- Alessandro Baricco
Ho provato ad affogare i miei dolori, ma hanno imparato a nuotare. E sono sola..ancora una volta chiusa in me stessa,nella mia stanza.
Sono stanca di diventare giovane seria o contenta per forza, o criminale, o nevrotica: voglio ridere, essere innocente, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non voglio essere subito già così senza sogni.
Sono completamente sola,abbandonata in me stessa. E' uno di quei giorni in cui il temporale non è fuori dalla finestra, ma dentro il mio stomaco.
L'unica ispirazione di salvezza per cacciare tutto è quel diario. Dov'è? dove?
Mi misi comoda sul mio letto leggendo per la quarta volta il mio libro preferito 'Innamorata di un angelo.' è una cosa stupenda quel libro.
Ispira passione,dolcezza,amore..è riuscito per fino a far piangere una pietra dura come me.
Guardai l'orario e vidi che si erano già fatte le quattro. Mi alzai,legai i capelli in una coda e corsi via in palestra.
C'era ad aspettarmi la mia personal trainer impazientemente.
-In ritardo come sempre. Inizia a correre su..muovi il culo.-
**
Ero piena zuppa di sudore quando uscii da quella palestra con il cielo che diluviava.
-Mi dici come ti chiami?- Camminavo tranquillamente sotto ogni balcone ,quando mi ritrovai un biondo accanto con un ombrello.
-Hai 5 secondi per smammare da questo parciapiede.-
-No.- -Come scusa?.- -No.- -Aaah! Che cazzo vuoi?-
-Ehi finezza,volevo sapere il tuo nome.- -Marley,contento? ora puoi andare.-
-Senti,fermati. So perchè sei così acida. Non serve continuare..-
-Tu non sai un cazzo di me,Horan.- Mi fermai guardandolo negli occhi.
-Invece si. So tutto. Il tuo diario ce l'ho io. Il tuo diario è come una storia piacevole e triste da leggere. Tu hai bisgono di aiuto. Hai bisgono di piangere,di sfogarti. Non dirmi che lof ai con la musica che quello lo faccio anch'io per una stronzata. Ma tu con la musica non puoi parlare. Devi sfogarti,devi piangere,piangere e piangere. Non serve a un cazzo innervosirsi per tutto. Io devo aiutarti.-
-Tu? tu non sei un cazzo di nessuno. Lasciami in pace.-
-E' per questo che ora piangi?-
-Cazzo,smettila di guardarmi fisso negli occhi,non sono malata. Lasciami in pace.-
-Tu non sei malata. Tu sei..-
-Io non sono niente. Lasciami in pace. Sono stata violentata a 1O anni. Ora vai a raccontarlo a tutti,vai. Basta che non mi rompi più le palle. Ti odio.-
-D'accordo.- Girò i tacchi e andò via.
-Aspetta.- Gridai io da lontano.
-Che c'è?- -Lo dirai a qualcuno?- -Sei pazza?- -non sono pazza,e..c..comunque fa quello che cazzo ti pare.- -Comunque mi chiamo Niall,puoi anche smetterla di chiamarmi con le peggiori parole.-
-Vaffaculo,Niall.-
**
Ho paura. No,non è paura è tensione. Nemmeno tensione è solitudine. Nemmeno questo. Insomma,non lo so nemmeno io che cosa mi passa per la testa.
Tutto quel discorsetto che mi ha fatto il ragazzo era una cosa delicata e seria. Come se lui la prendesse sul serio. Sembra quasi che..voglia aiutarmi. Però io non ho bisgono dell'aiuto di nessuno. Ce l'ho fatta per tutti questi anni. Posso farcela ancora..
Mi guardai allo specchio e vidi la mia faccia.
I miei occhi erano spenti,non c'era più quella scintilla di felicità che avevo. Il mio sorriso non esisteva più. La mia pelle chiara mi faceva sembrare morta. Ero uno scheletro.Ero davvero orribile.
Poi penso. Di chi potrò fidarmi se non mi fido nemmeno di me stessa?
Ogni notte cado a pezzi, ogni giorno mi ricompongo. Ma nel farlo, ogni volta ,perdo un pezzo di me che non troverò più.
Tutte le urla soffocate si fermano sulla gola. Fa un male cane.
Diventi una ragazza fredda quando sei morta dentro.
Niall.