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Autore: Cercaminelmare    01/10/2013    1 recensioni
L’insicurezza di Tayla che lui sapeva placare e la ben celata sensibilità di Louis,che solo lei aveva il permesso di vedere, le rispostacce stizzite di lei e gli abbracci sinceri e bisognosi di lui. Le chiamate alle tre del mattino di Louis troppo ubriaco per guidare e le ramanzine di Tayla mentre lo riaccompagnava a casa.
Definirla una semplice amicizia è troppo riduttivo secondo Tayla, perché tre anni fa, mentre lo aspettava al parco, si chiese se davvero lui fosse la cosa ‘giusta’, se non fosse solo una stupida distrazione, un errore.
Beh, le bastò vederlo sorridere, le bastò la sua osservazione decisamente fuori luogo a proposito del suo abbigliamento, la pace interiore che la invadeva dalla punta dei piedi fino a darle la testa quando lo aveva affianco, i mille ippopotami impazziti nello stomaco mentre lui la stringeva fra le braccia, il suo ‘arrivederci’ a fior di labbra. Perché sì, Louis poteva essere infantile,ottuso,egoista,montato ed egocentrico ma lei riusciva a vederlo solo come un tremendo e dolcissimo errore, lo sbaglio più giusto della sua vita. Il tempo passa e le cose cambiano, in che modo?
Cambiano in Harry Styles e Cece Bree
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1 Settembre 2012

 

Sto seduta qui, in mezzo a tante persone strette in abiti dai colori vivaci e sgargianti, che assisto al discorso del padre di lei.

“ Sono così fiero di mia figlia, la renderai felice Louis. Per lo meno, lo  spero per te.”

Nella sala scoppiano gli applausi e il boato di cori a favore della coppia di neo sposi, la madre di lei abbraccia e bacia il marito quando la raggiunge al tavolo a cui siedono gli sposi.

Sto qui , seduta in mezzo a gente che non conosco e che non sopporto, e lo faccio perché ci tieni.

La cerimonia in chiesa è stata una palla stratosferica, e tu sei pure ateo, il vestito della sposa le sta a pennello, è ampio e principesco, e lo sappiamo entrambi che non sopporti le favole.

Alta, magra, bella e bionda, non ci sono paragoni con me, e io mi sforzo di essere felice per te. Sorseggio del vino bianco e ti guardo da qui, e sei bello dannazione, bello da far paura. Sembra che il sarto italiano che hai ingaggiato apposta per la cerimonia, abbia cucito lo smoking su di te. E’ grigio chiaro, come il colore che i tuoi occhi assumono contro la luce troppo intensa del sole, mi domando se Cece ci abbia mai fatto caso, perché sì. Io ci ho fatto caso. Il viso è pulito e rilassato, le labbra perennemente piegate in un sorriso, la barba appena accennata e il naso leggermente a patata,  che è forse la cosa più umana che hai. Sei troppo bello per essere umano e non te lo perdonerò mai.

Finisco il vino in un sorso mentre vedo le tue labbra sussurrare all’orecchio di tua moglie, e dio solo sa che le dici per farla arrossire in quel modo.

<< Balliamo?.>>

Alzo un sopracciglio e mi volto lentamente nella direzione da cui è venuta quell’assurda richiesta,

 “ Chiunque tu sia, manco morta.”

Bello, alto, smoking nero, mani grandi, capelli castani e occhi verdi – credo – fossette adorabili che stonano sul suo sorriso malizioso.

<< Certo che ballo con te.>>

Sorridi.

<< Che per caso hai  fatto una pubblicità per la Colgate?. Non prendermi per una psicopatica, ma  i tuoi denti sono così bianchi che accecano.>>

Lui ridacchia per nascondere l’imbarazzo e risponde scuotendo la testa, tendi la mano verso di me e aspetti che io l’afferri.

Poso il calice e afferro la tua mano , mi accorgo subito che la mia è troppo piccola per stare nella tua.

Arriviamo in un angolo tranquillo della pista, le luci si abbassano nel momento esatto in cui chiedi il permesso di cingermi i fianchi, io non lo chiedo e incrocio le mie dita dietro il tuo collo. Tu scuoti la testa e iniziamo a ondeggiare piano, seguiamo il ritmo di un lento  che ho già sentito altrove.

<< Quante volte hai rimorchiato con una frase del genere?.>> ridacchia lui, riferendosi al mio apprezzamento per i suoi denti.

<< Un mucchio di volte – mi interrompo, lo guardo negli occhi – alle elementari.>>

La sua risata bassa è frizzante, come il cinguettio degli uccelli in primavera.

La canzone è quasi finita  e per un istante noto con la coda dell’occhio la sposa che volteggia in pista, lui la guida sicuro, un minuto più tardi si sono affiancati a noi. Rispondo allo sguardo inquisitorio di Louis, incenerendolo a mia volta. Ringrazio mentalmente il dj per aver chiesto agli sposi di spostarsi al centro della pista. Sciolgo le dita e lascio andare questo ragazzo dai denti abbaglianti,  lo ringrazio per il ballo, ho bisogno di aria. Mi volto per allontanarmi dalla pista, muovo qualche passo in avanti ma di nuovo gli occhi di Louis mi immobilizzano.

Mentre il dj sceglie la prossima canzone, lo vedo parlare a Cece, lei annuisce e si concede di ballare con suo padre che ha gli occhi lucidi e la pancia prorompente. Louis sorride agli amici che si buttano in pista, la sua bellezza mi ammalia e, “Cazzo” penso quando mi accorgo che è troppo vicino per poter fuggire via.

<< Balli con me adesso.>>

E’ più un ordine che una domanda. Tu non chiedi mai, prendi ciò che vuoi e basta.

Sbuffo e alzo gli occhi al soffitto alto, “Fanculo dj” ha scelto un altro lento. Louis sorride e poggia le sue mani sui miei fianchi, sento dei brividi salire su dalla spina dorsale e mordo l’interno della guancia per nascondere il tremolio delle  labbra. Poso le mie mani sulle sue spalle, lui fa una smorfia contrariato e le guida dietro il suo collo.

<< Allora, mi pare che ti stia divertendo. >> allude al ragazzo con cui ero poco fa, il sorriso malizioso.

<< Si, i camerieri sono molto cordiali, fa i miei complimenti a Cece per  i centro tavola gialli.>>

“Mi fanno cagare i cigli gialli.”

<< Ti fanno schifo i gigli, quelli gialli poi, figuriamoci.>>

Lo guardo e scoppio a ridere, mi conosce troppo bene. Lui ride con me, mi racconta dell’ansia che lo ha assalito mentre vedeva Cece avanzare nella navata della chiesa, dell’unica pecca di sua moglie  “Non ha senso dell’umorismo”, dell’alito cattivo di sua suocera e di quanto si sia divertito al suo addio al celibato. Ride alla mia espressione di puro disgusto e disinteresse quando prova a raccontarmi i dettagli di quella serata, scuote la testa e mi risparmia.

Il lento finisce, mi guarda e << Vieni con me.>>

Mi afferra una mano, Cece sta lanciando il bouquet e nessuno sembra accorgersi di noi, usciamo dalla sala e prendiamo delle scale sulla destra. Arriviamo al pianerottolo dell’ultimo piano, Louis apre la porta sulla quale lampeggia l’insegna di ‘ uscita di sicurezza’, e con un cenno della testa mi invita a seguirlo. Usciamo, ci troviamo sul tetto che assomiglia ad una terrazza. L’aria è fresca e pulita, per un attimo guardo il cielo e le stelle inesistenti a causa della luce dei lampioni, poi  mi avvicino a Louis che si è seduto su una sedia di plastica verde scuro.

<< Sei bellissima con questo vestito.>> ammette lui, ed è vero. Indossa un abito lungo fino ai piedi di un lilla pallido, senza spalline e la scollatura a cuore.

<< Con ciò vuoi dire che di solito non lo sono?>>

Rido e lei scuote la testa esasperata, le tendo la mano e quando lei l’afferra l’attiro a me, fino a farla sedere sulle mie ginocchia. Le nostre mani si incastrano come se fossero fatte apposta per stare insieme.

<< Che galantuomo! – continua poi volgendo lo sguardo sul profilo semi illuminato di Londra – E così, ti sei sposato, congratulazioni Louis. Davvero, sono felice per te.>>

<< Grazie, sai è  una sensazione strana, ma così sono felice.>>

Si sistema meglio sulle mie ginocchia, mi guarda negli occhi e incastra in labbro inferiore fra i denti, è nervosa.

<< Credi che potremmo continuare a vederci? . Ogni anno, il 15 luglio.>>

Alzo un sopracciglio confuso.

<< Certo, scusa perché me lo chiedi?.>>

<< A Cece potrebbe dare fastidio.>>

<< Non preoccuparti di questo>>

<< Me ne preoccupo invece, sei suo marito.>> ribatte lei a voce bassa.

<< Sposandomi ha accettato me, e tutto quello fa parte di me.>>

Avvicinai il mio volto al suo, come nella notte in cui ci siamo conosciuti e

<< Tu fai parte di me, Tayla.>>

Dico in un soffio, per poi lasciarle un bacio a fior di labbra,.

<< Questo non è un addio.>>

Lei sospira ad occhi chiusi, non sembra  convinta ma rimane in silenzio.

<< Sarà meglio andare. - decreta poi alzandosi in piedi – Tutti si chiederanno che fine hai fatto.>>

Sorride e arrossisce, e “Dannazione, sei adorabile.”

Mi alzo e la precedo, scendiamo le scale in silenzio, sto per entrare in sala quando lei afferra la mia mano per richiamare l’attenzione.

<< Io vado, domani mattina devo alzarmi presto, salutami Cece e ancora auguri.>>

Sorride, poi mi attira a se in un abbraccio e “ Dio santo, fa il bravo. Ti voglio bene.”

La stringo forte e “ Ci vediamo, presto” le rispondo.

Si stacca da me, mi da una pacca sulla spalla e scende le scale, appena scompare dalla mia visuale sospiro e rientro in sala.

 

In un secondo arrivo al piano terra, l’addetta al ricevimento mi consegna la borsa e il cappotto, mi affretto ad uscire.

Esco di lì con una gran voglia di piangere, secondo Louis tutto sarà come prima, eppure io lo so che in realtà cambierà tutto quanto.

Infilo il cappotto, e sto per afferrare il cellulare in borsa, quando sento una voce chiamarmi.

<< Te ne vai?.>>

E’ il ragazzo di prima, sta appoggiato al muro dell’edificio con la schiena e tiene una sigaretta fra le dita.

<< Mia madre si è raccomandata di non parlare agli sconosciuti.>>

Rimane spiazzato ma sorride, con un gesto secco getta a terra il mozzicone della sigaretta e

<< Piacere sono Harry, ho ventun anni, diplomato in legge da due. Sono nato a Holmes Chapel e sono vaccinato.>>

<< Piacere sono Tayla, ho la tua età mentre il resto non t’interessa.>>

<< Allora, te ne stai andando? >>

<< Sì.>>

<< Ti va se andiamo a prenderci qualcosa da bere?>>

<< Ho voglia di Mcdonald’s. >>

<< Ho la macchina parcheggiata dietro l’angolo, andiamo?>>

<< Okey, non giudicarmi ma, io prendo ancora l’Happy Meal.>>

 

Il viaggio in auto dura poco, quel che basta per comprendere che alla fine questo Harry, è di buona compagnia.

Ordino delle crocchette di pollo e un Happy Meal 

<< Hamburger semplice, senza cetrioli, per favore.>>

<< Per me un Mc menu grande, grazie.>>

Scegliamo a caso fra i tanti tavoli vuoti di quel venerdì notte, sono le due e per fortuna c’è orario continuato fino alle cinque. Finisco le mie crocchette in silenzio, sono ancora al primo morso quando Harry, ovviamente senza permesso, afferra la mia scatola e ci fruga dentro.

Lo guardo arcuando le sopracciglia e << Scusami, ma che stai facendo?.>>

<< Controllo la sorpresa.>> risponde alzando le spalle. Prendo un respiro e “E’ la mia sorpresa, cazzo mia e non tua.”. Conto fino a dieci e cerco di rilassarmi.

<< E’ il mio Happy Meal, mia la sorpresa, quattro sterline e novanta,  mio per diritto.>> dico invece, almeno non ho detto nessuna parolaccia, “Mamma , saresti fiera di me caspiterina!.”

Lui alza le spalle, di nuovo, e sorride strafottente mentre scarta il giochino-sorpresa. “ Che cazzo hai da ridere sempre?.”

<< Fanculo i buoni propositi, molla la mia sorpresa.>>

Ride di gusto e alza le mani in alto con fare innocente, la spilla di Peppa Pig cade a terra. La raccoglie, sorride a mezza bocca e allunga la  mano verso di me. Mi soffermo per un attimo sulle sue labbra, sono sottili e leggermente screpolate, nell’angolo che formano è spuntata una timida fossetta.

Scuoto la testa in segno di negazione, lui alza un sopracciglio confuso e

<< Ti piace Peppa Pig?>>

Piego le labbra in una smorfia di disprezzo puro.

<< Lo prendo per un no. Pensa che la stanza di mia sorella maggiore ne  era piena di peluche di varie grandezze.>>

<< Che infanzia terribile. – dico alzando le spalle – La prossima volta però, non sarò così gentile, colleziono tutti i gadget sorpresa degli Happy Meal. Nemmeno mia madre aveva il permesso di riordinarli, ci sono cose su cui non transigo, e questa è una di quelle.>>

Serro le labbra in un piccolo sorriso quando i frammenti di quei ricordi mi scaldano il cuore.

Lui scuote la testa e ridacchia sorpreso e

<< Nessuno ha il diritto di toccarli?>>

Il sorriso si spegne.

<< Fino ad ora solo un mio amico ne ha avuto l’onore.>>

<< Chi è il fortunato?>>

<< Louis.>>

Sospiro e abbasso lo sguardo, il rumore delle auto solitarie che sfrecciano in strada si mischiano ai nostri respiri silenziosi.

<< Anche io ho un segreto – si gratta la testa improvvisamente a disagio, aspetta che io alzi lo sguardo su di lui, prima di continuare con tono imbarazzato – tengo i calzini bianchi, separati da quelli colorati.>>

Sorrido, alzo le spalle e << Ad ognuno il suo.>>

Annuisce e si schiarisce la gola, cambia discorso.

<< Quindi eri tra gli invitati dello sposo?.>>

<< Sì, tu eri tra quelli di Cece?>> gli chiedo alzando un sopracciglio, pensavo fosse un collega di Louis.

<< Sono il suo testimone, nonché migliore amico.>>

<< Ma tu pensa! – dico a denti stretti, schiocco le dita – com’è piccolo il mondo!>>.

Circa venti minuti più tardi Harry ha parcheggiato l’auto di fronte al mio appartamento, lo saluto con la mano e un sorriso mentre mi avvicino al portone di casa. Lui abbassa il finestrino e

<< E’ stata una bella serata, vorrei rivederti ancora.>>

Giro la chiave nella toppa e gli do le spalle, mordo il labbro inferiore per impedirmi di sorridere e rispondo

<< Grazie, sfortunatamente anche per me. – mi volto e alzo le spalle indifferente – Solo vivendo il domani, sapremo.>>

Con la coda dell’occhio lo vedo scuotere la testa e sorridere a mezza bocca, chiudo il portone piano e salgo le scale in silenzio mentre sento il rumore del motore che riparte.



Tayla
 
  
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