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Autore: agfdetre    29/09/2013    2 recensioni
Equestria. Il mondo è sull'orlo dell'autodistruzione: dilagano guerre civili, ribellioni e contrabbando, il tutto governato e scatenato da una sanguinaria dittatura. Apple Bloom, vissuta per diciassette anni nella più completa solitudine nella EverFree Forest dopo essere fuggita a causa di un misterioso incendio che ha distrutto Ponyville, dovrà tornare e affrontare il mondo corrotto e distrutto che si cela dietro la fitta coltre di alberi della foresta. Accompagnata da vecchi e nuovi compagni, attraverserà queste terre desolate e scoprirà il segreto che gli Apple celano da più di cento anni.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Apple Bloom, Nuovo personaggio, Spike, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Apple’s Creed
Capitolo 8

Osservai la calce ancora fresca attaccata ai mattoni che Spike aveva buttato giù: era ovvio che
quella parete fosse stata eretta molto poco tempo prima. L’intero corridoio nascosto presentava
deformazioni a forma di zampe e lunghe artigliate, per poi terminare con quella porta di ferro
incrinata e sfondata. Avvicinandomi notai come fosse stata estratta dal basamento, strappando una
moltitudine di cavi e alcuni pistoni. Sulla parte ancora integra della porta si poteva leggere
 
SETTORE 1-5

Senza dire nulla scavalcammo i resti della porta per ritrovarci in una stanza completamente buia.
Spike accese la torcia mormorando di fare attenzione mentre si incamminava nel nuovo ambiente,
illuminandolo. Alle pareti erano fissati decine di apparecchiature prive di energia e strumenti
scientifici. 

“Co…cos’è questo posto?”

La risposta fu lo scatto di un grosso interruttore trovato da Spike sul muro: l’intera stanza si
illuminò, mostrando una parete a vetri, tramite la quale era possibile vedere ciò che era scritto sul
muro della stanza adiacente.
NEURONPON INDUSTRIES

Il volto di Spike si contrasse in un’espressione di stupore.

“Non può essere…”

Si avvicinò alla vetrata calpestando dei pezzi di metallo strappati dalle pareti: anche qui si poteva
notare chiaramente il passaggio di esseri poco raccomandabili. Puntò il dito leggermente tremante
verso il muro.

“Se quella roba non l’ha scritta uno di quei mostri, direi che ci troviamo in un laboratorio della N-P
praticamente vergine”

E così era quello il nome della misteriosa fabbrica di terminali. Prese in mano una delle tante
apparecchiature ancora intatte dopo il passaggio delle teste di metallo.

“Con tutta questa roba potremo farci un bel po’ di grana”

Lo lasciai a raccogliere quegli affari mentre osservavo un po’ in giro quel misterioso bunker.

“Ci credo che quegli stronzi volessero tenere nascosto un posto così: guarda che roba!”

Mi sventolò davanti un groviglio di cavi elettrici collegati a strani arnesi di metallo. Li abbassai con
una zampa guardandolo con aira severa.

“Sbaglio o dovevamo trovare delle teste di metallo?”

Sbuffò acconsentendo, ma non prima di essersi riempito le tasche di strane tessere verdi piene
pezzettini di metallo. Scossi la testa.“La Neuronpon era la più grande fabbrica di apparecchiature elettromagiche d’Equestria” 
Spike parlava seguendomi a ruota mentre io ispezionavo le altre stanze. Osservai il laboratorio
ridotto ad uno stato pietoso.

“ERA…appunto. Che diamine è successo poi?”

Spike si strinse nelle spalle.

“Nessuno lo sa. Da un giorno all’altro non ci furono più consegne ai negozi e non si ebbero più
notizie”

Un tubo si staccò scricchiolando e cadde con un tonfo sordo sul pavimento. Facemmo un salto
indietro.

“Che siano passati di qui è ovvio”

Mi indicò la parete di fronte a noi sporca di sangue.

“Il punto è capire quando”

Rabbrividii al pensiero di qualche povero pony rimasto la durante l’assalto, ma d’altronde quel
sangue da dove doveva provenire?

In ogni caso faceva davvero uno strano effetto camminare per quelle misteriose stanze piene di
chissà quali tecnologie che la nuova Equestria aveva creato. Più il tempo passava più la mia mente
si intasava di altre domande sulla sorte dei miei amici, su quella di Ponyville e su ogni altra cosa mi
capitasse a tiro e non riconoscessi: ero ancora lontana dal comprendere quel nuovo e strano mondo
che mi avrebbe radicalmente cambiata. 

Mi fermai di fronte ad una porta chiusa in preda ad un forte mal di testa, mentre Spike tendeva le
orecchie a dei possibili e soprattutto sospettabili rumori, che però non si fecero sentire. Il draghetto
mi spinse delicatamente accanto alla porta, e cominciò ad esaminarla. Appoggiò la mano su uno
schermo impolverato al lato, ed immediatamente si aprì.

Ci ritrovammo in quello che probabilmente era stato un ufficio: il pavimento era invaso da delle
mensole di ferro rotte e da fogli di ogni grandezza e le pareti erano classicamente piene di graffi
profondi; in fondo capeggiava una scrivania spezzata a metà. La debole e traballante luce del
corridoio non permetteva di vedere fino in fondo, e fui costretta ad avviarmi nell’oscurità insieme al
draghetto viola.

Lo spettacolo peggiorò esponenzialmente quando giunsi alla fine della stanza e accesi la mia torcia:
sobbalzai alla vista della parete imbrattata di sangue, e dell’orrendo cadavere che vi giaceva ai
piedi. Se i corpi dei soldati erano stati raccapriccianti…beh, quello era davvero qualcosa di assurdo:
riconoscerlo sarebbe stato impossibile, visto che praticamente della testa non era rimasto più nulla
di integro…e di certo l’orribile odore non aiutava.

Mi venne immediatamente la nausea, che riuscì a trattenere per miracolo voltandomi e
allontanandomi un po’; Spike, avendo già capito, si coprì pietosamente il naso con un lembo della
maglia e diede uno sguardo prima di tornare anche lui visibilmente disgustato.Dopo qualche imprecazione in preda alla nausea, Spike sollevò da terra uno dei tanti fogli
leggendolo attentamente.

“Sono rapporti di spedizioni minerarie”

Ipotizzai fossero per raccogliere i materiali di assemblaggio. Mi avvicinai nuovamente alla
scrivania, e vidi in mezzo al sangue una forma strana. Lo raccolsi preoccupata di ritrovarmi tipo con
un rene in mano, ma per fortuna si rivelò essere una scatoletta ovale di metallo.

“Uh un registratore! In queste fabbriche li usavano molto per archiviare velocemente i dati sulle
produzioni, le vendite e altre cose così. Potrebbe fruttarci un bel po’ se contenesse qualche cosa
interessante”

Senza pensarci due volte Spike lo prese dal mio zoccolo posandolo al centro della stanza: premette
delicatamente la parte superiore e con un cigolio strozzato il coperchio si aprì. Ne uscì fuori un
minuscolo affarino di metallo somigliante ad un tubò che proiettò immediatamente sul muro una
schermata di colore blu. Una scritta in caratteri bianchi recitava:
Registrazione nr.275698
Data non disponibile
Registrazione non archiviata, si prega di registrare il file il prima possibile

 
Subito dopo l’immagine perse la chiarezza di prima e cominciò a tremolare: il pony che comparì
sullo schermo mi fece pietrificare di colpo a fissarlo. Aveva un’espressione preoccupata e respirava
affannosamente.

Qui Big Macintosh, rapporto top secret per l’MC.

Si girò compulsivamente su se stesso, per poi tornare alla posizione normale.

Posso ufficialmente dire che il progetto è stato completato! Qui a Ponyville è arrivato solo ora, ma
negli altri centri già lo stanno utilizzando da tempo.


Inarcò le sopracciglia.

Tuttavia la situazione militare va sempre peggiorando: le FAL controllano ogni cosa ormai, e non
posso più garantire nessuna sicurezza.


Si sentirono delle urla provenire da qualche parte all’interno del video, e mio fratello pareva sempre
più preoccupato.

Ho dato il pacco a una zebra: vi potete fidare di lei. Vive nella foresta, vi allego le coordinate con
un file a questo video. 


Fece un forte sospiro.

Sono due tubi di acciaio con serratura meccanica a sestuplo scatto, le chiavi si trovano nella
cassetta di sicurezza 127 al municipio. Massima priorità, ripeto: massima priorità! E’
fondamentale che il pacco arrivi a Las Pegasus il più presto possibile. E…Ancora una volta si girò compulsivamente.


Le urla si facevano più vicine e dalla sua fronte
colavano gocce di sudore.

E mettetemi immediatamente in contatto con S. La mia posizione qui è davvero in bilico, non posso
restare a Ponyville per molto ancora.


La porta si spalancò di colpo, e una voce maschile vagamente familiare risuonò urlando.

Per Celestia Mac, quei figli di puttana hanno superato…

Sentii l’individuo galoppare via, e poco dopo l’urlo agghiacciante di quel pony ritornò a scuotermi
nel profondo.

Fermo dove sei lurido stronzo!

Derpy Hooves avanzò con cautela tenendo un mitragliatore puntato alla testa di Big Macintosh e
seguita a ruota da altri due pony. Il massiccio pony rossastro fissò un’ultima volta la telecamera con
uno sguardo omicida e raccolse con lo zoccolo una lama sul lato della scrivania.

Gloria a Celestia!

Fu un attimo: Big Mac si lanciò con la lama in mano verso il collo di Derpy, ma uno dei due soldati
sparò un assordante colpo di fucile, che scaraventò il corpo ormai senza vita del pony verso la
scrivania che si ruppe, facendo cadere a terra la telecamera. Il destino volle che cadesse esattamente
con l’inquadratura verso il corpo di mio fratello, che già stava inondando di sangue il pavimento. Le
lacrime e la disperazione mi invasero, realizzando finalmente di chi fosse quel cadavere distrutto
dietro la scrivania. Abbassai lo sguardo per al massimo un secondo, dato che quell’orrenda voce si
fece nuovamente sentire.

No!

Derpy si precipitò su Big Mac, cercando segnali di vita. Poco dopo si girò con uno sguardo carico di
odio verso la porta fuori campo.

Maledetto idiota l’hai ucciso.

Mi immaginai l’espressione di quel pony che indietreggiava. Mentre Derpy scompariva dal campo
della telecamera.

Io…signora stava per ucciderla!

Una zoccolata incredibilmente forte si udì insieme al suono di ossa rotte e di un altro agghiacciante
grido.

Grandissimo figlio di puttana! Davvero pensi che sia in grado di resistere ad un patetico attacco
come quello?


Nel frattempo continuavano ad udirsi urla e spari lontani.

Ci avrebbe fornito delle ottime informazioni su questa storia.

Come dobbiamo procedere signora?


La terza voce era sicuramente quella dell’altro militare. Sentii Derpy sospirare e riprendersi da quel
terrificante attacco di rabbia.

Non vale la pena portarsi quel pezzo di carne dietro: sarebbe solo una prova in più da eliminare.
Sentii i passi risuonare sul pavimento e la voce della pegaso grigia farsi sempre più lontana.
Era l’unico aggancio decente, non resta che sigillare questo posto. Trovatemi una radio: ho
bisogno di parlare con il generale Trixie.


Improvvisamente il video che era sempre rimasto sull’orrenda immagine del corpo martoriato di
mio fratello, cambiò in una schermata nera.
Memoria disponibile terminata
E’ necessario scaricare i file già presenti sul sistema per effettuare una nuova registrazione

 
La telecamerina si richiuse da sola con lo stesso leggero stridio metallico di prima, e la stanza calò
quasi completamente nel buio.

Per un tempo che non saprei definire, l’unico rumore fu il picchettare della torcia di Spike, mentre
noi due rimanevamo fermi. Il drago si girò a guardarmi, mentre io ero ancora a fissare quel punto
della parete, come se ancora ci fosse qualcosa proiettato. Non saprei definire la quantità e la
diversità di emozioni che mi assalivano in quel momento: rabbia, tristezza, paura, disperazione,
dubbio…mio fratello era morto. Morto! Non ci sarebbe stato più! Non lo avrei più visto arare i
campi con la sua poderosa forza, non l’avrei più visto tirare fuori dai guai me e le mie amiche, non
l’avrei più sentito pronunciare quei suoi “si” e “no” che risuonavano di possenza, convinzione e
sicurezza…no: tutto ciò che rimaneva di quel grande pony…era proprio come aveva detto Hooves:
un pezzo di carne.

Lentamente, e con incredibile sforzo, uscii da quella terribile stasi e lentamente raccolsi la capsula
della telecamera. Spike mi osservava senza dire nulla, illuminandomi con la torcia mentre posavo
l’oggetto in uno spazio non invaso dai detriti. Staccai una sbarra di metallo da una delle tante
mensole cadute. Restai in quella posizione per sicuramente per quasi un minuto, mentre Spike mi
illuminava con la torcia, perso in chissà quali pensieri. Devo in effetti soffermarmi su Spike, e su
come quel drago mi abbia sempre rispettata: non che avesse avuto un legame così stretto con Big
Mac, e comunque dopo aver visto ciò che aveva fatto non pensavo più che concepisse tanta pena
per la morte di qualcuno. Tuttavia, in quel silenzio rispettava mio fratello, e rispettava soprattutto
me. Era il suo modo di scusarsi, o forse di pregare…ma non saprò mai cosa si celava nella sua
intricata e distorta mente durante quei lunghi momenti.

Improvvisamente la rabbia prese il sopravvento, e cominciai a battere violentemente la sbarra sulla
capsula. Ad ogni colpo il suono metallico riecheggiava forte fuori dai corridoi, ad ogni colpo la
capsula cedeva sempre di più…e ad ogni colpo delle amare lacrime scendevano copiosamente dal
mio viso. Ben preso, il piccolo strumento cedette totalmente con una piccola fiammata di scintille, e
quell’orrendo filmato andò perso per sempre.Mi accasciai a terra continuando a piangere, ma poco dopo Spike mi raggiunse a piccoli passi,
poggiandomi una mano sulla spalla. Lo fissai: il suo sguardo freddo ma allo stesso tempo pieno di
sentimenti di bloccò. Nei suoi occhi vidi quanto aveva sofferto da solo per tanti anni, non sapendo
che fine avesse fatto la sua unica più grande amica.

“Andiamocene da qui”

Sibilai. Spike annuì semplicemente aiutandomi ad alzarmi. Una volta in piedi feci un forte sospiro,
chiudendo gli occhi per riprendermi. Ma fu li che mi accorsi che il peggio doveva ancora venire.
Sin da subito cominciai a sentire degli echi lontani…come dei colpi sul metallo, che aumentavano
sempre di più di intensità. Aprii gli occhi in preda al panico, fissando Spike.

“Oh mia Celestia sono qui!”

Uscimmo immediatamente da quell’orribile tomba ripercorrendo come dei forsennati i nostri passi.
I suoni, ormai a pochi metri da noi, erano alternati da lievi ruggiti. Sentivo che qualcosa stava
camminando sopra di noi. Improvvisamente il soffitto cedette poco d’avanti a noi, e la creatura
cadette sul pavimento con un ruggito.

Finalmente capivo perché quando quei pochi che avessero visto una testa di metallo l’avevano
sognata per parecchio tempo: un mostro simile ad una lucertola per forma, con 3 paia di occhi gialli
sui lati. La pelle era a scaglie verdi sul capo e sul collo, violacee sull’addome e nuovamente verdi
sulle quattro zampe. Le cinque dita delle zampe terminavano con dei lunghi e affilati artigli neri di
almeno quattro centimetri. Ma la cosa più raccapricciante era che l’intero corpo, ed in particolare
artigli e viso, erano macchiati da litri e litri di sangue incrostato.

L’essere ci ruggì immediatamente in faccia, preparando l’attacco: Spike, rapidissimo, estrasse la
pistola e sparò un proiettile dritto negli occhi destri della bestia. L’essere si ritirò un poco ruggendo
di dolore e portandosi una zampa alla faccia. 

“Ma…non dovrebbe essere morto dopo un colpo simile?”

“Se si chiamano teste di metallo ci sarà un motivo”

L’essere levò la zampa mostrando il buco che gli aveva squarciato tutti e tre gli occhi e rimasi a
bocca aperta: sotto la carne strappata, si poteva chiaramente vedere un osso di lucente metallo
macchiato di sangue e leggermente ammaccato.
La lucertola ovviamente non restò lì ad aspettare, e tentò un attacco frontale, che però Spike riuscì a
parare con il fucile d’assalto trovato nella torre di sorveglianza: essendo però il colpo troppo forte fu
scaraventato contro il muro, perdendo i sensi.

“Spike!”

Mi ritrovai faccia a faccia con quello che probabilmente era il mostro che aveva ridotto mio fratello
in un orribile ammasso di budella, e avrebbe fatto lo stesso con me…se non avessi agito in fretta.
  
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