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Autore: holdmehaz    03/10/2013    2 recensioni
Harry Styles’ pov:
«Le tue fans ti abbandonerebbero se scoprissero che sei gay!» mi rispose Paul [...]
«A me non interessa la carriera, non interessa commercializzare la mia voce! Preferisco tornare ad Holmes Chapel ad essere solo Harry e ad avere come fan solo la doccia, che mentire così spudoratamente a milioni di persone!» rivelai, stanco e arrabbiato.
«Tu, tu e ancora tu! Smettila di essere egoista, Harry. [...] Ma non sei solo tu la posta in gioco, Harry, capiscilo. Fallo per Louis, Zayn, Liam e Niall, che hanno finalmente realizzato il loro sogno [...]» tuonò Paul. Sospirai, arrendendomi. [...]
«Scelgo lei» affermai aprendo l’album in una pagina a caso e puntando una foto al caso. Paul prese l’album e guardò la ragazza che avevo scelto.
«Jane Wright. Ottima scelta» commentò.
Jane Wright’s pov:
Avevo provato a smettere di fare questa stupida vita da circo, ma nessuno era davvero intenzionato ad assumere l’acrobata di un circo per qualche altro lavoro. [...]
Io ero troppo poco per qualsiasi cosa. Anche per quella stupida agenzia per attrici, era passato un mese e non avevano ancora richiamato. Quel “La richiameremo noi” era sempre stato un no, lo sapevo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Esatto, non ho ancora fatto il banner. Ed ancora esatto, sto aggiornando dopo secoli di assenza. Sorry*

Capitolo 1 - First look






Scherzare con i miei amici era la cosa che mi piaceva di più del mio lavoro. Insomma, era tutto più facile e meno stancante quando avevi quattro persone con cui scherzare. Eravamo seduti nella sala d’aspetto prima dell’ufficio di Paul.
Liam era mezzo addormentato, seduto su una sedia e la faccia in avanti, che dondolava. Aveva passato la notte a provare il pezzo di una canzone che non gli veniva particolarmente bene, ed era arrivato a lavoro stravolto.
Zayn invece faceva lo strampalato, sorridendo al telefonino. Stava messaggiando con Perrie, era evidente: solo lei gli faceva questo effetto.
E poi c’eravamo Niall, Louis e me, coricato comodamente in una fila di sedie attaccate alla parete con le cosce di Louis a farmi da cuscino, che prendevamo in giro Liam e Zayn, così immersi in ciò che stavano facendo da non accorgersi delle nostre parole.
Ad un tratto, la porta dell’ascensore, che era proprio davanti a noi, si aprì, e automaticamente tutti e cinque smettemmo di far quel che stavamo facendo e fissammo tutti l’ascensore.
Ne uscì una biondina, dai capelli a caschetto e occhiali da sole molto scuri e grandi, che le coprivano almeno metà viso.
Era magra, indossava chiodo e jeans e calzava un paio di stivali alti. Si diresse direttamente verso l’ufficio di Paul, e tutti la guardammo passare.
Io mi misi seduto, e non potei fare a meno di guardare il suo sedere. Se non ci fosse stato Louis, molto probabilmente le sarei corso dietro per riuscirle a strappare un appuntamento.
«Bel sedere» commentò Zayn in un bisbiglio, a voce un po’ troppo alta. Infatti, la bionda lo sentì, e si girò per fulminarlo con lo sguardo.
O almeno, credei  che lo avesse fatto. In realtà gli occhiali erano troppo scuri per riuscire a vederne gli occhi.
«Idiota» sbottò con tono seccato, per poi proseguire il cammino e svanire nel corridoio.
«“Bel sedere”?! Zayn, hai davvero detto “bel sedere” alla biondina? Devo informare Perrie dell’accaduto?» lo minacciò Louis ridendo. Zayn sbiancò.
«Non ci provare nemmeno. E poi, dai, ammettetelo anche  voi che aveva un sedere da Dio!» esclamò Zayn. Io mi ricoricai annuendo.
«Sì, era un bel sedere. Ma anche quello di Perrie non è male, anzi» acconsentii. Louis mi diede uno schiaffo, incrociando le braccia al petto indispettito.
«Non me lo aspettavo da te, Harry. Noi due abbiamo chiuso» dichiarò, fingendosi terribilmente offeso. Io scoppiai a ridere.
«Ma il tuo è il migliore di tutti, Lou» aggiunsi, e lui sfoderò un sorriso.
«Così sì che mi piaci, Styles» gongolò, stritolandomi le guance.






Bussai alla porta, guardandomi le nocche coperte dal guanto di pelle nera. Dietro quel trucco pesante, quella stupida parrucca, quell’abbigliamento dark, io ero semplicemente ansiosa del mio nuovo lavoro.
E anche un po’ infastidita per il commento di quel tipo dai tratti orientali, ma fa niente. Chiunque fosse, non mi riguardava.
«Chi è?» tuonò una voce dall’altra parte della porta.
«Jane Wright» dissi al legno scuro e lucido.
«Prego, entri, la porta è aperta» disse in un tono più gentile la stessa voce.
Cercai di sfoderare il mio miglior sorriso ed entrai, togliendomi gli occhiali. L’ultima cosa che volevo era farmi prendere per maleducata.
Un signore sulla cinquantina stava seduto dietro una scrivania elegante, raffinata, di legno pregiato e piena zeppa di... confusione. Libri. Carte. Documenti. Agende. Fascicoli. Computer. Stampante. Penne. Di tutto, insomma.
«Buongiorno» dissi sorridendo.
«Buongiorno anche a lei. Si accomodi pure» mi invitò con un sorriso gentile.
Mi sedetti sulla poltrona di pelle morbida e comoda. Incrociai le gambe e lo fissai, pronta a studiare ogni suo movimento, a scannerizzare ogni sua parola, a captare ogni minimo messaggio nascosto.
«Lei sa perché è qui?» mi chiese il signore.
Ma certo che no pensai lei mi ha forse fatto dire qualcosa? No, quindi smetta di accampare domande retoriche.
Mi limitai a scuotere la testa.
«Lei è qui perché ho un lavoro molto... proficuo da offrirle. So che potrà sembrarle una cosa... strana, anormale, ma il suo compenso è buono e la cifra non è da sottovalutare. Non conosco le sue capacità di attrice, ma spero che siano... soddisfacenti, ecco, che siano all’altezza del lavoro che sto da offrirle» cominciò a dire, fissandomi attentamente.
Perché doveva sempre fermarsi a metà frase per trovare la parola giusta da usare, perdendo il doppio del tempo? Perché doveva poi sottolineare la parola trovata in modo buffo? Conclusi che non lo sopportavo proprio.
«E il lavoro sarebbe...?» tentai di velocizzare io, perché non avevo davvero voglia di sentire un signore logorroico che gira intorno alla questione senza mai centrare il nocciolo di ciò.
«Con calma, signorina Wright, con calma. Chi va piano, va sano e va lontano» recitò.
«Ha perfettamente ragione, ma chi ha tempo non perdi tempo» ribattei a tono. Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, io.
L’uomo sorrise, divertito. Forse perché è davvero molto divertente vedere una ragazza che ribatte alle sue affermazioni. Uh, non ho mai visto niente di più divertente. Voi non avete mai riso di gusto quando una ragazza ribatte? No? E perché mai? È la cosa più divertente del mondo. Bah, che esseri strani che siete.
«Certo, credevo che il mio “rendersi irriconoscibile” significasse qualcosa di più di paio di occhiali da sole» sviò lui il discorso, focalizzandosi su altro.
Sperai che fosse uno scherzo. Insomma, nessuno che sta per offrire un lavoro si mette a guardare gli occhiali da sole.
A meno che il mio lavoro non fosse rendere irriconoscibili i vari artisti della Sony Music. Ma non credo che avrebbero chiamato un’attrice, in quel caso.
Non risposi, non lo contraddissi. Semplicemente mi levai la parrucca bionda liberando i miei numerosi capelli biondo ambra. Le ciocche mosse, vaporose, mi danzarono attorno al volto finalmente libere.
Fui certa di averlo colpito. Bastava studiare anche abbastanza velocemente il suo viso: l’espressione di stupore, benché nascosta da quella che voleva essere uno sguardo annoiato, riusciva a far capolino.
«Ammetto di essermi sbagliato» sussurrò. Wow. L’avevo fatto diventare un tipo di poche parole. Sono grondante, oh sì.
«Io prendo sul serio il mio lavoro» dissi fredda. Non sopportavo del modo più assoluto che qualcuno mi sottovalutasse.
«Beh, credo che lei risponda a tutti i... requisiti che stavo cercando, eccetto l’ultimo» continuò, guardandomi attentamente.
«Ah sì? E quale?». Sollevai un sopracciglio, scazzata. Che cazzo voleva dire? Che fottuto requisito non avevo?
«Lei fa trapelare le sue emozioni in modo... spontaneo. È come se non riuscisse a controllarle. E una brava attrice non può permettere che le proprie emozioni siano così...altamente leggibili» mi informò.
Serrai la mascella, infastidita. Ma che razza di pensiero stupito si era permesso di pensare? Un’attrice può essere espressiva anche quando non recita!
«Le assicuro che posso essere espressiva e allo stesso tempo una brava attrice. E poi, se dubitava della mia professionalità, perché ha scelto proprio me?» ribadii. Lui rise.
«Ma cara, credi davvero che ti abbia scelto io? E secondo che criterio? Ti ha scelto il tuo vero datore di lavoro. Ed è stata fortuna. Semplice fortuna. Poteva prendere un’altra pagina, puntare il dito da un’altra parte. Eppure, il caso ha voluto che quella immagine di due centimetri per due fosse la tua foto» rivelò.
Il brusco passaggio dal ‘lei’ al ‘tu’ mi lascia stordita per qualche attimo, così come il contenuto della sua rivelazione.
Non mi avevano scelto perché mi hanno notata. Non mi avevano scelto perché ero stata brava, perché me lo ero meritato.
Mi avevano scelto perché delle dita avevano preso una qualsiasi pagina e avevano puntato casualmente la mia foto. Io non ero lì perché mi ero saputa creare un varco, ero lì perché la fortuna lo aveva creato per me.
Fui consapevole del fatto che dovevo rallegrarmi. Insomma, era stato tutto una terribile ed enorme botta di culo. Eppure, volevo arrivare da qualche parte con le mie gambe, da sola.
«Capisco» mormorai. Il mio volto era rimasto impassibile, nessuna emozione aveva attraversato il mio viso, stavolta. Né delusione, né rabbia. Sperai che adesso l’uomo sarebbe stato contento.
«Ora può... gentilmente dirmi di che lavoro si tratta?» domandai, fissando un punto qualsiasi della stanza.
Pensavo solo ad una cosa: se mi avevano scelta a caso, che razza di lavoro mi avrebbero offerto? Qualcosa di insignificante, naturalmente. Nessuno sceglie un’attrice per un ruolo importante facendo la conta.
«Naturalmente» disse questa volta l’uomo, serio. Poggiò le braccia al tavolo, stringendo le mani. Sembrava quasi stesse pregando, e forse in un’altra situazione ci avrei riso sopra. Ma non in quel momento.
Si piegò un po’ sopra la scrivania, verso di me, avvicinandosi ulteriormente, come se mi stesse per dire qualcosa di confidenziale, in gran segreto.
«Lei è la nostra ancora di salvezza, signorina Jane Wright. È il punto centrale del nostro piano difensivo, la pedina che può fare la mossa giusta nella nostra partita di scacchi. Lei è stata scelta da Harry Styles degli One Direction per recitare un ruolo molto importante della sua vita: la sua ragazza. Senza di lei, l’idea dell’omosessualità sua e Louis potrebbe propagarsi, le fans diminuire e la carriera della band crollare» disse, guardandomi negli occhi.
Sentii come se tutta la responsabilità stesse ricadendo improvvisamente sulle mie spalle, come qualcosa di fisico.
«Ed Harry Styles non può semplicemente trovarsi una ragazza vera? Non risparmiereste in questo modo tutti quei soldi che avete intensione di darmi?» chiesi. Il silenzio dell’uomo mi fece lentamente mutare espressione.
No, non può pensai, leggendo l’espressione del viso dell’uomo che avevo davanti. Non può perché lui...
«È davvero gay» risposi in un sussurro, stritolando gli occhiali da sole tra le mie mani. «Harry Styles è davvero gay e sta davvero con Louis Tomlinson».
Improvvisamente, mi ritornarono in mente i cinque ragazzi nella sala d’aspetto, il modo in cui Harry Styles era coricato con le gambe di Louis come cuscino.
Lo scherzare che avevo sentito quando, fuori dalla loro vista, mi accingevo ad entrare nell’ufficio di quell’uomo.
Quel ragazzo è gay pensai, e quella frase prese a rimbombarmi in testa, come uno strano gioco di echi e rimbombi.
Gay.
Qualcosa, non so cosa, si ruppe dentro di me.


 

Nila’s Corner

“Hello guys, welcome back to...” questa storia che molto probabilmente avrete abbandonato poiché l’autrice (ovvero io) è stata così impegnata da aggiornare dopo un lustro. Scusate T.T
Il fatto è che non ho avuto un attimo di tempo libero in cui sedermi, aprire una benedetta pagina Word e scrivere! Cristo santo, che giornate piene di compiti! Tra poco mi escono anche dal culo.
Ho capito che ho sbagliato, scrivendomi allo scientifico. Ho improvvisamente scoperto che la ragioneria era la scuola più adatta a me. Va beh, forse no. Ma sono stufa di studiare e studiare, e siamo solo al primo mese di scuola! HELP!!! *Arriva Louis con la maglietta di SUPERMAAAN!*
Spero di riuscirmi a ritagliare uno spazio di tempo ogni settimana circa, per potermi dedicare alla scrittura.
In realtà, scrivere non mi è mancato un granché, perché la mia prof di italiano non fa altro che lasciare storie da inventare, finali da riscrivere, miti di cui cambiare il punto di vista, narrazioni da scrivere ambientando tutto ai giorni nostri... MA MI SIETE MANCATI VOI, e le vostre recensioni dolciose :3
Ho deciso che continuerò questa storia per ora, e non “Irresistible”, perché questa mi ispira di più e... non so bene gli altri motivi. Forse perché è più ‘innovativa’. O perché è così e basta.
Purtroppo, ho trovato il tempo per far il banner. Ma cavolo, ne ho fatti a centinaia e fanno tutti schifo! Ero quasi tentata di sceglierne uno a caso e postarvelo, ma ho deciso che invece prima tenterò di migliorare in grafica, e poi ci farò un pensierino.
RINGRAZIATEMI. Dopo aver trovato finalmente il tempo di scrivere, sto postando nonostante in tv ci sia “Provaci ancora prof 5”. Lodatemi.
No, scherzo, è un piacere pubblicare capitoli :)
Passando al contenuto, so di essere stata un po’ ‘stretta’ rispetto ai capitoli che di solito scrivevo in Lightweight, e magari è anche più noioso. Ma questa storia per partire ha bisogno di una spinta in più, di un tempo maggiore, di più capitoli insomma. E poi, morivo dalla voglia di lasciarvi in sospeso :D
Ve gusta Jane? O ve desgusta? Ed Harry e Lou? O dovrei dire Larry? Scateno la terza guerra mondiale se vi chiedo cosa ne pensate? Suggerimento: per non cominciare litigi, non leggete le recensioni degli altri.
Anche se non mi aspetto molte recensioni. Insomma, la mia prima storia per ‘decollare’ un po’ ha dovuto aspettare una decina e più di capitoli. Pensa adesso che ho abbandonato tutto per quasi un mese.
Va beh, vi lascio. Prometto di continuare presto, e sperate in un banner decente,

Bye xxxxx
  
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