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Autore: Ninriel    05/10/2013    2 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-... La scelta è solo e soltanto tua. -

Le parole di Trevor rimbombarono nella sua testa. Era davvero una scelta solo sua? Il ragazzo continuava a passare le labbra sulla pelle del suo collo, del suo viso, mentre lei rimaneva immobile. Era un semplice strofinio, che però aumentava il piacevole calore che Allison sentiva sull'inguine.

La ragazza fremette a quei lievi tocchi. Un conto era baciare Trevor, stuzzicarlo, sentire il suo corpo eccitato sopra il proprio, e sapere che non avrebbe potuto fare altro perchè si trovavano in un luogo pubblico, un conto era essere in una stanza con lui, da sola, con solo un misero asciugamano.

Allison sapeva che lui non l'avrebbe forzata, ma aveva paura. Pur essendo piccola all'epoca del tentato stupro, si era sempre sentita frenata con i ragazzi, ed ogni volta trovava una nuova scusa per rimandare il momento. Ora era lì, con lui, e credeva che fosse quello giusto, ma nonostante le sue tante dimostrazioni, non era sicura che per lui fosse lo stesso.

In quel momento, per quanto insensato fosse, Allison dubitò della sincerità del ragazzo. Era un dongiovanni dopo tutto, aveva fatto sesso con moltissime ragazze, cosa sarebbe cambiato con lei?

All'improvviso tutto fu chiaro, e la risposta apparve nitida nella sua mente.

-No-

Trevor si bloccò improvvisamente, le labbra all'altezza del suo zigomo. -Non vuoi?-

-So che è la frase più stupida che io possa dire ma... non mi sento pronta. - Allison aspettò di vedere nei suoi occhi verdi un lampo di insoddisfazione che non arrivò.

Il ragazzo sospirò. -Okay, aspetterò.- Allison abbassò lo sguardo, a disagio, ancora premuta contro di lui. Forse aveva sbagliato a dubitare della sua sincerità. Lo fissò si nuovo, negli occhi un tacito interrogativo a cui lui rispose con una sincerità che la disarmò.

-Tu non sei come le mie solite ragazze una volta e via. Sarà che con te condivido qualcosa che con le altre non c'era, ma vorrei fare le cose con calma. Se fossi stata come le altre, ti assicuro che volente o nolente ti avrei fatto cedere- le fece un occhiolino, lasciandole un bacio leggero sulla fronte. -Tranquilla. Quando sarai pronta io sarò qui. Nel frattempo però, potrei avvertire il bisogno impellente di fare qualcosa con qualche altra ragazza... non ti darebbe fastidio vero? - scherzò.

Allison lo fulminò con lo sguardo, sorridendo tra sé e sé -Tu provaci e vedi. - lo minacciò. Incorreggibile. Poi si strinse nuovamente a lui, il viso contro il suo petto.

-Grazie.- Sussurrò contro la sua maglia. Lui ridacchiò -Di nulla.- E la ragazza passò le braccia attorno al suo collo, avvicinandosi alle sue labbra. Si era dimostrato così comprensivo, perchè non ricompensarlo? Erano giorni che si negavano anche il minimo contatto.

Lo baciò come le altre volte, e lui non tardò a rispondere ai suoi movimenti. La strinse a sé, facendola appoggiare al muro vicino. Allison tenne stretto a sé l'asciugamano, portando le braccia al petto e lasciando che lui le tracciasse i contorni delle labbra con la lingua, che il suo naso sfregasse contro il proprio, che le sue mani tracciassero il profilo delle clavicole sulla pelle nuda. La ragazza lo tirò a sé con una mano, afferrando i passanti dei Jeans, facendolo aderire al proprio corpo.

Trevor ansimò sulla su bocca, staccandosi velocemente. -Così non mi aiuti però- Mormorò. -Prima mi dici che vuoi aspettare e poi mi assali così. -

Allison ridacchiò, dandogli una spintarella per farlo spostare, e si diresse verso l'armadio. -Hai ragione, scusa. La prossima volta starò più attenta... mi dimentico sempre che ti ci vuole poco per...- si girò additando l'erezione nuovamente visibile.

Poi tornò a guardare l'armadio. -Non è che mi presteresti della biancheria?-

Trevor alzò un sopracciglio, sorridendo malizioso. -Certo. Secondo cassetto a destra. Vado in bagno... dimmi quando hai finito di cambiarti. -

Allison annuì, recuperando i vestiti che aveva prima della doccia. -Contaci. Anche se credo che ci metterai più tempo tu a...scaricarti- soffocò un risolino.

Lui ghignò -Se vuoi puoi darmi una mano...-


 

* * *

Una settimana dopo

-Bene... bene così... fissa il bersaglio. Controllare la respirazione aiuta per la concentrazione- George le si fermò accanto, guardando il cerchio bianco attaccato alla parete più lontana della caverna.

Ormai il tempo era agli sgoccioli, e quelle erano le ultime esercitazioni.

Allison annuì, concentrandosi. Aveva imparato bene a dominare il fuoco, a creare fiammate, sfere, a volare. Da quello che aveva capito, per una custode, evocare l'acqua era molto più difficile, pur essendo l'elemento madre dell ninfe. Sarebbe stato il Quy'ohz ad insegnarglielo, una volta arrivata ad Ascabryh.

-Sono pronta.- disse fissando decisa il cerchio. La buona mira era la la cosa più difficile da ottenere, e lei sicuramente non era stata graziata, al contrario di Trevor che con le sue ondate di acqua cristallina sarebbe riuscito a far affogare un opossum a cento metri di distanza, e che ora la guardava in attesa dall'altra parte della caverna.

Strinse gli occhi, sbattendo le ali un paio di volte. Escluse tutto accetto il bersaglio, come aveva imparato a fare nei giorni addietro. Il solito calore si concentrò nei palmi, scaturendo un istante dopo in due potenti fiammate che colpirono in pieno il cerchio, lasciando due aloni neri ed una sgradevole puzza di bruciato.

Geroge annuì. -Brava. Che ne dici di provare a centrarlo mentre sei in volo?- Non si dilungò in complimenti, ma neanche ignorò il progresso della ragazza. La trattava diversamente dall'inizio, non in maniera eccessivamente formale, ma limitandosi a dare istruzioni e complimentandosi brevemente nel caso gli esercizi venissero svolti bene.

Allison annuì alla sua richiesta, sciogliendosi le spalle.

Come le altre volte, ci volle poco perchè le grandi ali impalpabili cominciassero a muoversi quasi come per conto proprio, i bordi frastagliati e fluttuanti che aleggiavano nell'aria.

Lentamente, il corpo della ragazza si sollevò dal suolo. Era strano trovarsi così vicini eppure non toccare nulla, sentirsi separati da qualunque superficie. Era strano sapere di poter muoversi indisturbati, sapere di poter fare capriole, tuffi, rovesciate, senza paura di farsi male.

Allison sbattè le palpebre velocemente, negli occhi solo un'alone rossastro, come succedeva sempre quando si trasformava. Un sorriso entusiasta di formò sulle sue labbra, mentre allargava le braccia, salendo fino a trovarsi a dieci metri da terra, fino a sfiorare il soffitto ampio con un dito, per poi buttarsi in picchiata verso il suolo, risalire, e sfiorare le pareti con i palmi.

La ragazza ignorò l'occhiataccia di George, beandosi dell'aria che le scorreva sul viso. Non immaginava come sarebbe stato poter volare all'aperto, dove non avrebbe dovuto preoccuparsi neanche di eventuali ostacoli. Anche solo volare lì dentro, la faceva sentire libera, sfuggente, come una rondine in mezzo alle nuvole. La faceva sentire protetta.

George le aveva spiegato che era normale sentirsi così euforici, perchè nonostante la divisione degli elementi, era comunque rimasto qualcosa di tutti loro in ogni popolo: La comunione con la natura, quelle sensazioni travolgenti durante il volo.

Anche Trevor alzò in volo, avvicinandosi a lei, e cominciando un acchiapparella volante.

Allison ridacchiò mentre sfuggiva alla sua presa, sfrecciando via dal suo petto muscoloso, e il gioco sarebbe continuato a lungo se non avesse intravisto l'espressione accigliata di George.

Si fermò improvvisamente, ricomponendosi. Anche se l'uomo non aveva detto nulla, non le sembrava giusto ignorarlo in modo così palese, anche tenuto conto il fatto che lui fosse comunque l'insegnante.

Trevor scese subito a terra, rimanendo con i piedi ad un paio di spanne dal suolo, in silenzio.

Allson si schiarì la voce imbarazzata. -He-hem... okay, sono pronta. -

-Bene. Comincia con un giro veloce. Mentre voli prendi la mira, e colpisci. Chiaro?- Chiese George senza commentare il suo comportamento

Lei annuì, facendo subito come le era stato detto.

Il pomeriggio passò così, tra fiammate e spruzzi fatali, che molte volte rischiarono di distruggere la caverna.

* * *


 

-Mamma! Sono a casa!-

-Sono in salone. Vieni pure- La voce di Brad la fece trasalire.

L'uomo non era quasi mai in casa, preso dagli affari, e le uniche volte che lo vedeva era a cena e durante i weekend.

Dopo aver scoperto che era stato a letto con Nichole, poi, Allison aveva cercato di evitarlo il più possibile rispondendo alle sue domande a monosillabi.

In quel momento, stremata dal dispendio di energie degli allenamenti, l'istinto le suggeriva di incenerirlo con una delle fiammate che aveva tanto bene imparato a direzionare, ma fortunatamente il buon senso prevalse su quegli istinti omicidi.

La ragazza entrò nel salone con passo strascicato- Sì?-

-Tu sai che dobbiamo parlare, vero?- L'uomo la fissò, lo sguardo pieno di sottintesi.

Probabilmente si starà chiedendo come mai lo abbi trattato così negli ultimi giorni.. o perchè passo tutto questo tempo fuori casa... Provò a rassicurarsi Allison, sperando sul serio di non doversi trovare a discutere con suo padre dei problemi che aveva nel sapere che approfittava di Nichole. Purtroppo, come di norma, quello era appunto l'argomento su cui Brad voleva andare a parare, e a nulla valsero le frasi di circostanza, o i tentativi di cambio di discorso. L'uomo la fissò serio.

-Non sta a te decidere in merito al rapporto mio e di tua madre. Ti ricordo che siamo ancora legalmente sposati. -

Allison spalancò gli occhi a quella affermazione -Lei aveva chiesto il divorzio! Sei tu che non hai voluto e hai abusato del tuo potere per negarglielo, ma fosse stato per lei ora avremmo un'altra vita, magari lei avrebbe anche un uomo capace di amarla senza violenza né bugie.!-

Brad non si scompose alle parole dure della figlia. -Non so se te lo ha detto, ma io non l'ho costretta a fare nulla. Era perfettamente cosciente e capace di rifiutarmi, mentre tu mi parli come se io l'avessi violentata.- bevve un sorso di liquore dal bicchiere poggiato sul tavolino di cristallo, mentre Allison stringeva i pugni.

-Che cosa avrebbe dovuto fare? Tu fin dal primo momento hai minacciato di toglierle tutto se non avesse fatto come dicevi... ti ricordi le prime parole che le hai detto, quando sei tornato? Non hai pensato a salutarla, hai cominciato subito con le minacce. -

L'uomo si tese nella sua direzione, appoggiando i gomiti sulle cosce divaricate. -Stammi bene a sentire Allison. Perché tua madre ha fatto quello che ha fatto, non lo so. Ti assicuro che non l'ho ricattata, né obbligata, e se pensi che io la stia usando si sbagli. Anche a me manca la nostra famiglia come era prima, cosa credi? Sto solo cercando di rimettere tutto a posto.-

La ragazza strinse gli occhi. -Per rimettere tutto a posto, se fosse possibile, e ti assicuro che non lo è, dovresti riconquistare la fiducia di mamma, non scopartela. E per la cronaca, se tu avessi tenuto alla nostra famiglia, non te ne saresti andato. - Aggiunse prima che lui potesse replicare. L'uomo irrigidì la mascella, ma rimase in silenzio, ed Allison ebbe tutto il tempo di voltarsi, per intravedere una figura ferma sulla soglia della cucina. Non ci fece caso, anzi salì le scale, e si sbatté la porta della camera dietro le spalle.

Neanche lei sapeva perchè avesse protetto sua madre, quando era tanto delusa che lei avesse ceduto ai piaceri carnali così facilmente.

La luna piena sarebbe sorta a distanza di due giorni, ed invece di prepararsi psicologicamente all'evento si trovava a dover risolvere questioni con suo padre.

La ragazza si buttò sul letto, affondando la faccia nel cuscino. Perché, perché la vita deve essere sempre così complicata?


 




Nota dell'autrice 
Ciao  a tutti!! Come state? E soprattutto: che ve ne pare del capitolo? 
Ho pubblicato leggermente  in anticipo stavolta, poichè vivendo a roma, domani sarò ovviamente impegnata al Romics (qualcuno lo conosce?) vestita da Shadowhunter... alzi la mano chi come me è un'appassionato di questa saga * alza le mani, e se possibile anche i piedi*
Okay, mi ricompongo, tranquilli. So che la storia procede mooolto lentamente, ma non riesco a procedere troppo speditamente... mi sembra tutto  importante per la trama, e se continuo così vi ritroverete anche le scene di Trevor in bagno (fondamentali snza dubbio u.u )
Anyway, anche se dovrei studiare biologia, approfitto per farvi un ultima ed importante richiesta: Recensiteeee vi prego! *si mette in ginocchio*
Colgo quindi, infine l'occasione per ringraziare Spella della recensione dello scorso capitolo, e Roberta Styles Cannavo, che vedendo che seguivo le sue storie con tanto accanimento (?) ha deciso di ricambiarmi... vi consiglio vivamente di leggere le sue Originali!
Se vi va, potete leggere anche la mi OS verde, Aspettando il primo bacio (non so come si mette il collegamento... *Sigh*)

A presto, 

Ninriel

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

  
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