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Autore: Clara_Oswin    03/10/2013    1 recensioni
La storia è ambientata durante il percorso di crescita dei protagonisti, che vuole in qualche modo giustificare quell'innamoramento in maniera più graduale e non durante 6 secondi di clip.
TRAMA: Odette all'età di quindici anni viene a conoscenza del patto stipulato da suo padre Re Guglielmo e la regina Uberta e che per il bene dei loro regni dovrà sposare quel bambino smorfioso con cui è costretta a trascorrere tutte le estati. Poco a poco i due cambieranno il loro modo di vedersi e cresceranno insieme, non mancheranno i litigi e le incomprensioni e perché no... anche una terza figura che metterà alla prova il vero amore dei due con un triangolo d'amore per nulla scontato!
Spero di avervi incuriosito un pò ;)
AGGIUNTI NUOVI CAPITOLI COME ATTI .5 INTERMEDI
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek, Odette
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il bosco - Atto 2

Da quando aveva avuto memoria, ogni anno Lei e suo padre avevano trascorso le estati in un regno vicino, con il passare degli anni Odette aveva fatto di tutto per evitare di trascorrere le sue vacanze in un altro paese come ospiti della regina e di suo figlio. Per tanti anni, troppi, si era chiesta il perché di tutto questo e finalmente aveva ricevuto una risposta che mai si sarebbe aspettata. Lei, la principessa Odette era stata promessa in matrimonio con il figlio della regina Uberta, Derek, un ragazzino pestifero poco più grande di lei.

Tra Odette e Derek non correva proprio quella che poteva essere chiamata “amicizia”. Lui e il suo amico Bromley facevano di tutto per farle scherzi e prenderla in giro, lei d’altro canto, non aveva nessun amico in quel paese e trascorreva le sue estati tra libri e cavalcate solitarie. Giocare con quei due non era proprio possibile, lei era abile in molti giochi da tavolo riuscendo a vincere la maggior parte delle volte, dopo un po’ di tempo i due si stancarono della sua compagnia e iniziarono ad escluderla; si nascondevano nella casa sull’albero e non le permettevano di salirci mai! Certo… una volta Odette aveva accidentalmente colpito una trave portante e gli aveva fatto crollare tutta la loro stupida casetta costringendoli a camminare con le stampelle per un bel po’, ma anche lei si era fatta male ed in più aveva ricevuto i rimproveri da parte di suo padre perché quello “non era un atteggiamento da signorina e specialmente da una principessa.”

Anche quell’estate Odette aveva fatto di tutto per non partire, fingere malanni, provare a scappare, nascondersi, tutto ciò non aveva funzionato anzi aveva sortito l’effetto opposto, per “punirla” suo padre decise che quell’estate sarebbero rimasti molto più a lungo nel regno della regina Uberta con la conseguenza che Odette per protesta non uscì dalle sue stanze per una settimana intera.

Ogni estate in cui Odette salutava il suo amato paese pensava “questa è l’ultima volta che vado via…l’anno prossimo sarà diverso” non quest’anno però, quando salutò Aldershot si ritrovò a pensare a quanto tempo ancora avrebbe potuto trascorrere nel suo regno prima di trasferirsi definitivamente in quello del suo sposo.

I giorni in mare passarono come al solito troppo velocemente, dopo un paio di giorni erano già arrivati nell’altro regno e come al solito erano stati indetti festeggiamenti in loro onore. Al porto fu la regina Uberta a riceverli con tutto lo sfarzo che ne conseguiva, come al solito si avvicinò a loro entusiasta e sorridente.

-Avete fatto buon viaggio? Beh spero di sì!- lanciò una fugace occhiata al re per poi posare il suo sguardo su Odette.

-Si, grazie Regina Uberta, il viaggio è andato bene- rispose il re guardando di sottecchi sua figlia.

– E questa splendida fanciulla chi è?- fece una faccia stupita.

-oh, Odette su, di qualcosa…! – l’esortò sotto voce il padre.

 -Buongiorno regina Uberta, sono lieta di vedervi. Sono cresciuta un po’ durante l’inverno- sorrise meglio che potè per celare il suo malumore.

-Ah, questi ragazzi come crescono! Vedessi com’è cresciuto Derek! Il tempo sta proprio volando… - sorrise Uberta scortandoli verso la carrozza che li avrebbe condotti a palazzo.

-A proposito del ragazzo,- disse Guglielmo – come mai non è qui? – sottolineò per far capire alla regina che non approvava. Re Guglielmo teneva moltissimo all’educazione e al rispetto e aveva educato su figlia in maniera forse sin troppo rigida.

Uberta in evidente imbarazzo farfugliò qualcosa su una battuta di caccia, rassicurando il re che sarebbe stato presente per cena. Quando avrebbe visto Derek non gli avrebbe fatto passare liscia la pessima figura che gli aveva fatto fare…

***

“oh si, muoio dalla voglia di vederlo…” Odette si sistemò nella sua solita stanza, da anni ormai le era stata assegnata una delle camere da letto più grandi e belle proprio per farla sentire a suo agio come a casa sua. Mentre le sue domestiche disfacevano le valigie Odette indossò la sua tenuta da cavallerizza, legò i capelli in una splendida treccia e andò in fretta verso le stalle dove avevano sistemato il suo cavallo.

Ogni estate portava con sé la sua fedele cavalla, le sembrava di avere un’amica in più in quel reame straniero e poi non gli piacevano i cavalli che avevano a palazzo, non si trovava bene come con il suo. Dopo giorni di navigazione Falada aveva proprio bisogno di cavalcare libera, una volta montata a cavallo Odette uscì in tutta fretta dal castello, dirigendosi verso il bosco. Nonostante la compagnia di Derek non fosse delle migliori, adorava il boschetto limitrofo al palazzo e con gli abiti più comodi che aveva e meno sconvenienti, adorava gironzolare per il bosco in incognito. Rimuginò su quello che le aveva detto Uberta “è normale che io cresca, ho solo quindici anni, eppure io non mi sento così diversa rispetto all’anno scorso… Certo Derek è stato molto maleducato a non riceverci ma tanto chi lo vuole vedere quello! Anzi è meglio se non è venuto …”- 

Odette lasciò il cavallo a brucare lì vicino mentre cercava un albero su cui arrampicarsi per stare in tranquillità. Ne trovò uno dalle fitte fronde per ripararsi dal sole e dagli occhi di persone indesiderate, con la sua cavalla lì vicino a brucare e il rumore del bosco si sentì in pace con il mondo, si sistemò comodamente su di un ramo e iniziò a sfogliare il libro che si era portata d’appresso.

****

- Derek, ma non avevi detto a tua madre che saresti rientrato in tempo per ricevere la principessa e il re? – I due ragazzi erano sulla via di ritorno verso il palazzo.

- la battuta di caccia è stata più che altro una scusa per non essere presente…- Derek camminava di malavoglia, in realtà non aveva nessuna voglia di tornare a palazzo, vedere quella principessina viziata punzecchiarlo tutto il giorno e sua madre che continuava a ripetergli che doveva essere gentile con lei, perché un giorno sarebbero stati sposati e bla bla bla… tante parole che poi lui puntualmente smetteva di ascoltare.

-tua madre si arrabbierà molto… lo sai vero? – Bromley non era famoso per la sua intelligenza e stava continuando a girare il coltello nella piaga.

-si ma non m’importa… mi sta già obbligando a dovermi sposare, qualche piccola libertà me la deve. - ribatté lui

- come pensi di cavartela quest’estate con Odette?-

- Cosa pensi dovrei fare? Si accettano consigli – rise lui – lo sai che non la sopporto, è una piccola peste quella. Se penso che dovrò sposare quella bambina e sopportarla per il resto dei miei giorni mi vengono i brividi. – Derek fece una finta faccia spaventata - Spero di vederla il meno possibile quest’estate! –

Un fruscio di foglie fece impugnare subito a Derek il suo arco, pronto a colpire qualunque creatura stesse per sbucare, già pregustava un bel coniglio da portare a casa come trofeo – Non pensare che la cosa non sia reciproca… - una voce femminile vibrò nell’aria. Passò qualche istante prima che Derek capì a chi appartenesse – abbassa quell’arco stupido, con la pessima mira che ti ritrovi finirai per colpirmi. – Il ragazzo continuò a guardarsi in giro non riuscendo a vedere nessuno.

- avete fatto buon viaggio principessa? – si avvicinò ad un albero e guardò verso l’alto sapendo che lei doveva trovarsi lassù.

- Avrei preferito naufragare piuttosto che ritrovarmi in vostra compagnia ancora – sottolineò lei.

- Una delle poche cose su cui siamo d’accordo – rise il ragazzo risistemando l’arco.

- Non sarebbe il caso che voi scendiate da quell’albero? Oltre ad essere sconveniente per un altezza reale, potreste spezzare il ramo e cadere… - rise di gusto lui seguito a ruota da Bromley.

-stai insinuando che peso troppo? – non si erano ancora nemmeno visti e già le dava sui nervi, la punzecchiava e faceva di tutto per irritarla, dopotutto, l’adolescenza era un periodo difficile, soprattutto se bisognava difendersi dalle cattiverie di due ventenni con il cervello di bambini di sei anni!

Lanciò il libro in testa a Bromley anche se aveva mirato a Derek.

-Ahi! – Bromley si massaggiò la testa e raccolse il libro – guarda Derek, la tua fidanzatina ha l’animo romantico! – ridacchiò lui mostrando il libro a Derek. Lui sorrise, ma evitò di fare battute, in fondo anche lui una volta aveva letto quel libro.

Odette decise di scendere dall’albero e andarsene, era ovvio che ormai non poteva più starsene per i fatti suoi. Discese leggiadra tra i rami e quando atterrò sul terreno morbido si mostrò a loro in una nuova bellezza, la regina aveva ragione, era davvero cambiata durante quell’anno.

Una lunga treccia bionda le sfiorava i fianchi lasciando il suo volto diafano libero di essere ammirato, i lineamenti bambineschi la stavano abbandonando in favore di espressioni più mature, le labbra carnose e rosee erano incurvate in un sorriso sghembo, i suoi occhi di un blu profondo sembravano due gemme lucenti illuminate dai raggi verdi delle luci della foresta. Il suo corpo stava iniziando a delinearsi aggiungendo qua e là qualche curva che la rendeva longilinea e più donna, là dove era sempre stata piatta due protuberanze avevano preso a crescere. Derek conosceva quella bambina a memoria ma dovette subito cancellare quella parola dalla sua mente, davanti a lui non vi era più l’Odette bambina che ricordava. Chi era quella giovane fanciulla? Rimase a guardarla per qualche istante come incantato, soffermandosi su particolari che non aveva mai notato prima, aveva sempre avuto quei grandi occhi blu da cerbiatto? E il suo viso non era forse più sprezzante in passato o aveva sempre avuto quella aura angelica?  Odette lo osservò constatando che anche lui era cambiato un pò. Non fece troppo caso ai muscoli e all’altezza frutto di ore e ore di allenamenti, ma si ritrovò a studiare il suo volto sembrava più maturo, consapevole ma anche più duro. Distogliendo lo sguardo lo superò per andarsi a riprendere il libro da Bromley.

- Bromley, perché non ci precedi? – l’amico lo guardò con espressione strana, quasi incredula. Poi alla fine si incamminò per il sentiero.

-Se pensi che ti darò un passaggio sul mio cavallo, puoi levartelo dalla testa – Odette andò a riprendere Falada conducendola con le briglie verso il sentiero – dove vai? La strada per il castello è di la! – si fermò a metà strada vedendo che Derek andava dalla parte opposta.

-so dove abito – rise continuando a camminare nell’altra direzione.

-dove stai andando? – Odette si fermò

-faccio due passi, vuoi venire? –

-C..Con te? – Derek non era mai stato così gentile in vita sua! Probabilmente la voleva portare vicino a qualche ruscello e buttarcela dentro solo per il gusto di farle uno scherzo. Derek si era sempre comportato così, non era possibile che cambiasse.

-vedi qualcun altro forse? – il suo tono non era cattivo e nemmeno derisorio, semplicemente spontaneo.

 O forse sì?

Odette strinse il libro tra le mani lasciando che il cavallo obbediente la seguisse anche senza redini. Una voce nella sua testa continuava a tormentarla “perché adesso è così gentile?”

Derek aspettò che lo raggiungesse e poi proseguì.

-dove stiamo andando? – chiese lei camminando al suo fianco.

-hai paura ? – sorrise lui, Odette per la prima volta nella sua vita sentì il cuore accelerare il battito.

- dovrei averne? – lo rimbeccò mantenendo un tono sicuro.

-Non ti mangio mica… non l’ho mai fatto dopotutto – Il suo sorrisetto scomparve.

-certo, hai fatto di peggio. Se non fossi sempre stato così immaturo e stupido forse… -  iniziò lei guardando il prato. “saremmo potuti essere amici” ma le parole le si spensero prima di uscire dalla bocca.

- Quanti complimenti, nemmeno tu sei sempre stata gentile e carina con me, anzi sei sempre stata un maschiaccio se proprio lo vuoi sapere... –

Odette si sentì ferita quando lui le parlò in quel modo. Come sempre quando veniva ferita iniziò a chiudersi a riccio – beh, almeno uno dei due dove esserlo… e il posto di femminuccia era già occupato – lo punse lei.

Derek si fermò in mezzo alla radura la situazione si stava facendo interessante – secondo te non sarei un uomo? – la fissò prepotentemente negli occhi blu. Odette s’intimidì ma non abbassò lo sguardo nonostante non riuscisse a sostenerlo.

- Ed io non sono forse una donna? – cercò di ribattere lei ma la sua voce vacillò per un istante.

Malauguratamente per lei, lui se ne accorse.

- Rispondimi – le sussurrò avvicinandosi pericolosamente a lei, Odette prese ad indietreggiare ma sussultò non appena sentì di aver toccato con la schiena il tronco di un albero. Era in trappola.

 ai tuoi occhi io non sono un uomo?-

  
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