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Autore: Justanotherpsycho    03/10/2013    1 recensioni
Può l'orgoglio di un Dio e la sua sete di gloria e potere aizzarlo contro suo Padre? Verrà l'Olimpo scosso dall'ultima e più grande delle Tre Guerre Divine, quella mai narrata?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo millemila - la Regina degl'Inferi Sono fuochi fatui, sospesi in circolo sopra una lunga tavolata e un Trono, avvolto da catene, sul quale siede Ade in persona.
Subito Chimera è spaventato dalla vista, ma nessuno sembra curarsi di lui, tranne i soliti mostri di pietra che cercano di acchiapparlo.
Alla fine atterra proprio davanti al Trono e, abbandonato il corpo di Ares ai suoi piedi, si guarda intorno: non esistono più colonne, tutti i Gargoyle hanno abbandonato la loro postazione e adesso circondano l'Echidnide come un mare di pietra. Si avvicinano, lentamente, minacciosamente.
D'istinto, Chimera sale sul Trono e punta la sua lama infuocata contro il corpo di Ade, che non sembra reagire.
Impacciato, minaccia:
«Fermi! o uccido il vostro Re!» prontamente, le statue si immobilizzano come... beh, statue.
Ma tutti i Gargoyle ancora sibilano, ringhiano e minacciano Chimera. Questo, dal canto suo, ha finito le idee e sembra giunto ad uno stallo.
«Fallo!» urla una voce femminile, veloce, nervosa.
«Chi ha parlato!?» chiede ad alta voce il mostro, avvicinando ancora un po' di più le fiamme della sua lama al corpo del Dio dei Morti.
«Sh! Non rispondere» fa di nuovo quella, sempre veloce, ma stavolta quasi a bassa voce, come volesse sussurrare.
Poi, un viso, o almeno metà di un viso, spunta in mezzo ad un candido velo, teso sopra un piccolo trono dorato all'altro capo della tavolata, al di là di un altro individuo ma che sembra più statua di quelle che circondano la scena.
Sebbene ancora coperto per metà da quel bianco e leggero sipario, anche solo quella metà di un volto è bellissima, delicata, luminosa, in così forte contrasto con l'ambiente tetro e cupo circostante. Quell'occhio, azzurro, languido, punta verso Chimera e non sembra per niente intimorito dal suo mostruoso sembiante; ma tutt'a un tratto viene scosso come da una scarica elettrica e si contrae per accompagnare le dolci labbra ad urlare: «FALLO!»
«Sai che non può ucciderlo! E' immortale! Tornerà e ci punirà» cerca di sussurrarle quell'altra voce, che non viene emessa dalla sua bocca, ma sembra provenire anch'essa da dietro quel velo.
«Ma chi sei tu?» chiede stupito Chimera.
«Io... io, ahimè, sono la regina di questo triste regno» risponde, calmando la voce, trasformandola in una delicata ed innocente carezza.
«P-Persefone? Figlia di Demetra, nonché sposa di Ade?» incalza ancora più basito.
Un istante di silenzio, la regina sembra addolorata da quelle parole.
«Allora perché vuoi che uccida tuo marito?»
«Perché!? - urla di nuovo - Perché quell'essere immondo mi ha rapita e costretta, con l'inganno, a rimanere qui, segregata, sei mesi all'anno, solo per aver mangiato sei piccoli semi di questa maledetta melagrana -indica il piatto davanti a se con un cenno della testa - e in più mi nasconde dietro questo velo, geloso di me e timoroso che qualcuno possa vedere la "sua regina"! Come se a me piacesse farmi vedere in questo stato!» scatta in piedi sbucando interamente dal velo.
Così com'è bella la metà che aveva esposto, così è terrificante quella che era rimasta dietro il velo: molto più simile ad un cadavere mummificato che alla Dea che le fa da controparte sinistra.
«Questo frutto maledetto non mi ha solo diviso tra mia madre e il mio sposo, ma ha anche diviso me stessa, il mio corpo, la mia personalità!»
«Non è cauto farci vedere! Lui ci punirà!» fa timorosa, la metà sinistra della sua bocca, che sembra potersi muovere autonomamente con le sue labbra ruvide e grigie come il resto di quella pelle.
«Ma se lo faccio, tutte queste statue mi massacreranno!» protesta Chimera, dopo un veloce e timoroso sguardo ai Gargoyle ancora in agguato.
«Se non ho capito male, tu e Ares volete dichiarare guerra all'Olimpo, giusto? Beh allora vi serviranno alleati potenti... e si dà il caso che dal corpo di "mio marito" dipenda la libertà di tutti i Giganti imprigionati nell'Ade, alcuni dei più antichi nemici degli Dei: distruggere le catene è impossibile, ma dilaniare il suo corpo no...»
«Ho già promesso all'Ecatonchiro la libertà, ma non pensavo di dover fare a pezzi il corpo di Ade in persona...»
«A te la scelta: salvare te stesso o i tuoi compagni...» termina Persefone, di nuovo con quella voce suadente, voltandosi e dandogli le spalle.
Chimera sposta lo sguardo tra l'orda di pietra che lo circonda, le delicate spalle di Persefone e Ade, lì, immobile ai suoi piedi. Deglutisce sonoramente: non ha mai dovuto fare una scelta così difficile... donare la sua vita... alla fine Ares è pur sempre un Olimpico! Ma da quella decisione dipende anche la sorte dei suoi fratelli...
Alla fine stringe la presa sull'elsa di corno della sua spada, per darsi forza, e caccia un urlo sonoro: ha deciso! Alza la spada per preparare l'affondo e il cerchio di Gargoyle all'improvviso si rianima e ricomincia a stringersi, correndo verso l'invasore.
La lama infuocata penetra nelle carni divine, infiammandole a loro volta. Il mostro serra gli occhi e digrigna i denti, ormai pronto alla sua fine...
Ma questa non arriva e, nel buio delle sue palpebre, avverte prima uno schianto, poi diversi.
Apre gli occhi e le statue, fermatesi nuovamente di colpo, stavano cadendo una dopo l'altra, per inerzia, infrangendosi al suolo.
«Ma che...?»
Quando aveva riaperto gli occhi, Persefone si era già voltata nuovamente verso di lui, e ora osservava la pioggia di pietra infranta, con sguardo riflessivo.
«Ade deve essere nei guai» commenta infine.
«Ma certo che è nei guai! Va a fuoco e ha una mia spada piantata nel ventre!»
«Quello è soltanto il suo corpo, è la sua anima ad essere in difficoltà...»
«...Vuoi dire che la sua anima non è nel suo corpo? E' per questo che non si muove?»
«Già, e sembra che abbia richiamato a sé tutte le anime dei morti, comprese quelle che animavano queste statue. Quindi o era in difficoltà o voleva chiudere la faccenda alla svelta... Di sicuro, chiunque se la stia vedendo con lui, credo non avrà vita lunga»
«Non è qui...» ripete Chimera, uno sguardo sadico ed un sorriso inquietante si dipingono sul suo volto.
Poi estrae la lama dalla carne del Dio, ma solo per ficcarcela dentro ancora con più forza, mentre scoppia in una risata malefica e viene inondato dal sangue immortale.
Istantaneamente, le catene scattano e Chimera deve volare via dal trono perché l'ammasso di metallo inizia a vorticare fino a districarsi distruggendo il Trono e, alla fine, le enormi catene che vi dipartono iniziano la loro corsa verso la libertà.
«Ecco fatto...» fa Chimera, leccandosi il sangue divino dalla faccia, guardando soddisfatto i brandelli del Dio con gli occhi ancora sgranati in quella smorfia terrificante, soddisfatto.
«Ora non rimane che rimettere l'anima di Ares nel suo corpo... a proposito, dov'è?»
«Ho paura che sia proprio la sua anima a star affrontando Ade...»
«Cosa!? E quante possibilità ci sono che ce la faccia?»
«Nelle condizioni in cui è? Temo nessuna»
Chimera ancora una volta è incredulo: tutta quella fatica per niente.
Poi, però, finalmente posa lo sguardo su qualcosa che fino ad allora era passato inosservato, ai piedi del Trono, mentre lui era in quella difficile situazione
«THANATOS!» urla puntandogli contro la lama dopo aver esaminato quella massa nera e ronzante, i suoi serpenti che sibilano minacciosi contro il Demone.
«Non ti devi preoccupare di lui, non è attivo al momento»
Le parole di Ker riaffiorano in un istante nella mente dell'Echidnide: "Noi esistiamo da prima dell'Olimpo, ne siamo al di sopra, sia come giurisdizione che come forza!" "Vedi quella cosa nel suo occhio destro? Già, quella è una condanna a morte, sancita da Ade in persona"
«Persefone - inizia - Se io scrivo qualcosa in un foglietto e poi lo metto nell'occhio di Thanatos non funziona, vero?»
«Certo che no: la condanna deve venire direttamente dal pugno di Ade»
Ecco la fulminazione.
«Dove sono gli Occhi?» chiede secco.
Persefone gli indica un piccolo scrigno accuratamente riposto sull'estremità del tavolo più vicina al Trono. Chimera lo apre delicatamente: dentro, su un tessuto pregiato, sono adagiati i due bulbi dei diversi materiali, una lunga e solenne penna e un calamaio.
«Non hai capito? Solo la mano di Ade può impartire ordini alla Morte!»
Ma Chimera abbozza un sorriso e si volta per afferrare proprio una mano del Dio, separata dal resto del corpo come altre sue estremità e lembi.
Quando si rialza, però, nota uno spettacolo raccapricciante: le membra del Dio si stanno ricongiungendo, strisciano e infine, lentamente, si ergono di nuovo in un sol corpo, monco solo della mano che è tra le zampe del mostro.
Il corpo di Ade, però, non sembra più inerme, anzi, alza lo sguardo con un ghigno agghiacciante.
«Oh, avremmo dovuto dirti questo; avremmo dovuto dirti che il suo corpo può muoversi senza l'anima! Ahahah!» fa, gracchiante, la metà destra e sfigurata della Dea.
«Mi dispiace» si scusa, sincera e dispiaciuta, la giovane Dea, come non avesse potuto fare altrimenti che omettere quel "particolare".











Il Cantuccio: scusate l'abnorme ritardo, ma è iniziata l'università... e pensate che ho solo dovuto caricarlo sto capitolo, non scriverlo, dato che l'avevo già pronto... ma ora ci stiamo avvicinando pericolosamente alle parti ancora in scrittura... ho terrore
  
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