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Autore: Claire_Elen    03/10/2013    3 recensioni
- Prometti che se morirò, spargerai le mie ceneri su Marte.
- E' stato stimato che il viaggio durerebbe dai 6 agli 8 mesi.
- Di, lo giuro.
- Lo giuro.
- Sai, dicono che se respiri piano il tempo rallenta con esso, almeno così dicono gli Indù.
- Il tuo arrivo è sempre coinciso con l'inizio delle prime nevicate. E' una cosa speciale per me.
Io odio la pioggia, infondo.
// Fanfiction Romantica ~ Jared x New Character.
buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 7- Where am i?
 

La prima cosa che Ginevra pensò quando si svegliò quella mattina fù:
 
Oh mio dio. Dove diavolo mi trovo? E perchè cazzo sono nuda?’
 
Trovò le risposte che cercava mentre sentiva un flebile movimento accanto a sé, un fruscio di coperte rosse che si spostavano appena e una mano che andava a posarsi sulla sua coscia nuda, accarezzando la pancia e tracciando appena il seno.
 
‘Avrebbe riconosciuto quelle triadi in qualunque parte del mondo le avesse viste.’ ‘Merda.’
 
Un flebile brivido le percorse la spina dorsale prima di stringersi addosso il lenzuolo, scostandola con un breve schiaffo e alzandosi trascinò con sé tutto il corredo matrimoniale lenzuolo-coperte-copriletto, lasciando un Jared Leto nudo a pancia in giù che brontolava, agitando una mano per trovare le coperte mancanti.
Le guance di lei si imporporarono quando gli occhi si spostarono sul fondoschiena di lui che ora era girato dalla sua parte ad occhi chiusi, con un sorriso aperto stampato sulle sue magnifiche labbra sottili.
Le venne quasi la tentazione di buttare le coperte sul suo corpo nudo ma pensò che infondo non era un male. E poi non voleva correre il rischio di svegliarlo. Vero? VEROO?!
 
‘Infondo..è a pancia in giù. Avere una visione a trecentosessanta gradi del sedere di Jared Leto non è così male. ‘
 
Inclinò appena il viso divertita dalla propria reazione, mentre portava il dorso della mano davanti alle labbra per trattenere una risatina.
Chissà, se lui si fosse svegliato le avrebbe detto su di tutti i colori.
Una celebrità come lui, trovarsi ad essere così scostumato davanti ad una ragazza.
Anche se..non sembrava farsi tanti problemi.
Appena Ginny si chinò per raccogliere la propria t- shirt che era raggomitolata in un angolo abbandonato della stanza sentì un lieve tossire e girò la testa nella direzione del letto, sempre tenendo ben stretto il lenzuolo sul petto.
 
‘Quel dannato uomo stava lì a guardare ammirato il fondoschiena di lei, piegata alla maniera giusta, con le braccia dietro la testa e per di più a pancia in su.’
 
‘Porcaputtana.’
 
Si tirò subito su afferrando la maglietta e sostituendola al lenzuolo che cadde a terra, cercando di trovare un altro punto su cui portare la sua attenzione che non fosse lui messo in quel modo, per di più a quell’ora del mattino.
 
Già, che ore erano?
 
Lo sguardo di Ginny si spostò velocemente sulla sveglia del comodino che segnava le 11:05.
Infondo non aveva dormito più del solito.
Raccolse tutta la sicurezza che stava minacciando di abbandonarla da un momento all’altro e si sedette sul bordo del letto, ad una distanza di sicurezza da lui.
Magari se si sedeva più in là non sarebbe riuscito ad afferrarla per una gamba e tirarla a sé.
Con questo pensiero fisso sculettò di dieci centimetri più distante e si guardò velocemente intorno spostando le iridi nocciola su ogni dettaglio della stanza, che evidentemente le erano sfuggiti la sera prima.
Solo di una cosa lei era rimasta colpita.
 
Non si sentiva come se avesse fatto sesso con una celebrità.
 
Si sentiva come se avesse fatto sesso con una persona qualunque.
 
Lasciò che lui liberò una risata roca e si grattasse i capelli appena scompigliati ma sempre perfetti, nonostante tutto quello che avevano fatto.
Maledizione, erano decisamente perfetti.
Nemmeno un capello fuori posto.
Lei invece, anche se non si era vista, era molto più che sicura di avere un groviglio di nodi proprio in cima alla testa e il mascara era sicuramente colato creando il non-desiderato-effetto-.
La maglietta che stava indossando era sgualcita, stropicciata e strappata in un angolo in cui lui evidentemente aveva tirato troppo, e ora alcuni fili di lana penzolavano in un lato.
 
‘La-sua-maglietta-preferita.’
 
Puntò lo sguardo acido su di lui che intanto aveva sempre tenuto gli occhi fissi su di lei, mettendosi a gambe incrociate senza farsi poi tanti problemi.
 
-Puoi metterti un po’ più distante la prossima volta, non arrivo a prenderti nemmeno se avessi una corda con un gancio e prolunga.
 
Lei ignorò quest’ultimo commento e si schiarì la voce, sentendosi la bocca impastata.
 
- Sai che cosa hai fatto, Leto?!
- Ho reso fantastica una notte di una ragazza?
- Hai completamente rovinato la mia maglietta preferita. Io ti ammazzo con le mie mani.
- Dici veramente? E’ carina sì, ma non valeva tutto quello che abbiamo passato.
 
E come se avesse detto una formula magica smise di tenere quel finto broncio, tirandogliela in faccia e prendendo nuovamente le coperte per coprirsi.
Lui la evitò e si chinò verso di lei, riuscendo appena in tempo ad afferrarle il braccio prima che lei potesse scappare a tutta velocità verso la porta.
 
‘Contieniti, Ginevra. C’è gente che pagherebbe per stare dove sei tu ora.’
 
- Quella maglia vale davvero tutte le cose che ci siamo sussurrati stanotte? Tutti i movimenti e tutti i graffi sulle lenzuola?
 
Mentre sussurrò questo accanto al suo orecchio lei si piegò lentamente verso di lui, contorcendosi appena.
Quando faceva così le faceva perdere la testa. Non poteva continuare a parlarle con quel tono, e per di più così vicino alle orecchie.
Lei si scostò appena scuotendo vigorosamente la testa prima di aprire l’armadio e mettersi una delle sue magliette larghe, tenendo sotto dei pantaloncini neri del pigiama e puntandogli il dito contro.
 
- Per oggi abbiamo finito di fare sesso, Leto!
- Posso dire che sei ingiusta, baby? Una volta solo..
 
Ampliò quegl’occhioni dolci e azzurri che la fissavano senza pietà, come un gattino in cerca di coccole.
 
- N-NO!
 
Appena riuscì a comporre la parola aprì di scatto la porta e corse giù dalle scale, tirandosi indietro il ciuffo che faceva capolino sul suo viso.
Ma non entrò subito in cucina, no.
e?
 
e in cucina c’erano Shannon Leto e Tomo seduti a fare colazione. Nella cucina di casa sua.
E nel momento in cui la videro allargarono un sorriso poco raccomandabile, sghignazzando.
 
Sapevano..cos’era successo!?
Ginevra desiderò che la terra si aprisse sotto di lei.
 
 
 
 
Ce ne saranno altri, chissà, forse..MAHYBE?! (?)
Ringrazio ‘Stelish’ senza la quale non avrei avuto la motivazione di scrivere anche se le palpebre mi stanno cadendo e si stanno staccando dagl’occhi dalla sonno AHHAHAHAHA scherzo amore.
LI AMO.
Chissà cosa diranno Shannon e Tomo?!
Alla prossima!
-Shanimal
   
 
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