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Autore: maru chan    04/10/2013    3 recensioni
Il suo cuore iniziò inspiegabilmente a battere forte, Sasuke non riuscì a trovare una motivazione valida alla sua reazione, in quel momento voleva soltanto scoprire chi fosse quella persona, e il suo desiderio non tardò ad avverarsi, infatti la persona si voltò. Sasuke scontrò i suoi magnifici occhi azzurri.
Il suo cuore continuò ad accelerare.
Poi realizzò…era Naruto…
Da quel giorno, niente sarebbe stato più " come al solito. "
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonritornati! I'm felice di essere riuscita ad essere più puntuale XD.
*^* Minna, senza perdere altro tempo, vi lascio subito al capitolo. Ah e ricordate di recensire :3
* si allontana ballando la macarena con i pattini che a loro volta scivolano su una foca mista ad un pinguino, un fonguino*

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Capitolo 8
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Inventatevelo voi sto titolo, è difficile sa?




<< Sa-sa-sa sukeeeee!!! Che diamine stai facendo? >> Domandò in preda all’ imbarazzo più totale.

Il moro, dopo qualche istante di confusione mista a rammarico per quel magico momento interrottosi così bruscamente, finse un aria seccata, anche sei i suoi occhi dovevano ancora riuscire a scollarsi dalle sue labbra. Ah, se solo avesse riposato un altro po’!

<< Stavo controllando se fossi ancora vivo, non si può mai sapere con te. >> disse rifilandogli una scusa che solo Naruto avrebbe potuto bersi, e infatti lo fece.


<< Dove mi trovo? >> Domandò guardandosi attorno con aria confusa.


<< Sei nella mia camera. >>


<<  E come ci sono arrivato? Accidenti, non dovevi comprarmi un gelato? >> Chiese con un capriccio.


“ Possibile che … ”

<< Dobe, sei stato aggedito. >> Disse incerto.

<< Aggredito? >>  parve rifletterci seriamente. << Io … non … >>  Balbettò, apparendo un po’ stordito. << Beh in effetti mi sento un po’ dolorante ahaha >> iniziò a scherzarci su.

<< Naruto! >> bloccò la sua risata, sorprendendolo. << Non è proprio il caso di ridere. Questa volta non c’era traccia di falò, candele, fornelli, fiammiferi, ma ti sei dimenticato dell’accaduto comunque, devo supporre che la tua amnesia stia peggiorando? >> Domandò serio il moro.

L’altro prese a riflettere, ma non aveva né un’espressione preoccupata, né spaventata, non importava come la si guardasse, sembrava quasi che stesse riflettendo su che cosa avesse indossato l’indomani.

<< Non lo so, ad essere sincero non so nemmeno se sia già accaduto in passato.
Certe volte mi accorgo di saltare anche due o tre giorni. Ci sono alcune differenze però, tra un’amnesia e l’altra. Certe volte, quando mi riprendo, mi accorgo di star piangendo o tremando come una foglia e non ricordo assolutamente nulla. Altre volte invece, prendo conoscenza e basta, proprio come è successo adesso, e in certe occasioni, sforzandomi, riesco a ricordare persino qualcosa. >>

Spiegò, come se fosse la cosa più normale sulla faccia della terra.

Sasuke era scandalizzato, vivere sapendo che potresti tranquillamente dimenticarti giorni interi era praticamente inconcepibile. Svegliarsi, guardare il calendario e accorgerti che eri andato a dormire il settimo giorno del mese e ti sei direttamente svegliato la mattina del decimo.
Pensò che quell’usuratonkachi avrebbe potuto dimenticarsi perfino di occasioni come il suo matrimonio, trovandosi una fede al dito, senza nemmeno sapere come ci fosse arrivata. 

Tutti quei pensieri gli fecero venire ancora più fame di quanta già non ne avesse, dopotutto non avevano ancora pranzato.

<< Andiamo a mettere qualcosa sotto i denti. >>  Disse mentre usciva dalla stanza.

Naruto lo seguì senza proferire parola, forse si era reso conto che il suo amico non era affatto abituato a sentire storie come quella che gli aveva appena raccontato, anche se per lui non era altro che “ la normalità ”.

 Camminando per i corridoi della casa, non poté far altro che notare che l’abitazione era molto più spaziosa della sua e decisamente molto più accogliente, anche se i colori usati per l’arredamento erano piuttosto scuri.

Alle pareti erano affisse le foto di famiglia, sembravano avere tutti un espressione contenta, lì tutti insieme, anche se il signore che aveva tutta l’aria di essere il padre di Sasuke, emanava un aura molto scontrosa e austera.

Si accorse di essere rimasto indietro rispetto all’altro, quindi aumentò il passo cercando di raggiungerlo.

<< Wooow Sasuteme chan, non mi avevi mai detto ti possedere una casa così super! >>

Sasuke si fermò, voltandosi indietro, il che, in un certo senso, era proprio quello che voleva Naruto.

<< Ti pare che lo vada a dire in giro? >> simulò la scena << Buongiorno usuratonkachi, vedo che hai preso un'altra insufficienza in inglese, ma soprattutto, io ho una casa “ super ”. >>

Al biondo venne un brivido.

<< … Decisamente no, scherzare non è da te, smettila, posso dire che sia addirittura inquietante. >>
 
“ Ripensando alle sue parole, che dicevano esattamente “ non ti scollerai da me nemmeno … com’era? Uno sporco istante? ” Bha, ma che razza di modo di esprimersi ha quell’orso travestito da ragazzino figo!? Comunque, anche se ha detto quelle parole, è lui il primo a mettere le distanze … ”

Un po’ ci sperava infondo, di avvicinarsi a lui, ma nella sua immaginazione era palese che Sasuke lo stesse aiutando soltanto per sentimenti come: il senso del dovere, la compassione o cose simili.

<< Senti Sasuke … le persone che mi hanno aggredito, le hai viste? >>

<< Oh si, certo che li ho visti, anche se uno di loro era stecchito a terra … >>

<< Ci hai capito qualcosa? Insomma … del perché mi odino? >>

<< … La rossa mi ha detto che avrei dovuto chiederlo a te, anche se pare che tu te lo sia scordato. >>

“ Come al solito … quindi io dovrei sapere perché lo fanno? ”
 
Dopo poco la porta d’entrata si aprì e rientrò in casa la madre di Sasuke.


<< Saaaa-chaaan! Sono a caaasaaa! >>

La donna rimase alquanto sorpresa di vedere Naruto in casa.

 <<  WOOO, tu sei un sasuospite?  AAAWW è un evento più unico che raro! >> Disse la madre in tono esaltato e anche un po’ strampalato.

<< Buona sera! >> Esclamò il biondo ridestatosi dai suoi pensieri.

Dalla porta di entrata si vide sbucare un’altra figura. Era il fratello di Sasuke, Itachi.

Era ormai da anni che non lo vedeva e nel suo cuore iniziò a traboccare la nostalgia dei tempi andati, quasi come se vedendolo, una strana scintilla, gli avesse fatto scorrere tutta la sua infanzia davanti agli occhi. Se ne sorprese, era da tempo che non “ rivedeva ” i suoi ricordi intatti.
Quando erano bambini erano soliti sfidarsi in scommesse assurde di cui la maggior parte era partorita dalla mente di Naruto giocare insieme e siccome il suo amico era un grizzly, suo fratello compensava la situazione facendoli divertire. Era molto socievole ed era considerato anche lui, come Sasuke, una specie di idolo.

<< Oh, Sa-chan, hai portato a casa un umano? Caspita, deve essere davvero una persona speciale! >>

“ Non si ricorda di me … Suppongo sia una cosa normale, tra tutta la gente che conosce, perché avrebbe dovuto ricordarsi di me? ”

<< Ita-kun, sono io, non ti ricordi? >> Chiese, molto insicuro di quello che stava facendo.

Itachi assunse un aria pensierosa, portandosi il dito pollice e indice a cingersi il mento.
<< Aspetta un attimo, non dirmi che … lui è …>>

Prese ad esaminarlo da capo a piede, con l’espressione di un nomade del deserto alle prese con i suoi miraggi.

<< Impossibile, mamma, ti ricordi di quel bambino, amico mio e di Sa-chan, di cui lui parlava sempre? >>

<< Oh, ma certo, come potrei mai dimenticarmene, parlava quasi esclusivamente di lui, ahahah! >>

Le guancie di Sasuke si imporporarono di un rosso acceso.

<< Bene, questo biondino che ti trovi di fronte è niente meno che quel bambino, il suo nome è Naruto, anche se io l’ho sempre chiamato Na-chan. >> Esclamò indicandolo con il palmo della mano.

“ Fiùù ” il biondo tirò un sospiro di sollievo, se non si fosse ricordato, sarebbe stato davvero imbarazzante e anche piuttosto triste.

<< UUHHN UHHN Na-chan, sei il benvenuto! TA tan Prego, fai pure come se questa fosse casa tua! Io sono Mikoto, per gli amici Miko! >>

Disse, aggiungendo alle frasi bizzarri versi che servivano a creare degli effetti sonori che introducevano la parola successiva.

<< Accomodati, sono sicura che Sa-chan non ti abbia nemmeno offerto una bibita. >> Si avvicinò al frigo e ne aprì velocemente le ante.

Naruto sfoggiò una delle sue espressioni più trasognate. Non aveva mai visto l’interno di altri frigoriferi, al di fuori suo, che era costantemente deserto e quindi, trovò sorprendente che fosse così carico di cibarie.
La donna ci mise un po’ di tempo per decidere quale bibita avesse fatto al caso suo e, una volta stabilito quale fosse quella giusta, gliela porse con una delle espressioni più dolci che avesse mai visto.
Tra suoi ricordi, quel sorriso poteva essere paragonato senza problemi a quello di sua madre.
Scelse per lui un gustoso drink ai frutti esotici, confessandogli che aveva pensato subito ai paesi tropicali quando l’aveva visto, sicuramente per via della sua pelle più scura del normale, che risaltava ancora di più in quella casa, poiché l’incarnato della loro famiglia era decisamente pallidissimo, il che donava loro classe e raffinatezza.

<< Io e Itachi abbiamo appena finito di fare la spesa, in realtà abbiamo comprato solo gli ingredienti per una cena a base di cucina messicana, ci andava di assaggiarla, ma è solo un esperimento, lo metto subito in chiaro. >> La madre di Sasuke si voltò preoccupata.

<< A te piace quel genere di piatti Na-chan? >>

<< Oh, certo … si, per me non c’è alcun problema, anzi. Spero soltanto di non disturbare, in fin dei conti sono piombato qui senza uno straccio di preavv- >> Il suo flusso di parole fu bloccato dalla voce squillante di Mikoto, gli disse che non doveva affatto preoccuparsi e che per loro non sarebbe stato nient’altro che un piacere.
Detto questo, si diresse in cucina alla velocità di un fulmine, preparando sul tavolo gli ingredienti che avrebbe dovuto usare.

Nel frattempo Itachi era ancora “ intento a capacitarsi della situazione . ”

<< Quindi è vero! Sei davvero tu, Na-chan! Ma quanto sei cresciuto!? Nei miei ricordi eri alto ancora un metro, e guardati adesso, sei maturato davvero bene! >> Fece un sorriso a trentadue denti, per poi voltarsi verso suo fratello con uno sguardo di complicità a senso unico.

<< Non ti azzardare a dire una parola in più! >> Urlò quasi adirato Sasuke. Non sapeva cosa avesse intenzione di aggiungere, ma non aveva un buon presentimento.

<< Non ho ancora detto niente fratellino! >> Bisbigliò, provandoci gusto a metterlo in difficoltà, voltandosi soddisfatto per aver centrato in pieno la situazione.

Naruto e Itachi stavano chiacchierando amabilmente sui giorni della loro infanzia mentre Sasuke si accorse che la madre stava per accendere i fornelli, quindi, con un gesto repentino, cinse con il braccio le spalle del suo amico, che si trovava proprio all’ingresso della cucina e lo costrinse a girarsi e ad allontanarsi verso il salotto.

<< S-asuke, c-c-he combini? Stavo parlando! >> Inutile dire che il suo gesto lo sorprese, non aveva avuto il tempo di rendersi conto di ciò che era successo e stava arrossendo.

Nel frattempo Itachi era rimasto indietro, allibito dal comportamento inconsueto del fratello. Pensò che l’avesse portato via perché era geloso, e notò anche l’imbarazzo di Naruto, a quel punto non aveva più bisogno di conferme.

Sasuke aveva portato a casa il suo più caro nonché unico amico, di cui tra l’altro parlava sempre e adesso stava cercando di comunicare: “ Non voglio che tu  guardi il mio Naruto. ”

“ Forse a pranzo ci comunicheranno il loro fidanzamento! ”

<< Non lamentarti! Se avessi visto i fornelli, sarebbe stato un casino! >>

Resosi conto della situazione il biondino gli sussurrò all’orecchio << grazie … >> facendo un gran bel sorriso. Il tutto lasciò senza parole Sasuke che, con gli occhi spalancati dalla sorpresa e dall’emozione, allungò anche l’altra mano verso il suo fianco destro.


Rimasero fissi, lì, col cuore a mille, senza sapere cosa fare.

Nella testa di Sasuke c’erano pensieri caotici tipo:

“ Adesso lo prendo e, fan**lo! Non devo pensare a quanto vorrei prenderlo e … fan**lo, alla fine l’ho pensato lo stesso! Ma lui è così tremendamente … ohh. Mio dio mi sta fissando, l’ho abbracciato, ok, come esco da questa situazione? No, a dire la verità non ne voglio uscire! Ma che ca… vabbè, tanto ormai … rimanere così altri tre secondi non cambierà la situazione, tanto vale approfittarmi di lui … un altro po’, ooh mio … si possono fare doppi sensi nei propri pensieri? Che mi importa tanto qui nessuno mi sente, posso pensare liberamente a quanto Naruto sia terribilmente … porco … oooh porcocane, cos’ho appena pensato? ”

Ora capite cosa intendevo per caotici?

Naruto invece aveva nella testa :

“ Oh … moolto moooolto sospetto, si può sapere che cavolo ha il mio cuore da shakerarsi così tanto, mi sento come la cola, se troppo agitata quando si rimuove il tappo, succede un casino! Mi sta fissando, no, sono io che fisso lui, ahhh insomma, ci fissiamo a vicenda! Cosa stai pensando? Perché mi tocchi così? E perché mi guardi con quegli occhi … ? Fermati, altrimenti, io … ”

Insomma erano entrambi molto calmi e razionali.

Nel frattempo Itachi li osservava senza perdersi nemmeno un particolare e pensava:

“ Ah, che adorabili, ci manca poco che si mangino con gli occhi. Dovrei avvicinare i loro volti per farli baciare?...  Naaaah, li aiuterei troppo, che se la sbrighino da soli!
Ehi, ma quando la smettono di amoreggiare ocularmente? È quasi pronto in tavola ormai … ”

Le riflessinoni del primo fanboy sasunaru in classifica di Itachi in effetti erano azzeccate … ma non voleva interferire, si sarebbe perso tutto il divertimento.

<< RAGAZZIIII, VENITE A TAVOLA. >>

L’urlo della madre fece sì che tutti e tre si voltassero verso di lei, e con un aria  d’imbarazzo generale si diressero nella sala da pranzo.

Il tavolo era gremito di pietanze tipiche della tradizione messicana, il che significava che, o la madre di Sasuke era una saetta nel cucinare, oppure i ragazzi erano rimasti ad osservarsi per troppo tempo. Secondo loro, entrambe le possibilità erano indiscutibilmente preoccupanti.
Il pranzo trascorse velocemente, chiacchierando dei tempi andati, ma quando tutti stavano per alzarsi …

<< Ehm Ehm, vorrei un attimo la vostra attenzione. >> Il moro attirò l’attenzione degli altri con la sua richiesta.

“ Ecco, che vi avevo detto? Ehm, cioè, che mi ero detto? ” Pensò subito il fratello, udendo quelle parole.
 
… Cantina …
   
 
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