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Autore: The Pursuit of Happyness    02/10/2013    0 recensioni
È solo una questione di coraggio ( che non ho)
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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E così la mattina dopo mi alzai e come al solito le lasciai il primo messaggio sul blog: " Buongiorno!". Mi preparai di fretta perchè, più delle altre volte, avevo una voglia matta di vederla. Aprì l'armadio, cercai una maglia bianca che si abbinasse alla felpa bordeaux senza curarmi minimamente del disordine che stavo creando. Calpestai i vestiti che avevo in precedenza lanciato fuori dall'armadio, afferai le chiavi del motorino, infilai il casco e partì sfrecciando per la strada, deviando davanti a casa del mio amore sperando di vederla uscire. E così successe. Lei stava varcando la porta di casa, più bella che mai. I capelli scuri raccolti in una treccia che le cadeva sulla spalla e lasciava che qualche ciuffo si scompigliasse al vento, i jeans stretti che le accarezzavano le gambe magre delineandone i contorni e infine una maglietta nera con delle scritte colorate e le Vans rosa. Sul suo viso c'era stampato uno dei sorrisi più belli che si potessero vedere in giro, il che giustificava il fatto che non avesse nemmeno un filo di trucco, escluso un po' di lucidalabbra sulla bocca carnosa e morbida. Proprio nel momento in cui lei si voltò per chiudere la porta di casa e per mettere lo zaino grigio sulle spalle ne approfittai per mandarle un bacio. La osservai attentamente in quei secondi in cui lei, ignara di quello che succedeva alle sue spalle, si stava preparando spicologicamente per la terribile giornata scolastica. Trattenendo le lacrime ripose le chiavi nella zip dello zaino e si  girò verso la strada, camminando nel vialetto di casa come se dovesse andare al macello. Il celo azzurro e la giornata dal profumo primaverile, intonati col suo sorriso e con i suoi occhi, mi diedero una carica positiva e sentì che un minimo di coraggio si stava accumulando nel mio cuore.
A ricreazione due delle mie amiche la fermarono mentre stava andando in bagno, davanti a tutti la sbatterono contro il muro e le scrissero col pennarello indelebile delle frasi offensive sulla fronte. Ecco, in quel momento pensavo di scoppiare. Dover starsene li a guardare, senza arte ne parte, era straziante. Avrei voluto spingere via quelle due streghe e prendere fra le mia braccia Elen, per non lasciarla mai più. Il mio petto stava battendo a più non posso, avevo istintivamente chiuso in pugno le mie mani e le gambe stavano tremando mentre gli addominali mi si contraevano. Quando vidi le lacrime che le solcavano il viso dolce e prezioso esplosi come una bottiglia di Coca-Cola quando la scuoti. A passi pesanti raggiunsi quelle due smorfiosette e nel momento esatto in cui dissi con tono autoritario "Adesso avete esagerato" tutti si zittirono. I visi dei ragazzi che prima ridevano a crepapelle ora erano di pietra, e nessuno osò contraddirmi. Tutti fecero un passo in dietro, e per riservarmi la popolarità dissi scocciato a Elen di andarsene che era meglio. Pensando che se avessi potuto l'avrei difesa con tutte le mie forze, giurando che avrei combattuto contro tutta la scuola per lei e realizzando che era davvero troppo importante per me, nonostante tutto ciò, non riuscì a fare altro e me ne andai camminando lentamente. Dentro di me stavo crollando, mi facevo rabbia da solo. Ma dentro di lei si stava accendendo una nuova speranza. E questo era quello che contava per me.
   
 
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