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Autore: Kengha    03/10/2013    3 recensioni
DALLA STORIA:
- Oddio, che figura ci farò a presentarmi il primo giorno così? - Sbottò il nuovo arrivato, che continuava a portarsi una mano alla testa spaventato dai suoi stessi capelli.
Kurt rovistò nella sua borsa ed estrasse poco dopo una bottiglietta colorata. - Ecco qui! Fortuna che ne ho sempre almeno un tubetto a portata di mano! - Disse con un sorriso porgendo a Blaine il suo gel per capelli e un pettine.
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- Finn… - Sussurrò Rachel posando una mano sulla spalla del ragazzo, per consolarlo. Era chiaramente abbattuto e sconvolto, notizie del genere non erano facili da apprendere.
- Lei ha bisogno di te -. Disse con un filo di voce.
- Mi ha mentito! - Urlò improvvisamente il Grifondoro, con gli occhi carichi di rabbia - Mi ha mentito, Rachel! Sulla gravidanza e su tutto, tutto il resto -.
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Le arrivò al petto come una coltellata, fredda e tagliente. Rimase a fissarla con le gambe tremanti e gli occhi neri velati dalle lacrime senza rendersi conto di aver irrimediabilmente abbassato la guardia e sciolto l’incantesimo.
Venne spinta contro il muro da un corpo muscoloso e possente mentre la Maledizione Cruciatus echeggiava nell’aria.
- Lopez ma sei impazzita? Che accidenti pensavi di fare, eh? - Sbraitò Puck.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Quinn, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Incontri

<< Ti scaldi per così poco riccioli d’oro, non immagino neppure cosa farai quando inizierà il campionato! >> Ghignò Sue soddisfatta, mentre camminava a passo sostenuto al fianco di Will verso l’ufficio del Preside Figgins.
<< Non mi sarebbe interessato se aveste vinto la partita correttamente! >> Ribatté serissimo Schuester, arrestandosi solamente perché ormai di fronte all’enorme grifone di pietra, Holly gli aveva detto la parola d’ordine il primo giorno di scuola e nonostante non fosse proprio usuale non l’aveva più dimenticata dopo che la Tassorosso gliene aveva offerto un bicchiere.
<< Arak Rayan >>.  Pronunciò fermamente, osservando poi la statua di piena girare lentamente su sé stessa e spostarsi per rivelare il passaggio per raggiungere l’ufficio.
<< E poi si lamenta della dipendenza adolescenziale, lui e il suo stupidissimo alcolico indiano >>. Ringhiò tra sé e sé la Direttrice dei Serpeverde, scendendo per prima le scale.
Solo quando furono entrambi nell’ufficio si resero conto che il preside Figgins non fosse presente e dunque rimasero a lanciarsi delle occhiate cagnesche senza scambiarsi neppure una parola, lasciando che i loro sguardi di ghiaccio infuocati parlassero al loro posto.
<< Nemmeno un mese e già siete diventati peggio di Sibilla e Minerva! >> Esclamò improvvisamente Figgins, richiamando l’attenzione di entrambi che slacciarono i loro sguardi solamente per voltarsi e rivolgergli chi un’occhiata d’ammirazione e chi una di disprezzo.
<< Buon pomeriggio signor preside >>. L’accolse Will con un sorriso presto ricambiato dall’uomo, che si allontanò giusto un istante per arrotolare e riporre il suo tappeto volante in un angolo della presidenza.
<< Salve a te William! Sue, qual è il problema, stavolta? La signorina Fabray ha perso tre minuti di allenamento? >> La prese in giro il principale, facendole arricciare il labbro superiore e ridurre gli occhi a due spilli.
<< Non provocarmi >>. Sibilò con le sopracciglia aggrottate.
<< Signor preside a dire il vero siamo qui sotto mia richiesta… e comunque ha indovinato: c’entra la signorina Fabray >>. Spiegò Schuester, cercando di evitare una sfuriata ancor prima di aver illustrato le motivazioni del litigio.
<< Capisco, cosa è successo? >> Domandò con tranquillità l’altro, sedendosi sulla sua poltrona con le mani intrecciate sullo stomaco.
<< Il novellino non sa perdere >>. Riassunse Sue secca, senza degnare neppure di uno sguardo William, sconvolto.
<< Non è affatto vero! >> Si difese, infatti, prontamente << Voi avete imbrogliato! Avete disarcionato la mia cercatrice con un calcio, provocando una caduta di non indifferente pericolosità! >> Riassunse, stizzito.
<< A me pare che la nanetta stia bene >>. Ribatté l’altra.
<< Cercate di farmi capire qualcosa, per favore? >> Domandò Figgins, tentando di sovrastare con la voce quelle dei due professori, che erano già pronti a venire alle bacchette.
<< Sì, mi scusi. Durante la partita di Quidditch svoltasi ieri, due delle giocatrici dei Serpeverde hanno giocato un po’ troppo ecco beh… diciamo che erano fin troppo coinvolte. La Battitrice Santana Lopez e la Cercatrice Quinn Fabray hanno prima spezzato la scopa alla mia nuova giocatrice Rachel Berry e poi spinta a terra quando era ormai pronta a prendere il boccino d’oro. Ed è contro il regolamento! >>.
<< Balle! >> Tuonò Sue << Era una tecnica utilizzata e approvata nelle partite dei Gulag nel 1941 >>. Riassunse facendo comparire con un colpo di bacchetta un vecchio e impolverato libro Russo firmato da Doris Sylvester.
<< Mia madre e mio padre erano lì e approfittarono dell’occasione per scrivere questo interessantissimo manuale sulle regole più subdole e segrete del Quidditch. Capitolo 17, pagina 493, secondo paragrafo: un giocatore può disarcionare dalla scopa un giocatore della squadra avversaria. La famiglia ha diritto alla bacchetta in caso di morte >>.
<< Ma è orribile! >> Constatò scioccato Will, lanciando un’occhiata stralunata al preside Figgins, altrettanto scosso.
<< Sue queste regole… >> iniziò l’Indiano, che però venne prontamente zittito dalla donna.
<< Sai, proprio qualche giorno fa stavo sistemando le mie cose ed ho ritrovato degli interessantissimi ritagli di articoli Bengalesi e mi sono ricordata che è davvero un sacco di tempo che non faccio un salto al ministero >>. Ghignò, lanciando un’occhiata più che eloquente a Figgins, che sbiancò istantaneamente.
<< La ragazza sta bene? >> Balbettò, cercando di guardare Will, che annuì incerto.
<< Allora non posso fare nulla, mi dispiace. Niente danni, niente colpe! La scuola le darà una nuova scopa e le cure mediche di cui avrà bisogno. Per me è tutto >>. Concluse parlando quasi automaticamente, prima di scomparire in una nuvoletta di fumo dallo strano odore.
<< Quel fottutissimo incenso >>. Soffiò la Sylvester, scacciando con la bacchetta il fumo che le stava entrando nelle narici.
<< Che hai tra le mani? Lo ricatti? Sei davvero così debole da dover ricorrere a questi sporchi trucchetti pur di farla franca? >> Abbaiò Schuester, guardandola e sostenendo il suo sguardo senza il minimo timore.
<< Attento a te, William Ricciolo-Gelatinoso Schuester. Questo è il mio territorio, ricordatelo, se dovessi superare i confini sta’ sicuro che ti colpirò e ti scuoierò lasciando solamente le tue budella che saranno date in pasto a degli Ippogrifi che poi decapiterò e conserverò come trofeo nel mio ufficio >>. Spiegò a denti stretti, prima di fare dietrofront ed uscire dalla stanza.

Rachel era stata dimessa quella mattina dall’infermeria, la coach Beiste aveva insistito affinché la ragazza vi potesse passare la notte, così da essere monitorata in caso di un qualsiasi peggioramento. Fortunatamente, eccetto qualche livido e un bel bernoccolo, non aveva subito danni gravi e avrebbe potuto riprendere gli allenamenti di lì ad un paio di giorni. Kurt, Chandler e Blaine erano stati al suo fianco praticamente per tutto il tempo –anche se Kurt e Blaine più che guardare lei erano impegnati a fissarsi l’un l’altro-, contrariamente a Finn che non aveva più visto da quando era stata portata in infermeria. In cuor suo la ragazza aveva sperato che il compagno fosse andato a rimproverare la sua fidanzata per il comportamento scorretto sul campo da gioco, ma si era presto dovuta ricredere quando li aveva visti baciarsi nel cortile solo qualche ora prima.
S’incamminò a passo strascicato verso la biblioteca, sperando di trovare l’occasione di distrarsi anticipandosi la ricerca assegnatale dal professor Martinez. Si diresse abilmente nella sezione interessata ed iniziò a valutare i vari manuali, alla ricerca di quello più adatto alle sue esigenze.
<< Cercavi questo? >> Domandò una voce calda e suadente alla sue spalle. Una voce che, effettivamente, doveva aver sentito distrattamente in qualche occasione.
Quando la mora si voltò rimase per qualche istante a fissare il ragazzo che le si stava parando davanti, sorpresa: da che ne ricordasse aveva parlato forse una volta o due –pura circostanza- con Jesse St. James.
<< Già >>. Balbettò con un sorriso imbarazzato, prendendo lentamente il libro che il Corvonero le stava porgendo << Come facevi a saperlo? >> Aggiunse poco dopo, incuriosita.
<< Mike mi ha chiesto di riportarlo proprio poco fa ed ho notato che siete in classe insieme durante l’ora di Trasfigurazione del professor Martinez, che vi ha assegnato una ricerca per il prossimo Martedì >>.
<< Sì, decisamente un Corvonero >>. Sentenziò la Berry con un sorriso, ammirata.
<< Lo prendo come un complimento >>. Sorrise Jesse, con gli occhi chiari scintillanti.
<< Lo è >>. Confermò Rachel, avviandosi lentamente verso uno dei tavoli liberi della biblioteca. Dopo aver posato il tomo si concentrò sui suoi libri di scuola e sui suoi appunti, accuratamente ordinati e pronti per essere analizzati.
<< Ricordo benissimo questo capitolo >>. Constatò il ragazzo che, ancora alle sue spalle, aveva gettato delle rapide occhiate agli appunti della Grifondoro. Quando lei si voltò a guardarlo non poté fare a meno che sorridergli nuovamente: da quando un ragazzo del Settimo Anno, un ragazzo come Jesse St. James, era così interessato a lei?
<< Ti ho vista ieri, alla partita >>.
Ecco da quando.
<< Allora avrai visto anche la mia terribile caduta >>. Constatò con un filo di voce, imbarazzata al sol ricordo.
<< Ne ho viste di peggiori. E sicuramente non è stata colpa tua: abbiamo notato tutti quanti Quinn mentre ti spingeva giù; che rabbia sapere che non le faranno niente per questo! >> Sibilò irato, ben accorto a non alzare troppo il tono di voce per via del fatto che fossero in biblioteca.
<< Già >>. Biascicò lei con un sospiro, rattristata.
Se il suo intento era quello di dimenticare il giorno prima e la Fabray, con quelle parole il Caposcuola non la stava affatto aiutando. Impugnò una penna e provò con tutta sé stessa a concentrarsi sui paragrafi da studiare.
<< Hudson è un idiota >>.
Il sol nome di Finn le fece illuminare il viso e non poté continuare ad ignorare Jesse.
<< Perché? >> Si ritrovò a chiedere senza essersene bene resa conto, incuriosita dall’inaspettata confessione.
<< E me lo chiedi?! >> Sorrise St. James, sedendosi sulla sedia vuota al suo fianco poco prima di continuare:
<< Con una ragazza come te nella sua stessa Casa e nella sua stessa squadra va’ appresso a quell’oca di una Fabray >>.
La Berry sorrise senza accorgersene, l’appellativo appena usato da Jesse non le dispiaceva affatto.
<< E’ una purosangue, inoltre è anche molto carina >>. Cercò di spiegare Rachel. In verità stava cercando di spiegarlo più a sé stessa che al suo interlocutore.
<< Purosangue, Mezzosangue, Nati Babbani. Siamo tutti maghi alla fine! La purezza del sangue è una scusa che utilizzano le famiglie di maghi più antiche per conservare il loro perfetto pedigree. Tks, come se fosse importante! La grande battaglia di Hogwarts c’è stata più di vent’anni fa, c’è chi ha perso veramente tutto e poi ci sono le persone che hanno ancora il coraggio di attaccarsi a queste sciocchezze. Lo trovo davvero oltraggioso >>. Disse il ragazzo, visibilmente turbato dalla faccenda.
Jesse St. James era un Mezzosangue e questo non gli aveva mai creato alcun problema. I Serpeverde avevano spesso attaccato il suo papà Babbano ma lui non aveva mai reagito a quelle provocazioni, procurandosi un certo rispetto tra gli altri studenti. Era indubbiamente la persona più adatta ad essere Caposcuola, quell’anno.
<< Purtroppo non tutti la pensano come noi >>. Disse con un filo di voce Rachel, trovandosi pienamente d’accordo con tutte le sue parole.
<< Questo perché siamo circondati da codardi pronti ad additarti se sei un minimo diverso. Pronti a farti sentire inferiore. Ma sai che ti dico? Io quest’anno finirò la scuola e diverrò uno degli studenti migliori che Hogwarts abbia mai visto, farò vincere ai Corvonero la Coppa delle Case e sarò ricordato come un grande, alla faccia di quelli che hanno provato ad ostacolarmi e che finiranno sotto un ponte, a prescindere dalle loro discendenze! >>. Esclamò con enfasi e con voce un po’ troppo alta, totalmente coinvolto dalle sue stesse parole.
<< Arriverai lontano, ne sono certa. Sei il migliore qui dentro >>. Sorrise la mora, sinceramente felice.
<< Grazie, Rachel >>. Ricambiò lui, fissandola intensamente mentre le regalava un dolcissimo sorriso.
<< Ti va se ti do’ una mano a studiare? Cioè, non che tu ne abbia bisogno, figuriamoci, però è una buona occasione per passare del tempo insieme >>. Propose lui dopo pochi istanti di silenzio.
Lei si limitò ad annuire mentre spostava al centro il manuale e i suoi appunti, cercando di concentrarsi esclusivamente su di essi.
<< E comunque, tornando al discorso di prima, non hai nulla da invidiare alla Fabray >>. Concluse lui suadente, facendola arrossire.
Non aveva ancora capito bene quali fossero le intenzioni di Jesse… poteva essere seriamente interessato a lei? Era solamente un capriccio? Voleva che fossero amici?
Non lo sapeva.
Con un impercettibile sospiro, però, constatò che non era quello il problema. La vera domanda era:
“Rachel Berry è pronta a dimenticare Finn Hudson?”

Erano più o meno le sei di sera e Sam stava camminando lentamente lungo le rive del lago, ai margini della Foresta Probita. Si fermò un istante e dopo essersi accertato di non esser stato seguito da nessuno si addentrò nella foresta, camminando a passo deciso attraverso una strada invisibile solo a lui nota.
Dopo un paio di minuti di cammino sentì una leggera risata provenire dalla radura seminascosta che gli si apriva davanti; approfittò degli alberi per rimanere qualche istante in disparte ad osservare la sua compagna mentre accarezzava dolcemente un Ippogrifo.
Brittany passava la maggior parte delle sue giornate nella foresta, nessuno diceva nulla ma alla fine tutti quanti ne erano a conoscenza. Subito dopo pranzo, la ragazza scompariva per tornare solamente al calar del sole, qualche volta anche più tardi, verso l’ora di cena. Figgins aveva provato più volte, nel corso degli anni, a spiegarle che era proibito recarsi senza un’autorizzazione nella Foresta Proibita, anche Holly aveva provato a dissuaderla dall’andarci ma si sapeva: la Holliday era la prima ad avere un rapporto malsano con le regole e alla fine il patto era stato “non farti vedere e presentati agli allenamenti”.
Su questo la biondina era sempre stata impeccabile, aveva scelto una zona della foresta vicina il campo di Quidditch e non troppo distante dal lago, abbastanza nascosta ma semplice da ritrovare: non c’erano molte radure nella Foresta Proibita, inoltre quella della Pierce era “contrassegnata” da un albero cavo, dove la ragazza aveva trovato il cucciolo di unicorno ferito proprio l’anno prima.
Sam aveva trovato il posto dopo aver seguito di nascosto Brittany, l’anno prima, con l’estrema urgenza di parlarle. La ragazza era diventata troppo strana persino per lei e quando l’Evans aveva scoperto della malattia della madre non aveva esitato ad aiutarla.
<< Sai, mi ha sempre fatto sentire speciale il fatto di essere l’unico a sapere di questo tuo rifugio >>. Esordì il biondo, uscendo dall’ombra e sorridendo all’amica, che ricambiò felice.
<< Tu sei speciale >>. Confermò la ragazza, senza spegnere il sorriso.
Le si avvicinò e dopo un doveroso inchino all’Ippogrifo posò dolcemente una mano sul collo dell’animale.
<< E’ diventata davvero molto bella >>. Sorrise, senza smettere di guardare la creatura al suo fianco.
<< Piumargento è sempre stata bellissima! >> Esclamò risentita Brittany.
<< Hai ragione, ma in questo periodo lo è di più >>.
<< Io mi offenderei >>. Intimò la bionda all’Ippogrifo, lanciando un’occhiata a Sam.
<< Alisecco? >> Domandò il ragazzo, notando solo in quel momento l’assenza del secondo Ippogrifo di Hogwarts.
Alisecco Jr. era il figlio di quello che un tempo si era chiamato Fierobecco, -poi Alisecco- ed era materia di studio per gli studenti da praticamente cinque anni. Era elegante e fiero esattamente come il padre e aveva anche un bel caratterino, cosa che secondo Brittany era stata di fondamentale importanza per l’arrivo di Piumargento. La femmina dal piumaggio argentato era arrivata appena due anni prima e subito era diventata la protetta di Alisecco Jr. che non la perdeva mai di vista.
<< Sarà da queste parti >>.  Rispose la Tassorosso, allontanandosi dall’Ippogrifo e sedendosi a terra sotto un albero, seguita dall’amico.
<< Novità? >> Chiese il ragazzo, posando una mano su quello dell’amica per farle un po’ di coraggio, consapevole del fatto che la situazione fosse fin troppo complicata.
<< La situazione è stabile. Non so bene cosa significhi ma sicuramente non è un sinonimo di “bene” >>. Rispose Brittany cercando in tutti i modi di mascherare la tristezza.
<< Sì rimetterà >>. La rassicurò Sam, per niente sicuro delle sue parole.
<< Lo spero tanto >>. Biascicò la Pierce, posando la testolina sulla spalla muscolosa dell’amico. Il biondo sapeva che doveva essere forte per lei, che da quando si era resa conto della gravità della malattia della madre si stava spegnendo lentamente. Molti avevano paragonato Brittany ad un unicorno, per via della sua purezza e della sua innocenza, ma Sam la trovava molto più simile ad una candela. Una candela inconsumabile la cui fiamma rischiarava anche le notti più cupe e che portava la luce anche quando sembrava esserci solamente oscurità, ma fatta di una stabilità così precaria che un soffio di vento un po’ più forte degli altri sarebbe bastato a spegnerla per sempre.
Erano mesi che lui stava combattendo contro quel vento, che tentava di salvarla e proteggerla da quel soffio più forte che l’avrebbe fatta morire.
<< Io ci sarò sempre. Lo sai, sì? >> Volle accertarsi il ragazzo, cercando di darle l’ennesimo appiglio. Lei alzò la testa e si voltò a sorridergli malinconicamente, annuendo.
Rimasero immobili, in silenzio, per ancora molto tempo. Non avevano bisogno di parole, perché sapevano entrambi che sarebbero state inutili. Fu Brittany la prima a rompere il silenzio, quando ormai l’ora di cena era vicina:
<< Ormai è come se tu fossi diventato veramente mio fratello, ti prendi cura di me e mi proteggi. Sei una delle poche persone a non avermi chiamata stupida, forse l’unica. Per me significa molto, grazie Sam >>.
<< Stupido è chi lo stupido fa! >>. Esclamò il ragazzo con convinzione, in una mediocre imitazione di Forrest Gump. Sebbene fosse un Purosangue, Sam conosceva quel film, così come tanti altri, da quando era diventato così amico di Brittany aveva avuto numerose occasioni di andare nel mondo dei Babbani, che la ragazza sicuramente non aveva sprecato.
<< Lo ricordi ancora? >> Chiese la bionda, con gli occhi azzurri luccicanti.
<< E chi se lo scorda più! >> Rispose allegro l’altro, alzandosi in piedi con decisione. Poi porse una mano alla compagna e aiutò anche lei ad alzarsi.
<< E’ quasi ora di cena, sarà meglio tornare alla Casa Comune prima che ci diano per dispersi >>. Aggiunse poco dopo.
<< Dispersi? E’ un piatto che danno a quelli che vogliono mettere in punizione? >> Domandò la Pierce, preoccupata.
<< Non proprio Brit, non proprio >>. Sorrise Sam.

<< Con Rachel arriveremo lontano >>. Disse Finn mentre si metteva il maglioncino e si passava una mano tra i capelli ancora umidi: erano da poco rientrato dagli allenamenti e aveva chiesto a Rory di poter fare la doccia prima di lui, il Flanagan aveva immediatamente acconsentito.
<< Concordo, è un peccato che si sia persa l’allenamento di oggi >>. Rispose l’Irlandese.
<< Già, ma sta meglio: il professor Schuester mi ha detto che volevano tenerla sotto osservazione anche domani ma che si è rifiutata >>
<< Ha reagito nel modo giusto, Lady Fabray sicuramente non aspettava altro che vederla piangersi addosso… non avrà questa soddisfazione >>. Ghignò Rory, orgoglioso della compagna.
<< Non capisco perché ce l’abbia tanto con lei >>. Sbottò Finn, perplesso dal comportamento della sua ragazza.
<< Deve esser a causa di un tafferuglio non indifferente per averla obbligata a spingerla giù dalla scopa >>.
<< Quinn è troppo impulsiva, ma sicuramente non voleva farle del male >>. Tentò di giustificarla l’Hudson, che venne però bloccato dall’amico.
<< Perché non hai testimoniato? Eri l’unico che poteva fare qualcosa e invece sei corso dalla biondina come se fosse stata lei la vittima >>.
Lo sguardo di Rory era fermo e serio, Finn non l’aveva mai visto così. Certo, si era trasferito da poco ed era in squadra da appena una settimana, ma l’Irlandese si era sempre dimostrato aperto e giocoso.
Il Purosangue si ritrovò ad ammirarlo inconsciamente: lealtà e nobiltà d’animo. Era un vero Grifondoro e ci aveva messo davvero pochissimo a dimostrarlo; sicuramente –se la sua parola fosse valsa qualcosa- non avrebbe esitato ad aiutare la Berry.
<< Non c’è niente che possa fare >>. Mentì, fuggendo il suo sguardo.
<< Panzane! >> Esclamò l’altro, richiamando la sua attenzione per via del termine buffo << Avresti potuto incastrarla, lei e quella vipera della Sylvester! La verità è che hai così paura di apparire debole e di ritrovarti i Serpeverde contro che hai preferito scappare piuttosto che esporti >>. Ringhiò, frustrato dalla vigliaccheria dell’amico.
<< I-io… io non ti permetto di parlarmi in questo modo! >> Ribatté Finn, sperando di risultare più autoritario di quanto non si sentisse.
<< Altrimenti che mi fai? >> Lo provocò Flanagan.
<< Ti caccio dalla squadra! >> Urlò l’altro, avvicinandosi.
<< Non preoccuparti, stavo già pensando di andarmene. Non voglio un capitano così codardo a rappresentarmi >>. Sibilò guardandolo con gli occhi ridotti a due spilli.
<< Che succede qui? >> La voce squillante di Kurt echeggiò nella stanza e costrinse i due a tacere. L’Hummel arrivò accompagnato da Chandler ed entrambi avevano l’aria un po’ perplessa.
<< Niente, stavo giusto facendo due chiacchiere con Finn prima di andare a fare la doccia >>. Concluse Rory, prima di avviarsi verso il bagno.
<< E vedi di presentarti agli allenamenti di Sabato sennò sei fuori dalla squadra! >> Esclamò l’Hudson stizzito poco prima di sentir sbattere con prepotenza la porta.
Il Purosangue si lasciò cadere pesantemente sul letto, tentando di togliersi dalla testa le parole dell’Irlandese, con la consapevolezza che, tuttavia, avesse totalmente ragione.
<< Tutto bene? >> Azzardò Chandler, non erano mai stati in ottimi rapporti con Finn e con il gruppetto di Purosangue che frequentava i Serpeverde, però da quando Rachel era entrata in squadra questo si era dimostrato da subito molto aperto e disponibile. In un certo senso, Kurt e Chandler avevano iniziato a ritenersi suoi amici.
<< Sì, non preoccupatevi. Volevate dirci qualcosa? >> Chiese l’Hudson, rivolgendosi ai due compagni con un tono molto più calmo e accennando un sorriso.
<< Non proprio, stavamo solo controllando che fosse tutto ok, visto che mancate solamente voi a cena >>. Gli fece notare Kurt, con eloquenza.
<< Cazzo >>.

Quel Sabato mattina, quando Rachel entrò nell’aula di Divinazione, sentì subito gli sguardi di Quinn e Santana addosso. Di solito si limitavano ad ignorarla, o almeno così avevano fatto in tutti quegli anni, ma ormai era consapevole che essere la Cercatrice dei Grifondoro non la facesse apparire troppo simpatica agli occhi dei Serpeverde, che tra l’altro  già non la sopportavano.
Si sedette il più lontano possibile dalle due Purosangue, occupando i posti liberi accanto al suo per Mercedes, Kurt, Blaine e Chandler, sapendo che sarebbero arrivati di lì a poco.
Anche la professoressa Holliday era in ritardo, ma la cosa non era poi così sconvolgente visto che ormai era diventata un’abitudine, nell’aula c’era molto movimento e nonostante la confusione alla mora non sfuggirono la Lopez e la Fabray che si alzarono e le si avvicinarono prendendo posto rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra.
<< Scusate ragazze, ma questi posti sono occupati >>. Biascicò la Berry, sperando di apparire cortese nonostante la nota antipatia che provasse nei loro confronti.
<< Non preoccuparti, ci metteremo poco >>. Sentenziò l’Ispanica, accavallando le gambe senza preoccuparsi del sollevarsi della sua minigonna, lasciando dunque ben poco all’immaginazione. Un paio di ragazzi si fermarono a fissarla con gli occhi adoranti e pieni di desiderio, venendo entrambi respinti sgarbatamente.
<< Smammate, non mi pare di avervi dato il permesso di guardarmi! >> Sbottò schioccando un paio di volte le dita e fulminandoli con lo sguardo, costringendoli a battere in ritirata.
<< Dì un po’, sono vere le voci che circolano nei corridoi? >> Sorrise Quinn, in maniera fin troppo coinvolta.
<< C-che voci? >> Biascicò Rachel in risposta, confusa.
<< Oh andiamo Berry, non fare l’innocentina: ti ho vista ieri con St. James! >> Esclamò senza troppi problemi Santana, guadagnandosi un’occhiataccia della bionda.
<< Mi spiavi? >>
<< Non sei così interessante da essere seguita, nana. Semplicemente mi trovavo nel posto giusto al momento giusto >>. Si giustificò la Lopez, guardandosi le mani con nonchalance.
<< Ignorala, è un’idiota >>. Disse Quinn facendo voltare Rachel e venendo fulminata dalla compagna che era già pronta a venire alle mani.
<< Come mi hai chiamata, Fabray? >> Ringhiò afferrando la bacchetta.
<< Ricorda il motivo per cui siamo qui, Santana >>. Rise nervosamente la bionda, cercando di dissuadere l’amica dai suoi intenti omicida, per poi tornarsi a concentrare sulla Grifondoro, che stava assistendo al litigio senza proferir parola.
<< E’ vero che ti stai sentendo con Jesse St. James? >> Le chiese a bruciapelo, con gli occhi brillanti, se Rachel si stava davvero sentendo col Corvonero non sarebbe stata più un così grande problema e lei avrebbe potuto riavere Finn tutto per sé.
<< Sentire è una parola grossa… mi sta aiutando con una ricerca >>. Spiegò la ragazza, con le guance in fiamme.
<< Al diavolo, come se avessi bisogno di essere aiutata signorina sapientina! Gliel’hai data o no? >> Domandò la Lopez, interessata a ben altro.
<< SANTANA! >> Urlò Quinn, notando che la Berry fosse a dir poco scioccata.
<< Che c’è, non sono tutte caste e pie come te, Fabray! >> Sottolineò la più scura, con un sorrisetto di scherno.
La professoressa Holliday entrò quasi in contemporanea a Kurt, Blaine, Mercedes, Chandler, Finn e Puck. Immediatamente le due Serpeverde batterono in ritirata e corsero dai rispettivi ragazzi, lasciando che i posti liberi ai fianchi di Rachel venissero occupati dai ragazzi a cui erano stati riservati originariamente, che le lanciarono delle occhiate di perplessità.
<< Buongiorno ragazzi, come andiamo? I miei Tassi si sono ripresi dalla sbornia di ieri sera? >> Domandò Holly, accomodandosi al suo posto ed iniziando a guardare nella sfera di cristallo con un’espressione seria e concentrata che non le si addiceva per niente.
Tutti sapevano che la Holliday fosse solamente una cialtrona e Sue in particolare provava da anni a sbatterla fuori da Hogwarts: purtroppo per la Sylvester, per quanto Holly potesse essere un’incapace quando si trattava di predire il futuro, era comunque un’abilissima strega e l’insegnante più amata dai ragazzi, dunque Figgins non poteva permettersi di licenziarla. All’inizio era permesso di farle un paio di richiami che, tuttavia, era risultati più che vani visto che continuavano ad esserci feste su feste nella Casa dei Tassorosso, poi aveva rinunciato anche a quello arresosi all’idea che fosse tutto inutile.
<< Vedo un budino al cioccolato a ora di pranzo… >>. Iniziò, mantenendo gli occhi fissi sulla sfera.
<< Questa non è preveggenza, questa è corruzione degli Elfi Domestici! >> Disse Mercedes a bassa voce, lanciando un’occhiata eloquente agli amici.
<<… e le crocchette di patate >>.  Aggiunse dopo qualche secondo di silenzio, attirando istantaneamente l’attenzione della Jones che balzò in piedi urlando << Vai così sorella! >>.
<< Falla sedere, falla sedere >>. Disse Kurt a Chandler, che non perse tempo a trascinare di nuovo al suo posto l’amica che, come era ormai noto a tutti, aveva un vero debole per le crocchette di patate.
<< … vedo partite di Quidditch emozionanti … >>.
<< Tks, le partite di Quidditch sono sempre emozionanti >>. Disse Quinn rivolta ai suoi amici, che concordarono immediatamente.
<< … tante novità … >>.
<< Quelle ci sono ogni anno >>. Sussurrò Joe a Sam, che annuì facendogli capire che dovevano solamente assecondare la loro Direttrice.
<< … è una gita ad Hogsmeade in tempi prossimi! >> Concluse alzando il tono di voce, richiamando immediatamente l’attenzione di tutti i ragazzi che si alzarono in piedi per applaudirla e condividere la gioia della meravigliosa notizia.
Andare ad Hogsmeade era sempre entusiasmante, ci si divertiva un mondo ed era un buon modo di staccare dagli impegni scolastici: che l’avesse previsto o che avesse avuto una soffiata importava ben poco, quella notizia era a dir poco splendida! La campanella suonò poco dopo e tutti abbandonarono l’aula ringraziando la Holly per l’inaspettato annuncio.

<< Ehy Rach, che volevano Satana e Barbie? >> Si decise a chiedere Chandler quando ormai erano nel corridoio.
<< Infatti, non mi pare ti avessero mai rivolto la parola prima d’ora >>. Constatò Mercedes.
<< Tranne che per insultarti, ovvio >>. Aggiunse Kurt, facendo annuire tutti quanti.
Rachel tacque qualche istante in cui parve riflettere profondamente su qualcosa, poi aprì la bocca e disse:
<< Non ne sono sicura… ma mi è parso che fossero interessate alla mia verginità >>.


-L'angolo di Kengha-
Di nuovo in ritardo, spero proprio di non riprendere questa pessima abitudine e che possiate perdonarmi! Capitoletto di transizione in cui vediamo della sana rivalità tra Will e Sue, un po' di Bram (che cosa brutta brutta... dai Santana datti una mossa) e un bel po' di St.Berry ^-^
Vi anticipo che per il prossimo capitolo è prevista una dose non indifferente di Klaine e che siamo a -4 dalla Brittana ♥ (magari provo ad anticipare un po' i tempi, va').
A presto,

Besos  
   
 
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