Chapter
2
Resti li, con
l'ombrello ancora in mano e ti appoggi alla porta che hai chiuso piano
per non
far rumore, per far si che la tua famiglia se così
può essere definita, non
possa sentirti e ti perdi nei tuoi pensieri Mary e pensi ancora a John.
A quel
ragazzo imbarazzato e gentile ed al suo sorriso caldo, ed arrossisci
senza
accorgertene ed in fondo al tuo cuore senti che lui ti appartiene, per
quanto
possa sembrare assurdo senti che lui è destinato a te, senti
e desideri essere
sua, vuoi che lui sia tuo. Hai sempre e solo sognato una vita normale
cosa c'è
di male in questo? da quando sei nata sei sempre stata trattata come un
soldato
da tuo padre e mai come una figlia, sei stufa della caccia Mary, stufa
di
combattere il male, i demoni, stufa delle ronde, delle notti passate
insonni,
non ti interessa conoscere ogni genere di creatura ed il mezzo per
eliminarla,
vuoi solo una tua vita, una vita normale e sicura, un marito dei figli
ed una
bella casa, vuoi la felicità che fino ad oggi non hai mai
conosciuto, anzi oggi
l'hai conosciuta la felicità Mary e si chiama John
Winchester. E' stato un colpo
di fulmine ti dice il tuo cuore, hai sempre voluto rivolgergli la
parola dal
primo giorno che l'hai visto alla locanda ma hai paura, e tanta, sei
incastrata
in un lavoro senza sbocco, in una vita altamente pericolosa ed
anormale, ed è
questo che ti preoccupa di più, non vuoi trascinarlo
nell'inferno del tuo mondo
John no, ed allora se lo ami davvero devi mettere da parte
ciò che senti e puoi
offrirgli semplice amicizia almeno, e forse sarà al sicuro.
Ma riuscirai a
resistere Mary? riuscirai a mettere a tacere quel tuo cuore che batte
forte per
lui? è la prima vota che il tuo animo si illumina e traccia
per te quella che è
la strada che ti condurrà verso quella che reputi sia la
vera felicità, John è
il primo che riesce a farti sentire così, speciale,
innamorata. Ma tuo padre
non approverà e lo sai, lui continuerà a tenerti
prigioniera sotto il suo tetto
circondata da una vita che senti non sia la tua, lui non
approverà perché non
conta la tua felicità ma conta la missione, la dannata
caccia. No, a lui non
importa di te, per tuo padre sei carne da macello, come tua madre ed il
resto
della famiglia. Che c'è di male nel sognare una vita
normale? che c'è di male
nell' essere innamorata e volere cambiare modo di vivere? si, lo senti
Mary che
John lo ami, lui è l'uomo per te, ma come fare per tenerlo
al sicuro? come fare
a fuggire dalla prigione nella quale ti senti rinchiusa e nella quale
sei
costretta a vivere? Sei stufa di vampiri, licantropi, wendigo, demoni,
mutaforma, vuoi solo capire cosa davvero significa essere felice ed
oggi lo sei
stata con John alla locanda, specialmente quando siete rimasti soli tu
e lui,
quando con la sua Impala ti ha riaccompagnata. E vorresti solo fuggire
lontano
da tutto quello che sei in realtà, vorresti fuggire dalla
caccia con John per
dividere una vera vita lontana dal male con lui, con quel ragazzo
spensierato
dal sorriso più bello del mondo e dagli occhi profondi e
penetranti che
arrivano all'anima di chi gli sta di fronte. Che male c'è a
sognare una
famiglia e una vita sicura? te lo chiedi fin da piccola, ma tuo padre
non ti ha
mai dato una risposta, piuttosto che preoccuparsi di te e dei tuoi
sogni ha
preferito crescerti come una cacciatrice e metterti costantemente in
pericolo
negandoti qualunque desiderio, vorresti solo essere normale in fin dei
conti
non è tanto, vorresti essere una ragazza come le altre,
uscire con gli amici,
fare shopping avere un ragazzo, tu vuoi John, non riesci a smettere di
pensare
a lui e rimani immobile su quella porta sospirando e portando la mano
destra
sul cuore ed una lacrima cade veloce e solca il tuo viso, ed
è una lacrima di
gioia, per la prima volta in vita tua si, è proprio una
lacrima di gioia.
Vorresti solo aprire la porta alle tue spalle adesso, e fuggire,
fuggire sotto
quella pioggia battente con lui e non ti importa di bagnarti saresti
libera,
libera e felice con lui su quell'impala, e vorresti allontanarti
così da tuo
padre e da quella vita che non meriti, che odi. Ogni volta che una
persona
nuova entra nella tua vita sei costretta a sottoporla ai test di
routine per
assicurarti che sia umana, e porti sempre con te acqua santa, e
coltelli
d'argento, e con i tuoi dubbi e le tue perplessità ed i modi
che sei costretta
ad adottare la gente non fa che lasciarti e scappare via, non hai amici
proprio
per questo, ma per la prima volta hai agito con il cuore ed a John non
hai
fatto nulla di tutto ciò no, non a lui che con il su sorriso
e la sua
gentilezza ha saputo illuminare la tua giornata. E non vedi l'ora che
sia
domani Mary, per la prima volta brami di tornare in quella locanda
perché sai
che lui ci sarà, si lo sai, il tuo cuore e la tua mente
all'unisono ti urlano
che è così ed un sorriso non può fare
a meno di far capolinea sul tuo viso. E
ti chiedi se gli piaci, e se così fosse gli rivelerai chi
sei e cosa fai, perché
è giusto così ed in amore non ci devono essere
segreti ed inoltre il passato
non può essere cancellato e lo sai, e se ti amerà
gli dirai tutto quanto senza
remore sperando che non fugga via da te. Il rumore di passi interrompe
il
flusso dei tuoi pensieri e d'un tratto la figura di tuo padre si
staglia
davanti a te.
"Che diavolo
stai facendo Mary?!" ti urla puntando i suoi occhi neri come pozzi
infernali davanti a te.
"Non sono
fatti tuoi" gli dici di rimando con lo sguardo basso ed un filo di
voce, e
la tristezza ora ti avvolge.
"Come te ti
permetti
mocciosa!" urla lui ancora più forte avvicinandosi a te a
grandi falcate e
ti da uno schiaffo così forte, ti colpisce così
violentemente con la sua mano
ferma, che ti fa cadere a terra. I tuoi capelli biondi davanti al viso,
ansimi
e ricacci dentro quelle lacrime che vorrebbero uscire ma non per il
dolore
fisico che ti ha appena inflitto, ma per rigettargli addosso tutto
quell'odio
che senti verso di lui e che alberga nel tuo cuore. Metti la mano sulla
guancia
dove sei stata colpita e la sposti più in basso e ti rendi
conto che il tuo
labbro inferiore sanguina.
"Mettiti in
testa che tu sei una cacciatrice e smettila con le tue fantasie da
bambina! non
ti vorrà mai nessuno! non avrai mai nessuno all'infuori di
me Mary, sei una di
noi e guai a te se osi mancarmi ancora di rispetto altrimenti le
prenderai di
nuovo e la prossima volta non te la caverai con uno schiaffo, con il
viso gonfio
ed il labbro spaccato!" ti dice chinandosi vicino a te e prendendoti il
viso in una mano per fare incontrare i vostri occhi, i tuoi azzurri
come il
cielo, i suoi neri come il male, preme e stringe forte sadico, dalla
parte in
cui ti ha colpita per poi lasciarti girandosi di spalle.
"Ti...ti
odio" balbetti cercando di rimetterti in piedi lentamente e lui si
ferma e
crudele ti sorride incrociando le braccia.
"Vuoi un'altra
lezione Mary? rassegnati qui comando io e tu sei mia e fai quello che
dico, ora
va a sistemate quell'orribile labbro spaccato e per il gonfiore al
viso... ti
toccherà aspettare per quello mi sa, e vai a cambiarti dopo
pranzo c'è la ronda
da fare, muoviti!" e sparisce nell'altra stanza e ti chiedi come si
possa
sposare un uomo così, perché tua madre l'ha
fatto, come sopporta di essere
vittima della crudeltà di quell'uomo.
"Che succede
qui? Mary...tesoro cosa hai fatto?..." sopraggiunge tua madre che
avendo
sentito le urla si preoccupa e ti aiuta a rialzarti spostando i tuoi
capelli
dal viso, e vede il gonfiore alla guancia sinistra ed il labbro
inferiore
ancora sanguinante.
"Niente
mamma...non ho fatto niente..." biascichi e vuoi solo salire in camera
tua
e restare da sola.
"E' stato tuo
padre? cosa gli hai detto?..." sussurra al tuo orecchio scrutando
dettagliatamente l'entità del danno che tuo padre ti ha
inflitto. E percepisci
la solita paura di sempre nella sua voce bassa, anche lei come te
è solo un
burattino nelle mani di quell'uomo indegno.
"Lasciami
mamma ti prego..." dici risoluta ed incroci i suoi occhi umidi ed a
fatica
sali le scale, cadendo hai anche preso una storta, senti la gamba
destra tirare.
"Mary..."
ti chiama tua madre ma tu non ti giri e continui a salire le scale e ti
chiudi
in camera tua, ti chiudi a chiave, porti la mano sul viso gonfio e
dolorante,
scendi al labbro e le tue dita si impregnano del tuo sangue, brucia.
Tamponi la
ferita ed il sangue sembra fermarsi. Guardandoti allo specchio ti odi
con tutta
te stessa avresti dovuto colpirlo anche tu quel mostro di tuo padre ed
adesso
non ce la fai più, piangi. Tuo padre ha rovinato l'unico
giorno bello della tua
vita, ha rovinato il giorno in cui finalmente hai parlato con il
ragazzo del
quale senti di essere innamorata. Ti cambi e cerchi di ricomporti e
scendi di
nuovo, lo fai per tua madre se non scendi a pranzo quel mostro se la
prenderà
anche con lei. Provi a mangiare ma non ce la fai, muovi distrattamente
il
cucchiaio sul piatto senza prendere un solo boccone, sei persa nei tuoi
pensieri, in questo momento stai ripensando ancora a lui, a John
cercando di
mandar giù ciò che ti ha fatto tuo padre.
"Sei
pensierosa? mangia!" tuona lui d'un tratto provocante, e tua madre non
dice una parola, non prende le tue difese, i suoi occhi fissi nel
piatto.
"Non ho
fame" dici senza guardarlo.
"Cosa
c'è?
pensi al tuo ragazzo?" biascica sarcasmo ridendo. Serri il pugno e ti
alzi
e corri per le scale, senti i suoi passi è dietro di te e
cerca di raggiungerti
ma riesci a chiuderti di nuovo a chiave in camera tua.
"Esci da qui
subito! mangia il tuo fottuto pranzo! c'è la ronda dopo
Mary! esci o butto giù
la porta e ti gonfio di botte!" ti urla con tutto il fiato che ha in
corpo
e piangi in preda alla disperazione.
"Va via!"
gli urli a tua volta.
"Samuel...dai...vieni
con...con me di sotto...lasciala stare epr oggi su...dai ti prego"
senti
balbettare tua madre flebilmente.
"Sono stufo di
lei Deanna! ha dei doveri e deve compierli"
"Lasciala
stare solo per oggi Samuel...solo per oggi vedrai che da domani
sarà
diverso"
"Togliti di
mezzo Deanna! Mary esci o butto giù la porta!" dice
più forte ed inizia i
suoi tentativi. La mano trema sul pomello ed apri.
"Finalmente!"
ti dice prendendoti per un braccio e strattonandoti ti avvicina a se a
davanti
agli occhi atterriti di tua madre ti colpisce nuovamente, sullo stesso
lato del
viso, sullo stesso punto di prima ed ora il dolore è
più forte ed il labbro ha
ripreso a sanguinare, stavolta non sei caduta ti ha sorretto malamente
per un
braccio facendoti male anche li. Non dici una parola e con la manica
della
maglietta ti asciughi. Tuo padre prende le pistole e ne passa una a te,
spalanca la porta e ti spinge fuori.
"Andiamo a
fare la ronda fuori città Deanna, sale su porte e finestre
finché non
torno!"
"Si...Samuel"
dice tua madre spaventata e chiude la porta senza aggiungere altro. E
non
proferisci parola anche tu, non c'è nulla da dire, il dolore
che provi per quest'orribile
vita parla da solo.
"Non hai
scampo Mary" ti sussurra viscido scostando una ciocca di capelli dal
tuo
viso portandosi tue spalle. E tu tremi Mary, e non vorresti farlo, sei
sempre
stata forte ma ora non ce la fai più. Ti incammini con lui
sperando che la
ronda finisca presto per andare a letto. Vorresti che John fosse
accanto a te
adesso e pensi a lui cercando di farti forza, domani lo vedrai e magari
con un
suo sorriso dimenticherai cosa ti ha fatto quel mostro di tuo padre
oggi, in
passato.