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Autore: Mitsuki91    04/10/2013    4 recensioni
Lily Luna Potter è stata rapita il giorno della sua nascita e mai nessuno è riuscito a trovarla.
Severus Piton, dopo la guerra magica, ha fatto perdere le proprie tracce e ha vissuto insegnando inglese nelle scuole babbane. Ora, mentre si gode la pensione, un incontro sconvolgerà la sua vita.
Chi è quella ragazza che ha la stessa voglia a forma di cuore di Lily? Che ne sarà dei sentimenti di Severus?
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Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Eccoci con il penultimo capitolo di questa storia.
In realtà, sto meditando se modificare un attimo una cosa dell’epilogo, o fare una OS a parte, non so… Vedremo. In caso, vi chiedo un parere u.u
Ebbene, anche questa parte doveva risolversi, no? :)
Vi lascio alla lettura, fatemi sapere! :D


Chiarirsi

Si smaterializzarono direttamente nel salotto di casa Piton.
“Eva, non sarebbe il caso di avvisare i tuoi genitori o…”
Eva, che aveva chiuso gli occhi per controllare il mal di testa e la nausea, non lo fece finire di parlare e gli si strinse addosso.
“Eva…” cercò di richiamarla lui.
“Abbracciami, Severus.”
L’uomo sospirò, poi la strinse a sé, cullandola.
“Hai molte cose su ci riflettere, lo capisco…”
“Non abbiamo ancora parlato di noi.”
Eva alzò lo sguardo, fissandolo negli occhi.
“Non esiste nessun noi, lo sai.”
Ecco, l’argomento a cui Severus non sarebbe mai voluto arrivare.
“Invece esiste! Sei tu che non lo vedi!”
Fra le cose che ave va detto Rodolphus, un in particolare aveva colpito la ragazza: “Pensavo che… Boh? Ti avrebbero trovato suicida sulla tomba di Lily o cose simili.
Sapeva che Severus l’aveva amata, questo sì, ma di un amore così devastante? Non credeva.
Non credeva e, adesso, era insicura. Aveva cercato di mitigare l’uomo e i suoi sentimenti, convinta che non si volesse impegnare a fondo, convinta che solo l’età o la gente fosse un problema.
“Non ho mai detto che sarà per sempre, o cosa. Ti ho solo chiesto di provarci.”
Forse aveva sbagliato tutto.
“Eva…”
“Eva un corno. Vieni, sediamoci.”
Lo trascinò letteralmente sul divano e gli si sedette in braccio, fissandolo negli occhi.
“Sono stata una stupida.” disse, inspirando profondamente.
Severus era confuso.
“Che vuoi dire?”
“Vuol dire che vedo come mi guardi e quello che hai fatto e… Anche adesso. Anche adesso, nonostante tutto, io sento che mi desideri.”
Era vero: Severus aveva cercato di distrarsi, ma il suo volto era così vicino… La verità era che avrebbe voluto continuare a stare con lei, per sempre. Voleva stringerla fra le braccia e non lasciarla più andare, mai più.
Ma aveva già provato una cosa simile, e non era finita bene. Inoltre Eva era giovane, così giovane, e piena di vita… Lui era solo un povero vecchio, disilluso dalla vita e stanco del mondo.
“Ma io credevo che avessi paura.” aggiunse poi lei, abbassando lo sguardo e torcendosi le mani “Credevo che temessi il giudizio della gente, la differenza d’età, qualsiasi cosa… Ho cercato di mediare, di venirti incontro, di ‘dare tempo al tempo’… Ma mi sono resa conto che ho sbagliato.”
“Ancora non ti seguo.”
Eva rialzò lo sguardo e si avvicinò ancora di più a Severus, baciandolo. L’uomo non tentò nemmeno di respingerla: Eva sapeva essere convincente, e lui la voleva così ardentemente… Rispose al bacio, stringendola a sé.
Quando la lasciò andare, con il fiato corto, staccò le mani dalla sua schiena e se le fissò, terrorizzato.
“Ecco, vedi? Tu hai paura di te stesso.”
“Cosa… Cosa?”
“Non sei una persona da una botta e via, come si dice.” lo sguardo di Eva si era fatto dolce, comprensivo. Sorrideva “Sei una persona che ama intensamente; sei fedele.”
Severus, che era rimasto con la bocca aperta, la richiuse, cercando di non far trasparire le proprie emozioni. Non era forse la cosa che aveva pensato anche lui?
Severus non era un uomo con cui ‘provare e vedere come va’. Severus era l’uomo dei ‘per sempre’.
“E io, Severus, sono innamorata di te. È questo che non capisci. Ti mascheri dietro alla mia delusione d’amore, ma io ero attratta da te sin da molto prima.”
“Questo non può essere vero.”
Eva scosse la testa, chiudendo gli occhi.
“Non puoi fossilizzarti sulle brutte esperienze passate, Severus. Lily non ti ha voluto, avrà avuto i suoi motivi, ma io scelgo te.” rialzò lo sguardo su di lui e lo fissò “Sceglierei te anche se avessi tutti i Matthew del mondo, ai miei piedi.”
Il cuore di Severus perse un battito, ma l’uomo si ricompose subito.
“Non puoi davvero… Non vuoi…”
Eva decise di zittirlo con un altro bacio.
E poi un altro ancora, mentre le mani si perdevano nella sua veste – dopo essere tornato da Diagon Alley non si era cambiato, rimanendo vestito da mago – e lei si metteva a cavalcioni sopra di lui.
“Eva…” tentò di protestare lui, debolmente, ma mentre lo diceva le sue mani stavano cercando di entrare sotto la maglietta della ragazza. Non riusciva a fermarsi, non voleva fermarsi.
“Amami, Severus.” gli disse lei, a pochi centimetri dall’orecchio. Era riuscita a togliergli il mantello e ora stava armeggiando con la veste “Amami.”
L’uomo aveva completamente scollegato il cervello. Eva era così sensuale, e lo baciava in un modo… E lo toccava in un modo, si muoveva in un modo che… Lo faceva impazzire.
Finirono con il fare l’amore lì, in salotto, sul divano.
Una volta soddisfatti entrambi, Eva, ancora nuda, si alzò per andare in bagno, lasciando lì Severus, che ebbe quindi qualche istante per pensare.
Quella cosa era… Tremendamente sbagliata.
Non perché Eva somigliasse a Lily – quella era stata forse la causa scatenante di tutto, della loro conoscenza, del fatto che lui non riuscisse a dirle di no, ma non c’entrava con il sentimento che stava nascendo in lui – ma perché… Era sbagliato e basta.
È la figlia di Potter. E indubbiamente somiglia a Lily. Io non la vedo così, ma gli altri… Ho troppi anni più di lei.
Stava cercando di giustificarsi, lo sapeva. Stava cercando una scappatoia, perché dentro di sé sapeva che ciò che Eva aveva detto era la verità: “Tu hai paura di te stesso.”.
Severus era stato abituato ad una vita di rimorsi e rimpianti, ad amare una donna che non solo non l’aveva scelto, ma che lui stesso aveva condannato a morte.
Aveva paura dell’amore. Ne aveva vissuto così intensamente da consumarsi, tagliando i ponti appena possibile con tutti quelli che sapevano, per rifugiarsi nel suo dolore e nella sua solitudine. Non aveva aperto il suo cuore a nessuno, se non ad Eva, e questo perché lui non meritava di essere amato. Se amava, la gente soffriva.
E si era aggrappato con forza all’amore per Lily, perché lei, tanto, era già morta, e non poteva ferirla più di così. Andare avanti avrebbe significato rimettersi in gioco, non stare male solo lui – a quello ci era abituato – ma anche e soprattutto ferire un’altra persona.
Ma io so quanto fa male essere rifiutati…
Era quindi meglio vivere a metà? Avrebbe fatto soffrire lo stesso Eva, non accettandola?
Certo, lei ha tutta la vita davanti…
Ma lui? A lui cosa sarebbe rimasto? Avrebbe sopportato il peso di due amori non corrisposti?
Severus si alzò, sospirando, per prendere il posto di Eva in bagno e sistemarsi.
Quando uscì, di nuovo vestito, trovò la ragazza ad attenderlo davanti alla porta, con un sorriso luminoso.
“Andiamo dagli altri? I miei e Noemi saranno preoccupatissimi…”
“Credevo che volessi parlare.”
Eva, che si era girata per aprire la porta, si fermò per guardarlo di nuovo.
“È già stato detto tutto il necessario, Severus.”

***

Alan, Abbie e Noemi erano in ansia e tirarono tutti un sospiro di sollievo quando Eva e il professor Piton si presentarono a casa, sani e salvi.
Severus riassunse loro la situazione, mentre Eva sorrideva e si guardava intorno, non totalmente presente con la testa. Noemi capì che qualcosa non andava, così, mentre il professore raccontava ai genitori di Eva i crimini che Rodolphus Lestrange aveva compiuto, lei prese l’amica per un braccio e la trascinò in camera sua.
“Tu. Ora. Mi devi dire tutto. C’è qualcosa di strano, in te.”
Eva si sedette sul letto, riflettendo. Come dire alla sua migliore amica quello che era successo? Era stato tutto così veloce, le novità si erano accumulate e… Non sapeva da che parte iniziare. Anche perché, conoscendo Noemi, aveva paura che lei andasse in salotto urlando a Severus di essere un maniaco, e con i suoi genitori nella stessa stanza non era proprio il caso.
Fece promettere a Noemi che, qualsiasi cosa pensasse, se ne sarebbe rimasta zitta e buona in camera fino alla fine del racconto. Che non avrebbe dato di matto, insomma.
“Se non l’ho fatto fino ad ora, con la storia della magia e tutto il resto, non vedo cosa potrebbe sconvolgermi ancora.” rispose lei, sicura.
Eva, così, le raccontò tutto.
Ogni tanto dovette trattenerla, perché Noemi si stava alzando per andare a strozzare Severus, e lei dovette ricordagli la promessa fatta.
“Mi sono innamorata di lui, Noemi.”
“QUEL. VECCHIO. MANIACO!”
“Noemi! Non ha fatto nulla!”
“No, certo, perché certe cose le hai fatte da sola, vero?! Ero un sogno erotico, vero?!”
“Ho insistito io. Lui mi respingeva.”
“Avrebbe dovuto continuare a farlo!”
Noemi sembrava un toro imbufalito. A momenti le sarebbe uscito del fumo dalle narici.
“Adesso basta.” disse Eva, alzandosi in piedi e fissandola, dura “È la mia vita. Decido io cosa fare e con chi stare. Se non ti sta bene questa verità, vedrò di chiedere a qualcuno di obliviarti, così sarà come se non fosse successo nulla.”
Noemi rimase per qualche istante a fissarla, con la bocca aperta. Insomma, Eva non poteva dire sul serio! Ma sembrava ferma, decisa come non mai.
Non sapeva che fare.
Poi il timore di una qualche manomissione sulla sua preziosa mentre prese il sopravvento, e annuì, contrariata.
“I tuoi genitori non saranno molto contenti della cosa, lo sai? E intendo sia quelli veri che quelli adottivi.”
Eva sospirò, risedendosi sul letto.
“Lo so. Ma non m’importa.”
“I nostri amici ti prenderanno per pazza.”
“Vorrà dire che non ci uscirò più.”
Anche Noemi sospirò, sconfitta, sedendosi accanto a lei.
“Non c’è proprio niente da fare, eh?”
Nulla.”


   
 
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