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Autore: Driger    24/10/2004    3 recensioni
Kai, una persona fredda. Yuka, una persona ancora più fredda. Le loro strade si incrociano, per poi separarsi... o continuare insieme?
Questa è la mia vecchia "Ice People".. Ne ho cambiato il titolo, alzato il rating e apportato delle migliorie all'intera storia.
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 Yuka tornò a casa sbattendo violentemente la porta, nonostante fosse notte fonda e il rumore avrebbe potuto disturbare i vicini. Ma ovviamente a lei questo non importava un bel niente: le importava solo l'orrendo esito della serata che aveva passato.
L'incontro con Kai le aveva provocato una gran rabbia: chi era lui per dirle di smettere di essere una teppista? Lui non la conosceva, non sapeva niente di lei! Non poteva nemmeno immaginare cosa aveva passato lei, tutta la sofferenza che aveva provato per la perdita del suo raggio di sole! E quindi non poteva assolutamente permettersi di dirle quelle cose!
La rabbia che il ragazzo le aveva provocato le aveva condizionato pesantemente la serata: in quello stato la ragazza non riusciva ad essere di compagnia per alcun cliente; così, se col primo aveva guadagnato meno, col secondo non aveva ricavato nemmeno un centesimo... lui l'aveva piantata in asso, dicendole che non poteva pagarla perché non era stata di alcuna compagnia. Infatti lei era stata molto più scontrosa, anche a causa anche dell'ulteriore rabbia per aver guadagnato meno col cliente precedente.
E così Yuka, colma di rabbia, andò in camera sua sbattendo la borsetta per terra.
- Bastardi! Voi non capite come mi sento!! - urlò.
Poi si mise velocemente sotto le coperte, senza nemmeno cambiarsi.

Il giorno dopo si alzò e andò al covo degli Shell Killer. Al suo arrivo vide che i ragazzi la guardavano con aria un po' ostile, e non temeraria come al solito. E sembrava che avessero qualcosa da dirle.. ed infatti fu così: Hiruta, con tono deciso, prese parola.
- Senti, Yuka-sama.. - iniziò fermamente e con decisione.
La ragazza non era per nulla intimorita dal tono di voce del ragazzo. E non poteva esserlo, lei era il capo!
- Che vuoi? -
- Noi tutti dovremo dirti una cosa. -
- E sarebbe? - disse con spocchiosità.
Il ragazzo si schiarì la voce. - Ecco... Noi crediamo che tu non sia adatta ad essere il nostro capo. - disse con coraggio.
Quello fu per la ragazza un fulmine a ciel sereno: come poteva essere ciò?
- Che cosa?! - disse incredula.
- Solo con un buon capo una squadra è forte.. ma noi abbiamo perso contro i Dark Shadow. - continuò il suo subalterno.
La ragazza si avvicinò minacciosamente al ragazzo, puntandogli un dito contro.
- Tu, stronzetto... che cosa stai insinuando?! -
Il ragazzo iniziò a spiegare. - Vedi.. -, ma non gli fu dato il tempo di continuare a parlare.
Yuka iniziò ad arrabbiarsi. - Stai forse dando la colpa a me se voi avete perso?! Ma io non ne sono responsabile! Se voi avete perso è perché siete deboli, e la colpa non è certo mia!! Hai capito, idiota?! -
Un ragazzo intervenì in difesa di Hiruta.
- Ma anche tu hai perso contro Koji. -
Aveva colpito un tasto dolente.
La ragazza, ancora memore di quello che era successo il giorno precendente, si voltò contro di lui, fulminandolo con lo sguardo.
- Quello.. è stato diverso..- sibilò.
Ma in realtà quella era una scusa... una sconfitta è una sconfitta. Lei lo sapeva, e si sentiva enormemente ferita nell'orgoglio.
I ragazzi ormai avevano perso la fiducia in lei, anche se in realtà non ne avevano mai avuta molta. Qualcuno si chiese addirittura come avesse fatto Yuka a battere Hiruta in quel duello... forse per pura fortuna.
Un secondo ragazzo prese parola. - Se vuoi continuare ad essere il nostro capo devi diventare più forte. -
Yuka spalancò gli occhi. - Cosa..?! -
Ormai i ragazzi non avevano più alcuna paura di lei... dopotutto era pur sempre una ragazza, inoltre era sola, mentre loro erano in tanti.
La ragazza chiuse gli occhi. Era arrivato il momento di mostrare quello che lei in realtà valeva, si sarebbe fatta rispettare nuovamente. Riaprì gli occhi, e guardò tutti i ragazzi con decisione.
- E va bene. Vi dimostrerò che posso essere molto più forte, se è quello che volete. Su, fatevi sotto. - disse facendo con l'indice il gesto di invito.
I ragazzi non si aspettavano una proposta del genere, era... improbabile. Che fare, accettare o no?
Dopo qualche istante di riflessione, Hiruta parlò a nome di tutti.
- Noi non abbiamo intenzione di combattere contro di te. Vogliamo solo che tu diventi più forte. Altrimenti non puoi essere più il nostro capo. Tutto qui. -
Poi guardò gli altri ragazzi. - Coraggio, andiamocene. -
I ragazzi obbedirono e, dopo pochi secondi, nel capannone rimase soltanto Yuka. La ragazza guardava fissa per terra, sbalordita... Tutto ciò che aveva fatto finora stava per crollare come un castello di carte! No, non adesso! Si era tanto impegnata per diventare una teppista, per diventare il capo degli Shell Killer per poi sfidare in futuro la banda dei Fire Soul.. ed ora sembrava che i suoi sforzi stessero per rivelarsi vani...
No, non poteva finire così! Non doveva!
Si rese finalmente conto di non essere poi così forte... ma in realtà forse lo sapeva già.
Il suo piano per vendicare la morte del suo amato Ryo rischiava di andare in fumo e, conscia di ciò, decise che avrebbe rischiato il tutto e per tutto. Decise che si sarebbe impegnata al massimo per diventare più forte, di carattere ma soprattutto fisicamente. Così gli Shell Killer non avrebbero avuto più alcun dubbio sulla sua forza, e sarebbero stati invogliati a combattere contro i Fire Soul. Codesta banda era molto conosciuta, per il fatto che i suoi componenti avevano la fama di essere spietati e anche fortissimi, pressochè imbattibili; ma lei avrebbe dato prova che imbattibili poi non sarebbero stati. Il desiderio di vendetta le avrebbe dato la forza di far pagare a quella banda il fatto di aver ucciso brutalmente il suo Ryo.
Ci sarebbe riuscita ad ogni costo.

Intanto Kai si trovava in casa, quando notò un foglio piegato per terra, sotto la porta di casa. Il ragazzo, incuriosito, lo raccolse e lo spiegò. E scoprì che era di suo padre.

"Kai, ho preferito scriverti questo messaggio piuttosto che dirtelo a voce. Perché sono talmente arrabbiato con te che sarebbe meglio che tu non ti trovassi di fronte a me in questo momento.
Tu mi hai profondamente deluso, hai fatto una cosa davvero meschina. Ma forse avrei dovuto aspettarmelo da te, non mi hai mai dato alcuna soddisfazione. Non ne sei stato mai capace. A te non ha mai importato niente della famiglia, questo lo so. Ma stavolta hai davvero esagerato, e in questo modo hai buttato al vento il tuo futuro come Hiwatari. Ti ripudio."


Il ragazzo leggeva quelle fredde righe, senza battere ciglio. E in fondo gli faceva piacere, aveva sempre detestato la sua famiglia. Si sentiva finalmente libero, libero da quel peso opprimente chiamato Hiwatari, che però restava pur sempre il suo cognome.
Rapidamente stracciò il foglio e lo buttò via.
  
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