Dopo
aver saputo del possibile
coinvolgimento di Vittoria nella scomparsa di Agnese, anche il tenente
Corsini
aveva intensificato le ricerche della contessina supponendo il pericolo
che
rappresentava la vendetta della Granieri Solaro.
Primo,
intanto, si era confidato con la
sorella, aveva intenzione di chiedere la mano di Teresa e di
sorprenderla con
una festa al borgo, con la musica ed una bella dichiarazione
d’amore.
La
ragazza invece era sempre più triste,
isolata dagli altri, come aveva potuto infilarsi in quella storia? E
soprattutto non c’era davvero nessuno modo per uscire? Doveva
tacere, ma così
avrebbe avuto sulla coscienza anche la morte della contessina.
Erano
trascorsi dieci giorni dal rapimento
di Agnese, Martino era sempre più stanco e agitato, si
sentiva responsabile, in
fondo tra le prime persone verso cui Vittoria era adirata e da cui era
stata
tradita c’era lui, lui ed il suo amore per Emilia.
Anche
Andrea non se la passava meglio,
dopo aver cavalcato per alcune ore nella zona del borgo, si era fermato
in
chiesa, lì aveva ricevuto il conforto di Frate Quirino, era
poi ritornato a
casa non mangiava più molto né dormiva da un
secolo ormai.
Le
domande che laceravano il suo cuore
erano sempre le stesse “dove sei amore mio? E quando
potrò riabbracciarti?”
Intanto
a Palazzo Van Necker era arrivata
la principessa di Carignano, lei amava Andrea e vederlo soffrire
così tanto era
un grande dolore anche per lei, ma da un certo punto di vista questa
sofferenza
del marchese era un modo per sentirlo più vicino.
"Andrea
come stai?"
"Male,
malissimo" il tono di
voce di lui era molto triste.
"Ho
saputo delle ultime novità da
Emilia, io non posso crederci che la marchesa Granieri Solaro possa
avere fatto
una cosa del genere?"
"Vittoria
è perfida ed è sola ed io a
questo pensiero tremo."
Seduto su un baule con le mani tra i capelli, gli occhi lucidi ed il bisogno di sostegno fortissimo, Luisa non potè fare a meno di svelare i suoi sentimenti, gli si avvicinò per abbracciarlo, un movimento sbilanciato di lui fece in modo che i loro visi di trovarono vicini, molto vicini, la principessa di Carignano si accostò alle sue labbra sfiorandole.
Un
attimo di cedimento di Andrea che si ritrasse subito.
"Ma
cosa fai?" alzò la voce lui.
"Andrea
scusami, scusa... non
volevo..." era fievole la voce di lei sinceramente pentita.
"Luisa,
vattene!" rispose duro
lui.
"Mi
dispiace An.." provò ancora
a giustificarsi lei.
"Ho
detto vai per favore, voglio
restare solo!"
Primo
non era più nella pelle, nonostante
la tristezza e l'angoscia che accompagnavano la vita a Rivombrosa da
parecchi
giorni, lui sentiva che le cose sarebbero andate per il meglio ed era
anche per
continuare a provare speranza che lui pensava alla sua proposta di
nozze per
Teresa come ad un evento positivo.
Ma
quando quella stessa sera nella piazza
del borgo il ragazzo si propose alla fidanzata, lei scappò
via in lacrime.
Venne
raggiunta da Dorina che cercò di
calmarla e di capire cosa le stava accadendo.
"Io
non volevo... non lo sapevo... mi
dispiace" singhiozzava Teresa.
"Mi
dispiace cosa?" aggiunse
Dorina.
"La
marchesa... la marchesa... la
contessina"
"La
marchesa e la contessina
cosa?" chiese Aldo che aveva seguito le due donne in cerca di
risposte.
Ma
alla vista del capitano Corsini, la
serva si era ammutolita ed era scappata via ancora una volta.
“Aldo!”
il tono di Dorina era di rimprovero.
“C’entra
con il rapimento della contessa,
Dorina, era da un po’ che tu stessa mi avevi insospettito ed
io sono un tutore
della legge e devo tener fede al mio impegno” si era
giustificato
Aldo.
“Speravo
così tanto per Primo che lei non
c’entrasse ed invece. E adesso cosa facciamo la
arresterai?” chiese ansiosa
Dorina.
“Non
posso purtroppo non ne ho le prove,
ma credo sia giusto informare il conte Ristori ed il marchese Van
Necker ed
anche tu e Primo dovete ricoprire un ruolo importante amore mio, Teresa
deve fidarsi di noi e dirci tutto quello che sa è l'unico
modo per trovare la contessa” la abbracciò
dolcemente.
“Si
lo so, Teresa non è cattiva Aldo, lei
ha solo creduto di poter assomigliare alla marchesa aiutandola, forse
non
immaginava che così si metteva nei guai”.
“Lo
penso anche io amore, ed è per questo
che è importante la sua collaborazione, se riesce ad aprirsi
con le persone a
lei più care, io posso tenerne conto e questo alleggerirebbe
la sua posizione”.
All’alba.
Bianca e Dorina avevano sentito
dei rumori in cucina, preoccupate ed armate di battipanno era andate a
controllare, era Teresa.
La
ragazza stremata ed in lacrime aveva
raccontato tutto a Dorina e a Primo che era stato richiamato da Bianca.
La
mattina seguente il capitano Corsini
l’aveva interrogata ma purtroppo la ragazza non sapeva bene
dov’era il secondo
nascondiglio pensato da Vittoria.
Andrea:
“Martino, grazie di avermi
informato subito, che succede?” l’ansia di Andrea
era palpabile.
“Andrea
non lo so, Corsini vuole parlarci, ma non mi ha detto
perché, sta
interrogando Teresa e questo mi sembra molto strano"
“Chi
è Teresa?”
“Una
nostra serva, era la dama di
compagnia di Vittoria” constatò Martino.
“Dove
sono?” l’impulsività e
l’irrequietezza di Andrea si imposero.
“In
cucina? Perché?” chiese Martino.
Senza
pensarci due volte il marchese Van
Necker piombò nella stanza dove Corsini stava interrogando
Teresa, con le buone
o con le cattive la ragazza doveva parlare, doveva dire dove si trovava
Agnese,
se stava bene e soprattutto che intenzioni aveva Vittoria.
Andrea
interruppe il colloquio in corso.
“Marchese”
disse sorpreso Corsini.
“Dove
sono? Dove la tiene nascosta?” il
tono della voce era forte e deciso, incurante di tutto e di tutti.
Teresa
pronunciò appena “non lo so” tra le
lacrime.
“E
invece tu lo sai e lo dirai
A-D-E-S-S-O!” urlò Andrea.
“Andrea,
calmati per favore. Siamo tutti
sconvolti, anche io voglio ritrovare Agnese e riportarla a casa sana e
salva”
intervenne Martino.
Lui
sospirò “scusatemi” disse flebile.
Teresa
si rivolse a Martino disperata
“Signor Conte mi dispiace, vi prego perdonatemi, io credevo
che la marchesa
volesse solo farvi spaventare, farvi soffrire come lei ha sofferto, non
pensavo
che volesse fare del male alla contessina, vi giuro”
cercò di giustificarsi la
serva.
Andrea
sentiva scoppiare il cuore in petto “cosa vuol dire fare del
male alla
contessina?”
Martino
“Teresa sono io che prego te,
dicci tutto, qualsiasi cosa, dicci tutto, anche la più
piccola cosa che sai”
Teresa
asciugò le lacrime “Si certo. Io ho
aiutato la marchesa vostra moglie nel rapimento, il giorno del
fidanzamento,
prima di scendere in sala, la contessina è andata sulla
tomba dei suoi genitori
ed è lì che io e la marchesa l’abbiamo
sorpresa, lei l’ha minacciata con una
pistola ed io... io l’ho addormentata con un fazzoletto
imbevuto di
cloroformio”
Primo
che dal fondo della stanza stava
ascoltando la confessione ebbe uno scatto d’ira “Ma
come hai potuto… come? Ma
che razza di donna sei?” inveì contro la sua
fidanzata.
“Mi
dispiace!” Teresa era scoppiata di
nuovo in lacrime.
Dopo
un’intesa di sguardi con il suo Aldo,
Dorina accompagnò fuori suo fratello.
Corsini
con tono comprensivo disse
“Continuate Teresa, diteci dove sono”.
“Io
ho sempre portato da mangiare e delle
coperte alla marchesa, io sapevo il primo nascondiglio, ma ora quello
nuovo non
lo so, credetemi"
“Qual’era
il vecchio nascondiglio? E dove
continuava a portare i viveri?” chiese Corsini.
Andrea
andava avanti e indietro nella stanza, era impaziente.
“Prima
erano in un vecchio casolare di
campagna, in un sentiero isolato, ma poi stava per essere
scoperta…”
Andrea
diede un pugno sul tavolo
“Maledizione io, io stavo per scoprirla, ho capito
dov’è il posto, io sono
stato lì, ma non c’era nessuno. Oh, dio!”
“La
marchesa si è spostata nella zona
della fonte, ma non so davvero dove, perché noi ci
incontravamo nel bosco, alla
vecchia quercia, l’ultima volta l’ho vista tre
giorni fa e… e” i singhiozzi la
interruppero.
“E
cosa? Cosa ti ha detto?” la esortò a
continuare Andrea.
“Vuole
uccidere la contessina!”
Il
terrore si leggeva chiaro nei volti dei
presenti, Andrea e Martino non riuscirono ad aprire bocca.
“Ha
detto che invece di una festa di matrimonio a Rivombrosa dobbiamo
organizzare un funerale”
“Nooooooo,
nooooooo” Andrea era disperato.
“Il matrimonio, voi avreste dovuto sposarvi domani, quindi dobbiamo trovarle prima, dobbiamo trovarle prima” la voce tremolante di Martino cercò di mantenere un barlume di speranza in Corsini e nel futuro cognato.
“Mah,
si! Vittoria sta agendo secondo una logica folle,
di vendetta, lei vuole farcela pagare e vuole farlo domani”
“Abbiamo
un giorno, un solo giorno
dobbiamo darci tutti da fare, tutti, passerò al setaccio
ogni palmo del bosco,
del borgo, di tutta Rivombrosa e dintorni, io devo trovare Agnese, io
devo
farlo, io non posso perderla, non posso perdere lei e il nostro
bambino, devo
lottare per le uniche cose che hanno un senso nella mia vita”
rispose deciso
Andrea.
Il
borgo intero, tutte le guardie
dell’esercito francese, gli uomini inviati dai nobili amici
dei Ristori, tutti
si mobilitarono per le ricerche della contessina, ora Vittoria era sola
contro
tutti ma con l’asso nella manica: la vita di Agnese.