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Autore: vivyonetake    01/10/2013    5 recensioni
Liz è introversa e ha pochi amici. Enigma è sicura di sé e di amici ne ha anche troppi.
Liz viene da una piccola cittadina che non conosce nessuno. Enigma viene dalla scintillante Orange County.
Liz non ha mai baciato un ragazzo. Enigma ha già baciato troppi rospi e ancora nessun Principe Azzurro.
Liz si è appena trasferita a Miami. Enigma anche.
Come potrebbero due ragazze così diverse diventare amiche?
E ce la faranno a trovare il vero amore?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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ENIGMA - The Breaking
 
L’aria mi scompigliava i capelli, mi arrivava violenta sul viso, ma io stavo benissimo.
Mi sentivo bene, lì, su quella moto che correva ad una velocità altissima per le strade deserte di Miami, abbracciata a lui.
Quasi come se quest’ultimo pensiero mi avesse trasmesso una scarica elettrica, mi scostai leggermente. Oppure Eric si sarebbe accorto di quanto stavo bene lì con lui.
Piuttosto, pensai cercando di distrarmi, chissà com’è finita tra Liz e l’amico Aaron.
Aaron ci avrebbe provato con la mia nuova amica, ne ero più che certa. Si erano piaciuti, non c’è che dire. O meglio, a lui era piaciuta la nuova Liz. Gli sarebbe piaciuta più di me o di qualsiasi altra ragazza? Questo era da scoprire, ma speravo di sì.
“Madamoiselle, siamo giunti a destinazione” mi sentii dire scherzosamente da Eric.
Il mio cuore mancò un battito sentendo la sua voce, così sicura ma scherzosa.
Feci un sorrisetto mentre scendevo dalla moto. Mi tolsi il casco e i suoi occhi azzurro cielo si fissarono nei miei. L’azzurro brillava alla scarsa luce dei lampioni, vivo e bello come non mai.
Alla fine gli porsi il casco e sentii il calore delle sue dita, sfiorandole. Un terremoto interiore mi percorse e soffocai a stento un sorriso.
“Beh, è stato molto divertente, miss Bellezza” mi prese in giro.
Ancora quello stupido appellativo, mi dissi.
“Già, alcune tue battute erano davvero carine!” gli sorrisi un po’ persa.
Lui si fece più vicino e mi disse, fissandomi: “E’ un piacere litigare con te.”
“Concordo pienamente. È un buon modo di passare la serata” dissi sorridendo.
Lui mi prese le mani.
Non so esattamente cosa si scatenò in me, ma fu una reazione meravigliosa e terribile insieme.
Quasi con orrore ricordai la prima volta che mi ero sentita così. Ai tempi di Mark, l’unico ragazzo di cui fossi mai stata innamorata. Il bello della scuola, che da me voleva un’unica cosa. Un po’ mi freddai a quel ricordo ancora vivo, benché risalisse a più di due anni prima.
Ricordai quando avevo acconsentito ad andare a letto con lui la prima volta. Mark fu dolce e tutto quanto si potesse desiderare. Poi, però, la settimana seguente, mi mollò.
Fu probabilmente l’esperienza più dolorosa di tutta la mia vita. Ancora rabbrividivo a quel ricordo. Da allora non avevo più amato nessuno, anche se, per esempio alle feste, non mi ero negata a molti. Colpa dell’alcol, probabilmente. O forse di un desiderio di sminuire l’importanza di quell’affronto. Probabilmente non l’avrei mai saputo.
Tornai a concentrami su Eric. Lo fissai intensamente negli occhi, e lui lentamente, quasi impercettibilmente, si avvicinò.
“Fa freddo stasera” dissi con tono un po’ perso, risucchiata da quel mondo azzurro.
“Già” sussurrò lui, facendo un altro passo nella mia direzione.
Si abbassò e posò le sue labbra sulle mie, prendendomi alla sprovvista. Mi abbandonai a lui e sentii le sue braccia muscolose cingermi la vita. Ci avvicinammo ancora di più, facendo combaciare i nostri corpi.
Mia madre era fuori città, avevo la casa libera e...
Questo pensiero risuonò in me come un campanello d’allarme. Volevo compiere il medesimo, stolto errore dell’ultima volta?
No, mi dissi, mai e poi mai.
Mi staccai. Lui ora fissava per terra ed io mi sentivo morire pian piano, divisa in due.
E d’altronde i conti non tornavano. Io ero una ragazzina viziata, una vipera, una bamboccia, a detta sua. Evidentemente non gli interessavo affatto, anzi. Voleva solo portarmi a letto, come Mark. Improvvisamente mi sentii montare la rabbia ed esclamai, senza riuscire a fermarmi: “È così che le tratti le ragazzine viziate?”
Mi guardò confuso. “Io non...” Poi qualcosa scattò in lui e lo alzò, improvvisamente arrabbiato. “Sai, per un attimo, dopo la tua conversazione intelligente, mi ero convinto che tu non fossi un’insipida ragazzina. Evidentemente mi sbagliavo.”
Quelle parole mi lasciarono a bocca aperta, ma feci un gesto nervoso, che lui interpretò male.
“Oh sì, ed è anche permalosa, la nostra principessa! Cos’ho fatto? Ho sconvolto l’ordine del tuo mondo perfetto?”
“Non osare! Tu non... Tu ti sei approfittato di me ora, andando contro tutto ciò che avevi detto in precedenza!”
“Mi ero fatto un’idea diversa di te, questa sera.”
“Ah sì? Anch’io!” esclamai in fine, furente.
Per un attimo vidi sul suo viso un’espressione confusa, ma poi s’infilò il casco e mise in moto il veicolo. “Bene, allora accetta un consiglio: impara a vivere!” disse e partì sgommando.
Percorsi il vialetto di ghiaia, fino alla porta. E, abbandonando la collera, realizzai cos’era successo.
Mi sentivo a pezzi, come se il mio mondo fosse crollato realmente.
Mollai la borsa e le scarpe in entrata.
La disperazione m’invadeva, tanto che mi tirai via i vestiti e li abbandonai nel corridoio d’ingresso. Così, solo in biancheria, mi diressi verso la cucina, trascinandomi.
Preso un barattolo di gelato, mi abbandonai sul divano, guardando la televisione. Trasmettevano un film romantico che, in condizioni normali, avrei trovato stupido.
Invece mi attaccò solo la voglio di gridare e piangere.
E fu così, mi addormentai dopo molto tempo su quel divano, dopo aver pianto tutte le mie lacrime, per colpa della mia stupidità.
 
La mattina seguente mi svegliai con un terribile mal di testa, ma fortunatamente era sabato e non sarei dovuta andare a scuola.
Mi trovai ancora sul divano di pelle, in biancheria. Per un attimo mi domandai cosa ci facessi, ma poi, improvvisamente, i ricordi mi assalirono. Sentii un peso, ma m’imposi di reagire. Sorprendendo me stessa, corsi di sopra e mi misi la tuta da ginnastica della Nike, le scarpe Adidas, poi uscii di casa con solo il lettore mp3 e le chiavi, lasciando il cellulare. Avevo bisogno di isolarmi dal mondo.
Corsi senza fermarmi per un bel po’, finché ebbi fiato. Cominciai a camminare, e poi ripresi a correre, riflettendo e rimuginando sulle ultime due settimane piene di cambiamenti.
Verso le dieci, rientrai in casa e mi precipitai sotto la doccia.
Mi lavai via il sudore di quella corsa, ma fu quasi un atto simbolico, tanto che la mia tristezza si sciolse un po’ e scivolò via.
Uscii, mi asciugai i capelli e mi truccai. Indossai una minigonna di Blugirl ed un top viola. Mi passai al piastra sui lunghi capelli biondi. Ero fresca e pronta per uscire. Ma per andare dove?
Poi la mia testa mi suggerì un’unica possibile destinazione.
 

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutte/i!! Comment allez-vous? Come state? Spero bene!! Come sempre ringrazio TANTISSIMO tutti quelli che mi supportano, mi leggono e mi scrivono! Senza di voi non andrei avanti a pubblicare!!!!
Allora, cosa ne pensate della situazione tra Enigma ed Eric? Credete che riusciranno a risolvere i problemi? Secondo voi, ha ragione Enigma a pensare che Eric la voglia solo usare? E, alla fine del capitolo, dove ha pensato di andare? XD
A presto! Un bacio a tutti/e!


 
   
 
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