01-
When The Sky Turns Into Grey
Faceva freddo. Molto freddo. Il
gelo gli entrava nelle ossa ma non voleva, non poteva smettere di camminare.
Insonnia? Era quella la
malattia di cui soffriva? Probabilmente così i medici l’avrebbero
definita.
Lui preferiva chiamarla con il
suo vero nome: sete di vendetta.
Tirò un calcio ad un sassolino
che ingombrava il passaggio, e si strinse ancora più forte nell’impermeabile,
evidentemente troppo leggero per quella nottata di fine ottobre.
Aveva fatto male i calcoli:
faceva più freddo di quanto avesse pensato.
In quel momento sarebbe potuto
essere disteso nel suo letto, nella stanza che condivideva con Harry e Blaise a
Grimmauld Place, al calduccio, sotto le coperte, a sognare qualcosa che la
mattina dopo non si sarebbe ricordato ma che sicuramente gli avrebbe lasciato
una sensazione di benessere e felicità…
…
Ma che diavolo stava dicendo?!
Erano mesi che, quando si addormentava, faceva di tutto fuorché sogni dolci e
rilassanti.
Incubi. Di questo si trattava.
Solamente incubi pieni di sangue e massacri.
E la stessa scena che si
ripeteva centinaia di volte, la stessa scena che lo tormentava di giorno, ad
ogni ora del giorno, di notte si insinuava anche nei suoi sogni, trasformandoli
in incubi spaventosi che non gli permettevano di
dormire.
...c’era Lui che compariva in
mezzo alla folla.
Vivo di colore, spiccava accanto alle masse informi di corpi che
si muovevano, totalmente sbiaditi e privi di importanza…e uccideva…uccideva i
suoi genitori senza pietà…e i suoi fratelli…e non risparmiava
nessuno.
…
Erano in guerra, chi non lo
sapeva?! E lui, facendo parte di una squadra speciale di Auror, ne era ancora
più consapevole.
Ma da quel giorno, tutto era
cambiato…
Quanto tempo era passato? Non
lo sapeva neanche più…
E anche la guerra, quand’è che
era iniziata? Perché era iniziata? Perchè era convinto che non sarebbe mai
finita?
Domande…senza risposta. Era
inutile porsele. A cosa serviva se non a buttare ancora di più il morale a
terra? No, no, non pensarci…
…
Facile a
dirsi…
…
Scrollò la testa per scacciare
via quegli orribili pensieri, e alzò lo sguardo sulla via che stava percorrendo
da ormai dieci minuti, deserta.
Saranno state più o meno le tre
e mezza di notte e si trovava in un quartiere residenziale babbano vicino alla
stazione di King’s Cross.
O meglio: di quel poco che
rimaneva della stazione di King’s Cross.
E del poco che rimaneva anche
del quartiere residenziale, un tempo neanche tanto lontano uno fra i più
rinomati quartieri della città, ridotto a un cumulo di macerie da un gruppo di
Mangiamorte.
E tutto per colpa di
quell’idiota di Rufus Scrimgeour, quell’incompetente senza cervello del loro
attuale Ministro della Magia.
Mandare venti matricole senza
nessuna esperienza in un covo di Mangiamorte…da
pazzi!
Ovvio che quelli si sarebbero
vendicati.
Scosse nuovamente la testa, non
trattenendo una risata sommessa, tutto fuorché divertita.
…
Un rapido incedere di passi
alle sue spalle.
Non ebbe il tempo di estrarre
la bacchetta che gli furono addosso.
Due lo presero per le braccia,
un altro gli sferrò un pugno in pancia, un terzo un calcio agli
stinchi.
Colto alla sprovvista cadde
sulle ginocchia, accasciandosi al suolo quando il sostegno dei due che lo
immobilizzavano venne meno.
Con un braccio si strinse lo
stomaco, e sollevò con fatica lo sguardo, cercando di capire cosa stesse
accadendo.
C’erano quattro ragazzi che
avranno avuto si e no la sua età, forse meno, espressioni strafottenti dipinte
sui volti.
Quello che sembrava il capo lo
fissava dall’alto in basso con sguardo arrogante.
Era un ragazzotto alto, sui
vent’anni, robusto, e lo aveva dimostrato con il pungo che aveva gli aveva
sferrato allo stomaco. Sembrava sicuro ma il suo sguardo color del mare tradiva
ansia. Sicuramente non era un delinquente di professione.
Ma si sa, la guerra spesso
trasforma molti in quello che non avrebbero mai pensato di dover
diventare.
“Sembri messo bene mio
caro…sgancia tutto quello che hai e ti prometto che ti lasceremo andare senza
farti del male…!” Lo minacciò, puntandogli un coltello alla gola, dopo averlo
afferrato per i capelli.
Del tutto inaspettatamente, Ron
rise, lasciando interdetti tutti i
ragazzi.
“Cosa cazzo hai da ridere,
piccolo bastardo? Hai capito quello che ti ho detto?! Non costringermi a fare
qualcosa che non vorrei fare.” Disse colui che si spacciava per il capo di quei
quattro banditelli improvvisati, tirandogli nuovamente una ginocchiata dritta
sul naso.
Sembrava un ragazzo di buona
famiglia. Probabilmente un tempo abitava in una di quelle case ora ridotte in
macerie con i suoi due genitori, magari qualche fratello o sorella, una
domestica, e perché no, magari un cane, un gatto…
E, magari, aveva perso tutto a
causa dei Mangiamorte…
…Mangiamorte…una parola di cui
probabilmente non conosceva neppure il significato, ma che aveva ormai
cominciato a temere: vittima di una guerra che non lo riguardava, che non
riguardava il suo mondo.
Dopottutto, nelle guerre, le
vite innocenti sono spesso quelle più facili da prendere come bersaglio.
…
Lui non aveva mai creduto una
sola volta, in vent’anni di vita, che la vera ragione della guerra di Voldemort
contro i babbani potesse essere veramente considerata tale. Tutti potevano dirgli che non era vero,
che Voldemort era un pazzo omicida, razzista, che aveva fatto suo il malcontento
delle classi nobili di tutti i tempi….ma lui non ci aveva mai
creduto.
La vera ragione della guerra,
secondo lui, andava cercata dentro l’uomo che bramava potere, seguaci, qualcuno
da comandare…e le ragioni di quest’uomo andavano cercate dentro un bambino
vissuto in un orfanotrofio, sempre alla ricerca di attenzioni, sempre alla
ricerca di affetto, che aveva visto nelle proprie origini famigliari un qualcosa
da cui poter trarre tutto questo, mettendosi a capo di una rivolta, mettendosi a
capo di un movimento che aveva radici antiche…idee troppo remote per poter
essere ancora valide…
Era vero, anche i babbani a
loro modo in tempi antichi avevano tentato di ‘bruciare le streghe’. Ridicola
come scusa!
Quante volte aveva sentito
questa frase uscire dalle labbra convinte di Draco Malfoy, ai tempi della
scuola? Con quella smorfia austera e decisa.
E tutte le volte rideva,
chiedendogli quante ‘streghe’ i babbani erano veramente riusciti a uccidere in
quel modo “Ma non li leggi i libri di storia, Malfoy?!”
ridacchiava.
E Draco, offeso e imbronciato
rispondeva che si, li leggeva e che forse, e diceva forse, era probabile che non
fosse veramente morta nessuna strega vera e propria. Ma era il fatto che quei
luridi esseri inferiori avessero anche solo pensato di poterli sfidare ad essere
grave di per sé. Non avrebbero mai dovuto provarci, e nessuno di loro avrebbe
mai pensato di abbassarsi a combatterli per
sterminarli.
E, quando Ron provava solo a
ribattere che non erano assolutamente esseri inferiori, allora era il turno di
Malfoy di ridere. Era convinto che non ci fosse neanche da discutere: loro
potevano con un solo gesto della mano ucciderne cinque insieme, e loro sarebbero
dovuti essere almeno in dieci per avere speranze di uccidere uno di loro. Questo
li rendeva inferiori “…e anche uno stupido Weasley incapace e ignorante, nonché
un po’ ritardato come te fin qui ci dovrebbe arrivare!”
E a quella frase Ron scoppiava
nuovamente a ridere, e lasciava cadere il discorso.
Ripensandoci a distanza di
tempo, non poteva negare che Malfoy avesse ragione: se avesse voluto avrebbe
potuto uccidere quei quattro ragazzi in un nanosecondo senza dar loro il tempo
di battere ciglio.
Questo scatenò nuovamente la
sua ilarità, e che gli costò nuovamente una
ginocchiata in mezzo alle costole .
La cosa aveva del ridicolo.
Perché stava li a prenderle allora?
Probabilmente per nessun motivo
in particolare…semplicemente era tropo stanco, troppo arrabbiato, troppo…troppo
stufo di tutto quello…di quella guerra inutile e senza
motivo.
Perché lui combatteva?
Per vendicare la sua famiglia,
i suoi fratelli, ok…ma questo valeva ora. Prima che loro venissero uccisi,
perché aveva deciso di combattere?
…vallo a sapere cosa la sua
testa bacata si era messa in testa di poter fare!
Il grande eroe? Ridicolo…quella
era la parte di Harry!
Forse era quello intelligente
che risolveva sempre le situazioni?!
Ridicolo pure quello. Non c’era
neanche bisogno di dirlo, quella era la parte di Hermione. E lui chi era? Il
povero sfigato che segue i due migliori amici e si trova invischiato in qualcosa
di più grande di lui.
…e si ritrova a dover vedere i
suoi genitori uccisi al matrimonio di suo fratello Bill…e uccisi anche
Charlie….e Fred….e George…tutti…non era rimasto più nessuno.
A parte Ginny…lei era
sopravissuta per una dannatissima e fottutissima influenza…che l’aveva costretta
a restare a casa.
Per questo lei era accanto a
lui, sempre, tutti i giorni, ora. Per questo, ogni volta che la vedeva andare in
giro con la loro squadra, si mordeva la lingua, la ingoiava e la digeriva per
evitare di prenderla in braccio e trascinarla a forza in una stanza, chiudercela
dentro e buttare via la chiave.
Si, perché voleva salvare
l’unica cosa che gli era rimasta, l’unica parte della sua famiglia che non se
n’era andata quel giorno…si, perché l’unico altro componente della famiglia che
non era morto fisicamente quel giorno era colui per cui continuava a lottare,
era colui che voleva ad ogni costo uccidere, per
vendicarsi.
E Ginny voleva la stessa
identica cosa…ed era con questa scusa che l’aveva convinto…o meglio, costretto a
permetterle di entrare a far parte anche lei del corpo speciale degli Auror. E
lui, dopo mille discussioni, litigi, pianti, urla, aveva dovuto cedere. Ormai
non era più una bambina…
E neanche lui; erano cresciuti,
forse anche troppo presto. E avevano cominciato a
lottare.
Lottare per una causa che non
sembrava più così chiara…
Sconfiggere il Male? Ma chi era
il Male? Tutti in quella guerra stavano uccidendo, chi più, chi
meno.
Forse loro, che si presumeva
fossero i buoni, non andavano in giro a distruggere interi quartieri
residenziali abitati da ignari babbani innocenti. Ma facevano ben altro, come
entrare nelle case di presunti seguaci del Signore Oscuro e uccidere
tutti…uomini, donne, bambini, vecchi…persino cani, gatti e Elfi
Domestici…qualsiasi tipo di creatura vivente.
Tutti.
Quindi sicuramente non potevano
considerarsi migliori…anzi…
Ma chi poteva dirlo? Ognuno
combatteva per i propri ideali e per portare avanti la proprie convinzioni…o
almeno questo sperava, perché altrimenti cosa stavano
facendo?
…
Tutta quella situazione era
ridicola…
“Frocetto, non so come cazzo
fartelo capire! Smettila di ridacchiare e dammi tutto quello che hai, o finisce
che con questo coltello di squarto la gola e la facciamo finita!” Era nervoso,
si vedeva: la mano tremava e lo sguardo era spaventato, anche se cercava di
nasconderlo con voce spavalda e maniere forti.
Ron alzò le mani, continuando a
sorridere sotto i baffi.
Povero illuso. Cosa sperava di
fare?
“…Calma, calma! Ti do tutto
quello che vuoi!” Tenendo lo sguardo sfottente negli occhi azzurri del ragazzo
di fronte a lui, Ron cominciò a frugare nelle tasche, facendo finta di cercare
il portafoglio o simili. Estrasse invece la bacchetta e con tre mosse fece
cadere a terra i quattro ragazzi e poi, con un ultimo tocco, li legò insieme
come salami.
Allora cominciò a ridere forte.
Sembrava veramente pazzo…lo ammetteva…in quel momento di testa ne aveva
poca.
“…Non te l’ha mai detto la
mamma che non dovresti prendertela con quelli più grandi di te?” Esclamò Ron, la
cui risata si era spenta e ora fissava con sguardo serio e calmo gli occhi del
ragazzo.
“Gradissimo figlio di puttana!
Sei uno di loro! Sei un lurido bastardo, ecco cosa sei! Tu e tutti voi, tutta la
vostra razza! Vigliacchi, ecco cosa siete! Facile parlare quando sventolando un
affare di legno puoi mettere al muro quattro ragazzi! Facile…siete dei figli di
puttana vigliacchi! Avete attaccato le nostre famiglie di notte, mentre
dormivamo tutti…neanche il coraggio di attaccarci frontalmente avete!!!” Urlò il
ragazzo, quasi in lacrime, contro Ron.
Era furioso. Qualcosa dentro di
lui stava per scoppiare. Non doveva farlo…non doveva! Ma…ma…quel lurido figlio
di puttana! Lo stava insultando senza neanche conoscere i fatti! Lo stava
insultando senza neanche sapere chi era! Lui sarà anche stato un mago, questo
glielo lasciava passare, ma lui con i Mangiamorte non aveva nulla a che fare!!
Come volevasi dimostrare, la paura dei babbani verso i maghi si sarebbe sempre
tramutata in odio e vendetta…E pensare che lui era uno di quelli che la notte
dell’attacco era corso per primo sul posto, uccidendo tanti di quei Mangiamorte
da aver perso il conto.
Era lui uno di quelli che aveva
permesso a quei ragazzi di sopravvivere…o anche loro sarebbero già cadaveri
mezzi decomposti sotterrati fra le macerie.
Non
resistette……
“SECTUMSEMPRA!!!” Il petto del
ragazzo si squarciò, facendo schizzare fuori un denso fiotto di sangue; parte di
questo coprì gli amici del moro, ancora schiacciati contro il suo corpo ormai
praticamente morto, a causa del forte impeto e desiderio che Ron aveva messo nel
pronunciare l’incantesimo.
Parte invece schizzò proprio su
di lui, su quel cappotto aperto, che aveva giudicato un po’ di tempo prima
troppo leggero per la stagione. Rimase per un attimo impassibile.
Ma leggendo gli sguardi
terrorizzati che aleggiavano sui visi dei ragazzi, pietrificati dalla paura,
shockati…realizzò quello che aveva appena fatto: spalancò gli occhi, cadde in
ginocchio.
Passò molto tempo prima che le
urla atterrite dei ragazzi lo risvegliassero dallo stato di trance in cui era
caduto.
In lontananza, tre ombre nere
si avvicinavano, volteggiando nell’aria come senza
peso.
E con loro si avvicinava anche
il senso di oppressione, con loro si allontanava anche la luce della luna, delle
stelle, dei pochi lampioni rimasti accesi.
Era probabile che i ragazzi
avessero già avuto a che fare con i Dissennatori, per questo ne erano così
spaventati. Con tutti i cadaveri che c’erano li intorno, quello probabilmente
era stato per parecchio tempo il loro luogo dei
divertimenti!
Ron decise che non doveva, non
in quel momento, lasciarsi prendere dallo sconforto, ma più si avvicinavano, più
era difficile tener fede alla decisione presa.
Immagini orribili si
affollarono nella sua mente...cadaveri su cadaveri…dei suoi genitori, dei suoi
fratelli…funerali…
E il cadavere del ragazzo li
davanti che aveva appena ucciso, senza neanche sapere
perché.
Era pazzo! Che i Dissennatori
facessero pure quello che volevano di lui…non aveva assolutamente più voglia di
vivere, non voleva più fare niente…
…
Ma una piccola luce si accese
nella sua testa…un immagine di Ginny, sorridente…delle cene con tutta la
famiglia la vigilia di Natale, i maglioni che sua madre faceva sempre per tutti
loro, che ogni anno erano certi di trovare sotto l’albero. E poi vide Hermione…e
Harry…e Blaise…e tutti i suoi amici…e sapeva che non poteva
lasciarli.
Non poteva lasciare Hermione,
che tanto si preoccupava per lui; non poteva lasciare Harry, che aveva già perso
troppi amici e troppo persone care; non poteva lasciare Blaise, per cui era
stato una giuda ma prima di tutto un amico.
E non poteva assolutamente
lasciare Ginny.
E non poteva assolutamente
morire lasciando vivere al posto suo quel lurido bastardo che aveva distrutto la
sua felicità e la sua famiglia…non poteva…Percy Weasley non poteva sopravvivere
dopo aver fatto quello che aveva fatto…
E Ron Weasley non aveva
intenzione di lasciare che questo accadesse.
E con le immagini felici della
famiglia riunita sotto l’albero di Natale, di Ginny che cammina per casa
mostrando a tutti la nuova bambola che Percy le ha regalato, Ron si alzò in
piedi ed evocò il più potente e rabbioso Patronus che qualsiasi mago ancora in
vita avesse mai evocato, per poi svenire accanto al corpo del ragazzo che aveva,
in un momento di debolezza, di pazzia, chiamiamola anche indecisione…un attimo
in cui si era dimenticato tutto, si era dimenticato quello per cui lottava e per
chi e con chi lottava…ucciso.
Un'altra vittima di quella
guerra tanto ingiusta e insensata, quanto
inevitabile.
**************
Buonasera. Vi presento la mia
storia.
In realtà, vorrei che mi
diceste qualcosa voi, non vorrei parlare io, visto che tengo molto a questo mio
lavoro che ho cominciato parecchio tempo fa, e mi farebbe piacere sapere cosa ne
pensate.
Però vi devo qualche
chiarificazione, credo: in primis, la storia è ambientata, come avete potuto
notare, in un futuro ipotetico, ovviamente non post-settimo libro…al massimo
sesto, ma gli eventi dei libri non sono per forza essenziali.
La storia sarà principalmente
una Draco/Harry…ho sempre trovato questa coppia molto stimolante perché credo
abbiano un po’ quel carattere di amore/odio che è ciò che ci vuole in una bella
storia d’amore tormentata! ^-^ Comunque al momento non vi rivelo nulla sulla
trama, lo scoprirete solo se vorrete leggerla.
Non sono escluse scene di sesso
più o meno esplicite, quindi…io ho avvisato tutti.
Infine…per ora non ho
nient’altro da dire.
Solo un enorme ringraziamento a
colei che per un lungo periodo mi ha aiutato a creare questa storia, la mia
Beta-reader Ichigo! ^-^
Se leggerai, ti ringrazio
tantissimo!
A
presto
Giuggia