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Autore: Maty66    05/10/2013    3 recensioni
La tensione nella stanza era al culmine
Kim guardò Semir e cercò di parlare nel modo più calmo possibile “Semir, sono passati già tre mesi. Forse dovremmo iniziare ad accettare l’idea che…” gli disse
Ma Semir non le fece finire la frase “Quale idea Commissario?? Fossero anche passati tre anni io non mi rassegnerò mai, non mi rassegnerò fino a che non l’avrò trovato o non avrò trovato il suo cadavere” rispose furibondo prima di lasciare l'ufficio sbattendo la porta
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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Mancato risveglio
 
Berlino  settembre 2005

“Allora ragazzi siete pronti?” chiese l’istruttore  al gruppetto in divisa, in attesa nervosa
“Ricordate… questo è l‘ultimo esame pratico di tiro prima del diploma, influirà sul voto finale e quindi sula vostra possibilità di scegliere l’ufficio che più vi è gradito. Suppongo che vogliate andare tutti all’LKA o all’antiterrorismo… bene ci sono solo un posto all’LKA ed un posto all’antiterrorismo per quest’anno. Quindi datevi da fare ed in bocca al lupo!!”
L’istruttore concluse il suo discorsetto e si fece da parte per lasciare il poligono di tiro libero


“Bene Jager… vediamo chi ha la meglio fra un vero duro ed un  ricco figlio di papà”  Eric Richter sorrise a Ben con aria complice. Erano i migliori del loro corso e sapevano che si stavano giocando il posto alla LKA cui entrambi aspiravano. Ma erano anche amici. Eric, Ben, Sarah, Jan e Mike.. la banda dei cinque, così li chiamavano gli istruttori,  esasperati per le loro bravate.
Tutti  si misero occhiali e cuffie per la protezione e iniziarono, ciascuno nel proprio box, a sparare ai bersagli in movimento. Per cinque minuti buoni i colpi risuonarono secchi nell’aria.  Poi ciascuno richiamò il bersaglio e lo consegnò all’istruttore per la verifica.

“Uno più di te…” esclamò trionfante Eric verso Ben sventolando il foglio con la classifica “Coraggio, ti troverai benissimo all’antiterrorismo” gli disse sfottendolo “Già come no…” Ben era deluso, ma anche rassegnato. Eric nel tiro era imbattibile, un vero talento naturale
“Sempre meglio di Jan… lui di questo passo finirà all’autostradale” continuò nello sfottò Eric rivolgendosi all’altro amico.
“Ragazzi festeggiamo questa sera?  Birra al solito pub?” chiese bella e seducente come al solito Sarah. Era l’unica ragazza del gruppo e ulteriore terreno di scontro fra Ben ed Eric “Certo alle nove? Così mi passa il nervoso” fece Jan ancora mortificato per i  risultati del test. Tutti si diedero appuntamento per quella sera. La banda al completo a far danni al solito pub


La musica era assordante e a Ben non piaceva affatto. Aveva gusti musicali molto raffinati ed era un ottimo cantante e chitarrista, stava per mettere in piedi una band tutta sua, quindi sentire altri ululare nel microfono lo infastidiva anche più di Eric che flirtava con Sarah al bancone del bar. Tutti erano già un po’  alticci, consapevoli che quelli erano gli ultimi giorni insieme, gli ultimi giorni spensierati, poi sarebbe iniziato il lavoro serio, ed la banda dei cinque si sarebbe inevitabilmente sciolta, ognuno per la sua strada. “Ehi Sarah ti va di ballare?” chiese Mike, l’intellettuale del gruppo. Lei acconsentì con un cenno del capo ed i due ragazzi andarono allegri a dimenarsi sulla pista.
“Beh.. è quasi finita no?” chiese Eric a Ben che si era seduto a fianco a lui “Già fra un po’.. “per la strada in mezzo ai pericoli veri non quelli finti”” i due declamarono ridendo all’unisono le ultime parole, quelle che il loro istruttore ripeteva come una litania da quasi un anno ormai. “Fossi in te, con tutti i soldi che ti ritrovi, non sono sicuro che riuscirei a fare questo lavoro, rischiare tutti i giorni la pelle…” disse serio Eric bevendo dalla bottiglia “Dei soldi di mio padre  me ne sono sempre fregato, quante volte devo ripetertelo? Io faccio quello che ho  sempre sognato di fare nella vita” rispose Ben leggermente infastidito. Era un po’ di tempo che Eric continuava a ricordargli che era figlio del maggiore costruttore di Dusseldorf  e la cosa iniziava a irritarlo sul serio “ I soldi non sono importanti solo per chi li ha”  disse amaro Eric senza guardare l‘amico

“Eric scusa posso parlarti?” fece una voce dietro di loro Eric e Ben si girarono a guardare. Era Mark, una recluta del primo anno di corso “Cosa vuoi?” rispose arrabbiato Eric “Lo so che non devo disturbarti qui, ma…” il ragazzo pareva nervoso, era tutto sudato e  si agitava continuamente “Ecco  lo sai,  e perché mi vieni a disturbare  allora??” il tono di Eric era durissimo, inusuale per lui  che di solito era cordiale con tutti “Sì lo so Eric ma ti prego sono disperato non ce la faccio più” disse ancora il ragazzo, era quasi in lacrime “Maledetto cretino!!” sbottò Eric prendendo il ragazzo per il braccio e trascinandolo verso  la piccola saletta privata

Ben rimase perplesso alla scena. Sapeva che Eric costituiva un po’ il punto di riferimento per tutti i ragazzi giovani appena entrati all’accademia, che ricorrevano continuamente a lui per consigli o aiuto, ma quella scena era veramente strana.
Incuriosito più che insospettito Ben andò anche lui verso la piccola saletta, chiusa da una spessa tenda. Era il  posto dove i fidanzati si rifugiavano per   scambiarsi qualche tenerezza.
Vicino alla tenda Ben sentì il tono della voce di Eric irritato “Maledetto cretino ti ho detto mille volte che mi devi chiamare sempre prima e concordiamo un appuntamento, qui è troppo pericoloso, ci possono vedere”  “Ma io sono disperato, non ce la faccio più domani ho il primo esame se non mi aiuti…” supplicò la voce di Mark “Ok cretino ma ti costerà il doppio…”

Ben rimase congelato… non credeva alle proprie orecchie. Di impulso aprì la tenda e scoprì una scena che mai avrebbe voluto vedere. Eric che stava passando una bustina con polverina bianca alla giovane recluta. Rimase come congelato a fissare Eric e neppure si accorse che gli altri lo avevano raggiunto e stavano anche loro lì ammutoliti a fissare la scena. Terrorizzato Mark scappò via dalla stanza.
Eric si rimise in tasca la bustina e guardò con aria di sfida i quattro amici “Ragazzi… voi non mi  tradirete vero? Lo faccio solo per racimolare un po’ di soldi…” disse
Gli altri non emisero un fiato guardandosi  fra di loro stupefatti “Ragazzi non potete farlo, siamo amici…” Eric iniziava a perdere l’aria sicura e spavalda
“Ma come puoi farlo? Siamo polizotti maledizione…” sibilò Ben guardando fisso Eric.
“Non parlare tu… il figlio di papà, tu i  soldi  li hai sempre avuti a tua disposizione, non  sai neppure cosa significa doversi guadagnare ogni giorno della tua vita” gli urlò contro Eric
“E questo per te è guadagnare?? Sei solo uno spacciatore!!” intervenne furibonda Sarah
“Ragazzi calmiamoci forza, in fondo bisogna capire…”  Jan provò ad intercedere “Ma sta’ zitto tu, cosa dobbiamo capire? E’ uno spacciatore null’altro” Ben era furibondo, furibondo perché  il suo amico, quello con cui aveva passato quattro anni di accademia vivendo praticamente in simbiosi, era uno spacciatore, furibondo per essere stato tradito, furibondo per non aver capito chi aveva a fianco “Siete solo  dei luridi ipocriti, vorrei vedere  cosa avreste fatto voi avendone l’occasione. Cosa vi fa credere di essere tanto
superiori a me??” “Per favore Eric  non assumere la tua aria di superiorità almeno stavolta” sbottò Mike

“Tutti hanno il loro prezzo, tutti sono disposti a cedere per qualcosa…” sibilò Eric prima di lasciare la stanza
 
“Bene Jager, a  quanto pare sei il primo del tuo corso” L’istruttore gli sorrise porgendogli la busta con il risultato degli esami finali “Certo se non fosse stato per quella brutta storia con Eric..” continuò abbassando gli occhi.  Ben non rispose limitandosi a fissare la busta in silenzio “Siete stati molto coraggiosi a denunciarlo, Jager, capisco che deve essere stata una decisione difficile per voi quattro, visto quanto eravate legati” Ben si limitò ad annuire triste. Eric era stato espulso ed  ora era in attesa del processo penale. “Beh non pensiamoci più, buona fortuna nell’LKA, sono sicuro che ti farai onore” disse infine l’istruttore stringendogli la mano
 “Già non pensiamoci più” mormorò Ben uscendo dall’ufficio     
 
Colonia agosto 2013

Semir era bloccato nel traffico mattutino di Colonia e tamburellava nervosamente le dita sul volante. Chissà perchè dopo le vacanze estive il traffico della città di decuplicava, a volte ci volevano ore solo per fare due o tre km per le strade cittadine.
Sempre più nervoso accese la radio cercando di distarsi, ma non trovò nella di suo gradimento. Avrebbero fatto di nuovo tardi al lavoro e si sarebbero beccati l’ennesima ramanzina dalla Kruger. Sbuffando prese il cellulare dalla tasca e si mise l’auricolare per chiamare Ben.. che almeno si facesse trovare giù già pronto senza farlo aspettare i soliti quindici minuti buoni.
Me le due chiamate andarono a vuoto.
Semir era sempre più irritato. Laura era da due giorni a Norimberga dalla sorella a fare compere per il matrimonio, il che significava al novanta per cento che Ben non aveva  messo la sveglia e quindi  stava ancora dormendo “Maledizione non cambierà mai…” pensò Semir anche se poi sorrise al pensiero delle notti insonni che avrebbe passato non appena lui e Laura avessero deciso di aumentare la famiglia “Goditela per ora…” si disse mentre lentamente la fila  davanti a lui iniziava ad avanzare

Arrivato sotto casa di Ben, come presumibile, di lui non c’era traccia. Semir spazientito iniziò a bussare con il clacson, attirandosi gli sguardi irritati dei passanti. Dopo dieci minuti buoni e quattro chiamate andate a vuoto Semir scese dall’auto sbattendo la portiera. La sua vendetta sarebbe stata tremenda.
Salì le scale e non bussò al campanello. Prese direttamente i suoi famosi attrezzi dalla tasca ed in un attimo aprì la porta di ingresso.
Dentro era tutto silenzioso e disordinato come al solito “Cavolo sono bastati soli due giorni di assenza di Laura e guarda come ha ridotto l’appartamento” pensò Semir  mentre senza far rumore andava in cucina e riempiva un bicchiere d’acqua.

“Sarà un risveglio bagnato…” pensò sorridendo malefico e salendo le scale verso la camera da letto.
 Ma arrivato nella stanza rimase perplesso. Il letto era intatto.

 “Ben?” chiamò Semir più volte girando per le stanze e trovando come risposta solo un assordante silenzio

 
  
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