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Autore: Giuggia89    31/03/2008    1 recensioni
E’ una guerra. Non ci sono né vinti né vincitori. E’ solo una carneficina. Le vite in gioco sono tante: Auror e Mangiamorte costantemente a confronto. Ma i casi della vita sono molti: vecchi ricordi riaffiorano vecchie ferite si riaprono, altre non si chiudono. E, sullo sfondo della guerra, un Mangiamorte rapisce un Auror. Draco rapisce Harry. In fuga dal mondo, in fuga dalla guerra, saranno invece proprio loro che riusciranno a porvi una fine.
-“Sarà, ma non ti dispiaceva, un tempo, la mia compagnia…” Lo punzecchiò Harry, senza pensarci. Ma le parole gli morirono in gola, al ricordo. Draco si fermò di scatto, e il moro andò a sbattergli contro. “Forse un tempo non mi dispiaceva. Al momento però, ne farei particolarmente volentieri a meno.”-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Il trio protagonista, Mangiamorte, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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01- When The Sky Turns Into Grey

Faceva freddo. Molto freddo. Il gelo gli entrava nelle ossa ma non voleva, non poteva smettere di camminare.

Insonnia? Era quella la malattia di cui soffriva? Probabilmente così i medici l’avrebbero definita.

Lui preferiva chiamarla con il suo vero nome: sete di vendetta.

Tirò un calcio ad un sassolino che ingombrava il passaggio, e si strinse ancora più forte nell’impermeabile, evidentemente troppo leggero per quella nottata di fine ottobre.

Aveva fatto male i calcoli: faceva più freddo di quanto avesse pensato.

In quel momento sarebbe potuto essere disteso nel suo letto, nella stanza che condivideva con Harry e Blaise a Grimmauld Place, al calduccio, sotto le coperte, a sognare qualcosa che la mattina dopo non si sarebbe ricordato ma che sicuramente gli avrebbe lasciato una sensazione di benessere e felicità…

Ma che diavolo stava dicendo?! Erano mesi che, quando si addormentava, faceva di tutto fuorché sogni dolci e rilassanti.

Incubi. Di questo si trattava. Solamente incubi pieni di sangue e massacri.

E la stessa scena che si ripeteva centinaia di volte, la stessa scena che lo tormentava di giorno, ad ogni ora del giorno, di notte si insinuava anche nei suoi sogni, trasformandoli in incubi spaventosi che non gli permettevano di dormire.

...c’era Lui che compariva in mezzo alla folla.

Vivo di colore, spiccava accanto alle masse informi di corpi che si muovevano, totalmente sbiaditi e privi di importanza…e uccideva…uccideva i suoi genitori senza pietà…e i suoi fratelli…e non risparmiava nessuno.

Erano in guerra, chi non lo sapeva?! E lui, facendo parte di una squadra speciale di Auror, ne era ancora più consapevole.

Ma da quel giorno, tutto era cambiato…

Quanto tempo era passato? Non lo sapeva neanche più…

E anche la guerra, quand’è che era iniziata? Perché era iniziata? Perchè era convinto che non sarebbe mai finita?

Domande…senza risposta. Era inutile porsele. A cosa serviva se non a buttare ancora di più il morale a terra? No, no, non pensarci…

Facile a dirsi…

Scrollò la testa per scacciare via quegli orribili pensieri, e alzò lo sguardo sulla via che stava percorrendo da ormai dieci minuti, deserta.

Saranno state più o meno le tre e mezza di notte e si trovava in un quartiere residenziale babbano vicino alla stazione di King’s Cross.

O meglio: di quel poco che rimaneva della stazione di King’s Cross.

E del poco che rimaneva anche del quartiere residenziale, un tempo neanche tanto lontano uno fra i più rinomati quartieri della città, ridotto a un cumulo di macerie da un gruppo di Mangiamorte.

E tutto per colpa di quell’idiota di Rufus Scrimgeour, quell’incompetente senza cervello del loro attuale Ministro della Magia.

Mandare venti matricole senza nessuna esperienza in un covo di Mangiamorte…da pazzi!

Ovvio che quelli si sarebbero vendicati.

Scosse nuovamente la testa, non trattenendo una risata sommessa, tutto fuorché divertita.

Un rapido incedere di passi alle sue spalle.

Non ebbe il tempo di estrarre la bacchetta che gli furono addosso.

Due lo presero per le braccia, un altro gli sferrò un pugno in pancia, un terzo un calcio agli stinchi.

Colto alla sprovvista cadde sulle ginocchia, accasciandosi al suolo quando il sostegno dei due che lo immobilizzavano venne meno.

Con un braccio si strinse lo stomaco, e sollevò con fatica lo sguardo, cercando di capire cosa stesse accadendo.

C’erano quattro ragazzi che avranno avuto si e no la sua età, forse meno, espressioni strafottenti dipinte sui volti.

Quello che sembrava il capo lo fissava dall’alto in basso con sguardo arrogante.

Era un ragazzotto alto, sui vent’anni, robusto, e lo aveva dimostrato con il pungo che aveva gli aveva sferrato allo stomaco. Sembrava sicuro ma il suo sguardo color del mare tradiva ansia. Sicuramente non era un delinquente di professione.

Ma si sa, la guerra spesso trasforma molti in quello che non avrebbero mai pensato di dover diventare.

“Sembri messo bene mio caro…sgancia tutto quello che hai e ti prometto che ti lasceremo andare senza farti del male…!” Lo minacciò, puntandogli un coltello alla gola, dopo averlo afferrato per i capelli.

Del tutto inaspettatamente, Ron rise, lasciando interdetti tutti i ragazzi.

“Cosa cazzo hai da ridere, piccolo bastardo? Hai capito quello che ti ho detto?! Non costringermi a fare qualcosa che non vorrei fare.” Disse colui che si spacciava per il capo di quei quattro banditelli improvvisati, tirandogli nuovamente una ginocchiata dritta sul naso.

Sembrava un ragazzo di buona famiglia. Probabilmente un tempo abitava in una di quelle case ora ridotte in macerie con i suoi due genitori, magari qualche fratello o sorella, una domestica, e perché no, magari un cane, un gatto…

E, magari, aveva perso tutto a causa dei Mangiamorte…

…Mangiamorte…una parola di cui probabilmente non conosceva neppure il significato, ma che aveva ormai cominciato a temere: vittima di una guerra che non lo riguardava, che non riguardava il suo mondo.

Dopottutto, nelle guerre, le vite innocenti sono spesso quelle più facili da prendere come bersaglio.

Lui non aveva mai creduto una sola volta, in vent’anni di vita, che la vera ragione della guerra di Voldemort contro i babbani potesse essere veramente considerata tale. Tutti potevano dirgli che non era vero, che Voldemort era un pazzo omicida, razzista, che aveva fatto suo il malcontento delle classi nobili di tutti i tempi….ma lui non ci aveva mai creduto.

La vera ragione della guerra, secondo lui, andava cercata dentro l’uomo che bramava potere, seguaci, qualcuno da comandare…e le ragioni di quest’uomo andavano cercate dentro un bambino vissuto in un orfanotrofio, sempre alla ricerca di attenzioni, sempre alla ricerca di affetto, che aveva visto nelle proprie origini famigliari un qualcosa da cui poter trarre tutto questo, mettendosi a capo di una rivolta, mettendosi a capo di un movimento che aveva radici antiche…idee troppo remote per poter essere ancora valide…

Era vero, anche i babbani a loro modo in tempi antichi avevano tentato di ‘bruciare le streghe’. Ridicola come scusa!

Quante volte aveva sentito questa frase uscire dalle labbra convinte di Draco Malfoy, ai tempi della scuola? Con quella smorfia austera e decisa.

E tutte le volte rideva, chiedendogli quante ‘streghe’ i babbani erano veramente riusciti a uccidere in quel modo “Ma non li leggi i libri di storia, Malfoy?!” ridacchiava.

E Draco, offeso e imbronciato rispondeva che si, li leggeva e che forse, e diceva forse, era probabile che non fosse veramente morta nessuna strega vera e propria. Ma era il fatto che quei luridi esseri inferiori avessero anche solo pensato di poterli sfidare ad essere grave di per sé. Non avrebbero mai dovuto provarci, e nessuno di loro avrebbe mai pensato di abbassarsi a combatterli per sterminarli.

E, quando Ron provava solo a ribattere che non erano assolutamente esseri inferiori, allora era il turno di Malfoy di ridere. Era convinto che non ci fosse neanche da discutere: loro potevano con un solo gesto della mano ucciderne cinque insieme, e loro sarebbero dovuti essere almeno in dieci per avere speranze di uccidere uno di loro. Questo li rendeva inferiori “…e anche uno stupido Weasley incapace e ignorante, nonché un po’ ritardato come te fin qui ci dovrebbe arrivare!”

E a quella frase Ron scoppiava nuovamente a ridere, e lasciava cadere il discorso.

Ripensandoci a distanza di tempo, non poteva negare che Malfoy avesse ragione: se avesse voluto avrebbe potuto uccidere quei quattro ragazzi in un nanosecondo senza dar loro il tempo di battere ciglio.

Questo scatenò nuovamente la sua ilarità, e che gli costò nuovamente una ginocchiata in mezzo alle costole .

La cosa aveva del ridicolo. Perché stava li a prenderle allora?

Probabilmente per nessun motivo in particolare…semplicemente era tropo stanco, troppo arrabbiato, troppo…troppo stufo di tutto quello…di quella guerra inutile e senza motivo.

Perché lui combatteva?

Per vendicare la sua famiglia, i suoi fratelli, ok…ma questo valeva ora. Prima che loro venissero uccisi, perché aveva deciso di combattere?

…vallo a sapere cosa la sua testa bacata si era messa in testa di poter fare!

Il grande eroe? Ridicolo…quella era la parte di Harry!

Forse era quello intelligente che risolveva sempre le situazioni?!

Ridicolo pure quello. Non c’era neanche bisogno di dirlo, quella era la parte di Hermione. E lui chi era? Il povero sfigato che segue i due migliori amici e si trova invischiato in qualcosa di più grande di lui.

…e si ritrova a dover vedere i suoi genitori uccisi al matrimonio di suo fratello Bill…e uccisi anche Charlie….e Fred….e George…tutti…non era rimasto più nessuno.

A parte Ginny…lei era sopravissuta per una dannatissima e fottutissima influenza…che l’aveva costretta a restare a casa.

Per questo lei era accanto a lui, sempre, tutti i giorni, ora. Per questo, ogni volta che la vedeva andare in giro con la loro squadra, si mordeva la lingua, la ingoiava e la digeriva per evitare di prenderla in braccio e trascinarla a forza in una stanza, chiudercela dentro e buttare via la chiave.

Si, perché voleva salvare l’unica cosa che gli era rimasta, l’unica parte della sua famiglia che non se n’era andata quel giorno…si, perché l’unico altro componente della famiglia che non era morto fisicamente quel giorno era colui per cui continuava a lottare, era colui che voleva ad ogni costo uccidere, per vendicarsi.

E Ginny voleva la stessa identica cosa…ed era con questa scusa che l’aveva convinto…o meglio, costretto a permetterle di entrare a far parte anche lei del corpo speciale degli Auror. E lui, dopo mille discussioni, litigi, pianti, urla, aveva dovuto cedere. Ormai non era più una bambina…

E neanche lui; erano cresciuti, forse anche troppo presto. E avevano cominciato a lottare.

Lottare per una causa che non sembrava più così chiara…

Sconfiggere il Male? Ma chi era il Male? Tutti in quella guerra stavano uccidendo, chi più, chi meno.

Forse loro, che si presumeva fossero i buoni, non andavano in giro a distruggere interi quartieri residenziali abitati da ignari babbani innocenti. Ma facevano ben altro, come entrare nelle case di presunti seguaci del Signore Oscuro e uccidere tutti…uomini, donne, bambini, vecchi…persino cani, gatti e Elfi Domestici…qualsiasi tipo di creatura vivente. Tutti.

Quindi sicuramente non potevano considerarsi migliori…anzi…

Ma chi poteva dirlo? Ognuno combatteva per i propri ideali e per portare avanti la proprie convinzioni…o almeno questo sperava, perché altrimenti cosa stavano facendo?

Tutta quella situazione era ridicola…

“Frocetto, non so come cazzo fartelo capire! Smettila di ridacchiare e dammi tutto quello che hai, o finisce che con questo coltello di squarto la gola e la facciamo finita!” Era nervoso, si vedeva: la mano tremava e lo sguardo era spaventato, anche se cercava di nasconderlo con voce spavalda e maniere forti.

Ron alzò le mani, continuando a sorridere sotto i baffi.

Povero illuso. Cosa sperava di fare?

“…Calma, calma! Ti do tutto quello che vuoi!” Tenendo lo sguardo sfottente negli occhi azzurri del ragazzo di fronte a lui, Ron cominciò a frugare nelle tasche, facendo finta di cercare il portafoglio o simili. Estrasse invece la bacchetta e con tre mosse fece cadere a terra i quattro ragazzi e poi, con un ultimo tocco, li legò insieme come salami.

Allora cominciò a ridere forte. Sembrava veramente pazzo…lo ammetteva…in quel momento di testa ne aveva poca.

“…Non te l’ha mai detto la mamma che non dovresti prendertela con quelli più grandi di te?” Esclamò Ron, la cui risata si era spenta e ora fissava con sguardo serio e calmo gli occhi del ragazzo.

“Gradissimo figlio di puttana! Sei uno di loro! Sei un lurido bastardo, ecco cosa sei! Tu e tutti voi, tutta la vostra razza! Vigliacchi, ecco cosa siete! Facile parlare quando sventolando un affare di legno puoi mettere al muro quattro ragazzi! Facile…siete dei figli di puttana vigliacchi! Avete attaccato le nostre famiglie di notte, mentre dormivamo tutti…neanche il coraggio di attaccarci frontalmente avete!!!” Urlò il ragazzo, quasi in lacrime, contro Ron.

Era furioso. Qualcosa dentro di lui stava per scoppiare. Non doveva farlo…non doveva! Ma…ma…quel lurido figlio di puttana! Lo stava insultando senza neanche conoscere i fatti! Lo stava insultando senza neanche sapere chi era! Lui sarà anche stato un mago, questo glielo lasciava passare, ma lui con i Mangiamorte non aveva nulla a che fare!! Come volevasi dimostrare, la paura dei babbani verso i maghi si sarebbe sempre tramutata in odio e vendetta…E pensare che lui era uno di quelli che la notte dell’attacco era corso per primo sul posto, uccidendo tanti di quei Mangiamorte da aver perso il conto.

Era lui uno di quelli che aveva permesso a quei ragazzi di sopravvivere…o anche loro sarebbero già cadaveri mezzi decomposti sotterrati fra le macerie.

Non resistette……

“SECTUMSEMPRA!!!” Il petto del ragazzo si squarciò, facendo schizzare fuori un denso fiotto di sangue; parte di questo coprì gli amici del moro, ancora schiacciati contro il suo corpo ormai praticamente morto, a causa del forte impeto e desiderio che Ron aveva messo nel pronunciare l’incantesimo.

Parte invece schizzò proprio su di lui, su quel cappotto aperto, che aveva giudicato un po’ di tempo prima troppo leggero per la stagione. Rimase per un attimo impassibile.

Ma leggendo gli sguardi terrorizzati che aleggiavano sui visi dei ragazzi, pietrificati dalla paura, shockati…realizzò quello che aveva appena fatto: spalancò gli occhi, cadde in ginocchio.

Passò molto tempo prima che le urla atterrite dei ragazzi lo risvegliassero dallo stato di trance in cui era caduto.

In lontananza, tre ombre nere si avvicinavano, volteggiando nell’aria come senza peso.

E con loro si avvicinava anche il senso di oppressione, con loro si allontanava anche la luce della luna, delle stelle, dei pochi lampioni rimasti accesi.

Era probabile che i ragazzi avessero già avuto a che fare con i Dissennatori, per questo ne erano così spaventati. Con tutti i cadaveri che c’erano li intorno, quello probabilmente era stato per parecchio tempo il loro luogo dei divertimenti!

Ron decise che non doveva, non in quel momento, lasciarsi prendere dallo sconforto, ma più si avvicinavano, più era difficile tener fede alla decisione presa.

Immagini orribili si affollarono nella sua mente...cadaveri su cadaveri…dei suoi genitori, dei suoi fratelli…funerali…

E il cadavere del ragazzo li davanti che aveva appena ucciso, senza neanche sapere perché.

Era pazzo! Che i Dissennatori facessero pure quello che volevano di lui…non aveva assolutamente più voglia di vivere, non voleva più fare niente…

Ma una piccola luce si accese nella sua testa…un immagine di Ginny, sorridente…delle cene con tutta la famiglia la vigilia di Natale, i maglioni che sua madre faceva sempre per tutti loro, che ogni anno erano certi di trovare sotto l’albero. E poi vide Hermione…e Harry…e Blaise…e tutti i suoi amici…e sapeva che non poteva lasciarli.

Non poteva lasciare Hermione, che tanto si preoccupava per lui; non poteva lasciare Harry, che aveva già perso troppi amici e troppo persone care; non poteva lasciare Blaise, per cui era stato una giuda ma prima di tutto un amico.

E non poteva assolutamente lasciare Ginny.

E non poteva assolutamente morire lasciando vivere al posto suo quel lurido bastardo che aveva distrutto la sua felicità e la sua famiglia…non poteva…Percy Weasley non poteva sopravvivere dopo aver fatto quello che aveva fatto…

E Ron Weasley non aveva intenzione di lasciare che questo accadesse.

E con le immagini felici della famiglia riunita sotto l’albero di Natale, di Ginny che cammina per casa mostrando a tutti la nuova bambola che Percy le ha regalato, Ron si alzò in piedi ed evocò il più potente e rabbioso Patronus che qualsiasi mago ancora in vita avesse mai evocato, per poi svenire accanto al corpo del ragazzo che aveva, in un momento di debolezza, di pazzia, chiamiamola anche indecisione…un attimo in cui si era dimenticato tutto, si era dimenticato quello per cui lottava e per chi e con chi lottava…ucciso.

Un'altra vittima di quella guerra tanto ingiusta e insensata, quanto inevitabile.

**************

Buonasera. Vi presento la mia storia.

In realtà, vorrei che mi diceste qualcosa voi, non vorrei parlare io, visto che tengo molto a questo mio lavoro che ho cominciato parecchio tempo fa, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.

Però vi devo qualche chiarificazione, credo: in primis, la storia è ambientata, come avete potuto notare, in un futuro ipotetico, ovviamente non post-settimo libro…al massimo sesto, ma gli eventi dei libri non sono per forza essenziali.

La storia sarà principalmente una Draco/Harry…ho sempre trovato questa coppia molto stimolante perché credo abbiano un po’ quel carattere di amore/odio che è ciò che ci vuole in una bella storia d’amore tormentata! ^-^ Comunque al momento non vi rivelo nulla sulla trama, lo scoprirete solo se vorrete leggerla.

Non sono escluse scene di sesso più o meno esplicite, quindi…io ho avvisato tutti.

Infine…per ora non ho nient’altro da dire.

Solo un enorme ringraziamento a colei che per un lungo periodo mi ha aiutato a creare questa storia, la mia Beta-reader Ichigo! ^-^

Se leggerai, ti ringrazio tantissimo!

A presto

Giuggia

  
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