Beh …… non posso dirvi
altro che ……………. Buona Lettura! ^.^ e anche……………………SCUSATE TANTO PER IL
RITARDO!!!!!!!!!!
Buch
Quel giorno non c’era scuola perché era domenica.
Non potevo uscire perché fuori pioveva così decisi di leggere un libro dato che
avevo già finito i compiti. Ad un tratto sentii Buch che abbaiava
insistentemente allora mi affacciai alla finestra e vidi un gatto e il mio cane
legato che abbaiava al felino; poi mi accorsi che il cancello era semi aperto, stavo per andare a chiuderlo perché avevo paura
che Buch scappasse, quando mi ricordai che il cane era legato e quindi non
poteva fuggire.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò pesantemente
alla porta.
-Vado io!- dissi e scesi al piano inferiore ad
aprire.
Appena spalancai la porta vidi un ragazzo con un
cane in braccio, dopo qualche istante mi accorsi che davanti a me c’era Kibuan
con Buch inerme in braccio.
-Co…co…cosa è successo?-
-Stavo passeggiando qui vicino quando ho visto un
cane che usciva dal cancello di questa casa. Ad un tratto è passato una
macchina e…..-
Mentre il ragazzo parlava le lacrime avevano
incominciato a rigarmi il viso.
Guardai Buch: evidentemente era riuscito a
sfilarsi il collare e aveva rincorso il gatto che prima avevo visto nel
giardino…….
-Mary! Chi è alla porta?- urlò mia madre dal piano
di sopra. Guardai Kibuan.
-E’ meglio se vai via, ora…- sussurrai; Kibuan mi
guardo è andò via.
Mia madre mi raggiunse davanti alla porta.
-Si può sapere chi ha bussato?-
Io la guardai senza rispondere, i miei occhi erano
gonfi e rossi mentre numerose lacrime mi solcavano la faccia; mi girai verso
Buch steso a terra nel ingresso: il suo pelo era
bagnato e sporco di sangue e di fango, e i suoi occhi non avevano nessuna
espressione, ma a me sembrava che invocassero aiuto mentre guardavano un luogo
oltre ogni dove.
Mia madre trattenne a stento un grido, poi mi
strinse a se e pianse come non aveva mai fatto in vita sua.
Dopo un po’ abbracciai Buch talmente forte come se
non volessi perderlo, ma dopo poco arrivò il veterinario, che mia madre aveva
chiamato, per portarlo via.
Fuori pioveva ancora e sembrava che solo il cielo
mi capisse e piangesse con me.
Io piangevo, urlavo e mi dimenavo mentre mia madre
mi teneva stretta con la faccia conto il petto per non farmi vedere che
portavano via Buch.
-Lasciami!...Lasciami
andare!...Lasciami almeno guardare!...- la mia voce era rotta dai singhiozzi,
ma io continuavo a urlare.
-No! Io non voglio che guardi mentre portano via
quel cane…-
A sentire quella parole
fui attraversata da una rabbia immensa che mi diede la forza di liberarmi dalla
stretta di mia madre.
-COME QUEL CANE? BUCH! BUCH! LUI SI CHIAMA BUCH!- ero fuori di me dalla rabbia.
-Si, ma…..era per
dimenticare….-
-“QUEL CANE” E’ STATO IL MIO MIGLIORE AMICO! IO
NON POSSO DIMENTICARLO!- detto ciò corsi in camera mia piangendo.
Mi sdraiai sul letto dopo aver chiuso la porta a
chiave. Piansi per ore stringendo il mio cuscino al petto come facevo con Buch
quando era ancora un cucciolo…………..fui assalita da
molti ricordi, ma non riuscivo più a piangere cosi rimasi a guardare il
soffitto della mia camera.
Dopo qualche ora smise di piovere, mi affacciai
alla finestra: il cielo era ancora nuvoloso e nell’aria c’era odore di bagnato,
mio fratello avrebbe saputo di Buch solo quando sarebbe tornato, insieme ad Eleonor, dalla festa di compleanno di un suo amico.
Presi un giubbotto, mi misi gli stivali e mi
diressi verso la porta al piano di sotto; stavo per uscire quando mia madre se ne accorse.
-Dove stai andando?-
Io aprii la porta di scatto e corsi via senza
risponderle. Stavo passeggiando da qualche minuto quando vidi Kibuan, gli corsi
in contro e lui mi salutò.
-Come va, Mary? Ho detto bene: Mary?-
-Si, mi chiamo Mary. Kibuan…………..volevo
ringraziarti……….- abbassai lo sguardo mentre parlavo.
-E per cosa?-
-Beh…………….per Buch…………….-
Lui mi guardò per qualche secondo.
-Ma se non ho fatto niente.-
-Si invece: tu me lo hai riportato- detto questo frugai in tasca e tirai fuori una banconota da cinque
dollari, -Tieni-
Kibuan mi guardò stupito senza prendere i soldi.
-Lo so che sono pochi, ma al momento ho solo
questi…………..ti prego di accettarli………….- guardai
Kibuan negli occhi.
-Ma io…………..non posso……………non
voglio accettarli………..io non ho fatto niente!-
A quel punto mi arrabbiai.
-TI HO DETTO CHE MI HAI RIPORTATO BUCH!!!!!!!! POTEVI LASCIAELO IN MEZZO ALLA STRADA E NON L’HAI FATTO!!!!!!! PER QUESTO TI RINGRAZIO!!!!!!!
ORA PRENDI QUESTI SOLDI HO URLO CHE MI STAI RAPINANDO!!!!!!!!-
Kibuan prese i soldi, rise e io ricambiai.
-Non credo che ne avresti
il coraggio……..-
Io sorrisi.
-E invece si. Vuoi
vedere?-
-No, grazie. Piuttosto, ti va di fare un giro?-
Io annuii sorridendo: in fondo non avevo nient’altro
di meglio da fare e poi ora mi fidavo di Kibuan.
Arrivammo fino al parco che era molto distante da
casa mia. Ci sedemmo a parlare in una panchina, ma dopo qualche minuto vidi
quello che non avrei mai voluto vedere: le mie compagne e i miei compagni di
classe. Mi avevano visto, avevano visto Kibuan.
Una ragazza mi chiamò e mentre mi alzavo dalla
panchina sussurrai al ragazzo di andarsene e lui lo fece senza chiedermi il perché
ma continuando a guardarmi.
Mi diressi verso i miei compagni e, appena li fui
abbastanza vicino, loro incominciarono a prendermi in giro e a spingermi da una
parte all’altra fino a farmi cadere a terra in una pozzanghera. In quel momento
arrivò Kibuan che diede un pugno al ragazzo più vicino, ma erano in dieci
contro uno era più che ovvio che da solo non ce l’avrebbe
fatta; ma all’improvviso arrivarono altri neri così i miei compagni fuggirono
spaventati.
Rincominciò a piovere. Mi alzai e notai che il mio
vestito era rotto, sporco e fradicio, sanguinavo un po’ d’ovunque e mi ero anche tagliata il labbro inferiore.
Kibuan mi aiutò ad alzarmi mentre gli altri neri
mi guardavano. Anche Kibuan era messo male: aveva un
occhio nero e aveva molti graffi soprattutto sul braccio.
-Grazie- mormorai.
Ad un tratto un nero di circa 20 anni mi si
avvicinò.
-Di un po’: ma perché ce l’avevano
con te?-
-Credo per via di Kibuan…………..mi
hanno visto insieme a lui e…………………
-Ah, allora è tutta colpa di ‘sto sciocco di mio
fratello………..- detto ciò sfregò una mano sulla testa
di Kibuan e io sorrisi un poco, poi continuò scherzando rivolto verso il
fratello, -Ma ci guadagni qualcosa a salvare le ragazze? Non è che si innamorano di te solo perché fai a botte con qualcuno!-
Io arrossii, poi Kibuan si allontanò dal fratello
e venne da me.
-Lascialo perdere mio fratello Viden………..non capisce niente e tu non dargli retta. Comunque……….questi cinque dollari
sono i tuoi-
-Allora l’hai voluto tu. AIUTO!!!!!!! MI STAN…..- Kibuan mi mise una mano sulla bacca per non farmi
continuare e io risi.
-Va bene…………va bene………….li prendo io…………. Viden. Che giorno è oggi?-
-Il 16 dicembre, perché?- rispose l’interpellato.
-No……….niente di
importante.-
-Scusate ragazzi……….io
dovrei tornare a casa o sotto questa pioggia mi prendo una polmonite………..-
-Ma il tuo vestito ora è più che altro…………uno
straccio…………..vieni, dato che casa tua è lontana ti
impresto qualcosa da metterti.-
Mi accompagnarono in un punto del parco dove non
ero mai stata e, appena vi arrivai, mi accorsi che sembrava una specie di punto
di ritrovo dei neri. In pochi secondi mi ritrovai sola
osservata da tutti, stavo per andarmene quando arrivò Kibuan con un paio di
pantaloni e una camicia.
Io lo guardai storto
-Non vorrai dirmi che devo mettermi quelle cose! E poi dove mi cambio?-
-Ti cambi là dietro- indicò
una specie di muro, mi diede i vestiti e sparì di nuovo.
Io sospirai, mi cambiai e poi corsi verso casa
sotto la pioggia.
Anche questo chappy è finito.
Grazie a Valentina e a Dafne per aver recensito e anche a tutti quelli che
hanno avuto il coraggio di leggere questa schifezza…… ^^