Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: TheBlackWolf97    04/10/2013    2 recensioni
Dal testo:
(...) Shari sorrise. - Ci rincontreremo quando saremo diventati dei pirati di tutto rispetto, va bene?
Gli occhi di Rufy brillarono a quella prospettiva e il ragazzino annuì con vigore. Poi, veloce come era arrivato, si voltò e sparì inghiottito dalla vegetazione, fischiettando. Shari lo guardò allontanarsi e lo ringraziò mentalmente per l’opportunità che le aveva dato e, soprattutto, per aver capito. Sei grande, Rufy (...)
E se Ace e Rufy avessero avuto una sorella minore? E se anche lei, insieme ad Ace, fosse diventata una figlia di Barbabianca? E se avesse un dono raro e speciale, capace di cambiare le sorti di una guerra? Spero di avervi incuriositi! Ps: prima ff su One Piece, fatemi sapere che cosa ne pensate!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole era ormai calato dietro la linea del mare quando, dall’alto della sua postazione, Satch informò i suoi compagni che un grosso uccello nero stava volando dalla costa verso la nave. Ace tirò mentalmente un sospiro di sollievo.
- Ehi, ragazzi, Shari non è sola! C’è qualcuno con lei! - aggiunse la vedetta, la voce impercettibilmente increspata dalla preoccupazione. Gli altri pirati, Ace per primo, fecero ruotare lo sguardo fino a scorgere un albatro che avanzava verso di loro, librandosi a pochi metri dal mare, e tenendo nel grosso becco una cima collegata ad una piccola barca. Non riuscivano a vedere chi o che cosa ci fosse nell’imbarcazione, eppure le mani di alcuni pirati si posarono sulle impugnature delle spade o sui manici delle pistole, in un riflesso reso tale dall’abitudine e dalla diffidenza che avevano acquisito dopo tanti anni in mare. Quando il grande uccello fu abbastanza vicino alla Moby Dick Ace si sporse oltre il parapetto per dare un’occhiata. Nella barca, avvolto da una coperta, c’era un uomo dai capelli castani, sulla cinquantina, il viso rilassato come se dormendo stesse facendo un bel sogno. L’albatro planò sul ponte della nave e mutò, quindi Shari esclamò: - Presto, bisogna portarlo dentro! È ferito!
Quelle parole furono sufficienti per far smuovere i pirati, che obbedirono in fretta. Il ferito venne portato sottocoperta, nella piccola infermeria della nave, e lì il dottore si armò di tutti i suoi strumenti e iniziò a visitarlo. Shari avrebbe voluto rimanere con lui, ma il medico la cacciò bruscamente dalla stanza. - Ci manca solo una mocciosa che mi intralci. Starà benissimo, ma lasciami lavorare in pace.
Sconsolata, Shari tornò sul pontile della nave, dove Ace, Marco e Barbabianca la interrogarono a proposito dell’identità di quell’uomo. La ragazzina abbassò gli occhi, guardandosi le scarpe.
- Io… io non ne sono sicura. Appena l’ho visto, ho come avuto la sensazione di conoscerlo e credo si chiami Roy. Ma non so dirvi nient’altro - Ace studiava il volto della sorella minore per cercare di decifrare le sue emozioni. Sapeva che doveva essere frustrante per lei non poter domandare quell’uomo, chiunque egli fosse, sul suo passato. Tra l’altro da quanto aveva potuto vedere la ferita alla spalla era molto brutta e c’era il rischio, anche se questo pensiero Ace lo tenne per se, che Roy non ce la facesse. Tuttavia l’espressione di Shari era imperturbabile.
Marco chiese: - E il tizio che gli ha sparato?
- Non lo conosco. Quando me ne sono andata era ancora svenuto. Credo che si risveglierà con un gran mal di testa.
Barbabianca alzò un sopracciglio, lanciando un’occhiata alla costa lontana della Linea Rossa. - Non c’è il rischio che possa seguirci?
Shari scosse la testa. - Non ho visto altre barche sulla spiaggia a parte quella con cui ho trasportato Roy. Probabilmente era la sua.
Passarono i minuti, e i pirati della Moby Dick aspettavano in trepidante agitazione che il dottore uscisse dall’infermeria. Anche se alcuni di loro cercavano di non darlo a vedere, l’avventura in cui li stava trascinando la sorellina di Ace aveva coinvolto non solo la loro mente, ma anche il loro cuore, e adesso tutti aspettavano con ansia di sentire la storia che quell’uomo misterioso aveva da raccontare.
Ci vollero due ore abbondanti perché il medico di bordo facesse sapere i risultati della sua visita ai compagni. - Ho estratto il proiettile, ma è ancora privo di conoscenza. Entro domani, comunque, starà benissimo e potrà rispondere a tutte le nostre domande - annunciò con un sorriso orgoglioso. Shari sembrò delusa e aprì la bocca per ribattere, ma poi ci ripensò e balbettò un grazie. Due giorno. Ancora due giorni e saprò la verità.
In fondo, aveva aspettato tanto. Che cosa le costava aspettare altri due giorni? E poi, si consolò, adesso ho la certezza che i miei dubbi verranno chiariti. Inoltre, si era resa conto che sulla nave c’era sempre qualcuno che aveva bisogno del suo aiuto, pertanto il tempo sarebbe sicuramente passato in fretta. Guardò Ace e il ragazzo le fece un sorriso. La stessa cosa fecero Marco, Satch e gli altri pirati, e perfino nello sguardo di Barbabianca a Shari sembrò di scorgere una scintilla di comprensione.
 

 
La Moby Dick costeggiava la Linea Rossa da una certa distanza, che le permetteva di avere una buona visuale generale della terra e allo stesso tempo gli avrebbe favoriti in caso di attacco da parte di navi nemiche. La mattina dopo lo sbarco di Shari, la ragazzina si svegliò prima dell’alba, non riuscendo a dormire per un sogno che l’aveva tormentata nelle ultime ore. Era lo stesso, breve e intenso, che Shari aveva visto quando i suoi occhi si erano posati sul volto di Roy. Shari si rivedeva da bambina mentre camminava con passo malfermo incontro a tre persone. Erano due uomini e una donna, e lei tendeva le manine verso di loro come se volesse essere presa in braccio.
Uno dei due uomini era Roy, mentre l’altro Shari era sicura di non conoscerlo. O almeno, di non ricordarlo. Aveva i capelli neri e lisci che incorniciavano un viso ben delineato, dalle forme asciutte e precise, e gli occhi scuri. Stava in piedi accanto alla donna e le circondava le spalle con un braccio, mentre Roy era al suo fianco e sorrideva a Shari. Per quanto riguardava la donna, Shari era confusa. Qualcosa, una voce interiore profonda e solenne, le gridava che la conosceva, che nella sua mente era ancora depositato il suo nome, ma la ragazzina non riusciva proprio a identificarlo. Nel suo sogno, la sconosciuta aveva i capelli rossi raccolti in una treccia e gli occhi verdi esprimevano un grande amore. Chi sei? Dammi un indizio, ti prego!
Ad ogni modo, quando Shari si svegliò, si ritrovò nella cabina buia di Ace, sdraiata sul pavimento e protetta dalla spessa pelliccia del lupo. L’animale sollevò il muso e osservò il ragazzo addormentato di fronte a lui, il cui sonno non era disturbato, come il suo, da sogni che non gli permettevano di dormire. Alzandosi lentamente, Shari notò che dall’oblò della cabina non filtrava nessuna luce e ne dedusse che anche il sole era ancora addormentato. Decise che una boccata d’aria fredda le avrebbe fatto bene, così mutò forma e afferrò la maniglia della porta, tirandola a se il più delicatamente possibile per non fare rumore. Quella si mosse, ubbidiente e silenziosa, e Shari si lasciò scivolare fuori dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle. Una volta arrivata sul ponte della Moby Dick, la ragazzina alzò il viso e chiuse gli occhi, assaporando il senso di pace e solitudine che le trasmetteva quel cielo scuro e puntellato di stelle. Le vennero in mente le sere degli anni passati, così lontane, quando lei Ace e Rufy si nascondevano sotto un lenzuolo, al buio, e iniziavano a raccontare i rispetti sogni per il futuro. In quelle occasioni, lei non sapeva mai che cosa dire. Guardava negli occhi i suoi due fratelli e la domanda che si poneva era sempre la stessa: che cosa dovrei volere di più?
- Shari.
La voce la fece trasalire e Shari si voltò di scatto. Era talmente assorta dai suoi pensieri che non si era nemmeno accorta che Roy era uscito sul pontile della nave e le si era avvicinato, rimanendo alle sue spalle. La sorpresa lasciò presto spazio alla preoccupazione. - Che cosa fai in piedi? Il dottore ha detto che devi riposare - lo ammonì, osservando il braccio fasciato dell’uomo. Lui, però, sembrava troppo occupato a squadrarla per stare a sentire le sue prediche. Quando ebbe finito il suo esame, le regalò un ampio sorriso. - Sei cresciuta splendidamente, bambina mia, lo sai? I tuoi genitori sarebbero molto orgogliosi.
Shari deglutì più rumorosamente di quanto intendesse. Quello era il momento che aspettava da tanti, troppi anni. Il cuore le martellava nel petto e i suoi rimbombi impazziti minacciavano di esploderle nelle orecchie. Dovette appoggiarsi alla balaustra della nave per impedirsi di cadere.
- Chi sei tu? Perché so il tuo nome? E come fai a conoscere i miei genitori?
Il tempo sembrò cristallizzarsi intorno a quella domanda mentre la ragazzina attendeva la risposta tanto agognata. Come se anche lo scorrere del tempo dipendesse da quelle parole.
Roy sorrise. - Semplice. Perché io sono tuo zio, Shari.
 
Angolo autrice:
Saaalve gente! Dunque dunque dunque, ecco il nuovo capitolo! Che dire, i pezzi del puzzle cominciano ad andare tutti al posto giusto! Spero che anche questo capitolo piaccia e vi auguro buona lettura!
TheBlackWolf97  
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: TheBlackWolf97