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Autore: directionerory    05/10/2013    1 recensioni
justice una raagzza di 18 anni racconta ai lettori dell'inizio del suo sogno: l'incontro ravvicinato con uno degli one direction, una vera amicizia con il gruppo e un nuovo inizio in ambito musicale; ma accadranno degli inconvenienti non piacevoli per lei e gli one direction. Alla fine della storia accadranno momenti romantici e piacevoli per i protagonisti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sogno da cantante
 

Era finalmente il 9 giugno e mancava solo un giorno al ballo. Quella mattina eravamo tutte in camera mia a dormire; appena sveglie mancava Jessie, tutte ci siamo chieste dov’era, ma, invece di alzarci e andare a cercarla, siamo rimaste nel letto a farci delle domande sulla scomparsa di mia cugina. All’improvviso si spensero le luci e cominciammo tutte ad urlare; ad un certo punto si riaccesero e poi si spensero di nuovo. Non capivamo cosa stesse accadendo quella mattina ma sapevamo che c’era sotto qualcosa. Le luci si spensero e non si riaccesero più, poi entrò velocemente qualcosa dentro la nostra stanza e tutte avevamo paura che Jessie potesse essere nei guai, ma dopo qualche sguardo, io e Mia capimmo subito che era opera di mia cugina. Dopo neanche 10 secondi, il “misterioso fantasma” fece un verso mooolto pauroso ossia: “BUH!”. Charah, Sarah ed Emma cominciarono ad urlare, ma io e Mia ci arrabbiammo con mia cugina perché aveva spaventato le altre, ma lei, come al solito, pensava ad altro e non al fatto che poteva venire un infarto a qualcuna di noi. Dopo aver fatto colazione, con woffel e latte scremato, siamo corse in camera a vestirci, all’improvviso squillò il mio cellulare e indovinate un po’ chi era? Era Marco. Chissà cosa voleva? Le ragazze mi urlavano contro  dicendo “rispondi! Rispondi!” ed io risposi. Marco era molto preoccupato al telefono, mi diceva che aveva bisogno di una mano:

“Juss ho bisogno di una mano!”
“non chiamarmi Juss!”

Lui mi chiamava così fin da piccoli, mentre io lo chiamavo Vanni. Lui era davvero disperato, allora io lo ascoltai e lui mi disse cosa era successo:

“Jason ha dimenticato di chiamare la cantante che doveva venire al centro commerciale a cantare, mio padre è disperato e le persone stanno aspettando qualcuno che canti!”
(suo padre era il proprietario del centro commerciale).
“Ti prego devi venire qui a cantare, so che sei brava nel campo della musica, hai una grande voce! Per favore vieni!”
Io sorpresa dissi:

“no Marco! Ma che ti viene in mente?! Non canterò mai su un palcoscenico!”

Vanni mi supplicò e alla fine io gli risposi di si, perché aveva davvero bisogno di aiuto. Mia mamma ci accompagnò al centro commerciale dove incontrai subito Marco e il padre che mi aspettavano. Il padre di Marco mi prese, mi portò sul palco e mi presentò al pubblico dicendo il mio nome e cognome, ma c’era un problema: non sapevo quale canzone dovevo cantare allora dissi al pianista, che tra l’altro era un mio grande amico con cui cantavo sempre, di suonare la mia canzone ossia “we’ll never be alone”. Finita la canzone tutti applaudirono e mi dissero “brava, brava!”. Si avvicinò verso di me uno strano signore con un cappello con un marchio di una casa discografica famosissima; io sapevo l’esistenza di quella casa discografica perché gli one direction incisero lì le loro canzoni. Io andai un po’ in panico, ma il signore con calma mi disse:
“lei ha un gran talento e si merita questo biglietto da visita, venga quando vuole e io la farò diventare famosa. Si ricordi, lei ha un gran talento!”
Io fermai il signore e gli dissi se potevo andare già ora, così mi spiegava i dettagli sul fatto dell’essere famosa. Lui mi rispose “si certamente” ed io andai in quella casa discografica e parlammo per un po’. Il signore mi disse che avrei avuto l’opportunità di conoscere gli one direction e di fare una canzone con loro ed io ero entusiasta e sorpresa delle notizie che mi diede. Mia mamma chiamò mio padre per vedere se era d’accordo sul fatto di incidere una canzone con i ragazzi ma mio padre non approvò: voleva parlare con il produttore discografico. Sasy, il produttore, invitò mio padre ad una specie di colloquio; io e le mie amiche stavamo origliando dalla porta per vedere cosa si stavano dicendo. All’improvviso sentimmo un “si” uscire dalla bocca di mio padre e tutte cominciammo a ballare davanti alla porta e quando mio padre uscì dalla stanza ci vide ferme in posizioni strane come se “avessimo appena finito di ballare”. Più tardi, verso le nove di sera, avevo invitato un paio di amici a casa per festeggiare. Finita la festa ero andata al letto a dormire perché era stata una giornata faticosa ma bellissima perché ero riuscita a realizzare il mio sogno da cantante.






















vi piace questo nuovo capitolo?
scrivete una recensione se volete e come ho gia detto
accetto anche recensioni malvagie.
baci!!!!

 
  
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