffi, i tuoi capelli, il tuo cognome da cartone animato, il modo in cui mi trattavi, i regali che mi facevi. Anzi, voglio usare il futuro. Tratterai, farai. Avremo. Perché sì, noi avremo delle cose insieme. Avremo una casa fantastica, un matrimonio stupendo, una famiglia meravigliosa. Lo avremo insieme, io e te. Ora sposiamoci. Si sbrighi, parroco”, finì di leggere con un sorriso, forse l’unico sincero in tutti gli ultimi venti minuti.
Un sorriso provocato più dal ritrovarsi nella comicità delle parole scritte, che dall’amore scaturito da esse.
Il sacerdote ridacchiò, attese che i due paggetti chiamati da Blair per sostituire Lily Spence, arrivassero a destinazione scortati da Eleanor, e consegnò l’anello a Joseph.
“Blair Cornelia Waldorf, vuoi prendere come tuo sposo il qui presente Joseph Thomas Griffins?”, domandò, mentre Joseph faceva per infilare l’anello sul dito medio della donna.
Lei deglutì.
Una sillaba, due lettere, una parola che le avrebbe cambiato la vita.
“Sì”, sibilò, attendendo che la superficie fredda dell’anello raggiungesse il suo dito come un’ombra, un fantasma.
Una voce si levò nella sala.
“Ha dimenticato un passaggio”.
Una voce conosciuta.
Il sacerdote sembrò confuso, gli sposi si voltarono contemporaneamente, quasi impauriti dalla provenienza del suono.
Blair sospirò, l’anello si era bloccato a metà strada fra l’unghia e la fine del dito.
Gli diede una spinta, facendolo aderire alla parete del dito.
“Ha dimenticato un passaggio”, ripeté la voce, sempre più certa di ciò che stava dicendo.
Blair sorrise.
Era Chuck, il suo Chuck.
E lei sapeva di quale parte stesse parlando, di quella parte che Joseph, per paura di perdere la sua donna, aveva fatto tagliare insieme ad altri piccoli dettagli.
Stefania la guardò distratta, quasi calma, cosciente che ciò che stesse dicendo il suo compagno fosse un qualcosa da niente.
“Ha dimenticato di chiedere se qualcuno è contrario al matrimonio. E poi si tace per sempre”, disse tranquillo, il tipico sorriso sornione stampato sul volto.
Lo sguardo noncurante di Stefania si trasformò in uno sguardo preoccupato, e la prima cosa che fece fu sillabare un “cazzo”, che Blair riuscì a leggere anche a 50 metri di distanza.
La brunetta cercò di carpire le reazioni altrui: sua madre sembrava agitata, il resto degli invitati confusi, Serena quasi consapevole, Joseph calmo, il sacerdote interdetto.
“Ehm…gli sposi…sono stati loro a chiedermi di eliminare questa parte”, biascicò, tentando di dare una spiegazione.
Chuck annuì, e tornò a sedersi con tranquillità.
Blair capiva a cosa serviva quell’exploit.
Capiva che l’aveva detto nell’esatto momento in cui l’anello stava per scenderle sul dito per darle quell’attimo di euforia, passione, che avrebbe potuto farle cambiare idea per sempre.
Capiva.
Lei l’aveva sempre capito.
“Allora, the show must go on!”, ironizzò il sacerdote, continuando a blaterare.
“Abbiamo saltato un altro passaggio”, ridacchiò, “Ripeta con me”, fece poi rivolto a Joseph.
“Ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, nel nome del padre, del figlio e dello Spirito Santo”, la voce di Joseph riecheggiò nella sala mentre sfiorava la mano della sua sposa.
Il prete annuì, e riprese a domandare.
“E tu Joseph Thomas Griffins, vuoi prendere come tua sposa la qui presente Blair Cornelia Waldorf?”.
Joseph sorrise.
“No”.
L’intera sala si voltò sconcertata verso di lui, i respiri trattenuti.
“Certo che sì!”, continuò lui, ridacchiando.
Migliaia di espirazioni riempirono la chiesa.
Blair rispose al sorriso con un bacio disegnato sulle sue labbra carnose, laccate di Chanel Le Rouge no. 7.
Ancora la frase da ripetere, ancora quel “Ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, nel nome del padre, del figlio e dello Spirito Santo”, pronunciato stavolta dalle labbra titubanti ed inumidite di Blair, ed il momento fatidico arrivò.
Dopo quella frase, quella dichiarazione, davanti a Dio e davanti ad i presenti, nessuno avrebbe più potuto ripercorrere le strade del tempo e tornare indietro.
“Con la benedizione dei presenti e la volontà di Dio nelle mie mani, vi dichiaro marito e moglie”.
Una serie di applausi si levò nella sala, e la voce del prete che annunciava il bacio fu zittita dalle urla di felicità.
Il bacio che Blair aveva sognato da bambina, quel bacio casto ma pieno d’amore che aveva sempre desiderato, era volato via.
Un’unione di labbra priva di sentimento alcuno, salive che si incrociavano senza appartenersi, falsi sorrisi che erano comparsi sui volti degli sposi appena il bacio era terminato.
Fu questione di minuti, e gli invitati, gli sposi e le damigelle si erano riversati fuori dalla chiesa.
Il tradizionale lancio del riso stava avvenendo nel caos più totale.
Blair era riuscita a malapena a rendersi conto di ciò che stava accadendo, quando nella folla riuscì ad incontrare il suo sguardo.
Quello sguardo che, anche se accecata da migliaia di chicchi di riso, anche se stordita dalle urla e dagli applausi, anche se tenuta ferma dal braccio del suo sposo, avrebbe potuto riconoscere ovunque.
Quello sguardo che sarebbe stato suo per sempre, matrimonio o no.

--------------

La baraonda creata dalla folla aveva costretto Stefania ad allontanarsi.
Nonostante le girasse la testa e avesse una voglia matta di scappare da quella situazione, era riuscita a trovare il bagno della chiesa.
Il bastoncino in mano, la tensione alle stelle, sapeva che solo da quel semplice segno matematico sarebbe dipesa la sua vita.
Certo, quel semplice segno avrebbe potuto significare niente protesi, niente chili in più, niente gelati al pistacchio a mezzanotte, oppure, ancora tutto quello, con più fatica.
Un semplice segno, e la sua situazione sarebbe cambiata radicalmente.
Eccolo.
Due più due fa quattro, ma in quel caso, avrebbe potuto benissimo anche fare tre.
  
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