Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: CumbercutieZen    06/10/2013    0 recensioni
"Lo sai che ci pentiremo di questo.. sai che è solo un errore..."
"Se ne sei veramente convinta, allora fermami..."
Si avvicinò sempre di più al mio viso accarezzandomi dolcemente la guancia con la mano fredda.
"Non voglio fermarti..."
dissi io in un soffio puntando lo sguardo nei suoi bellissimi occhi.
Sorrise lievemente e sussurrò
"E allora... sbaglieremo insieme " per poi cancellare con un movimento rapido la distanza tra noi due, e baciandomi con infinita delicatezza.
Ignoravamo il fatto che questo nostro gesto, insieme al nostro amore, avrebbe portato a gravi conseguenze che, tuttavia, avremo superato, insieme.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Can we restart, please?
 
La lezione di musica è iniziata da poco e il professore ha già iniziato a mandare gli studenti uno alla volta sul palco per suonare un pezzo di quelli che abbiamo studiato.
Io sono stata chiamata tra i primi, e ho suonato molto bene secondo il prof. Se solo non ci fosse stata quella chioma biondo scuro/castano chiaro e quelli occhi di ghiaccio vispi a fissarmi tutto il tempo forse mi sarei sentita più a mio agio. Tuttavia, ormai è andata.
Se non cercasse continuamente di farmi arrabbiare, forse potrei pure diventargli amica. Magari è più simpatico di quel che sembra. 
Mi blocco sentendo un pianoforte suonare. Mi volto di scatto verso il palco e noto che tocca a Maynard. Vediamo cosa sa fare.
Prende un respiro profondo, chiude gli occhi e inizia a suonare. Le sue dita si muovono rapide ed agili sui tasti del pianoforte producendo un suono bellissimo. E io che credevo che mi stesse dicendo una balla. Come trascinata dalla musica mi avvicino sempre di più al palco per poi appoggiarmici con le braccia e la testa, cullata dalla dolce melodia. Dura poco più di un minuto prima che il professore lo fermi. «Complimenti, Maynard. Un'altro pezzo magnifico, continui così»
Mi sollevo dalla mia posizione ritornando a sedere. Sono sorpresa. Non ho ancora realizzato cos'è appena successo che qualcuno si siede accanto a me. «Allora, che ne pensi?»
«Suona davvero benissimo...» sussurro con un filo di voce.
«Cosa?»
Mi volto trovandomi davanti gli occhi chiarissimi di Maynard e mi affogo con l'aria. Tossisco. «Niente. Mh... non sei male» dico facendo una smorfia. Lui sorride e guarda davanti a sè. «Ogni volta che suono penso a Mary. E così do il meglio di me...»
«Povera ragazza, non mi immagino come farà a stare con uno come te. Sempre se riuscirai a conquistarla... ma sfigato come sei...» lo provoco. 
Lui corruga la fronte. «Senti... io non so che problema ci sia tra noi due. Non mi sembra di averti fatto niente, ma se c'è qualcosa di me o del mio comportamente che ti ha particolarmente dato fastidio, dimmelo e cercherò di rimediare»
Mi volto guardandolo con la bocca spalancata e lui non capisce. «Cioè, tu, non ti sei minimamente accorto di quanto mi hai dato fastidio provocandomi continuamente?»
«Ehm.. che intendi scusa?»
Ok. Qui le possibilità sono due: 1 è scemo 2 me lo fa apposta.
«Dimmi, ma me lo fai di proposito?»
Assume un'espressione interrogativa e continua a fissarmi.
«Gridi nel corridoio e in cortile che a me piace Chris o che devo venire a casa tua Sabato facendo intendere chissà cosa agli altri e mi provochi continuamente facendo cose che mi irritano. Se vuoi andare d'accordo con me, non devi provocarmi»
«Va bene. Allora... possiamo ricominciare, per favore?»
Stavolta sono io quella che non capisce. «Cioè?»
Mi porge la mano sorridendomi. «Piacere, sono Conor Maynard e vorrei che tu mi aiutassi a conquistare la tua migliore amica Mary»
Ora capisco. Gliela stringo sorridendo a mia volta. «Piacere, Conor. Io sono Jakie Hale. Ti aiuterò, ma solo se tu mi darai una mano a conquistare il tuo migliore amico Chris»
«Affare fatto!»
 
_____________________________________
 
Al suono della campanella mi dirigo velocemente verso la mensa e raggiungo Mary ad uno dei tavoli. Prima di sedermi mi sento chiamare. «Hale!»
E' Maynard che mi raggiunge dopo poco. «Hai dimenticato gli spartiti in auditorium. Non sono riuscito a darteli prima quindi... ecco a te!»
Afferro i fogli che ha in mano sorridendogli. «Grazie mille»
Ricambia il sorriso. «Niente! Ora raggiungo Chris, ci vediamo più tardi in classe»
«A dopo»
Mi siedo e Mary mi guarda maliziosa. «Che c'è?»
«Niente. Oh, scusa. Hai dimenticato gli spartiti in classe prima e ho pensato di portarteli così potevo rivederti..» fa il verso a Maynard.
Mi trattengo dal scoppiarle a ridere in faccia senza successo e tutti i ragazzi presenti in mensa si girano verso di me. «Be? Che avete da guardare voi?» grido e ognuno torna a fare ciò che stava facendo.
«Sei solo gelosa cara mia!»
«Ci credo!»
«Non ti sei neanche accorta che è venuto a darmi gli spartiti per guardare te!»
«Cosa?» Non se n'è accorta.
«Sei troppo ingenua, tesoro» le dico con fare teatrale.
«Non capisco cosa intendi..»
«Fa niente. Non ho certo voglia di parlare di Maynard. Beh.. novità?» dico sfogliando gli spartiti. Aspetta.. e questo cos'è?
«Non credo, no»
«E invece si...» sussurro assorta.
«E cosa?»
Sollevo il foglio per mostrarglielo. «Il Drama Club»
«Che roba è?»
«Non so, sembrerebbe essere un corso di teatro e musica. Inizia oggi pomeriggio e continua fino alla fine della scuola...»
«Quindi dura solo due mesi. Beh... mi piacerebbe partecipare ma...»
«Cos'è quel 'ma..'?»
«I miei mi hanno proibito attività dopo la scuola»
«PERCHE'?»
«Il mio ultimo compito di chimica era uno schifo, e se non recupero quel voto, niente attività»
«Quando avrai il prossimo compito di chimica?»
«Ehm... questo venerdì, se non erro»
«Allora sappi che quel compito ti andrà benissimo» mi alzo di scatto prendendo la borsa.
«Dove vai?»
«Ho una cosa urgente da fare»
Corro verso il tavolo di Chris e Maynard. Il diretto interessato e i ragazzi mi guardano perplessi. Sorrido amorevolmente a Terrence che mi guarda leggermente perplesso poi mi volto verso il biondino. «Maynard, dobbiamo parlare»
«Adesso?»
«Sì. Ora, subito, immediatamente. Do you understand? Su, in piedi forza!»
Lo tiro per un braccio e lui si solleva seguendomi svogliatamente. Lo trascino in giardino e a pochi passi dalla porta mi fermo vicino al muretto.
«Che c'è Hale?»
Sbuffo per il cognome ma lascio correre, c'è una cosa ben più importante. «Senti, prima una domanda. Come mai mi hai messo quel volantino del Drama Club tra gli spartiti?»
Porta una mano dietro la testa e guarda in giro. «Beh...ecco... speravo che Mary e tu foste interessate...»
Sorrido beffarda. Ho un grande piano in mente. «Bene.. anzi, perfetto..»
«Che cos'hai in mente?»
«Tante cose.. Per ora... Mary deve recuperare un voto di chimica altrimenti non potrà venire al Drama Club, quindi dovrai aiutarla tu» dico con un sorriso smagliante.
«E come?»
«Semplice. Le darai ripetizioni!»
«Ottimo.Ma c'è un problema..»
Inclino la testa. «Ovvero?»
«Io non so dove abita, nè lei sa dove abito io» 
«Si può trovare una soluzione»
Aspetta che continui il discorso. «Venite entrambi a casa mia!»
«Sicura che non ci sono problemi?»
«Ma si! Tanto vi dovete solo conoscere, mica scambiare effusioni! Per quello ci sarà tempo» fa una smorfia ma poi sorride.
«Va bene. Quando iniziamo?»
«Today. Vieni da me alle cinque, ti faccio vedere dove abito dopo scuola, ok? Ok!» concludo soddisfatta e torniamo in classe.
 
________________________________
 
E' in ritardo. Gli avevo detto alle cinque e sono già le cinque e mezza. Mary intanto si sta spazientendo. «Perchè mi hai fatta venire, Jakie?»
«Per darti ripetizioni di chimica»
«E allora perchè non stiamo studiando??»
«Perchè dobbiamo aspettare...»
«COSA!? DOBBIAMO ASPETTARE COSA!?»
«Calmati...»
Sentiamo il campanello e mi rallegro subito. La prendo per il braccio e la trascino fin davanti alla porta, schiarisco la voce e inizio a parlare. «Allora, per aiutarti in chimica, ho deciso di chiamare una persona che ti potrà aiutare benissimo!»
Spalanco la porta senza guardare chi c'è dall'altra parte e quando vedo la faccia interdetta di Mary mi blocco. «Chi dovrei aiutare io e in che cosa??» sento strillare oltre la porta così faccio il giro trovandomi davanti mio padre. Gli salto addosso aggrappandomi a lui.
«Oddio, papà. Quanto tempo!»
La sua risata roca rieccheggia nella casa e mi stacco sorridendo a 33234455456 denti. Sorride anche la chioma viola alle mie spalle «Ben tornato signor Hale!»
«Grazie Mary. Allora, aspettavate qualcuno?» dice chiudendo la porta e sedendosi sul divano insieme a noi.
«Si, papà. Ma tu piuttosto, raccontami di New York! Com'era? Come hai passato questi mesi?»
«Non ti preoccupare, ti racconterò tutto, adesso abbiamo molto tempo per stare insieme. Oh, mi è parso di sentire il campanello. Vai ad aprire Jakie»
«Certo!»
Corro ad aprire la porta. Maynard. «Scusami per il ritardo ma dov-» non finisce neanche di parlare che lo tiro dentro chiudendo la porta.
«Mary! Ecco il tuo tutor!»
«Conor??»
«Esatto!»
Maynard è perplesso. «Ehm.. ecco.. scusate..»
«Grazie Jakie!»
«Di niente! Beh.. salite, arrivo subito!»
«Ok!»
I due salgono e io mi siedo di nuovo con mio padre.
«Chi è quel ragazzo?»
«E' un mio compagno di scuola, Conor Maynard. L'ho chiamato per aiutarci in chimica dato che lui è un genio in tutte le materie»
«Non devo essere geloso, vero?»
Trattengo una risata.«No, papà. Non è il mio ragazzo, non ti preoccupare>»
«Bene. Allora non devo fare male a nessuno. -lo spingo scherzosamente e ridiamo- Dimmi, come va la scuola?»
«Benissimo. E com'è stato il tuo viaggio?»
«New York è una città magnifica, non c'è che dire. Ma tu e la mamma mi siete mancate tantissimo»
Lo abbraccio. «Anche tu ci sei mancato molto. E' bello riaverti con noi»
«Ora vai dai tuoi amici, su»
Mi bloccai a metà della scala. «Aspetta.. papà, quanto tempo rimarrai?»
«Finchè non mi chiameranno di nuovo»
Sorrido sollevata e salgo gli ultimi scalini. Meno male...
Entro in camera con un sorriso ebete spiaccicato in faccia e mi butto sul letto facendo rimbalzare più volte Maynard che quasi finisce a terra di faccia.
«Quanto tempo rimarrà a casa tuo padre?» chiede Mary.
«Ha detto che finchè non lo chiamano rimane qui...»
«Che c'è di strano, non è sempre qui a casa?» dice Maynard curiosando in giro per la camera e guardando un po' ovunque.
Mi sollevo su un braccio alzando gli occhi al cielo. «Evidentemente no, Maynard. Mio padre è un uomo d'affari e viene chiamato in giro un po' in tutto il mondo. Quest'anno è a New York a lavorare. Quindi, se non sai le cose, sta zitto e basta. E meno male che eri un genio!» ribatto infine seccata.
«Ok, scusami. -risponde ironico- Oh! E qui cosa c'è?» si blocca davanti alla scarpiera con gli occhi luccicanti. Fa per apirla quando, sia io che Mary gridiamo all'unisono «NOO!!»
Non ci da ascolto e tira la maniglia. E' come se partisse il rallenty. Io finisco a terra con un braccio allungato verso di lui e un'espressione di supplica quando, tempo tre secondi e Maynard viene travolto da una valanga di scarpe. Tutte rigorosamente converse, naturalmente. Io e Mary lo disseppelliamo, anche se lo lascerei volentieri lì sotto, e quando si rimette in piedi ha una faccia sconvolta. Mi scappa un sorriso. «Che c'è? Sconvolto Maynard? Ho un bel po' di scarpe, e allora?»
Si gira lentamente verso di me spalancando gli occhi. Attento che ti escono fuori dalle orbite. «U-un b-bel p-po'? Ne hai così tante che se in un centro commerciale avessero finito le scorte chiamerebbero te al posto dei rifornitori!»
«E va bè! Mi servono!»
«Ma se sono più di 400 paia! Cosa te ne fai?»
Inizio a pescarne qualche paio dalla montagna. «Queste stanno bene con gli short in jeans. Queste con la t-shirt fluo. Queste col cappello da cow-girl. Queste con la canottiera azzurra. Oh, è queste, sono le mie preferite!»
«Tu sei tutta matta. Sistemiamo questo disastro e mettiamoci a studiare piuttosto» sospira lui sconsolato e dopo dieci minuti siamo tutti e tre chini sui libri. Speriamo di concludere presto.
Due ore dopo sono tornati a casa, finalmente. A cena papà ci ha raccontato di tutte le cose incredibili che ci sono a New York e sembra essere veramente un luogo magnifico. Anch'io voglio vedere i taxi giallo mostarda, gli hot-dog (di cui il significato del nome è molto equivoco), il pop-corn al caramello, i quintali di mais, gli altissimi grattacieli e la statua della libertà. Sempre che quest'ultima si trovi a New York... ecco cosa succede ad avere una professoressa di geografia come la mia! Comunque, ritornando a New York. «Papà, un giorno potrò venire con te?»
«Certo, Jakie! Ma solo quando avrai finito tutti gli studi»
«Ma così non è giusto!» faccio la finta offesa poi scoppiamo a ridere tutti insieme.
 
___________________________
 
Sono così allegra che potrei mettermi a canticchiare la canzoncina di Mary Poppins scivolando sul corrimano delle scale.
Sono così felice che potrei mettermi un vestitino alla Biancaneve e andare a raccogliere primule in un prato.
Sono così serena che potrei iniziare a saltellare per tutto il cortile della scuola come una rincoglionita.
E se sono tutto questo, è perchè ieri, dopo sei mesi, è finalmente tornato mio padre! Sono troppo contenta! Sprizzo energia da tutti i pori e probabilmente sto brillando. Le vedete le stelline intorno a me, eh? Le vedete?? Le vedete??? Ok, smetto.
Con la mia aria da ebete e il sorriso stampato in faccia, mi avvio per il corridoio fino al mio armadietto. Lo apro delicatamente e lo chiudo con altrettanta leggerezza subito dopo aver tirato fuori i libri di storia. Niente mi potrà buttare giù oggi. Niente di niente. Neanche la prima ora che normalmente definirei di merda. Raggiungo la mia classe a noto vicino al mio banco Mary e Maynard parlare tranquillamente. Sorrido involontariamente di nuovo e mi vado a sedere con aria ancora sognante. I due si fermano e mi guardano assumendo poi un'espressione scioccata.
«C-Che ti prende Hale?» Balbetta Maynard.
«Niente. Shono Felisce» bisbiglio in risposta.
«Molto zuccherosa oggi, eh Hale? Alla fine hai fatto i compiti di algebra?»
«Alsgebra no... ASPE, ALGEBRA!?» Mi rianimo improvvisamente e spalanco gli occhi. Lui è perplesso. «Come, te l'abbiamo ripetuto più di 40 volte ieri sera e tu hai sempre detto "li farò subito dopo cena, non vi preoccupate"» interviene Mary scimmiottando il mio tono di voce.
Mi prendo la testa fra le mani. «Me ne sono completamente dimenticata!»
I due sospirano rassegnati. Sono allibita. Come ho fatto a dimenticarmene!? «Ora cosa pensi di fare?»
«Non lo so, Maynard... A che ora abbiamo algebra?»
«Subito dopo pranzo»
«E quanti esercizi c'erano?»
«Una trentina, perchè il professore è mancato questo mese, ricordi?» risponde lui.
«Non ce la farò mai a farli in classe, considerando che in seconda ora ho pure educazione fisica! Proverò a giustificarmi..»
«Beh.. buona fortuna Jakie!» conclude Mary e ci sediamo ognuno al posto nostro in seguito all'entrata del prof. Ora cambia tutto. Sono allegra come un 40enne che è appena stato licenziato dopo 20 anni di lavoro.
Sono felice come qualcuno che deve farsi 100 metri a piedi scalzi su carboni ardenti e vetri taglienti con in braccio un cane rabbioso.
E sono serena come se fossi intrappolata in un vicolo cieco con davanti tre pitbull, un leone, due orsi polari e un'anaconda uscita dal rio delle amazoni apposta per me, tutti pronti a sbranarmi.
In due parole: Sono. Fottuta.


 
SAAAAAAAAAAAAALVEEEE!!

Sì, sono tornata, e sono più carica di prima (?)
No va bè, ahaha.
Rieccomi ad aver aggiornato dopo tanto con il terzo capitolo di glass girl!
Che ne pensate?
Il fatto di dover scrivere sempre capitoli lunghi talvolta mi spiazza, poi si sprecano 
tutte le idee migliori nei primi capitoli e rimani bloccata per tanto. Capita.
In ogni caso il terzo capitolo è arrivato, il quarto più o meno c'è, ora vedremo per il quinto. AHA
Mh.. in questo capitolo c'è la scena della scarpiera. Una mia amica leggendola 
è scoppiata a ridere, io ero perplessa ma se anche a voi ha fatto lo stesso effetto, scrivetemelo.
Avete sentito R U Crazy!? E' stupenda, non vedo l'ora di poter asccoltare il nuovo disco del mio 
adorato Conor! E poi le sue cover.. mio dio. *-*
Beh.. ringrazio chi ha recensito la scorsa volta e..
mi dissolvo.
*puff*
V.

 
  
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