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Autore: Domithilda    04/10/2013    2 recensioni
[GrayxJuvia]
"Gray non ragionava più lucidamente avrebbe voluto uscire dalla gilda e dare il via alle ricerche urlando per tutta la città quello che era successo voleva correre via, voleva assimilare tutte le gocce della pioggia..della lluvia....della sua Lluvia"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lyon o Gray?

La pioggia aveva ricominciato a scrosciare intorno a lui, formando un piccolo universo parallelo, colmo di struggente disperazione.

Era immobile, al centro della piccola radura. Incapace di proseguire, nello stesso punto in cui lei lo aveva lasciato.

Le lacrime avevano smesso di scendere da tanto. Non sapeva quanto esattamente, poteva essere passata qualche ora come qualche minuto. Ma per lui il tempo era fermo alle parole della ragazza che lo aveva distrutto.

Finalmente ho capito che cosa provo per te. Odio. Odio e basta. Solo questo. Addio.”

Continuavano a rimbombargli nella mente. Lo avevano accompagnato per tutto il pianto, cullandolo, come fossero una dolce melodia che si insinua tra le crepe del cuore, trafiggendolo piano.

Ora gli occhi gli bruciavano, erano immersi nel buio più totale, riflettevano il vuoto, freddo, umido, viscido.

La gola urlava ancora, ma nessuno poteva udirla perché si trattava di un grido muto, carico di immensa tristezza.

Si rimise in piedi barcollando, poi, con passi lenti e tremolanti, si avviò per la gilda.

 

Aveva perso la cognizione del tempo completamente. Era arrivato alla gilda senza rendersene conto. Guardò con aria stanca il portone, con fatica allungò la mano sulla maniglia ma si bloccò a metà. E se Lluvia fosse stata lì davanti? Non sarebbe riuscito a reggerlo. Non finì la frase che il portone si aprì di scatto, e gli si parò davanti proprio la persona che voleva evitare.

 

-Spostati. Mi sei d'intralcio.- una stretta al cuore lo colpì, le lacrime pulsarono ai lati degli occhi, abbassò la testa e la lasciò passare, subito dietro c'era colui che aveva messo in moto tutto. Forse se lo avesse fermato prima, tutto questo non sarebbe successo.

I due si allontanarono a passo svelto, sotto l'ombrello di lei; li osservò finché non scomparvero nella nebbia trafitta dalla pioggia.

 

-Gray!- una voce femminile lo distolse dai suoi pensieri. Si voltò di scatto: era Lucy. Senza poterle controllare, altre lacrime scivolarono lungo il suo viso. Arrossì di colpo e distolse lo sguardo. Pensava di averle finite, eppure non era così.

 

-Gray....-

 

Portò i suoi occhi in quello apprensivi di lei, si girò per andarsene, ma una mano posta sulla sua spalla lo fermò.

 

-Piove a dirotto. Vieni dentro, ci racconterai tutto con calma.-

 

-preferirei di no. Grazie.-

 

Detto ciò, fece per andarsene, ma non riuscì a fare un passo che qualcuno lo trascinò dentro.

 

-ehi, ma che...-

 

Si ritrovò nel familiare caos che lo aveva accompagnato per tutta la vita, a trascinarlo dentro era stato Natsu con quel suo sorriso ebete stampato su quella faccia da idiota, accompagnata dalla risata cristallina di Lucy e lo sguardo fiero di Erza. Il nodo che gli aveva impedito di respirare nelle ultime ore, si allentò un po. Un sorriso sincero gli sfuggì e pacche amichevoli gli tormentarono la spalla.

 

-stai tranquillo! Prima o poi passa!- rassicuravano gentili.

 

-Ragazzi...non sto male. Va tutto bene, piuttosto mi raccontate che cosa è successo mentre non c'ero?-

Per tutta risposta gli offrirono da bere.

 

-Adesso non ci pensare. Oggi ci divertiamo!- urlò Elfman con fare scherzoso; i suo amici lo volevano aiutare e lui lo sapeva, così prese il boccale e mando giù un sorso, il liquido caldo gli corse per la gola, invadendogli lo stomaco. Un colorito porpora si impossessò delle sue gote, si sentì meglio, bevve tutto, fino all'ultima goccia, la testa era leggera, il cuore non aveva più preoccupazioni, del nodo alla gola non vi era più traccia, ora si sentiva bene. Si fece riempire ancora il bicchiere, Mira, sul palco, intonò le prime note di una movimentata canzone. Non ci pensò due volte. Tutto quello che era successo sembrava essere solo un ricordo lontano, appartenente ad un'altra vita, si era dissolto in quel boccale. Il suo corpo si muoveva come incantato, la sua testa non ragionava più, i pensieri oscuri erano finalmente lontani, si sentiva liberato, desiderò che quella serata non finisse più, tra risate e chiacchiere gli sembrò di essere tornato a prima che tutto cominciasse, quando non era malato d'amore, quando Lluvia era solo un'amica a niente di più.

Una parte di lui, però, desiderò che lei fosse stata lì, a ridere, a parlare, a ballare, a sorridere come solo lei sapeva fare.

 

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la stanza principale della gilda era sommersa da corpi addormentati e tanfo di alchool della sera prima, Gray si era ubriacato come non mai, nessuno lo aveva visto così allegro e sciolto di quella sera, poi, verso sera inoltrata erano caduti tutti in un sonno profondo.

Lluvia aprì piano la porta della gilda e sbirciò dentro. Subito un odore di sudore di sporcizia e di vino le invase le narici, richiuse subito la porta, prese un bel respiro e entrò. Si ritrovò fra i corpi ronfanti dei suoi excompagni, i suoi occhi si misero alla ricerca di una determinata persona. Gray. L'ultima volta che si erano visti le aveva detto chiaro e tondo che lo odiava, l'aveva fatto con molta fatica mettendo da parte tutto quello che provava in realtà. Dopotutto Lyon le aveva detto la verità, ovvero che Gray non la calcolava nemmeno, per lui lei era niente. Che ci fosse o non ci fosse la cosa non cambiava. Lui, invece, le prestava ogni attenzione, lui l'aveva ritrovata in fin di vita, lui l'aveva salvata, l'aveva protetta. Lei ne era consapevole e perciò gli voleva bene. Tuttavia il suo cuore non aveva ancora dimenticato il giorno in cui lui la salvò, al loro primo incontro, e l'ultima volta, quando lui l'aveva protetta mettendo a rischio la sua vita, non poteva dimenticare la pelle bronzea, i capelli blu scuro, quasi nero, i suoi occhi che sapevano riflettere tutto quello che lo circondava, che sapevano donare felicità e tristezza, gelosia e rabbia. Lo trovò. Era disteso accanto al palco, la schiena contro il legno e la testa ripiegata in avanti. Era vestito, portava gli stessi vestiti di quando si erano incontrati al parco, sorrise malinconica. Si accovacciò vicino, guardandolo dormire. Un groppo alla gola la fece singhiozzare, piano. Come se l'avesse udita, Gray, voltò il viso dalla sua parte e farfugliò qualcosa. Lluvia temette che si stesse svegliando, fece per andarsene quando sentì la voce del ragazzo un po più alta.

 

-Mo.-

 

-Eh?- le venne spontaneo rispondere.

 

-...ti..amo.-

 

Credette di aver capito male. Era impossibile, Lyon glielo aveva detto. Mugolò, come se stesse sognando un incubo, Lluvia era bloccata. Non riusciva ad alzarsi e andarsene. Intanto una speranza, come una luce lontana, si accese in lontananza, forse aveva qualche possibilità.

 

-...perché mi odi? Io non ti odio. Lyon, è colpa sua. Bastardo! Idiota che non sono altro! Se solo non lo avessi fatto avvicinare neanche alla camera di Lluvia, forse questo non sarebbe successo. È stata colpa mia...mia e basta.- Ad accompagnare le sue parole, farfugliate nel sonno, ci fu una lacrima. Cristallina, dolce, triste. Lluvia sgranò gli occhi, non poteva essere una bugia, e aveva compreso tutto quello che aveva detto. Allora a mentire era stato Lyon? Perché? Eppure quando si era svegliata, quella sera, Gray non c'era, e ad accoglierla era l'altro. Anche quando si era svegliata, lui non c'era. E allora perché? Perché diceva quelle cose, perché diceva di amarla, quando lei era certa del contrario? Se fosse stato Lyon ad ingannarla...non ci volle pensare. Avrebbe sofferto troppo sapere che lui l'aveva ingannata e che il ragazzo che aveva sempre voluto la ricambiava pienamente. Tacchettio di passi.

 

-Lluvia! Che ci fai qui?- era la voce di Lucy. Non voleva incontrarla, non dopo quello che era successo con Lyon, se ne vergognava e voleva non rivederla mai più. Non voleva rivedere nessuno che gli ricordasse il passato. Tuttavia non era riuscita a evitare di dare un ultimo sguardo al suo amato, prima di trasferirsi nella gilda di Lyon. Per sempre.

 

-Tranquilla. Me ne sto per andare, raccolgo le mie cose e me ne vado per sempre; come ho già detto ieri sera, non tornerò mai più qui. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me. Ma il mio destino è con Lyon, addio.-

 

-Ne...sei sicura?-

 

-Assolutamente si. Sono venuta solo per prendere tutto, salutarvi e andarmene.-

 

Quelle parole svegliarono Gray che scattò in piedi, con gli occhi sbarrati, incredulo, un'emicrania pungente lo fece barcollare, resistette. Si voltò verso Lluvia, aveva compreso tutto quello che lei aveva detto, ma non voleva crederci. Si avvicinò alla ragazza e la guardò negli occhi.

 

-Perché..?- mugolò. Lluvia non riusciva a muoversi. Era stata pietrificata dagli stupendi occhi di un blu profondo del suo amato Gay. Una stretta al cuore la colpì. Non riusciva a credere di aver anche solo pensato di poter vivere senza quello spettacolo. Si sentì una stupida, un verme, eppure non poteva rimanergli accanto, avrebbe sofferto e basta, Lyon glielo aveva detto, Gray non l'avrebbe mai amata.

 

-Mpf. Non li ricordavo così.- sorrise dolce Gray.

 

-Così, cosa?- non poté evitare di chiedere lei.

 

-...i tuoi occhi. Sono così belli.- lo disse con un sorriso gentile, dolce, spontaneo, sincero. Non gli sembrava possibile che lei fosse là. Non poteva immaginare che quella fosse l'ultima volta che l'avrebbe vista. Le sue parole non mentivano, neppure il suo sguardo, era decisa: se ne sarebbe andata, per sempre. Gli occhi si bagnarono di lacrime salate, che scesero fluide sul mento. Non riusciva più a parlare. Continuava a sorridere, piangendo. Continuava a guardarla, e più la guardava e più era sicuro che il suo amore cresceva a dismisura e che il dolore di non rivederla lo dilaniava. Un'esistenza senza quella luce non poteva immaginarla. Senza quella voce così cristallina, dolce, buona. Altre lacrime si sommarono a quelle già scese. Lucy li guardava in silenzio. Lluvia non credeva a quello che vedeva.

 

-Perché piangi?- sussurrò, incredula. Sentì le lacrime pungerle i lati degli occhi, ma sarebbe stato stupido iniziare a piangere. Voleva andarsene, non voleva credere a quello che vedeva. Lui non le aveva mentito. Era impossibile.

 

-Tu non dovresti piangere. Non ne hai motivo. Sei triste per la mia partenza? Strano. Quando sono sparita, non ti è importato nulla!-

 

I corpi stesi erano rilassati, completamente avvolti in un rozzo sonno. Gray non riusciva a credere a quelle parole, quasi sputate, con disprezzo. Incredulo la guardò. Sprofondò i suoi occhi in quelli di lei, celesti come il mare, estesi come il cielo, belli come non mai. Ci si perse, come aveva voluto fare quel giorno, quel giorno in cui tutto era cominciato e in cui tutto era finito.

 

-...Che stai dicendo? Perché credi che io non ti abbia cercata? Chi e te l'ha detto?- Chiese, addolorato. Lucy era immobile, il suo sguardo saettava da uno all'altro.

 

-Lluvia...non è vero...lui ti ha...-

 

-Lluvia! Che stai facendo ancora? Dovevi solo prendere le tue cose e andartene!- Lyon irruppe nella stanza con foga, poi si fermò.

 

-ma che cos'è questo odere disgustoso?- chiese schifato.

 

-Come osi rimettere piede qui?- chiese con rabbia Gray, smise di piangere e si asciugò con rabbia il viso. – per di più insinuando che puzza!- Lluvia arrossì: anche lei lo aveva pensato.

 

-Ah ah ah! Ma chi si rivede! Un povero illuso! Comunque, si. Puzzate da morire.-

 

-Lluvia! È stato lui a dirti che io non ho fatto nulla per aiutarti? E gli credi?-

 

-Che stai dicendo, stronzo! Lei ha scelto, e ha scelto me! Tu non puoi farci proprio nulla!!-

 

-Ragazzi...ma che state..- provò a calmarli Lluvia.

 

-Ha ragione...calma.- tentò di prendere tempo Lucy.

 

-Silenzio! Piccole stupide!- grugnì Lyon.

 

-Tu...hai raccontato solo fandonie! Hai detto che non l'ho cercata? Hai detto che di lei non me ne frega niente? Eh? È questo ciò che hai detto? Lei avrà scelto, si, ma è stata ingannata da te. Scommetto che non le hai raccontato che cosa hai fatto. Scommetto che non sa che è quasi morta a causa tua!- Gray era furioso. Non concepiva un'assurdità simile. Pensava che lei aveva scelto Lyon per motivi validi, non perché era stata ingannata; Lluvia, da parte sua, non riusciva a concretizzare le parole, allora era vero che Lyon l'aveva tradita, allora era vero che Gray l'amava? Poteva crederci, voleva crederci. Ma aveva paura, se fosse stata una bugia lei non sarebbe sopravvissuta. Voleva chiederglielo: lui, l'amava?

 

-Perché...non è così? Tu...non hai alzato un dito per aiutarmi. Me l'ha detto lui. Tu mi odi! Per questo mi hai umiliata e offesa quella sera! Che c'entra Lyon?-

 

Gay sorrise, un sorriso affettuoso, di compassione, carico d'amore.

 

-No. Quello non ero io. Era un attore ingaggiato da Lyon. Forse è vero che nella tua ricerca mi sono un po attardato, ma ero svenuto pensando che tu potessi essere morta. Io ti amo.- una stretta al cuore colpì Lluvia. Quelle parole erano sincere, veramente sincere. Non avevano il retrogusto di quelle pronunciate da Lyon, erano pure, semplici. Lo guardò con immensa gratitudine, poi si girò verso l'altro, ora ne era sicura, lei amava solo Gray e Gray amava solo lei. Lyon non contava più niente.

 

-È così? Mi hai ingannata. E io che mi ero fidata; sono una stupida.- detto ciò si avvicinò al ragazzo e gli mollò uno schiaffone così forte che lo voltò dall'altra parte.

 

-Ahi...non è come...- un altro schiaffo.

 

-Non è come penso? Non è come penso? Prova a ripeterlo lurido essere immondo, sei uno stupido! - continuò a lanciargli schiaffoni – ma ti meriti la morte! Ingannare così un'indifesa, povera, piccola, ragazza! Sei un lama travestito da mucca con le corna da toro e l'alito da cinghiale!- passò ai calci – io ti uccido con la mazza chiodata cosparsa di benzina e con il fuoco bene acceso!! ma guarda qui sto' tizio! Vergogna! Sei un lurido verme, demente! Sei così stupido che ho compassione per chi ti ha cresciuto!! scommetto che in camera tua non c'è nemmeno uno specchio! Si sono rotti tutti da quanto sei brutto! Tie' prenditi questo e quest'altro!- disse menandolo sempre più forte. Finita la ramanzina, Lyon si ritrovò disteso a terra, dolorante. Il frastuono aveva svegliato più della metà della gilda, che ora guardava divertita la scena. Gray era incredulo, scoppiò a ridere, Lluvia arrossì e si guardò intorno, quando vide tutti gli occhi puntati su di loro arrossì, se possibile, ancora di più; Gray per tutta risposta rise ancora più forte. Una risata liberatoria e allegra.

 

 

Ok, mi sono divertita a scrivere la parte di Lulu(?)(Lluvia) che prende a calci Lyon..da soddisfazione...

Come vi sembra questo capitolo?? Bellino, eh?(??) ivuooovsdnvknjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj(??) bene, l'effetto del mosto(?) si sente....

  
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