Eccoci con il penultimo capitolo di
questa storia.
In realtà, sto meditando se modificare
un attimo una cosa dell’epilogo, o fare una OS a parte, non so… Vedremo. In
caso, vi chiedo un parere u.u
Ebbene, anche questa parte doveva
risolversi, no? :)
Vi lascio alla lettura, fatemi sapere!
:D
Chiarirsi
Si
smaterializzarono direttamente nel salotto di casa Piton.
“Eva,
non sarebbe il caso di avvisare i tuoi genitori o…”
Eva,
che aveva chiuso gli occhi per controllare il mal di testa e la nausea, non lo
fece finire di parlare e gli si strinse addosso.
“Eva…”
cercò di richiamarla lui.
“Abbracciami,
Severus.”
L’uomo
sospirò, poi la strinse a sé, cullandola.
“Hai
molte cose su ci riflettere, lo capisco…”
“Non
abbiamo ancora parlato di noi.”
Eva
alzò lo sguardo, fissandolo negli occhi.
“Non
esiste nessun noi, lo sai.”
Ecco,
l’argomento a cui Severus non sarebbe mai voluto arrivare.
“Invece
esiste! Sei tu che non lo vedi!”
Fra
le cose che ave va detto Rodolphus, un in particolare aveva colpito la ragazza:
“Pensavo che… Boh? Ti avrebbero trovato
suicida sulla tomba di Lily o cose simili.”
Sapeva
che Severus l’aveva amata, questo sì, ma di un amore così devastante? Non
credeva.
Non
credeva e, adesso, era insicura. Aveva cercato di mitigare l’uomo e i suoi
sentimenti, convinta che non si volesse impegnare a fondo, convinta che solo
l’età o la gente fosse un problema.
“Non ho mai detto che sarà per sempre, o
cosa. Ti ho solo chiesto di provarci.”
Forse
aveva sbagliato tutto.
“Eva…”
“Eva
un corno. Vieni, sediamoci.”
Lo
trascinò letteralmente sul divano e gli si sedette in braccio, fissandolo negli
occhi.
“Sono
stata una stupida.” disse, inspirando profondamente.
Severus
era confuso.
“Che
vuoi dire?”
“Vuol
dire che vedo come mi guardi e quello che hai fatto e… Anche adesso. Anche
adesso, nonostante tutto, io sento che mi desideri.”
Era
vero: Severus aveva cercato di distrarsi, ma il suo volto era così vicino… La verità era che avrebbe voluto
continuare a stare con lei, per sempre. Voleva stringerla fra le braccia e non
lasciarla più andare, mai più.
Ma
aveva già provato una cosa simile, e non era finita bene. Inoltre Eva era
giovane, così giovane, e piena di
vita… Lui era solo un povero vecchio, disilluso dalla vita e stanco del mondo.
“Ma
io credevo che avessi paura.” aggiunse poi lei, abbassando lo sguardo e
torcendosi le mani “Credevo che temessi il giudizio della gente, la differenza
d’età, qualsiasi cosa… Ho cercato di mediare, di venirti incontro, di ‘dare
tempo al tempo’… Ma mi sono resa conto che ho sbagliato.”
“Ancora
non ti seguo.”
Eva
rialzò lo sguardo e si avvicinò ancora di più a Severus, baciandolo. L’uomo non
tentò nemmeno di respingerla: Eva sapeva essere convincente, e lui la voleva
così ardentemente… Rispose al bacio,
stringendola a sé.
Quando
la lasciò andare, con il fiato corto, staccò le mani dalla sua schiena e se le
fissò, terrorizzato.
“Ecco,
vedi? Tu hai paura di te stesso.”
“Cosa…
Cosa?”
“Non
sei una persona da una botta e via, come si dice.” lo sguardo di Eva si era
fatto dolce, comprensivo. Sorrideva “Sei una persona che ama intensamente; sei fedele.”
Severus,
che era rimasto con la bocca aperta, la richiuse, cercando di non far
trasparire le proprie emozioni. Non era forse la cosa che aveva pensato anche
lui?
Severus non era un uomo con cui ‘provare
e vedere come va’. Severus era l’uomo dei ‘per sempre’.
“E
io, Severus, sono innamorata di te. È questo che non capisci. Ti mascheri
dietro alla mia delusione d’amore, ma io ero attratta da te sin da molto
prima.”
“Questo
non può essere vero.”
Eva
scosse la testa, chiudendo gli occhi.
“Non
puoi fossilizzarti sulle brutte esperienze passate, Severus. Lily non ti ha
voluto, avrà avuto i suoi motivi, ma io scelgo te.” rialzò lo sguardo su di lui
e lo fissò “Sceglierei te anche se avessi tutti i Matthew del mondo, ai miei
piedi.”
Il
cuore di Severus perse un battito, ma l’uomo si ricompose subito.
“Non
puoi davvero… Non vuoi…”
Eva
decise di zittirlo con un altro bacio.
E
poi un altro ancora, mentre le mani si perdevano nella sua veste – dopo essere
tornato da Diagon Alley non si era cambiato, rimanendo vestito da mago – e lei
si metteva a cavalcioni sopra di lui.
“Eva…”
tentò di protestare lui, debolmente, ma mentre lo diceva le sue mani stavano
cercando di entrare sotto la maglietta della ragazza. Non riusciva a fermarsi, non voleva fermarsi.
“Amami,
Severus.” gli disse lei, a pochi centimetri dall’orecchio. Era riuscita a
togliergli il mantello e ora stava armeggiando con la veste “Amami.”
L’uomo
aveva completamente scollegato il cervello. Eva era così sensuale, e lo baciava
in un modo… E lo toccava in un modo, si muoveva in un modo che… Lo faceva
impazzire.
Finirono
con il fare l’amore lì, in salotto, sul divano.
Una
volta soddisfatti entrambi, Eva, ancora nuda, si alzò per andare in bagno,
lasciando lì Severus, che ebbe quindi qualche istante per pensare.
Quella
cosa era… Tremendamente sbagliata.
Non
perché Eva somigliasse a Lily – quella era stata forse la causa scatenante di
tutto, della loro conoscenza, del fatto che lui non riuscisse a dirle di no, ma
non c’entrava con il sentimento che stava nascendo in lui – ma perché… Era
sbagliato e basta.
È la figlia di Potter. E indubbiamente
somiglia a Lily. Io non la vedo così, ma gli altri… Ho troppi anni più di lei.
Stava
cercando di giustificarsi, lo sapeva. Stava cercando una scappatoia, perché
dentro di sé sapeva che ciò che Eva aveva detto era la verità: “Tu hai paura di te stesso.”.
Severus
era stato abituato ad una vita di rimorsi e rimpianti, ad amare una donna che
non solo non l’aveva scelto, ma che lui stesso aveva condannato a morte.
Aveva
paura dell’amore. Ne aveva vissuto
così intensamente da consumarsi, tagliando i ponti appena possibile con tutti
quelli che sapevano, per rifugiarsi nel suo dolore e nella sua solitudine. Non
aveva aperto il suo cuore a nessuno, se non ad Eva, e questo perché lui non
meritava di essere amato. Se amava, la gente soffriva.
E
si era aggrappato con forza all’amore per Lily, perché lei, tanto, era già
morta, e non poteva ferirla più di così. Andare avanti avrebbe significato
rimettersi in gioco, non stare male solo lui – a quello ci era abituato – ma
anche e soprattutto ferire un’altra persona.
Ma io so quanto fa male essere
rifiutati…
Era
quindi meglio vivere a metà? Avrebbe fatto soffrire lo stesso Eva, non
accettandola?
Certo, lei ha tutta la vita davanti…
Ma
lui? A lui cosa sarebbe rimasto? Avrebbe sopportato il peso di due amori non
corrisposti?
Severus
si alzò, sospirando, per prendere il posto di Eva in bagno e sistemarsi.
Quando
uscì, di nuovo vestito, trovò la ragazza ad attenderlo davanti alla porta, con
un sorriso luminoso.
“Andiamo
dagli altri? I miei e Noemi saranno preoccupatissimi…”
“Credevo
che volessi parlare.”
Eva,
che si era girata per aprire la porta, si fermò per guardarlo di nuovo.
“È
già stato detto tutto il necessario, Severus.”
***
Alan,
Abbie e Noemi erano in ansia e tirarono tutti un sospiro di sollievo quando Eva
e il professor Piton si presentarono a casa, sani e salvi.
Severus
riassunse loro la situazione, mentre Eva sorrideva e si guardava intorno, non
totalmente presente con la testa. Noemi capì che qualcosa non andava, così,
mentre il professore raccontava ai genitori di Eva i crimini che Rodolphus
Lestrange aveva compiuto, lei prese l’amica per un braccio e la trascinò in
camera sua.
“Tu.
Ora. Mi devi dire tutto. C’è qualcosa di strano, in te.”
Eva
si sedette sul letto, riflettendo. Come dire alla sua migliore amica quello che
era successo? Era stato tutto così veloce, le novità si erano accumulate e… Non
sapeva da che parte iniziare. Anche perché, conoscendo Noemi, aveva paura che
lei andasse in salotto urlando a Severus di essere un maniaco, e con i suoi
genitori nella stessa stanza non era proprio il caso.
Fece
promettere a Noemi che, qualsiasi cosa pensasse, se ne sarebbe rimasta zitta e
buona in camera fino alla fine del racconto. Che non avrebbe dato di matto,
insomma.
“Se
non l’ho fatto fino ad ora, con la storia della magia e tutto il resto, non
vedo cosa potrebbe sconvolgermi ancora.” rispose lei, sicura.
Eva,
così, le raccontò tutto.
Ogni
tanto dovette trattenerla, perché Noemi si stava alzando per andare a strozzare
Severus, e lei dovette ricordagli la promessa fatta.
“Mi
sono innamorata di lui, Noemi.”
“QUEL.
VECCHIO. MANIACO!”
“Noemi!
Non ha fatto nulla!”
“No,
certo, perché certe cose le hai fatte da sola, vero?! Ero un sogno erotico, vero?!”
“Ho
insistito io. Lui mi respingeva.”
“Avrebbe
dovuto continuare a farlo!”
Noemi
sembrava un toro imbufalito. A momenti le sarebbe uscito del fumo dalle narici.
“Adesso
basta.” disse Eva, alzandosi in piedi e fissandola, dura “È la mia vita. Decido
io cosa fare e con chi stare. Se non ti sta bene questa verità, vedrò di
chiedere a qualcuno di obliviarti, così sarà come se non fosse successo nulla.”
Noemi
rimase per qualche istante a fissarla, con la bocca aperta. Insomma, Eva non
poteva dire sul serio! Ma sembrava ferma, decisa come non mai.
Non
sapeva che fare.
Poi
il timore di una qualche manomissione sulla sua preziosa mentre prese il
sopravvento, e annuì, contrariata.
“I
tuoi genitori non saranno molto contenti della cosa, lo sai? E intendo sia
quelli veri che quelli adottivi.”
Eva
sospirò, risedendosi sul letto.
“Lo
so. Ma non m’importa.”
“I
nostri amici ti prenderanno per pazza.”
“Vorrà
dire che non ci uscirò più.”
Anche
Noemi sospirò, sconfitta, sedendosi accanto a lei.
“Non
c’è proprio niente da fare, eh?”
“Nulla.”