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Autore: Witchlight    04/10/2013    3 recensioni
[Fantasy]
Aida si risveglia nel cuore della notte, con il cuore in gola e l'eco di un grido nelle orecchie. Tutto bene, era solo un sogno. Peccato solo che abbia come il sospetto di avere urlato il nome della persona più irritante che abbia mai avuto la sfortuna di conoscere.... Fanfiction sul visual novel Ascension, di Rinmaru.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questo periodo sto perdendo parecchio tempo con “Ascension”, il visula novel di Rin, la creatrice del sito Rinmarugames.

Così, tanto per esercitarmi un po' con l'inglese, ho scritto una mini fanfiction sui suoi personaggi: la ripropongo anche qui, tradotta in italiano, anche se probabilmente nessuno sa di cosa sto parlando XD


Ovviamente, i personaggi di questo racconto appartengono a Rin e non certo a me.


***


La gola mi fa male e un grido mi risuona ancora nelle orecchie: sono stata io ad urlare, nel sogno, e forse l'ho fatto anche nella realtà.


Oh, cavolo. L'ho fatto davvero?


E, anche se cerco di negarlo, so perfettamente a chi appartiene il nome che ho probabilmente urlato a squarciagola. No, non ho chiamato Zander, il mio dolcissimo mago, sempre così premuroso, sempre così attento, tanto forte da essere per me un punto di riferimento nei momenti più difficili. E no, non ho neppure invocato Jace, il mio cavaliere, il mio amico, l'uomo che è cresciuto - e cambiato – così tanto nel tempo in cui siamo stati divisi che quasi nemmeno lo riconoscevo, quando ci siamo incontrati di nuovo. Nossignore. Ho gridato il nome di Faelern... lo stramaledetto Elfo.


Splendido. Davvero.


Mi guardo attorno, cercando di capire se qualcuno mi abbia effettivamente sentito, ma a quanto pare sono sola, qui nella mia cabina. Meno male. Forse non c'è motivo di preoccuparsi... dopotutto è notte fonda e lui starà sicuramente dormendo, come del resto tutte le persone normali. Mi prendo il capo tra le mani, cercando di scrollarmi di dosso gli ultimi frammenti dell'incubo: non lo ammetterò mai, ma quella visione di sangue e terrore mi ha scossa più di quanto ritenessi possibile. Vivo la mia vita cercando di essere una donna forte, indipendente, facendo del mio meglio per convincermi di non avere mai bisogno di nessuno all'infuori di me stessa, eppure ci sono delle volte in cui mi ritrovo a desiderare di avere qualcuno al mio fianco, qualcuno in grado di sostenermi e anche di proteggermi, se mai ce ne fosse bisogno. Mi viene quasi da ridere: se Sky mi sentisse mi guarderebbe, il suo viso bellissimo e preoccupato, e mi direbbe che non sono sola, che non devo affrontare tutto da sola, che posso contare su di lei, su tutti i miei amici, tutte queste persone che sono qui con me e che sarebbero addirittura disposte a morire per me, se proprio non se ne potesse fare a meno. È tutto vero, lo so, nel profondo, eppure a quanto pare il mio inconscio la pensa un po' diversamente... altrimenti perché, nel momento di maggior pericolo, avrebbe eletto Faelern come proprio protettore?


Forse non dovrei essere così sorpresa: in fondo abbiamo vissuto insieme per quasi un anno, un anno in cui l'ho visto ogni singolo giorno e, anche se non siamo mai stati amici, forse ho iniziato a considerarlo parte della mia vita. E comunque Ava gli ha chiesto di partire con me proprio al fine di proteggermi dai pericoli, no?


E così questa sarebbe l'unica ragione per cui hai gridato il suo nome in quel modo, vero, Aida?


Odio quella vocina, la odio da morire. Me ne libererei, se potessi. Non faccio in tempo a formulare una risposta sagace da rifilare alla mia coscienza, però, perché improvvisamente la porta si spalanca.


«Mi hai chiamato?»


parrebbe proprio di si. Quanto sono felice.


«Faelern...» dico, a mo' di saluto, prendendo tempo. Non è facile trovare qualcosa da dire quando lui se ne sta lì, con la sua solita espressione impenetrabile e vagamente corrucciata. Come diavolo deve fare una a capire quello che passa per la sua testa e, di conseguenza, trovare il modo migliore per trarsi d'impiccio?


Evidentemente l'Elfo interpreta il mio insolito silenzio come il segnale che qualcosa sia fuori posto, perché il suo tono diventa più pressante.


«Solyn*! Stai bene? Qualcuno ti ha attaccato?»


Non riesco a fare a meno di arrossire: la sua faccia sarà anche inespressiva, ma la sua voce non lo è affatto e improvvisamente mi sento molto stupida per averlo allarmato in questo modo, per di più a causa di uno stupido sogno.


«Io... no,» sospiro, chiudendo gli occhi.


Spero che vedendo che sto bene Faelern se ne vada e mi lasci qui a riflettere sulla mia idiozia, ma quando riapro timidamente gli occhi vedo che lui se ne sta ancora lì, piantato al centro della stanza. A quanto pare dovrò fornirgli una spiegazione un po' più dettagliata.


«Ho fatto un brutto sogno, mi dispiace di averti svegliato. Non volevo farti preoccupare,» mormoro, con un tono un po' più gentile rispetto a quello che uso solitamente per rivolgermi a lui.


E ti prego, non farmi altre domande...


La risposta deve averlo soddisfatto, perché annuisce lentamente.


«Va bene, - dice – allora ti lascio.»


Inaspettata, un'ondata di panico torna ad investirmi. Sangue, c'era così tanto sangue... e tu sai benissimo a chi apparteneva, Aida. Rabbrividisco e soffoco in gola un gemito di paura, sforzandomi di rivolgere a Faelern un timido sorriso.


«D'accordo...»


Lo osservo raggiungere la porta, preparandomi a dargli la buonanotte, quando all'improvviso si ferma e si volta di nuovo verso di me.


«Mi sembri un po' pallida... - dice, assottigliando gli occhi per vedere un po' meglio nella penombra della stanza – Sei sicura di stare bene?»


«Io... si, sto bene, - mormoro, sperando che la mia voce sia salda – è tutto a posto.»


L'Elfo fa un passo nella mia direzione e poi si ferma, come indeciso sul da farsi.


«Se vuoi posso restare...» dice, quasi sottovoce.


Cosa? Per gli Antichi Re, no! esclama quella parte di me che pensa che Faelern non sia altro che un maledettissimo bastardo arrogante.


Si, per favore! esclama invece un'altra vocina nella mia testa, dando voce a quell'altra parte di me che è ancora scossa dall'incubo e che non può fare a meno di pensare che sia carino da parte di Faelern offrirsi di restare qui a vegliare sul mio sonno. Forse c'è davvero qualcosa al di là del suo atteggiamento glaciale... il pensiero che magari lui sia qui non perché si sente in dovere di farlo, ma bensì perché vuole farlo mi riempie di una strana felicità.


Ma no. È un pensiero stupido. Questo è Faelern, una persona che non ha mai fatto segreto di ciò che pensa di me. È sciocco da parte mia pensare che possa provare un qualche sentimento per un oggetto.


«Non c'è ragione per cui tu ti debba preoccupare di un oggetto, Faelern – sbotto, seccata – non credo proprio che i miei problemi ti riguardino.»


Ok, forse ho un po' esagerato, non volevo essere così brusca, ma la sua reazione mi lascia comunque spiazzata. È come se qualcosa cambiasse, sul suo volto, e all'improvviso mi afferra il mento in una mano e viene vicino a me, così vicino che quando parla posso sentire il suo respiro sfiorarmi le labbra.


«Non mi riguardano?» la sua voce è stranamente bassa; e questa volta quando rabbrividisco non è per la paura.


«Detto dalla ragazza che ha aperto quel maledetto portale, - mi posa una mano sul fianco, avvicinandomi ulteriormente a sé – detto dalla ragazza che finirà col farmi ammazzare...»


So che probabilmente sarebbe il caso che io dicessi qualcosa, ma mi sta sollevando il volto verso il suo ed è come se la mia testa si svuotasse di ogni pensiero. Ho affrontato molte cose, negli ultimi tempi, alcune delle quali terribili, eppure non riesco a ricordare l'ultima volta in cui il mio cuore ha battuto così forte.


«Ti sei mai chiesta perché ti chiamo solyn? Perché ti chiamo con il nome di un oggetto?» è una domanda retorica, immagino, e dal suo tono non riesco a capire se stia per mettersi a ridere o se sia ad un passo dall'arrabbiarsi sul serio, ma decido che non mi importa, a patto che continui a toccarmi il viso come sta facendo ora.


«Lo faccio perché se mai dovessi vederti come una persona...» sussurra; e d'un tratto mi rendo conto di aver chiuso gli occhi in attesa di un bacio che sono sicura arriverà molto presto, perché adesso lui è vicino, così vicino, e deve sicuramente avere intenzione di baciarmi...


«... allora forse rischierei di inn...» le sue labbra toccano le mie, o forse è solo l'illusione di un tocco, oppure...


«Aida, sei sveglia?!»


Scatto all'indietro come una molla, inciampando nei miei stessi piedi. Ho pensato un sacco di volte al modo in cui sarei morta, ma non avrei mai immaginato che la mia dipartita sarebbe giunta a causa di un infarto.


«Giuro che se trovo qui quell'idiota di Jace, io...» Sky si catapulta nella mia cabina, pronta a prendere a calci il povero Jace, ma si blocca quando mette a fuoco la persona al mio fianco.


«Oh... ops... - balbetta, schiarendosi la gola – Ho scelto un momento sbagliato?»


Cosa dovrei dire?


No, Sky, figurati! Anzi, unisciti a noi, sei la benvenuta!


Non ha senso mentire, abbiamo entrambi le guance in fiamme e non ci vuole un genio per capire cosa stava succedendo.


«No, no, per niente,» dico comunque, in un patetico tentativo di dissimulazione, proprio nello stesso momento in cui Faelern dice che stava per andarsene.


E questa volta lo fa davvero, se ne va, senza nemmeno voltarsi indietro. Quando esce dalla porta mi lascio cadere sul letto con un gemito. È stato... beh, è stato...


Sky se ne sta in piedi accanto alla porta, leggermente in imbarazzo, ma quando alzo lo sguardo su di lei vedo che sta cercando di nascondere un sorriso. Lei mi fissa di rimando, ironica.


«Allora, - dice, il divertimento evidente nella sua voce – tue e Faelern, eh?»


Sventolo una mano nella sua direzione con aria di sufficienza.


«Ho solo fatto un brutto sogno e lui...»


Lei si appoggia allo stipite della porta, osservandomi con aria interessata. Non si aspetterà mica che io scenda nei particolari, vero?


«Sky, per favore,» sbuffo.


Lei scoppia a ridere.


«Va bene, va bene, me ne vado,» poi si fa seria «Ma, seriamente... stai bene? Il tuo sogno...»


Annuisco, sorridendo.


«Sto bene, davvero. Era solo un sogno. È tutto a posto, adesso.»


Non sembra del tutto convinta dalle mie parole, ma mi conosce abbastanza bene per capire quando ho bisogno del suo aiuto e quando invece tutto quello che mi serve è un po' di tempo da sola.


«Come vuoi, – dice allora, allontanandosi – ci vediamo domani mattina.»


«Dormi bene!» le urlo, quando ormai è in corridoio, fingendo un'allegria che non provo affatto.


Sinceramente, non so cosa provo in questo momento. Per mia natura non sono mai stata molto brava con queste cose, con i sentimenti, e questa situazione è per me del tutto nuova. Certo, l'incubo mi ha turbata profondamente, forse anche più di quelli che l'hanno preceduto, ma sono abbastanza matura da ammettere che non è lui la fonte del mio turbamento attuale – o per lo meno, non è l'unica fonte. Sarà anche stupido, considerata la situazione, quantomeno precaria, in cui tutti noi ci troviamo al momento, ma la mia mente continua a tornare a Faelern, al modo in cui i suoi occhi verdi erano diventati più scuri, alla sensazione della sua pelle calda contro alla mia...


Cosa stava per dire, prima che Sky piombasse nella mia cabina?


... allora forse rischierei di inn...


Rischierei di “inn-”? Di... innervosirmi? Non fare la scema. Di innamorarmi? Si stava innamorando di me?


Non esattamente, mia cara, mi dico, ha detto 'allora forse rischierei'. 'Rischierei' – 'Forse' – ipotesi quantomeno remota.


E comunque, cosa mi importa di quello che ha detto? Io non lo amo. Certo, è stupendo e tutto quanto, ma l'amore è ben altra cosa. Non che me ne intenda, ma... credo che l'amore sia... beh, non so di preciso cosa sia, ma di certo non comporta il litigare tutti i giorni e l'insultarsi e il fare a gara a chi è più bravo a ferire i sentimenti dell'altro. Se ami qualcuno fai del tuo meglio perché sia felice, perché stia bene, se ami qualcuno stare con quella persona è una gioia, non un peso. Cosa posso dire del mio rapporto con Faelern? È stato lui a trovarmi, quando la torre è crollata, con ogni probabilità quel giorno mi ha salvato la vita, eppure non mi sono mai sentita particolarmente in debito con lui, perché... beh, perché è quell'uomo è una grandissima rottura di palle. È vero, passiamo comunque un bel po' di tempo insieme, facciamo stupidi giochi che prevedono il consumo di ingenti quantità di alcol, in un modo o nell'altro non è passato giorno in cui non lo incontrassi almeno un paio di volte, per un motivo o per l'altro, e, anche se è possibile che abbia talvolta sperato che si tirasse una di quelle sue frecce in una gamba, non ho mai davvero desiderato che gli succedesse niente di male.


Io... io avverto qualcosa di caldo muoversi all'altezza dello stomaco (o forse è all'altezza del petto?) e ho come il sospetto che non abbia nulla a che fare con ciò che ho mangiato ieri sera, per cui decido in tutta fretta che è ora di smetterla di pensare all'Elfo.


Dopotutto è ancora notte e devo cercare di dormire almeno un paio d'ore. Chi lo sa cosa dovremo affrontare domani...


Eppure, mentre me ne sto distesa sulla mia branda, con gli occhi chiusi, sono perfettamente consapevole del fatto che non dormirò un solo minuto; e tuttavia sorrido, pensando che forse questa volta le ore che mi separano dal sorgere del sole non saranno così difficili da sopportare, ora che non è più il ricordo del dolore e del sangue a tenermi compagnia, ma quello degli occhi di Faelern; e del suo tocco leggero.

***


* “Chiave” - Faelern chiama così Aida perché lei ha accidentalmente aperto un portale che sarebbe stato molto meglio se fosse rimasto chiuso.


Ah-ah, non è certo il mio lavoro migliore, ma vabbé. Avrei voluto scrivere qualcosa di più su questo gioco-barra-romanzo, ma le mie conoscenze dell'inglese sono troppo limitate per permettermi di buttar giù qualcosa di un po' più decente.

  
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