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Autore: Rowena    03/10/2013    2 recensioni
Ha portato lui Lauda in Ferrari. L'ha visto crescere e diventare la stella della scuderia, con il titolo mondiale dell'anno scorso. Ed ora è rimasto lui a ripartire, in questa maledetta domenica, mentre il suo compagno lotta tra la vita e la morte in ospedale.
Tre mesi infernali dal punto di vista di Clay Regazzoni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clay Regazzoni, Niki Lauda, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Forza, datevi una mossa!” urla Clay Regazzoni ai suoi meccanici, sporgendosi verso il tabellone per vedere quante posizioni sta perdendo. La bandiera a scacchi non gli è mai sembrata così lontana, eppure mancano solo due giri...
Ma la sosta sarà lunghissima, sa già quanto tempo serve per cambiare il musetto della sua auto, e qualche meccanico mentre allontana il pezzo sfasciato commenta che poteva evitare un danno così grave negli ultimi giri della gara, e il pilota non può che dargli ragione.
Quante se ne è dette mentre tornava ai box, in un estenuante giro con la macchina azzoppata! Deve essere stato qualcosa al cambio, ha spannato e inserito la marcia sbagliata per buttarsi nel tornante, e la monoposto è scappata a girare su se stessa, impazzita. Regazzoni ha chiuso gli occhi per un istante che gli è parso infinito, temendo che anche la sua Ferrari prendesse fuoco.
Non è semplice suggestione per quello che è successo a Niki, Clay ha già fatto una simile esperienza tre anni fa, in Sudafrica. Se se l'è cavata con ferite meno gravi di quelle del suo partner, deve ringraziare solo il coraggio di Mike Hailwood, che ha rischiato la vita a sua volta per estrarlo dalle lamiere della sua auto; nel testacoda ha rivissuto quell'incidente, ha atteso di sentire di nuovo il calore delle fiamme, la paura di non riuscire a sua volta a sbloccare le cinture di sicurezza e di rimanere intrappolato nel rottame…
Ma poi ha ascoltato il silenzio che lo avvolgeva, ad eccezione del rombo degli altri motori. Ha aperto gli occhi, ha visto che la macchina era malconcia ma ancora funzionante ed è tornato in pista, dritto ai box.
“Forza, altri due giri ed è finita”, gli grida Luca tra i meccanici.
“La macchina è pronta, Clay, vai!”
Non se lo fa ripetere due volte: accende il motore e dà gas, anche se la gara ormai è andata, anche se non può fare altro che arrivare alla fine e guardare Hunt salire sul gradino più alto del podio.
È colpa sua, continua a ripetersi. Ha dato contro a Niki per il gusto di vederlo isolato tra i colleghi, oggi. Ha cercato lo scontro con il campione del mondo fin dai primi giri.

È colpa sua.

Domani Clay sarà in grado di guardare ciò che resta della monoposto di Lauda, osservare lo squarcio nel serbatoio che ha provocato l'incendio, comprendere in maniera razionale la serie di coincidenze sfortunate che hanno causato le ferite del suo compagno. Oggi è solo incazzato perché il partner è stato vittima di un incidente terribile, e deve prendersela con qualcuno.
Se proverà a festeggiare la vittoria, Clay gli romperà il naso, non importa se ciò gli costerà la partecipazione alle gare restanti. Chiunque sia così idiota da avere voglia di fare il bagno nello champagne in una giornata tanto tragica, merita almeno un pugno in faccia, si dice, passando la Bergwerk tenendosi nel centro della pista.
Sul guardrail ci sono ancora i segni della Ferrari di Niki, ma si sforza di non notarli, così come ha fatto per tutta la durata della corsa. Uno sguardo a quelle bruciature e inchioderebbe di colpo per annunciare il ritiro.
Non è per l'incidente in sé, i piloti sono quasi abituati – o almeno fingono di esserlo – alle morti in pista, con tutti i rischi che il loro mestiere comporta. C'è un senso di colpa collettivo insolito, perché Niki ha chiesto di annullare la gara e quasi nessuno gli ha dato retta, perché le parole di Niki ora appaiono come una macabra premonizione…

Uno stronzo mi ha augurato di morire, riesci a chiederci? Voleva che datassi quel dannato autografo per trasformarlo in un cimelio inestimabile nel caso io ci resti secco oggi! Come si fa a essere così stronzi?!

Anche questo uccello del malaugurio andrebbe rintracciato e pestato come merita, si dice Clay. La rabbia per ora è l'unica emozione che riesce a mettere a fuoco, è ciò che gli serve per concludere la gara senza gettare la spugna: comincia l'ultimo giro sapendo che Hunt è già prossimo a tagliare il traguardo, impreca e cerca di concentrarsi sulle tante curve che ancora gli mancano alla bandiera a scacchi, facendo particolare attenzione alle chiazze di umidità ancora presenti sul circuito. Anche se il clima è cambiato e il sole è uscito a scaldare l'asfalto – l'ennesima presa in giro in una giornata schifosa – la fitta foresta che circonda la pista trattiene l'umido e il bagnato più che su altri tracciati, uno dei tanti pericoli nascosti del Nürburgring. Niki aveva immaginato anche questo, si dice… Lui calcolava sempre tutto.
Non ti permettere di parlare di lui al passato, coglione, dice Clay a se stesso mentre affronta di nuovo la curva Karussel, lo stupido tornante dove ha sbattuto al dodicesimo giro.
Se Niki lo venisse a sapere, lo ucciderebbe. E farebbe bene, perché un pilota non si può permettere di dare per spacciato il partner, mai. La scuderia funziona con due atleti, due gruppi di meccanici e tutti i manager e gli ingegneri del caso, per cui un lutto sconvolge una stagione e tantissime vite. E perdere Lauda, campione mondiale in carica e idolo dei tifosi della Ferrari… Beh, il team è composto da una banda di stronzi, e Regazzoni non ha problemi a contarsi tra questi, ma le cose non sarebbero più le stesse se Niki morisse.
No, Clay deve convincersi che deve fare del suo meglio, difendere i punti di Niki, permettergli di vincere il titolo una seconda volta a prescindere dall'incidente. Festeggiare insieme in Giappone, come se in Germania non fosse successo nulla. Deve credere che sia possibile, o continuare a girare su circuiti chiusi all'infinito perderà qualunque senso per lui.
Vede Jones negli specchietti, ma ormai è tardi: il traguardo è davanti a lui, e con esso un piazzamento mediocre che non servirà a nulla. Un altro lunghissimo giro fino ai box, poi potrà andarsene da questo schifo. Gara buttata nel cesso, dirà di certo Ferrari, per non farsi abbattere dall'incidente del suo campione.
Il cambio del musetto a due giri dalla fine proprio non ci voleva, si ripete con rabbia. Clay sente già i commenti dei giornalisti sportivi sulle cronache del lunedì: ormai ha un'età, che a quasi quarant'anni anni a correre contro dei ragazzini neanche ventenni inizia a essere patetico, che non ha più il coraggio di pigiare il piede sull'acceleratore… E per ora in Ferrari nessuno ha voluto parlare del suo contratto in scadenza a fine stagione e di un eventuale rinnovo. Sono pensieri egoisti, ma ora nella testa gli ronza di tutto; non può essere altrimenti, quando i cronisti cominciano il loro balletto da avvoltoi.
Come tutti i piloti, Regazzoni vorrebbe vedere questi stronzi nei loro panni, su un'auto del genere, a tornare in pista soprattutto in una giornata del genere, con il tuo compagno di squadra in ospedale, sempre che non sia già finito in obitorio. Così come gli sponsor, che dettano alla maggior parte dei corridori le condizioni curandosi solo dei propri interessi economici.
Clay posteggia la macchina davanti al box, così che i commissari tecnici possano effettuare i controlli di fine gara, e cerca Luca per vedere come è organizzato il trasferimento in ospedale.
“È stato trasferito a Mannheim e lo stanno operando, per ora è vivo”, gli spiega il team manager, che ha avuto tempo di parlare con i medici durante la corsa. “Audetto è già là, lo ha scortato in elicottero. Ce n'è uno anche per noi, siamo a duecento km dall'ospedale, così faremo prima.”
“E Marlene?”
“Ha chiamato verso il terzo giro, era a Colonia ad attendere Niki col loro charter privato. Si è rimessa subito in volo per la pista più vicina a Mannheim, sarà quasi arrivata ormai”, spiega Luca guardando di nuovo l'orologio. “La raggiungeremo in un baleno. Cambiati, fai le foto di rito e rilascia qualche dichiarazione ottimista.”
“Tocca a me tenere a bada i giornalisti?”, domanda Clay un po' incredulo. È l'ultima cosa che gli va di fare, dover apparire dispiaciuto e distaccato allo stesso tempo quando buona parte della stampa si è convinta che odi Lauda per avergli portato via la prima piazza in Ferrari. Idioti.
“L'ingegnere ha già commentato l'accaduto senza sbilanciarsi troppo, ovviamente, ma tu sei la persona più ricercata dai cronisti dopo Hunt. È meglio se ti liberi dell'incombenza qui, prima di raggiungere l'ospedale.”
Certo, il rivale e il partner del campione.
“D'accordo, hai ragione tu. Hai sentito polemiche?”
“Siete appena usciti dalle macchine… Ma qualcuno prima della seconda partenza accusava i commissari tecnici di aver preso sottogamba l'incidente della categoria minore e i soccorsi di non aver agito in maniera tempestiva.”
Ed è dura dargli torto, chiunque sia stato ad aprire il discorso. L'ultimo incidente mortale su questo schifo di circuito risale solo a un mese fa, ma tutti ignorano questo dato, incolpando la vittima di inesperienza, o di disattenzione. Quanto agli addetti al primo soccorso, Regazzoni è un altro che deve la vita alla generosità di un suo collega, per cui non ama esprimersi sulla tempestività dell'intervento.
“La scuderia ha preferenze su come debba esprimermi sull'argomento?”, domanda Clay tranquillamente. Reprime le sue emozioni e chiede suggerimenti, perché se parlasse a ruota libera potrebbe mettersi nei guai.
“Preferiremmo evitare le polemiche finché non si sa niente di certo sulle condizioni di Niki, a dire il vero, anche perché a giorni presenteremo ricorso per la decisione sul Gran Premio di Spagna”, gli risponde Luca, considerando tutto il quadro del mondiale, “ma prima che esca il calendario dell'anno prossimo c'impegneremo perché la federazione tedesca proponga un nuovo circuito, stanne certo. La Ferrari non ha intenzione di tornare sul Nordschleife.”
Il tono da slogan del team manager innervosiscono il pilota, che fa una smorfia: “Ok, rilassati, non siamo in conferenza stampa.”
“Sono professionale, è il mio mestiere. E ora scusami, ma devo farmi sentire con quegli stronzi degli organizzatori che vanno a dire in giro che Niki avrebbe perso una ruota e che l'incidente di conseguenza sarebbe colpa nostra. Porterò tutti i giornalisti a vedere la macchina e a cercare coi loro occhi dov'è che di preciso mancherebbe questa fantomatica ruota scomparsa.”
Clay si passa una mano sugli occhi e sul resto del viso, cominciando ad accusare lo stress e la stanchezza. “Scusa, sono esausto.”
“Troppi testa coda?”, lo rimbecca Montezemolo con il tono acido di Ferrari. “Ad ogni modo lascia stare: cambiati e incontra i giornalisti, ci vediamo alla macchina tra mezzora.”
“Va bene, sento un attimo Maria Pia”, sospira pensando a sua moglie. Ha lasciato fuori il suo pensiero fino ad ora, sapendo che forse oggi gli avrebbe impedito a tornare in pista. Maria Pia è una donna eccezionale: è appassionata di corse, si sono conosciuti a una gara, per cui non gli direbbe mai di andarci piano, o di saltare un gran premio. Eppure lo pensa, e anche se cerca di mostrarsi tranquilla Clay avverte la sua angoscia: è anche facile capire il suo stato d'animo, perché quando è preoccupata lo chiama Gianclaudio, il suo vero nome di battesimo.
“Ehi Clay, sai qualcosa di Niki?”, lo apostrofa da lontano una voce femminile.
Lella Lombardi, una delle poche donne abbastanza testarde da provare a inserirsi in quel mondo di uomini che è l'automobilismo professionistico. Gareggia di rado e non deve aver mai vinto più di mezzo punto, eppure è una presenza che non passa inosservata in pista, se non altro per come impreca contro le ragazze ombrello in minigonna prima di ogni partenza.
“Sei ancora qui? Pensavo te ne fossi andata dopo le brutte qualifiche di ieri.”
“Non essere stronzo!”, lo sgrida lei quasi ridendo. Ha un carattere troppo energico per lasciarsi impressionare dai brutti incidenti. “Volevo vedere la corsa e, quando hanno annunciato la ripartenza, ho provato a farmi ammettere, ma mi hanno sequestrato l'auto.”
Clay rimane perplesso, sentendo la notizia per la prima volta: “Per quale motivo?”
“Maschilismo? Non lo so, l'avvocato del team sta cercando di capire cos'è successo… Spero di poter partire a Österreichring. Tu ci sarai? Ho sentito che la Ferrari è sul piede di guerra per la riassegnazione della vittoria in Spagna a Hunt.”
Austria, la prossima gara. Casa di Niki… E tutto è maledettamente difficile. “Dovrà decidere il Commendatore, penso, ma al momento non ne ho idea. Scusami, devo andare ora.”
Mancano due settimane al gran premio d'Austria. Troppo lontano per concentrarsi su un evento così lontano, quando per il momento arrivare a sera è l'unico obiettivo che si propone. Arrivo, computer, non mi morire adesso.




   
 
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