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Autore: sososisu    31/03/2008    4 recensioni
Aveva un modo particolare di mangiare le fette biscottate, staccava con le piccole dita poco curate, la crosticina esterna, quella bruciacchiata, che le piaceva tanto. L'interno invece lo abbandonava a se stesso. Dimenticato.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ANYWHERE



Sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Il suo stomaco borbottava ed era cosi stanca … voleva andarsene in camera e dormire fino a dopodomani, ma evidentemente non le era permesso, constatando che si trovava a tavola insieme ad altre venti persone, schiacciata fra un esuberante Bill e un silenzioso Gustav. Quei dementi in cucina ci stavano mettendo mezz’ora per cuocerle una fetta di carne. Non ci vedeva più dalla fame!
-Ehi …-
Incantata nei suoi pensieri non si era accorta che il batterista la stava chiamando educatamente da circa due ore, picchiettandole la spalla con l’indice.
-Uhm?-
Si guardarono negli occhi per qualche secondo, prima che lui allungasse la mano e sussurrasse –Mi passi il sale?-
A quel punto le crollò un masso di trentadue tonnellate sulla testa. Perfetto, anche quello che sembrava l’unico intelligente in mezzo a quella massa di trogloditi, si era dimostrato essere un banale scimmione. In quel preciso istante una risata decisamente ridicola e decisamente poco virile raggiunse le sue orecchie. Subito si voltò verso Kaulitz Jr, sicura che un verso simile potesse uscire solo dalle sue labbra lucide lucide, ma invece dovette ricredersi quando notò che l’artefice di quel suono acuto era Georg, il quale si stava sbellicando insieme a Meredith. Sbuffò di nuovo. Non era giusto, perché qua si divertivano tutti tranne lei?
Si voltò nuovamente verso Gustav e lo trovò intento a divorare un piatto di bucatini ricoperto di parmigiano. Buono. Dalle labbra le colava un rivolo di bavetta. Diamine se aveva fame. Il batterista se ne accorse e rise intenerito.
-Ne vuoi un po’?-
Lei subito arrossì come una bambina, e annuì energicamente prima di farsi sfuggire un sorriso divertito. Affondò la sua forchetta nel piatto stracolmo di pasta e se ne portò un po’ alla bocca.
-Buona?-
-Sì! Altro che..!-
Sorrise, e dovette ricredersi per la seconda volta … non era così troglodita come le era sembrato precedentemente.
Gustav nel frattempo continuava ad ingurgitare i suoi bucatini, con un adorabile bavaglino bianco macchiato di pomodoro appeso al collo. Non era cosi antipatica quella tizia … diciamo che il primo impatto non era stato molto positivo, anzi … a tutta la band era apparsa come una hippy degenere, fumata, cannata, alcolizzata e chi più ne ha più ne metta, con i nervi a pezzi e una vita sociale pari a quella di un criceto.
Ma evidentemente, era solamente un tipo simile a lui … introverso e con poca voglia di scherzare. Però, se era vero che si somigliavano, di sicuro sotto quella scorza di donna dura, si doveva celare sicuramente una ragazza simpatica e socievole. Quindi … tanto valeva provare, al massimo sarebbe andata male e non le avrebbe mai più parlato per il resto del tour, semplice no?
-Tu ci odi, vero?-
Lei, che era (ancora) intenta ad osservare sognante il suo piatto ormai quasi vuoto, si scosse e, con aria assente e contemporaneamente sbigottita, lo fissò dritto nelle palle degli occhi.
-Come prego?- Forse non aveva sentito bene …
-…Mi chiedevo, anzi, più che chiedermelo, pensavo, o meglio ancora … sono convinto … che tu ci odi!- Che giro di parole del cavolo. Gustav abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare con un povero bucatino, aiutandosi con la forchetta unta. Lei lo osservò prima stizzita, poi seria, poi ridendo. Insomma … il simbolo della coerenza umana!
-…Come mai pensi che vi odi?-
Lui tossicchiò e si sfilò il tovagliolo-bavaglino dal collo, appoggiandolo delicatamente sulla tovaglia candida, ricoperta di briciole. –Beh … perché se ti stessimo simpatici saresti più … uhm … - La parola gli era morta in fondo alla gola, ma lei lo incitò a parlare con uno sguardo - … più, socievole- Terminò lui, grattandosi la nuca con fare imbarazzato. Apfel inizialmente non capì, cioè, in verità fece finta di non capire, ma poi, quando il batterista tornò a guardarla negli occhi, gli sorrise ed esclamò: -Tu mi stai simpatico!-
Lui non seppe come risponderle, si limitò a ricambiare il sorriso.

… Aveva la pancia decisamente piena. Quei dementi alla fine ce l’avevano fatta a portarle la dannata bistecca. Chiamò l’ascensore, e iniziò ad attenderla, picchiettando il piede destro fasciato nelle solite globe nere dai lacci viola, sul marmo lucido color perla. All’improvviso si rese conto che di fianco a lei si era materializzato un essere non ancora identificato, noto come Bill Kaulitz. Lei lo guardò stranita, mentre lui le mostro i suoi denti bianchissimi e leggermente storti, in un sorriso che in confronto Giuda era meno falso.
Lei lo guardò male e entrò nell’ascensore, che nel frattempo aveva spalancato le sue porte dorate, accompagnata da un fastidiosissimo dlin dlon. Bill la seguì, per poi premere il pulsante che portava all’ultimo piano.
Il ragazzo si schiarì la voce.
- Se vuoi puoi venire in camera mia, ti sistemo le unghie!!-
Lei si voltò verso di lui, con un’espressione allibita stampata sulla faccia. –C … Che??- Lui riformulò l’invito, questa volta con l’aggiunta di due fari al posto degli occhi. –Stai scherzando spero.-
-Niente affatto! Le tue mani fanno letteralmente schifo, ci vuole l’aiuto del sottoscritto, altrimenti ti andranno in cancrena e ti cadranno le dita per terra.-
Il frontman disse il tutto con le braccia conserte e il tipico tono da so-tutto-io che non le piaceva proprio per niente. –Ma tu sei matto-
In quell’istante l’ascensore si riaprì, lei fece per uscire ma il cantante la bloccò, afferrandole con una delicatezza quasi anormale l’avambraccio.-Non è il nostro piano …- le disse gentilmente. Effettivamente in pochi secondi si ritrovò schiacciata fra altre venti persone. Probabilmente prima di arrivare alle loro stanze sarebbe passata come minimo mezz’ora.
… E infatti, circa venti minuti dopo, finalmente, le porte si aprirono, portandoli al loro corridoio.
-Allora? Ci vieni o no da me?-
Lei non sapeva cosa dire, ma a salvarla comparve Gustav, che come al solito aveva fatto tutti i piani a piedi. –Ehilà voi due … che fate?-
-Ciao Guuusss! Io stavo invitand .... –
- .... stavo per tornarmene in camera mia, sono davvero stanca!- Il povero struzzo la guardò con le lacrime agli occhi. –Ma … ma … ma comee?- e scoppiò in un pianto disperato. Insomma, per un Kaulitz, un rifiuto equivale alla morte stessa.
Lei gli sorrise, sentendosi un pochino in colpa. –Facciamo un’altra volta, ok?- Bill tirò su col naso, prima di muggire e aggiungere un “Ok” che le ricordò molto suo cugino di due anni.
Il batterista, che aveva assistito a tutta la scena, non poté nascondere un piccolo risolino. Conosceva il vocalist come le sue tasche. Probabilmente quel suo pianto disperato era dovuto ad un rifiuto da parte di Apfel a farsi smaltare di nero con tanto di french rosa shokking. La patetica scenetta delle unghie era stata ripetuta milioni di volte dal suddetto giovane, solamente per ricevere ancora più attenzioni, per essere amato da ancora più gente e per mostrare a tutti la sua dote di estetista. Bill era fatto così, di primo impatto ti veniva voglia di lanciarlo giù da un ponte con tanto di palla di piombo attaccata ai piedi, appariva come una checca isterica e DECISAMENTE insopportabile. Cosa che effettivamente ERA, tuttavia sotto questo primo aspetto, si celava una persona dolcissima, forse la più dolce che lui avesse mai conosciuto in tutta la sua vita.
La ragazza sorrise a tutti e due, prima di salutarli con la mano e dirigersi verso la sua stanza, la 523. Situata fra quella dell’hobbit e del batterista.

… E già che parliamo di hobbit …
Georg era ancora nella sala da pranzo, continuava a parlare con Meredith, David e Tom. I tre erano rimasti là sotto a bersi un caffè. Fra poco sarebbero dovuti andare ad un programma di mtv, trl o qualche altra cagata simile.
-Tu vieni con noi?-
Disse il bassista, rivolto alla ragazza. –Certo!- Gli sorrise, Georg le piaceva. Di sicuro era diventato per lei un ottimo amico, senza di lui sicuramente non si sarebbe divertita così tanto, lui la faceva ridere! Era di sicuro quello con cui aveva legato di più fra i quattro, anche se trovava sia Tom, che Bill, che Gustav tanto simpatici.
-Beh, salgo un attimo in camera mia, ci vediamo alla reception fra un quarto d’ora, ok?- Tom e Georg annuirono.
Meredith corse verso l’ascensore e, una volta entrata, si fissò allo specchio. Le ballerine rosse erano perfette con quei nuovi jeans attillati che tanto le piacevano. Si sistemò la camicetta, anch’essa rossa, e cancellò un po’ di sbavatura da sotto quei suoi occhi blu.
Aveva trent’anni, ma ne dimostrava sicuramente di meno, soprattutto quando si vestiva come una quindicenne innocente e semplice. Ma a lei piaceva cosi. Poteva permetterselo.
Le porte si aprirono, stava per raggiungere la sua stanza quando si ricordò che Apfel stava nelle vicinanze, poteva andare a fare un salto da lei, le era simpatica quella ragazzina. Giovane e decisamente solitaria. Tutto ciò che lei avrebbe voluto essere …
Bussò alla porta di legno laccato bianco e, dopo almeno due minuti di attesa, si ritrovò davanti la cameraman con addosso un adorabile completino da notte formato da mutande nere più una magliettona extra-large, e con una mascherina blu scura sulla fronte, che probabilmente si era appena tirata su. Sorrise prima di augurarle un caloroso buongiorno.
-Alla buon ora! Principessa muoviti a vestirti che dobbiamo andare. Le hai le attrezzature?-
Apfel strabuzzò gli occhi. –ANDARE? Andare DOVE?-
Meredith sbuffò divertita e le ricordò che quel pomeriggio avrebbe dovuto iniziare a filmare un po’ il backstage del programma di mtv per creare un episodio della TokioHotelTV.
-Che cosa??? Ma perché quel deficiente di Jost non mi ha dato il programma??-
-Muoviti invece che perdere tempo, ho detto a Tom e a Georg che sarei scesa fra un quarto d’o … anzi, fra dieci minuti!-
Non chiuse nemmeno la porta della stanza, ma, semplicemente, si tolse la mascherina dalla fronte gettandola nei meandri della sua camera, tanto ormai fare ordine era impossibile e alquanto inutile.
Meredith entrò e si richiuse la porta alle spalle, dopo di che Apfel si sfilò anche la magliettona alla ricerca del suo reggiseno.
Non era una tipa particolarmente pudica, anzi … non aveva problemi a spogliarsi in pubblico. Quando era giovane, diciotto anni circa, aveva partecipato ad una manifestazione dove lei ed altri ragazzi erano andati in giro per strada interamente nudi.
Meredith si voltò dandole le spalle, imbarazzata vista tanta confidenza.
-Ehi … Me, hai visto un reggiseno nero?-
Lei lo trovò, sommerso sotto alcune riviste di fotografia e glielo lanciò tappandosi gli occhi. –Grazie!-
-… Figurati-
Si vestì semplicemente, visto il caldo decise di abbandonare i pantaloni lunghi verde militare ma, anzi, si infilò degli shorts del medesimo colore.
Una volta pronta si mise la borsa a tracolla, e caricò sulla spalla destra un’enorme videocamera.
Le due si affrettarono e scesero le scale a piedi, visto che l’ascensore sarebbe rimasta occupata come minimo altri venti minuti. Cazzo, erano in ritardo, in grande ritardo.
Arrivate al piano terra, con il fiatone, corsero verso la hall, trovandosi davanti tutta la troup e addirittura la band al completo. Diamine, se erano arrivate persino dopo Bill, significavano che erano in un ritardo pauroso!
-Alla buon ora ..!- Brontolò stizzito David.
-Ciao Melaaaaa!- Gridò invece la checca, al che lei lo fulminò con lo sguardo. Sentì Gustav ridere alle sue spalle, si voltò e lo vide alzare le mani. –Non stavo ridendo per te!- Lei gli sorrise poco convinta, prima di avviarsi insieme agli altri fuori dall’hotel dove, ad aspettarli insieme all’autista e ad un suv fantasmagorico, c’era anche una folla immensa di ragazzine urlanti.





Note dell’Autrice: Perdono, perdono, perdono. Lo so, sono in un grande ritardo, ma, abbiate pietà, sono in un periodo nero. E vi giuro che dire NERO non rende bene l’idea >_>
Spero di riuscire ad aggiornare più velocemente la prossima volta! Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento!
Un bacio a tutte e grazie per le recensioni, ricordate! Sono sempre beeen accette! (:
Il titolo del capitolo non c’entra nulla, ma è il titolo di una canzone degli Evanescence che io ADORO e che mi è servita come fonte d’ispirazione! Scaricatevela, è veramente bella!
Vi saluto!

G.

  
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