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Autore: virgily    01/10/2013    5 recensioni
-Aspetta!- aveva perfino allungato la mano, sporgendosi al di fuori della sua finestra. E quando si accorse di essere riuscita nel suo intento, spingendolo a ritornare da lei avvicinandosi ulteriormente, si portò le braccia al petto, osservando fugacemente il giovane, che agile e aggraziato volò verso di lei, fluttuando nel vuoto
-Qu-Qual è il tuo nome?- sussurrò appena, bofonchiando in preda alla timidezza, fissandosi i piedi scalzi e pallidi. I suoi capelli, come una soffice barriera color nocciola, si era parata innanzi il suo ovale candido e teso, impedendole di poterlo guardare in viso quando le rispose dolcemente:
-Jack Frost…- con un groppone in gola, Hannabelle Pierce sollevò di scatto lo sguardo. Le labbra rosse dischiuse, quasi spalancate, gli occhi sgranati. Il suo verde malinconico affondò in quell'azzurro chiarissimo portandosi via anche tutto il suo fiato, tutte le sue energie. Era lui… lì, alla sua finestra.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 6: The Nightmare King

Quella notte, Jack era rimasto in quella piccola cameretta, illuminata a malapena dalla fioca luce di una candela, aspettando che la sua dolce Hannabelle si addormentasse tra le sue braccia, avvolta tuttavia da uno spesso strato di coperte affinché non patisse il gelido amore che lo spiritello sprizzava da ogni poro. Le palpebre calate, le labbra appena dischiuse, il colore tenue della sua pelle, le onde brune che colavano lungo le sue spalle e il cuscino; Jack studiò con attenzione ogni piccola sfaccettatura di quel bel viso accoccolato al suo petto. Se faceva attenzione, riusciva a percepire un dolce tepore scaturire dal corpo della fanciulla, e un battito ritmico e armonico entrargli nella testa. Con delicatezza, senza destarla dal suo riposo, il giovane la cullò amorevolmente, distendendola comodamente sul suo morbido giaciglio. Osservarla mentre dormiva era la parte che preferiva di più delle sue giornate. Le carezzò i soffici capelli, sollevando appena l’angolo destro delle sue labbra:
-Buona notte Hannabelle- sussurrò piano, scostandole una ciocca ribelle dal viso. Come i petali di un fiore, le dita sottili della ragazza cercarono la mano pallida dello spirito, stringendola. Hannabelle dischiuse pesantemente gli occhi, fissandolo in quelle iridi cristalline, nelle quali le parve per la prima volta di intravedere il candido disegno di un fiocco di neve.
-Buona notte, Jack…- rispose con un sibilo, tornando nel mondo dei sogni, e la mano ancora stretta a quella di Frost. Il ragazzo rise appena sotto i baffi, cucciandosi quel tanto che gli bastava per poterle baciare una guancia, proprio all’angolo delle sue labbra. Mugugnò appena, ma non si svegliò. Fu allora che lo spiritello decise, a malincuore, di dileguarsi. Quanto sognava di poter trascorrere un’intera notte abbracciato a quell’esile figura, ma lei era troppo fragile, e debole. Troppo umana per poter sopportare quel freddo che intaccava persino l’animo gentile e tormentato del povero Jack. Forse, quello era il prezzo da pagare per un sentimento così forte e devastante. Prese il suo fido bastone, e abbandonandosi alla stretta affettuosa, e per certi versi materna, del vento Jack Frost volò via, verso quella nuvola così lontana dalla sua Hannabelle e così vicina alla Luna, sua silenziosa e misteriosa compagna.
Tuttavia, Jack non poteva immaginare che non appena avrebbe lasciato quella spoglia camera da letto, una folata di vento, sibilando come un inquietante e viscido verso animale, spegnesse quella piccola fiammella che conferiva un’atmosfera calda e ambrata all’ambiente. Ora il buio aveva preso il sopravvento, e con esso uno strano vapore sulfureo e polveroso, sbucando proprio da sotto il letto della piccola Pierce, si gonfiò senza sosta, lasciando intravedere l’asciutta figura di un’ombra maligna e perfida. Dopo ben otto anni, Pitch il re degli incubi era finalmente tornato in quella stanza misera, al cospetto di colei che per molto tempo aveva considerato la sua “favorita”. Negli occhi del re, un luccicore dorato folgorò il suo sguardo non appena posò gli occhi sulla fanciulla che riposava nel suo letto, e un ghigno sadico si scolpì sulle sue labbra fine. Era solo una bambina l’ultima volta che l’aveva vista, rannicchiata in se stessa, regalandogli l’ultima lacrima pregiata che Pitch ebbe modo di assaggiare. Adesso invece, Hannabelle ai suoi occhi era una giovane donna, il cui fascino stava ormai cominciando a sbocciare mostrando i suoi seducenti frutti: una pelle chiara e sottile che quasi brillava sotto le carezze dei raggi di luna, delle labbra rosee e succose, capelli lunghi e fluenti che incorniciavano le spalle e lo scollo della camicia da notte, risaltandone il seno appena accennato. Con ampie falcate, lo spirito fu in un attimo al fianco del suo piccolo giaciglio, totalmente incurvato contro la bella figura. Con le punte delle dita cineree e arcuate, sfiorò con delicatezza il viso roseo e vellutato della ragazza, percorrendo lentamente tutta la curvatura della gote tonda, immergendo la mano tra i suoi capelli sottili. Con avidità, si portò una ciocca scura al viso, assaporandone con ingordigia il dolce profumo che emanava. Un lamento ovattato della ragazza lo fece scostare appena, convinto che da un momento all’altro si sarebbe svegliata; tuttavia si trattò di un falso allarme, e sollevando l’angolo sinistro delle labbra, il re degli incubi accorciò nuovamente la distanza tra i loro corpi. Portandosi a pochi centimetri dal suo candido ovale, Pitch soffiò della cenere sul viso della giovane che inevitabilmente lo respirò:

“Il rombo di un tuono squarciò la quiete che aleggiava sul suo piccolo villaggio, e un boato si propagò con intensità facendo tremare la terra. Gli occhi della piccola Hannabelle si aprirono, e trattenendo il fiato si sollevò di scatto per la paura. Non ebbe neanche il tempo di riflettere che a piedi scalzi raggiunse la piccola finestrella della sua camera, la sua anta si muoveva ansiosa in balia del forte vento. Con forza riuscì a tenere ferma quella piccola apertura, e sporgendosi con cautela osservò silenziosamente affannata, il grande diluvio che aveva reso la visuale pressoché scarsa. Era passato moltissimo tempo dall’ultima tempesta, ma di certo non era il fatto in se a sconvolgerla tanto, quanto più lo sciogliersi della neve, che come per magia stava svanendo dalla sua vista, mutandosi in una viscida e melmosa poltiglia di fango e detriti. Un sussulto la fece fremere dalla testa ai piedi. Se c’era una cosa che aveva imparato era che senza la neve Jack non si sarebbe fatto vivo. Un pensiero incessante e tremendo allora invase la sua mente: che Jack se ne fosse andato? Perché mai lo avrebbe fatto? Non le aveva parlato del suo volere di andarsene, da quel che ricordava, ma allora perché non era neanche venuto a salutarla? Magari si stava soltanto sbagliando. Forse Jack non era andato via, ma stava solo riposando lassù nel cielo, avvolto in una di quelle nuvole miserabili e ricolme d’acqua. Eppure sentiva un vuoto, proprio nel suo petto; una ferita dolorosa che le stava facendo provare una lenta e struggente agonia.”
 
  Pitch restava immobile, ricurvo su di lei, fissandola intensamente. Un sospiro lungo e straziato gonfiò le labbra piccole della fanciulla, che senza neanche accorgersene, lasciò stillare dalle sue palpebre chiuse una gemma incolore che luccicò appena sotto il riflesso della luna. Gli angoli della bocca del re s’incurvarono verso l’alto, e con bramosia portò le dita sul suo morbido viso, catturando quella piccola lacrima che con desiderio bevve. Una scossa di lento e inesorabile piacere lo percosse tutto, facendogli provare un’euforia mai provata prima. La paura che provava quella ragazza lo aveva sempre affascinato, e stentava a credere che avanzando con l’età la qualità del suo terrore potesse diventare una vera e propria delizia per il suo animo. Improvvisamente però, risvegliandolo da quel breve attimo di assoluta estasi un sussulto familiare lo fece voltare di scatto, posando lo sguardo sulla piccola figura raggomitolata sotto le coperte: la schiena contro la testiera del letto, le gambe al petto, gli occhi spalancati e fissi su di lui che lo guardavano con un misto di curiosità e spavento. Il re degli incubi fece per dire qualcosa, ma non ci riuscì. Con sua sorpresa, per la prima volta dopo i secoli bui, qualcuno lo vedeva.
-T-Tu…- sussurrò piano la fanciulla, stringendosi le coperte al petto –Perché ti vedo ogni volta che faccio un brutto sogno?- domandò affannosamente, cercando di trattenere un grido di terrore che senz’altro avrebbe udito tutto il suo villaggio.
-Semplice…-rise lui –Perché io sono il re degli incubi- L’ombra nera sogghignò malevola, indietreggiando appena. Hannabelle vide la silhouette slanciata dell’uomo svanire nell’oscurità della sua cameretta, ma quei grandi occhi spietati luccicavano di una tenue luce dorata. Un chiarore talmente smorto da scomparire ben presto nel buio. La piccola Pierce respirava ancora faticosamente, e sebbene non riuscisse più a vederlo, lei sapeva che in realtà non era andato via. Lui era lì, lo sentiva. La osservava sornione e divertito, rideva per il pallore che scoloriva le sue gote. Il cuore cominciò a galopparle in pieno petto, e sebbene fosse pienamente consapevole che l’idea che le era venuta in mente di certo non era delle più sagge, Hannabelle scostò velocemente le lenzuola e presa da uno scatto impulsivo scese dal suo letto, avvicinandosi lentamente alla finestra. Forse, la luce della luna l’avrebbe protetta. A piedi nudi, sentendo il legno scricchiolare ad ogni suo passo, la bruna sbandierava il suo sguardo vigile e attento in ogni meandro della cameretta, pronta ad aspettarsi il peggio. Si inumidì le labbra, continuando a camminare, sentendosi solleticare le caviglie. Se c’era qualcosa che non si aspettava, certo era trovarsi della sabbia sul pavimento della sua stanza. Portò gli occhi al suolo, osservandosi letteralmente circondata da quella massa di cenere e pulviscoli scuri, ignara del fatto che era caduta in una trappola dalla quale non sarebbe riuscita a scappare. Come per magia infatti, quella sabbia cominciò a ruotarle intorno, creando come dei tentacoli che si intorcinarono attorno alle gambe, salendo lentamente lungo tutto il suo corpo.  la fanciulla non ebbe neanche il tempo di gridare che con un tonfo si ritrovò a terra, e tutta quella sabbia sopra di lei che pareva soffocarla, man mano prendeva la forma di quell’uomo dagli occhi maligni che aveva appena dato inizio al peggiore dei suoi incubi. Pitch ora torreggiava su di lei, immobile sopra il suo grembo, con le mani serrate attorno i polsi stretti della ragazza, pressandoli al suolo ai lati della sua testa. Un timido raggio di luna vegliò su quella tragica scena, e Hannabelle tremò quando vide l’uomo cucciarsi violentemente su di lei, arrestandosi di colpo a pochi centimetri dl suo viso: aveva dei lineamenti affilati e rigidi, un riso beffardo e diabolico. E i suoi occhi erano cupi, pieni di dolore e oscurità.
-Che cosa vuoi da me?- sibilò la giovane, lasciando sgusciare un’ennesima lacrima dai suoi occhi. Non ottenne alcuna risposta da lui, ma sussultò quando sentì le sue labbra calde posarsi sulle sue guance, saggiando le sue lacrime. Hannabelle cominciò a fremere sotto il corpo accaldato e nuovamente pervaso dai brividi dell’eccitazione del re, che compiaciuto della sua ingenua e affascinante reazione, prolungò quel contatto, lasciandole una scia di baci dalla curvatura delle gote fino all’incavo del collo, per poi salire nuovamente e immergere il viso tra i suoi folti capelli castani, ricercando il suo lobo sinistro:
-Tu sei molto preziosa, Hannabelle Pierce…- sussurrò con voce bassa e roca, facendola singhiozzare. Per non perdersi il privilegio di bagnarsi le labbra con quelle gemme portatrici di squisita paura, Pitch Black tornò a dissetarsi su quelle guance ormai arrossate dal pianto.
-Farò di te la mia regina…- soffiò sul suo visetto dolce e spaventato nelle breve pause tra un bacio e l’altro. Un brivido freddo percosse la giovane dalla testa ai piedi, e come di rimando immediatamente la primogenita dei Pierce cominciò a dimenarsi con tutte le sue forze sotto il corpo forte e prestante del re degli incubi. Miracolosamente, Hannabelle riuscì a liberarsi una mano, e con un possente schiaffo in pieno volto, che risuonò per l’intero ambiente, la fanciulla riuscì a scostare Pitch dal suo corpo. con il volto appena chino per il colpo subito, l’uomo osservò la giovane sotto di lui fissarlo con occhi brillanti che lo scrutavano in cagnesco:
-Io non sarò mai la tua regina- disse, mentre la sua cassa toracica si sollevava ritmicamente e un sorriso si dipingeva sulla faccia cinerea del re.
-Sei una fanciulla combattiva, piccola Hannabelle. E questo mi piace…- e con una velocità imprevista, Pitch portò le mani ai fianchi della giovane, stringendola al suo petto. Impulsivamente la ragazza serrò gli occhi e trattenne il fiato. Ma poco dopo, quando riaprì spaventata le palpebre, si ritrovò nuovamente sul suo letto, le coperte tirate sino al petto, e il re degli incubi che le teneva il viso per il mento, accorciando lentamente le distanze tra i loro volti:
-So essere molto paziente, Hannabelle. È solo questione di tempo, e tu sarai mia…- un bacio sulla fronte, perché sapeva che anche volendolo, in quel esatto frangente impossessarsi delle labbra piccole e rosee della fanciulla sarebbe stato troppo facile. La ragazza impetrò a quel nuovo contatto, sbiancando come un lenzuolo. Una nuova minaccia incombeva su di lei, che inerme e senza alcuna via di fuga, poteva soltanto ammirare quell’ombra scura e molesta sogghignare nuovamente, e come polvere svanire al di sotto del suo letto. 

*Angolino di Virgy*
Finalmente sono riuscita ad aggiornare anche questa fic, perdonatemi per il grendissimo ritardo, ma tra esami blocco dello scittore ecc. alla fine mi sono letteralmente persa! Ma visto che oggi è il mio ultimo giorno di ozio e domani comincio l'università, ho pensato che sarebbe stato gratificante aggiornare una delle mie fic preferite. Ma passiamo a noi: il titolo, rispetto agli altri è differente, proprio perchè il capitolo in sé è diverso. Piuttosto che soffermarmi sulla "coccolosità" e il "Tanto LOVE" di Hannabelle e Jack ho pensato di creare un malsano, e perchè no? anche torbido se vogliamo così definirlo, primo incontro tra Hannabelle e Pitch Black (perchè mi piace anche lui, e perchè si può permettere di essere viscido e schifosamente attraente al tempo stesso). Spero solo che vi piaccia, e che non abbia deluso le vostre aspettative. Commentate, e fatemi sapere se sto continuando un buon lavoro o sto mandando tutto a farsi benedire! 
Grazie per la lettura.
Un bacio.
-V-

 
  
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